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RiccardoAlberti

Aspirante Giardinauta
Salve
Piccola premessa, non so quasi nulla di piante ma ho sempre avuto il sogno di realizzare una piccola serra nella veranda di casa. Ho deicso di realizzare il sogno e ho preso un sistema Bresser smart garden home. Sono partito con tre Kentie sulle quali ho piazzato il sistema di irrigazione e il sensore di umidità terreno per capire quando annaffiarle in maniera precisa! Lo strumento mi da l'umidità in valore percentuale e io ho cercato per giorni un sito o un libro che avesse i dati di cui avevo bisogno. Zero.
Mi potete aiutare? Dove posso reperire i valori ottimila di umidità del terreno per le varie piante ma sopratutto della Kentia ??? Grazie a in anticipo
 

Sybian

Giardinauta
A mio avviso se si è troppo estranei di piante, il tuo è un approccio un po' troppo "meccanico", avrei incominciato con una pianta sola, magari più semplice per empatizzare con il mondo vegetale e capire che automatismi e e formule precise funzionano in laboratorio.
Sperimenta, osserva e perdici del tempo per capire se un vaso è meglio di un altro, le differenze tra un terriccio e un altro e la costante ricerca del microclima perfetto per ogni tua pianta.
L' approccio empirico ti insegnerà di più, rispetto automatismi e scienze precise che comunque ti porteranno a successi e delusioni allo stesso modo, però senza lasciarti la vera esperienza nell'aver capito l'esigenza di ogni tua pianta.
 

RiccardoAlberti

Aspirante Giardinauta
A mio avviso se si è troppo estranei di piante, il tuo è un approccio un po' troppo "meccanico", avrei incominciato con una pianta sola, magari più semplice per empatizzare con il mondo vegetale e capire che automatismi e e formule precise funzionano in laboratorio.
Sperimenta, osserva e perdici del tempo per capire se un vaso è meglio di un altro, le differenze tra un terriccio e un altro e la costante ricerca del microclima perfetto per ogni tua pianta.
L' approccio empirico ti insegnerà di più, rispetto automatismi e scienze precise che comunque ti porteranno a successi e delusioni allo stesso modo, però senza lasciarti la vera esperienza nell'aver capito l'esigenza di ogni tua pianta.
Grazie per la risposta! Certo che mi sembra assurdo con tutto questo fiorire di app dedicate al giardinaggio, libri, siti dedicati ....che mi tocchi " fare sperimentazione". Cioè sulla maggior parte dei siti per le kentie, per esempio, per quanto annaffiarle c'è scritto "ficca il dito nella terra e senti se è umido. " o_0
 

Ma.Vi1901

Giardinauta
Cioè sulla maggior parte dei siti per le kentie, per esempio, per quanto annaffiarle c'è scritto "ficca il dito nella terra e senti se è umido.
Eppure, chi frequenta questo Forum sa che è il metodo più efficace per capire se bisogna innaffiare oppure no.
Anzi, di solito si consiglia di inserire uno stecco che arrivi in fondo al vaso che funziona da indicatore (se è più o meno umido/asciutto/con terra adesa o no) e in base al tipo di pianta, bagnare o aspettare.
 

RiccardoAlberti

Aspirante Giardinauta
Eppure, chi frequenta questo Forum sa che è il metodo più efficace per capire se bisogna innaffiare oppure no.
Anzi, di solito si consiglia di inserire uno stecco che arrivi in fondo al vaso che funziona da indicatore (se è più o meno umido/asciutto/con terra adesa o no) e in base al tipo di pianta, bagnare o aspettare.
Grazie per la risposta. Mi sembra che il mio sensore di umidità sia come il tuo stecco.... un po piu evoluto no?
 

