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la dipendenza da lavoro - i workalhoolic

garofano

Maestro Giardinauta
ho letto adesso adesso un articolo che parla di una forma di dipendenza che, francamente , non conoscevo:la dipendenza da lavoro.In pratica si tratta di persone che sono dipendenti dal lavoro come un alcoolizzato dipende dalla bottiglia, per capirci.Persone che non lavorano per vivere, ma vivono per lavorare.
Qualcuno dirà,lo scrivo ovviamente scherzando, che alcune categorie di persone,noi romani, per esempio, o i dipendenti statali ,sono categorie geneticamente immunizzate da qualsiasi forma di contagio di questo nuovo morbo:), pero' sembra che sia una forma di dipendenza che si sta diffondendo sempre di più e ammazza le persone, di sicuro interiormente ed emotivamente, perchè distrugge la vita affettiva, i rapporti familiari, ma anche fisicamente...prima o poi ti ammazzi di lavoro, per così dire...Sulle prime pensavo che fosse uno scherzo, ma in realtà non è così
Vi posto l'articolos://www.conoscenzealconfine.it/workaholic-la-dipendenza-da-lavoro-che-distrugge-tutto-il-resto/
se vi va ne parliamo assieme
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Nuova?

Mai letto lo stralcio dell’antologia dello sponsor river? Per dirne una....

Niente di nuovo, semplicemente se ne parla a ondate
 

garofano

Maestro Giardinauta
me lo sono andato a leggere, non me lo ricordavo,:X3:...pero' sembra che, da quanto descritto sull'articolo si tratti di una dipendenza come quella da alcoolici,una vera e propria malattia
 

garofano

Maestro Giardinauta
beati loro che con tutto quel lavoro, avranno anche di che pagarsi le parcelle dello psicoterapeuta a 80 euro a botta
se bastano, ottanta Euro...e poi, considerando la loro condizione di partenza (sicuramente un po'"fumati") la psicoterapia gli costa comunque un capitale
 

Datura rosa

Guru Master Florello
Beh, qui mi piacerebbe che partisse un sondaggio: siamo in tanti nel Forum e rappresentiamo un mondo del lavoro molto "variegato" e, in un certo senso rappresentativo della presenza o meno di comportamenti del tipo in argomento. Forse potremmo arrivare, anche se empiricamente, a capire i numeri di questo "problema"

Ciò per capire se quello che penso di questi "studi" comportamentali sia accettabile o da modificare: cui prodest?
A chi giova sapere che esistono persone che vivono per lavorare e non lavorano per vivere, quali motivazioni abbiano, che danno possono arrecare alla società tanto da farne oggetto di studio da parte di scienziati, università, organismi internazionali?
Io penso, probabilmente a torto, che tante energie e risorse sarebbero degne di miglior causa forse quella che tali studi fossero propedeutici, qualora il numero dei "coinvolti" fosse veramente rilevante e costituisse un problema sociale, a delle soluzioni che, però, mi sembra non arrivino mai: dopo il clamore.... un silenzio tombale.

Ricordo ancora quando la società per la quale lavoravo (anni '80) scelse alcuni dipendenti per seguire un corso di formazione di manager, quadri intermedi e del personale tenuto da uno dei tanti "Studi" sorti in Italia sull'onda di studi e ricerche internazionali (che, peraltro, esalta frasi di persone di successo del tipo Sii un outsider, Renditi indispensabile acquisendo le skills necessarie, Lavora più intensamente di chiunque altro intorno a te!) al fine di una successiva divulgazione dell'appreso, sia verbale che di esempio, agli altri dipendenti.
Fummo rinchiusi nel più rappresentativo e caratteristico dei locali, la storica Biblioteca, dove seduti intorno ad un tavolo secolare pendemmo dalle labbra del "guru" di turno.
Fummo sottoposti a test psicologici tra i quali individuare cosa ci fosse di strano in un'immagine (che la maggior parte di noi conosceva per essere stata pubblicata un po' ovunque, anche su settimanali di enigmistica),
donna tacchino.jpg
posti di fronte a richiesta di soluzioni a problemi avveniristici per l'entità della struttura, ad indagini sul grado di soddisfazione di ciascuno di noi.................................
Al termine ne uscimmo un po' frastornati ma, dopo una scrematura di quanto appreso per adattarlo alla situazione aziendale, abbastanza "carichi" ed entusiasti.
Tornammo quindi ai nostri uffici e rientrammo nella realtà: un computer per 6 persone, funzionari che non si vedevano prima delle 10-11 del mattino, 1 solo telefono per le chiamate interurbane posto alle spalle del responsabile al quale parlare in piedi con la cartella dei documenti tra le mani!!!!!
Risultato: onerose fatture a fronte del Corso, delle colazioni di lavoro, dei coffe break, della cena di fine corso (l'articolo su un quotidiano che esaltava la modernità della Società fu remunerato credo in qualche modo "in natura!).
Nulla cambiò nella vita di tutti i giorni!

Ricordo sempre con piacere una canzone di Mina: parole....parole...parole...


