Grazie a tutti per i complimenti, siete tutti impagabili!
Per Aldo e Mitcha: il prato non è poi così in ombra come sembra, infatti le foto sono state scattate in una giornata piuttosto uggiosa perché la macchina fotografica che avevo allora non mi consentiva il controllo della luminosità. Comunque!. E' un tipo di erba che comunque cresce bene anche in mezz'ombra.
E' una varietà di GRAMIGNA (Cynodon dactylon) nota come "Uganda", dal fogliame finissimo, verde splendente, fittissimo e morbido (è anche più fine delle Agrostidi, se particolarmente coccolata). La usano in special modo per i campi da Golf, e ve ne è un'altra varietà detta "Kenya", appena più robusta e di un verde più scuro. Ha un solo grande difetto: come tutti i prati di Gramigna, d'inverno (allargato a 3 mesi circa!) ingiallisce. Si propaga velocemente tramite rizomi e stoloni, come la comune gramigna. Il problema principale dell'erba nei vialetti è l'usura e lo sfruttamento a causa dell'intenso calpestio, per cui tutte le operazioni di normale manutenzione del prato devono essere intensificate. Siccome l'"Uganda" ingiallisce,verso la fine di Ottobre smetto di tosarla a circa 3,5 cm di altezza. Non appena la temperatura risale discretamente, verso fine Febbraio, la toso bassissima, la sfeltrisco con un rastrello (è una faticaccia!!), spargo del concime al elevato titolo di Azoto Ureico, e non appena l'erba rispunta, cospargo tutta la superficie con uno strato di circa 1-2 cm di terriccio molto ricco di stallatico stravecchio (solitamente assai sconsigliato...). A questo punto lo sviluppo è strabiliante, rapidissimo granzie anche all'irrigazione costante effettuata tramite micro-spruzzatori (si intravedono lungo i bordi del sentiero nella foto n° 3). Con tosature settimanali ad 1,5 cm di altezza, il prato è così come lo vedete alla fine di Marzo. Durante l'estate l'altezza di taglio viene elevata a circa 2,5 cm. E' tutto!!
Cara Connie, per rispondere nel dettaglio (è una minaccia...) alle tue domande, forse farei prima a scrivere un trattato. Quindi mi farò violenza e tenterò di tenere a bada le mie manie grafomani !!
Un Giardino non è MAI concluso, ma perennemente mutevole, è questo che gli dona gran parte del suo fascino. Altrimenti sarebbe come avere una bella tappezzeria... credo che alla fine sposterei anche delle sedie di Mies van de Rohe o di Le Corbusier, se le avessi . Il mio giardino è perennemente "in fieri": ogni anno c'è qualcosa di diverso, magari una nuova nota dominante...qualche anno fa faceva molto "Cottage Garden" a causa della vera e propria SELVA di Delphinium ajacis che erano cresciuti ovunque per dissemina spontanea... Lo stile di QUESTO giardino mi piace, lo trovo adatto a quelli che erano i miei intenti, cioè collezionare il maggior numero possibile di varietà di piante diverse, sperimentare quanto più fosse nelle mie possibilità di fare. Diciamo che, con opportune definitive limatine, lo lascerei così com'è. La divisione dello spazio è, nonostante i problemi di "genesi" (sconsiglio vivamente di procedere per "conquiste" successive come ho dovuto fare io, un giradino DEVE avere un progetto organico di base), razionale e logica, specie da un punto di vista percettivo. La scomposizione dello spazio serve ad ampliare la percezione dello stesso, come nei giardini "a stanze" di Vita Sackville-West.
In ultimo, credo che avrei utilizzato lo stesso tipo di piante (cioè praticamente tutte!!) per ottenere l'effetto che volevo. Sarebbe stato sicuramente più semplice ottenere effetti altrettanto interessanti cion le piante che qui trovi dappertutto, ma io desideravo sperimentarne di nuove, pur con tutti i loro eventuali difetti. E' stato necessario conoscere non solo il comportamento di specie completamente nuove, ma anche di varietà di quelle piante che in fondo già conoscevo: ma una HT non è una Inglese... Potrei affermare che se oggi realizzassi un altro giardino con le stesse piante, mi verrebbe sicuramente meglio, cioè privo dei difetti di questo. Che ci sono, eccome se ci sono!