cmr

Maestro Giardinauta
Dove posso reperire i valori ottimila di umidità del terreno per le varie piante ma sopratutto della Kentia ?
Certo che mi sembra assurdo con tutto questo fiorire di app dedicate al giardinaggio, libri, siti dedicati ....che mi tocchi " fare sperimentazione". Cioè sulla maggior parte dei siti per le kentie, per esempio, per quanto annaffiarle c'è scritto "ficca il dito nella terra e senti se è umido. "
La questione sollevata è molto intrigante. Effettivamente non c'è un database, uno schema, un disegnino che evidenzi, per ogni singola pianta, le caratteristiche ottimali in termini di luce, umidità, temperatura, substrato o quantità di nutrienti da somministrare e come e quando. Possibile che nel 2024 viene tutto demandato a: "Sperimenta, osserva e perdici del tempo per capire se un vaso è meglio di un altro, le differenze tra un terriccio e un altro e la costante ricerca del microclima perfetto per ogni tua pianta. L' approccio empirico ti insegnerà di più, rispetto automatismi e scienze precise che comunque ti porteranno a successi e delusioni allo stesso modo, però senza lasciarti la vera esperienza nell'aver capito l'esigenza di ogni tua pianta. (cit.)"? Ma, come detto, siamo nel 2024 e la tecnologia ci viene incontro. Dunque vedo che la Kentia - Howea fosteriana - è una pianta, una palma nello specifico, che ha il suo luogo di origine in un isola dell'Oceania situata vicino al Tropico del Capricorno, tra l'Australia e la Nuova Zelanda, l'isola di Lord Howe, uno scoglio vulcanico (e quindi il terriccio delle Kentia deve essere poroso, leggero, areato e minerale) la cui superficie è meno della metà della Città del Vaticano. Sempre in rete, l'onnisciente Wikipedia pubblica una tabella con i dati climatici (notare che essendo "dall'altra parte" hanno le stagioni invertite) di questa isola che vado a copia/incollare
Immagine.png
che confrontata, ad esempio, con i dati climatici di Padova aeroporto
Immagine2.png
ci fa capire che la kentia ama molto la luce, una buona umidità ambientale e temperature elevate ma non caldissime come d'altra parte aspettarci da piante che originano in foreste subtropicali. Al netto di questo, per coltivare una kentia in casa o si ricreano quanto più possibile queste caratteristiche (già mi immagino gli spruzzatori per garantire i più di 100 mm di pioggia mensili mediamente distribuiti a giorni alterni e l'umidità ambientale) oppure si ficca un dito nella terra e, osservando le reazioni delle piante, si fa esperienza con quelle che sono le condizioni colturali che noi possiamo offrire nel nostro appartamento.

P.S.: Il limite maggiore dell'apparecchiatura che hai acquistato sta proprio nel sensore che misura l'umidità e la temperatura all'interno del vaso. La maggior parte delle piante d'appartamento hanno origine tropicale dove - e basta guardare la tabella di sopra - piove un giorno si e uno no quindi il terreno è sempre bagnato: a che serve un sensore di umidita? A far aprire il rubinetto a giorni alterni? Basterebbe programmare una comune centralina da giardinaggio da pochi euro!
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
La questione sollevata è molto intrigante. Effettivamente non c'è un database, uno schema, un disegnino che evidenzi, per ogni singola pianta, le caratteristiche ottimali in termini di luce, umidità, temperatura, substrato o quantità di nutrienti da somministrare e come e quando. Possibile che nel 2024 viene tutto demandato a: "Sperimenta, osserva...
Le caratteristiche ottimali dei vari parametri esistono e le conoscono molto bene i vivaisti del Nordeuropa che sfornano migliaia di piantine perfettamente identiche e che ritroviamo nei garden, ma se le tengono ben strette. Caratteristiche ottimali ottenute sperimentando e che vengono continuamente rivedute sperimentando. Al di fuori della produzione su larga scala fuori terra, ogni vaso, ogni pianta, ogni porzione di giardino ha caratteristiche diverse, non esistono modi "precisi" di innaffiare, concimare ecc., e non esistono valori ottimali, ma piuttosto intervalli di umidità, temperatura ecc. che consentono alle singole piante di vegetare nel migliore dei modi, in genere questi valori si trovano in rete in maniera ovviamente generica e possono aiutare il principiante, poi sarà l'osservazione diretta a indirizzare al meglio. Fortunatamente la grande maggioranza delle specie presenta intervalli piuttosto ampi dei parametri, come pure la palma in oggetto, che sopporta negli appartamenti condizioni ben diverse da quelle, riportate da cmr, dei luoghi di origine.
RiccardoAlberti, trattandosi di un ambiente chiuso hanno importanza anche i parametri ambientali, temperatura e umidità dell'aria in primo luogo, e non va trascurata la ventilazione, specie quando avrai più piante, un piccolo ventilatore sempre in funzione aiuta a contrastare attacchi fungini e parassiti ed evita sacche di calore e umidità all'interno della serra.
 

