bene, sono di corsa, e quindi provo a prendere uno degli argomenti. forse,
solo forse, il meno importante.
Ogni volta che leggo che noi andiamo male, che siamo i più disorganizzati, che qui non va bene niente e via di questo passo, sono colta da gravi aritmie, ed ho cercato di ragionarci un pochino.
Il livello medio di vita è molto alto. Le auto, i telefonini e le TV a schermo grande lo dimostrano. Le fasce più drammatiche invece andrebbero aiutate meglio, ma pare che nessuno se ne accorga. E' un fatto grave ma dovrei essere al tavolo dei politici per poter proporre le MIE medicine, così lasciamo perdere, tanto più che non sarebbero d'accordo nemmeno i sindacati, ma solo i poveretti.
La colpa è dei politici? SI, SICURAMENTE, e se a destra, ce lo aspettiamo anche, a sinistra ci colpisce un po' di più. Allora va tutto male? E... un momento.
I problemi della politica sono molto sfacettati e complessi, troppo per pretendere che gli uomini, fallaci come sono, riescano bene in tutto.
Incominciamo dalla preparazione politica e amministrativa degli stessi.
E, se permettete ed anche con vostra felicità, io guarderò solo la preparazione politica delle èlite. Che non sono quelle che hanno i soldi, le lauree o la famiglia nobile, è ovvio, ma quelle che si sono avvicendate al governo e che - col metodo dell'alternanza si sono spaventosamente ampliate (dovendo accontentare tutti partiti che compongono la maggioranza) quindi non tacciatemi di eccessiva selezione.
Bene, non amo questa struttura politica (ma non so suggerirne di altre, ahimè) e non amo QUESTI politicanti, però devo ammettere che, mediamente, mi sembrano di ottimo livello da entrambe le parti. Non giudichiamoli per quello che urlano nei talk show, ma per le competenze, la capacità di prendere in mano un ministero di cui non si sono mai occupati e fare anche delle scelte coraggiose. Penso che oggi non si possa assolutamente fare politica a livello decisionale se non si fa concorrenza a Pico della Mirandola,
non si abbia una velocità di pensiero fuori dal comune, si sappia trarre le proprie convinzioni da principi filosofici approfonditi, ma sapendo mettere le mani nella pratica quotidiana risolvendo difficili problemi di risorse ma anche conoscendo a fondo l'economia di stato (se così si chiama).
Mi si è presentato un quadro così pieno di complicazioni che, devo ammettere, forse sono contenta di non aver fatto politica, tanto più che - con l'alternanza - a questo cumulo di esigenze si è anche assommata quella, primaria, di tenere compatta una alleanza fatta di persone e idee che, sia a destra come a sinistra, sono agli opposti.
Premetto che molte persone fra quelle che oggi e ieri si sono alternate al governo, mi hanno stupito per la velocità e profondità con la quale hanno gestito la loro materia. Una volta ho seguito per tre mattine una trasmissione nella quale un ministro rispondeva su una riforma appena attuata, con una tale ricchezza di dettagli sia su quanto proposto di nuovo, sia su quanto era prima, vantaggi e svantaggi dell'una e altra soluzione, che sono rimasta incantata. E non si trattava di illustrare quello che proponeva, ma di rispondere a domande mooolto pungenti degli oppositori.
Però mi guardo bene dall'incensare la situazione attuale, e per molti motivi, la più parte dei quali - però - attengono a quello che, per me, è il vizio di origine, la democrazia (fra l'altro trovo inattuale anche il termine), per cui gli uomini riescono a governare solo se sono bene accetti a tanti.
E purtroppo oggi, per essere bene accetti, promettere di realizzare, non quello che è giusto, ammesso che di "giusto" ce ne sia uno solo, ma quello che è desiderato. E, non ultimo, essere gradevoli, spiritosi, simpatici, riuscire bene in televisione.
Penso, nel complesso, di poter dire che, se sarebbe mglio avere governanti migliori, però questi che abbiamo se la cavano decorosamente.
Pensate alla bizzarria dei due leader che ci sono capitati. Al di la delle 4 risate.
Destra e sinistra amano il proprio. Chi più chi meno.
Contemporaneamente sono convinti che niente potrebbe essere peggio del leader dell'opposizione.
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