Rispetto agli altri animali domestici, con le api manca il contatto fisico, non si possono accarezzare.
Però qualche volta qualcosa di simile si ottiene.
A marzo-aprile, quando le famiglie sono già numerose, se succede una giornata fredda, appoggiando una mano sul tetto dell'arnia si sente caldo.
Anche se non si vedono, si percepisce la presenza e la serenità di un essere vivente che si sta godendo la protezione della sua tana.
Un altro momento in cui si ha una specie di contatto fisico è quando si recupera uno sciame: quando si ritorna all'apiario con il portasciami pieno di api sotto il braccio, per me è un'emozione indescrivibile.
Se uno è presente al momento della sciamatura se ne accorge, perchè formano una nuvola di migliaia di api che volano freneticamente, facendo una spece di boato udibile a diverse centinaia di metri di distanza. Questa nuvola inizialmente è molto estesa e si sposta come un'onda nei paraggi dell'alveare, poi nel giro di 1-2 ore si concentra intorno a un ramo o un altro appiglio (a volte anche per terra) e piano piano questa nuvola si riduce, il rumore anche, e prende forma questa "palla" formata dalle api aggrappate una all'altra.Ma quando uno sciame, SCIAMA...come fai a sapere dov'è andato? :storto:
Quando ti accorgi che sta partendo...lo segui??? quanto può andare lontano???
Grazie Ironbee
No, se si ha la passione per superare gli inevitabili insuccessi iniziali.poiché sperimentare è la mia "mania" rilancio con una domanda, è difficile imparare cosa occorre per cominciare e cosa si dovrebbe fare?
Se uno è presente al momento della sciamatura se ne accorge, perchè formano una nuvola di migliaia di api che volano freneticamente, facendo una spece di boato udibile a diverse centinaia di metri di distanza. ...................................................... basta scuotere il ramo per farlo cadere come una pera matura in una cassettina messa sotto ad accoglierlo, aspettare un'oretta che si risistemino nella loro nuova casa e poi mettersi il tutto sotto braccio e portarlo a casa.
Prima di sciamare si riempono la pancia più che possono, quindi non sono aggressive.Che meraviglia, non credevo fosse "così facile" recuperarle. (non credo sia facile, hanno sempre il pungiglione!!! eheh!!!) FORTE!!:hands13:
Per me il fenomeno della sciamatura è associato a un'emozione in più, perchè il recupero del mio primo sciame è avvenuto di venerdì e alla domenica mi sono sposato , praticamente sono sciamato anch'io -:-.
Sai sull'oleificio difronte casa mia con il caldo ce n'era uno mooooolto grande, devo controllare se c'è ancora e fare qualche fotina!!!Se lo vedi però segnalamelo (o meglio segnalalo a un apicoltore nelle vicinanze che lo recupera).
Quando sciamano se nessuno riesce a recuperarle, fondano una nuova colonia in un'intercapedine di un muro, in un cavo di un albero o dove pensano si possa costruire dei favi. Purtroppo sono animali delicati, hanno un parassita, la varroa, di cui non riescono a liberarsi senza l'aiuto dell'apicoltore e quindi sono destinate a non sopravvivere.
Mi permetto di aiutare il mio amichetto Iron con un 2-3 di video!Comincio con la risposta più facile: il miele viene estratto per centrifugazione, i favi vengono messi nello smielatore, che ha un cestello che gira vorticosamente e "spara" il miele sulle pareti, da cui cola ed esce da un rubinetto. Al momento della smielatura il miele è liquido, più o meno viscoso a seconda della temperatura e della tipologia (l'acacia è più liquida del millefiori). Col tempo tende a cristallizzare, in granuli più o meno grossi e regolari, in tempi più o meno rapidi, ancora in base a temperatura e tipologia.
L'ape ottimizza le sue forze e sceglie il fiore in base alla distanza dall'alveare, alla quantità di nettare, alla sua concentrazione zuccherina, all'accessibilità (alcuni fiori hanno il calice troppo stretto e l'ape non riesce a entrare) e alla disponibilità di polline. I libri di apicoltura riportano delle tabelle con la classifica dei fiori più gettonati. Se i fiori più graditi sono anche presenti in quantità sufficiente e l'apicoltore ha anche interesse a farlo, si può ottenere un miele monofloreale.
Quanto miele produce il singolo fiore non lo so, ma penso pochi milligrammi, anche perchè il nettare ha un elevato contenuto di acqua e quindi deve essere concentrato per trasformarsi in miele.
Tutti sanno che le cellette sono esagonali, ma forse non tutti conoscono la forma del fondo delle cellette, che contribuisce notevolmente alla robustezza della struttura.
Il favo ha uno sviluppo verticale, con due facce. Il fondo di ogni celletta è a forma di piramide molto schiacciata e si incastra perfettamente tra i tre fondi contigui della facciata opposta.
Provo a spiegarmi meglio: se avvicinate i polpastrelli di pollice, indice e medio vedrete che si forma un avvallamento in cui può trovare posto il polpastrello di un dito dell'altra mano; se immaginate che le dita coinvolte siano cellette dovreste avere un'idea di come è fatto il favo.
La celletta non è perfettamente orizzontale, ma forma, con quella corrispondente della faccia opposta, una V molto allargata, in modo che il contenuto non si rovesci all'esterno.
Bellissimo, ancora grazie Ironbee!
Una magìa questo mondo delle api, incredibile!
Sai...mi è capitato di fotografare bombi e apotte con quelle "palline" sulle zampette (+ che capitato...io li "rincorro" proprio, li adoro) e poi è fantastico vedere le apine che stanno uscendo dal calice di un fiore...tutte belle "impolverate" di polline! ahahahah!!! Hanno un'aria come se avessero preso la "ciuca"...sembranno ubriache, ecco
Oppure vedere, tra le zampette, un pistillo...io dico pistillo eh...poi chissà che cos'è in realtà
Starei ore piazzata lì ad osservarle, aspetto nuove "nuove"...con ansia, pure
Che carinaaaaaaaaaaaa sta cosina!!!!! Ascolta ma la signora Ironche rapporto ha con le api????Va be', ci provo.
In linea di massima bisogna cercare di mantenere le condizioni di un alveare giovane e quindi:
- regina giovane (= sostituire la regina con più di 2 anni)
- favi nuovi (= sostituire i favi anneriti e deformati)
- popolazione numerosa ma non troppo (= spostare api o covata in eccesso in alveari più deboli)
- giusta proporzione tra covata e api (come sopra)
- spazio adeguato (= aggiungere il melario, con il rischio di dare troppo spazio)
- assenza di celle reali (= distruzione delle stesse)
Per me il fenomeno della sciamatura è associato a un'emozione in più, perchè il recupero del mio primo sciame è avvenuto di venerdì e alla domenica mi sono sposato , praticamente sono sciamato anch'io -:-.
Che carinaaaaaaaaaaaa sta cosina!!!!! Ascolta ma la signora Iron che rapporto ha con le api????