Ma.Vi1901

Giardinauta
Mi sembra che il mio sensore di umidità sia come il tuo stecco.... un po piu evoluto no?
Ciao,
non so come sia strutturato il tuo sistema, però i sensori "standard" infilati nei vasi misurano solo l'umidità della parte di terriccio con cui entrano in contatto. Quindi ciò che viene segnalato come variazione non rispecchia la situazione complessiva: in superficie asciutto, più in profondità umido e magari bagnato alla base. Forse con l'esperienza nell'utilizzo di questo strumento, potrai arrivare a fidarti di un paio di parametri o intervalli di umidità citati da @Pietro Puccio e agire sulla base di quelli.
 

Sybian

Giardinauta
[...]Ma, come detto, siamo nel 2024 e la tecnologia ci viene incontro. Dunque vedo che la Kentia - Howea fosteriana - è una pianta, una palma nello specifico, che ha il suo luogo di origine in un isola dell'Oceania situata vicino al Tropico del Capricorno, tra l'Australia e la Nuova Zelanda, l'isola di Lord Howe, uno scoglio vulcanico (e quindi il terriccio delle Kentia deve essere poroso, leggero, areato e minerale) la cui superficie è meno della metà della Città del Vaticano. Sempre in rete, l'onnisciente Wikipedia pubblica una tabella con i dati climatici (notare che essendo "dall'altra parte" hanno le stagioni invertite) di questa isola che vado a copia/incollare
Vedi l'allegato 808150
che confrontata, ad esempio, con i dati climatici di Padova aeroporto
Vedi l'allegato 808152
ci fa capire che la kentia ama molto la luce, una buona umidità ambientale e temperature elevate ma non caldissime come d'altra parte aspettarci da piante che originano in foreste subtropicali. Al netto di questo, per coltivare una kentia in casa o si ricreano quanto più possibile queste caratteristiche (già mi immagino gli spruzzatori per garantire i più di 100 mm di pioggia mensili mediamente distribuiti a giorni alterni e l'umidità ambientale) oppure si ficca un dito nella terra e, osservando le reazioni delle piante, si fa esperienza con quelle che sono le condizioni colturali che noi possiamo offrire nel nostro appartamento.

P.S.: Il limite maggiore dell'apparecchiatura che hai acquistato sta proprio nel sensore che misura l'umidità e la temperatura all'interno del vaso. La maggior parte delle piante d'appartamento hanno origine tropicale dove - e basta guardare la tabella di sopra - piove un giorno si e uno no quindi il terreno è sempre bagnato: a che serve un sensore di umidita? A far aprire il rubinetto a giorni alterni? Basterebbe programmare una comune centralina da giardinaggio da pochi euro!
@cmr la tua ricerca mi sembra troppo didascalica, non penserai che le Kentie che tutti hanno in casa arrivino dallo scoglietto vulcanico australiano! Prova a portare una di queste piante nel loro paese d'origine e guarda quanto durano!
Come dice @Pietro Puccio sono tutte piante che arrivano dall'Olanda che hanno avuto una acclimatazione apposita per resistere negli appartamenti europei.
È vero siamo nel 2024 e la tecnologia ci viene in aiuto, ma nel caso del giardinaggio, in particolar modo in quello da appartamento, la conoscenza, l'osservazione e la "sperimentazione" sono le uniche armi in nostro possesso, per tanto è tecnologia anche questo forum che ci consente di avere consigli da chi sa più di noi, per l'esperienza acquisita prima di noi.
Tornando a @RiccardoAlberti fidati di @Ma.Vi1901, io con i sensori ci ho perso delle piante importanti, appunto perché erano così importanti pensando di essere più scrupoloso ho affidato loro la lettura igrometrica, senza pensare che le sonde dovevano essere proporzionate alla profondità del vaso.
Vuoi usare la tecnologia? Usa questo forum leggi i post più adatti alle tue richieste e cerca persone come @lilith o @ScarletObsession (le prime che mi vengono in mente, mi perdonino gli altri che non nomino), che hanno appartamenti come giungle, chiedi loro come riescono ad avere le stesse piante da decenni così rigogliose.

Comunque l'intento del mio post voleva essere un consiglio nel cambiare il metodo d'approccio ed essere più empatici verso un essere vivente, altrimenti è come voler un animale da compagnia e comprarsi un Tamagotchi o un Furby (opzione comunque da non escludere!)
 

cmr

Maestro Giardinauta
la tua ricerca mi sembra troppo didascalica
Si, lo so, ma serviva per far vedere che con una semplice ricerca in rete si possono ottenere alcuni dati che ci possono aiutare nella coltivazione di piante che non conosciamo. Non so se ricordi una discussione a proposito delle Calceolaria e della loro scarsa rusticità; è stata sufficiente una ricerca in rete per vedere che avendo un habitat "montanaro" - i contrafforti andini sudamericani - poco si confacessero ai nostri terrazzi cittadini.
sono tutte piante che arrivano dall'Olanda che hanno avuto una acclimatazione apposita per resistere negli appartamenti europei.
E no. Resistono indoor se gli garantiamo le caratteristiche di cui hanno bisogno. Tornando all'esempio delle calceolaria o delle migliaia di orchidee che invadono i garden, queste piante sono di provenienza olandese dove sono coltivate con i corretti parametri all'interno di serre futuristiche per essere poi immesse sul mercato al top della forma. Se la portiamo in casa e non la trattiamo a dovere, la bella orchidea ci lascia immantinente!
 

