Quel che si capisce, leggendo il blog nel link, è che alcuni inglesi usano un raccoglitore di materia da compostare, da tenere in casa per alcuni giorni, prima di conferirla nel compostatore vero e proprio.
E' ovvio che questo bidoncino assolve una funzione puramente pratica: non andare continuamente su e giù al compostatore.
A chi decida di fare il compost "home made" viene immediatamente la risoluzione di questo problema. Possiamo dire che alcuni Inglesi (non tutti, ovviamente) si sono ingegnati e hanno "inventato" il bidoncino aerato.
Personalmente uso il contenitore di una vecchia centrifuga da insalata a cui si era rotto il pomellino; il tappo della centrifuga, quindi, presenta un'apertura (un buco di aerazione, insomma). Tanto per rimanere in tema di riciclo, ho recuperato un rifiuto che altrimenti sarebbe finito nel bidone della plastica!
Questa soluzione mi permette un'autonomia di raccolta di al massimo tre giorni in inverno. Specifico in inverno, perché con l'innalzarsi delle temperature, già adesso che è primavera, è improponibile tenere in casa della materia in decomposizione: comunque un minimo di odore lo produce. Certo, lo senti solo quando apri per inserire gli scarti, ma per me può bastare. Anche i moscerini della frutta con la temperatura sopra i 20°C si presentano lo stesso.
Se posso fare un appunto, il tappo del bidoncino non mi sembra praticissimo da aprire e chiudere in pochi secondi, perché ha una chiusura piuttosto "stagna", invece serve una apertura/chiusura decisamente più facile e immediata.
Perciò, come testimonia anche Picantina, il giro alla compostiera lo faccio ogni giorno, in estate anche più volte. Non lo trovo un fastidio, anzi è una scusa per uscire in giardino.
Dipende quindi molto dalle abitudini e necessità di ognuno.
Un discorso a parte va fatto, poi, sulle premesse di quanto ci si aspetta di recuperare/produrre, dalla quantità di scarti da inserire, dalle dimensioni della compostiera. La storia del bidoncino è la ciliegina finale.