Aggiungo che probabilmente vedremo i Workaholic protagonisti di qualche serie televisiva sul canale TV Real Time alla stregua degli accumulatori compulsivi o degli Obsessive Compulsive Cleaners!

:eek: :ciao::ciao:
 
Ultima modifica:

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
avrei necessità di un Obsessive Compulsive Cleaners da chiudere in casa mia per un paio di gg :D

:ciao:

seriamente, sarebbe utile indirizzare i nostri difetti/pseudopatologie nella direzione più produttiva possibile, trasformandoli da vizi/difetti a virtù
 

Datura rosa

Guru Master Florello
Basta organizzare un'impresa di pulizie, mettere un annuncio del tipo "offresi divertimento gratis a pulitori compulsivi" e il gioco è fatto.
Mi offro come primo "cliente" disposta anche ad offrire eventuale argent de poche .:LOL::LOL:
 

Datura rosa

Guru Master Florello
strano eh.... questi "malati" sarebbero quasi tutti tra i liberi professionisti, commercianti, artigiani, industriali......manco un operaio, uno statale....un addetto al call center...un mulettista dell'Ikea.
merita l'igNobel https://www.skuola.net/news/fun/premi-nobel-ig.html

Una volta li chiamavano stakanovisti e Stachanov, che divenne il lavoratore-modello dell'URSS, diede il nome a due città sovietiche e a un movimento sull’organizzazione del lavoro, era un minatore russo.

Niente di nuovo sotto il cielo? O inversioni di rotta?
 

Olmo60

Guru Master Florello
questo è il punto: gli stachanovisti non erano "malati"....anzi....c'è un senso per il quale "immaginare" nuove malattie fa "il progresso della psichiatria""? (Foucault docet)
 

giallocrema

Giardinauta Senior
I dipendenti da lavoro si distinguono perché si uccidono lentamente.
Soprattutto il loro atteggiamento compulsivo ha ricadute pesanti sui familiari, sui figli, rovinano famiglie e c'è poco da scherzarci su visto che mio padre era così ed è morto di infarto proprio perché era un accentratore, un folle, uno che si alzava alle 6 della domenica per progettare, non delegava mai e l'abbiamo trovato stecchito nel letto un sabato mattina a 72 anni, poco prima di avere ovviamente un appuntamento di lavoro.
La resa è stata spettacolare nel senso che ha fondato un piccolo impero ma io un padre non l'ho avuto.
 

giallocrema

Giardinauta Senior
E aggiungo che era figlio di suo padre che era stato nominato cavaliere del lavoro perché aveva lavorato 75 anni.
No dico, 75 ,non sto mica scherzando, essendo longevo c'è riuscito.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Non mi convinco del fatto che qualcuno non possa fare a meno di lavorare, tipo "droga"..credo sia molto più probabile che a certe responsabilità è quasi impossibile sfuggire. soprattutto se si hanno dipendenti e se si possiede una coscienza: ci sono persone che per il loro bagaglio di esperienza e capacità diventano, loro malgrado, insostituibili e a quel punto ricade tutto sulle loro spalle..
Dall'esterno non ci si può credere, ma sono situazioni reali.
Se a un certo punto, la scelta diventa quella di "o godersi la famiglia o far fallire la propria azienda" c'è poco da "studiare"
 

giallocrema

Giardinauta Senior
Per la verità anche l'attività manageriale più intensa non è così ottenebrante. Mio padre aveva spazi di manovra soprattutto d'estate. Solo che non concepiva il concetto di vacanza. La vacanza era una roba inutile. D'altra parte se uno cava sugo dalla sua passione la vacanza è effettivamente una cosa poco sentita. Il problema era il dialogo, non aveva sviluppato competenze genitoriali o maritali, quelle dovevano camminare sulle loro gambe secondo lui, non erano così importanti. Ecco dove si annidava il workalcholismo, la mente veniva risucchiata dai suoi deliri. Per certi versi ha vissuto bene, preso completamente dalle sue passioni, per altre non si capacitava di non andare d'accordo con la famiglia cui dava poche briciole con fare dittatoriale, in maniera pesante. Quando gli dissero che non c'era più niente da fare, che ormai l'unica soluzione era un trapianto cardiaco e che doveva stare a casa tranquillo in poltrona prese le medicine e le buttò in pattumiera dicendo : "io così non voglio vivere".
Se ne è andato nel sonno, senza cancellare un solo appuntamento dall'agenda, senza frenare un attimo, voleva morire da leone e non da pecora.
 

giallocrema

Giardinauta Senior
Perché non ci credi Olmo? Certo che ci sono esistono e vivono tra noi.
Che poi il confine tra stacanovista e ossessivo compulsivo a volte sia labile son d'accordo, a volte alcuni iniziano così ma poi frenano, ci sono persone che capiscono all'improvviso a seguito per esempio di una tragedia o di un problema di salute grave, altri portano a compimento la loro missione fino all'ultimo respiro e muoiono con l'agenda in mano. Ci sono, eccome se ci sono.
 
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