RiccardoAlberti

Aspirante Giardinauta
Vi ringrazio per le vostre risposte.
In effetti mi rendo conto che non possono esserci dei valori standard di crescita di ogni specie, ma pittosto un intervallo di valori
grado_saturazione_sabbie.png
Questo schema che ho trovato in rete dovrebbe essere un buon punto di partenza.
Inoltre il sito "viridea" sembra avere delle schede complete, nel caso in questione:
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Howea Forsteriana (Kentia)​

L’Howea forsteriana comunemente chiamata Kentia, è una pianta tropicale, a forma di palma, alta 3 m; crescita medio lenta, molto longeva; foglie molto grandi, con lamina a ventaglio, verde intenso, con lungo gambo fibroso.
UTILIZZO
In vaso, come esemplare singolo o con altre piante d’appartamento.
AMBIENTE
Vive solo in appartamento perché soffre sotto i 12 °C; gradisce stare all’aperto in primavera-estate. Non ama i raggi diretti del sole: meglio la mezz’ombra. Teme le correnti d’aria fredda.
TERRA
Terriccio universale con perlite, torba e humus. Indispensabile un ottimo drenaggio.
ACQUA
Media, dopo che il terriccio si è asciugato. Gradite le vaporizzazioni della chioma, giornaliere soprattutto in estate.
CONCIME
Da aprile a settembre, ogni 30 giorni, fornire un prodotto per piante verdi.
NOTE
Ogni 2-3 anni è bene rinvasarla in un contenitore di due misure in più o svasare per cambiare il terriccio superficiale.
ABBINAMENTI
Come esemplare singolo o (in vasi diversi) con ficus, maranta, dieffenbachia, croton e piante a foglia variegata in genere.
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Affidandomi ai vari siti forse non serve neppure che prenda un libro, anche se stavo adocchiando questo "Guida pratica alle piante da interno" ma ripeto, se avete siti o libri da consigliarmi ben venga!
 

Sybian

Giardinauta
[...] Non so se ricordi una discussione a proposito delle Calceolaria e della loro scarsa rusticità; è stata sufficiente una ricerca in rete per vedere che avendo un habitat "montanaro" - i contrafforti andini sudamericani - poco si confacessero ai nostri terrazzi cittadini.
[...]
Mi sa che me la sono persa, l'esempio cade proprio a fagiolo, poiché in questi giorni in montagna sto recuperando pinoli di Pino cerro, che andrò a seminare a Genova e mi sa tanto che dovrò scontrarmi con la differenza di habitat, ma ci voglio provare comunque!

[...]
E no. Resistono indoor se gli garantiamo le caratteristiche di cui hanno bisogno. Tornando all'esempio delle calceolaria o delle migliaia di orchidee che invadono i garden, queste piante sono di provenienza olandese dove sono coltivate con i corretti parametri all'interno di serre futuristiche per essere poi immesse sul mercato al top della forma. Se la portiamo in casa e non la trattiamo a dovere, la bella orchidea ci lascia immantinente!
Certo certo lo consideravo sottinteso!
E aggiungo di più, le piante arrivano talmente "pompate" che anche quando le porti a casa e le accudisci con tutte le cure possibili, queste povere comunque tracollano più per crisi d'astinenza che per cambio ambientale!

Anni fa su Gardenia avevano intervistato un vivaista italiano, mi aveva colpito perché lui faceva esattamente il contrario: vendeva piante "sottotono" in modo tale che una volta a dimora o nelle dimore queste dessero risultati eccezionali.
 

cmr

Maestro Giardinauta
in questi giorni in montagna sto recuperando pinoli di Pino cerro, che andrò a seminare a Genova
Ottimo: quando qualcuno sperimenta mi trova dalla sua parte! Poi a certi alberi, e le conifere particolarmente, sembrano piacergli queste sfide: qui nei Castelli Romani ci sono più sequoie che in America!!!
 
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