Più tardi ti dico la mia sul mio stile ideale di giardino...
Per Aldo e Mitcha: il prato non è poi così in ombra come sembra, infatti le foto sono state scattate in una giornata piuttosto uggiosa perché la macchina fotografica che avevo allora non mi consentiva il controllo della luminosità. Comunque!. E' un tipo di erba che comunque cresce bene anche in mezz'ombra.
E' una varietà di GRAMIGNA (Cynodon dactylon) nota come "Uganda", dal fogliame finissimo, verde splendente, fittissimo e morbido (è anche più fine delle Agrostidi, se particolarmente coccolata). La usano in special modo per i campi da Golf, e ve ne è un'altra varietà detta "Kenya", appena più robusta e di un verde più scuro. Ha un solo grande difetto: come tutti i prati di Gramigna, d'inverno (allargato a 3 mesi circa!) ingiallisce. Si propaga velocemente tramite rizomi e stoloni, come la comune gramigna. Il problema principale dell'erba nei vialetti è l'usura e lo sfruttamento a causa dell'intenso calpestio, per cui tutte le operazioni di normale manutenzione del prato devono essere intensificate. Siccome l'"Uganda" ingiallisce,verso la fine di Ottobre smetto di tosarla a circa 3,5 cm di altezza. Non appena la temperatura risale discretamente, verso fine Febbraio, la toso bassissima, la sfeltrisco con un rastrello (è una faticaccia!!), spargo del concime al elevato titolo di Azoto Ureico, e non appena l'erba rispunta, cospargo tutta la superficie con uno strato di circa 1-2 cm di terriccio molto ricco di stallatico stravecchio (solitamente assai sconsigliato...). A questo punto lo sviluppo è strabiliante, rapidissimo granzie anche all'irrigazione costante effettuata tramite micro-spruzzatori (si intravedono lungo i bordi del sentiero nella foto n° 3). Con tosature settimanali ad 1,5 cm di altezza, il prato è così come lo vedete alla fine di Marzo. Durante l'estate l'altezza di taglio viene elevata a circa 2,5 cm. E' tutto!!
Cara Connie, per rispondere nel dettaglio (è una minaccia...) alle tue domande, forse farei prima a scrivere un trattato. Quindi mi farò violenza e tenterò di tenere a bada le mie manie grafomani !!
Un Giardino non è MAI concluso, ma perennemente mutevole, è questo che gli dona gran parte del suo fascino. Altrimenti sarebbe come avere una bella tappezzeria... credo che alla fine sposterei anche delle sedie di Mies van de Rohe o di Le Corbusier, se le avessi . Il mio giardino è perennemente "in fieri": ogni anno c'è qualcosa di diverso, magari una nuova nota dominante...qualche anno fa faceva molto "Cottage Garden" a causa della vera e propria SELVA di Delphinium ajacis che erano cresciuti ovunque per dissemina spontanea... Lo stile di QUESTO giardino mi piace, lo trovo adatto a quelli che erano i miei intenti, cioè collezionare il maggior numero possibile di varietà di piante diverse, sperimentare quanto più fosse nelle mie possibilità di fare. Diciamo che, con opportune definitive limatine, lo lascerei così com'è. La divisione dello spazio è, nonostante i problemi di "genesi" (sconsiglio vivamente di procedere per "conquiste" successive come ho dovuto fare io, un giradino DEVE avere un progetto organico di base), razionale e logica, specie da un punto di vista percettivo. La scomposizione dello spazio serve ad ampliare la percezione dello stesso, come nei giardini "a stanze" di Vita Sackville-West.
In ultimo, credo che avrei utilizzato lo stesso tipo di piante (cioè praticamente tutte!!) per ottenere l'effetto che volevo. Sarebbe stato sicuramente più semplice ottenere effetti altrettanto interessanti cion le piante che qui trovi dappertutto, ma io desideravo sperimentarne di nuove, pur con tutti i loro eventuali difetti. E' stato necessario conoscere non solo il comportamento di specie completamente nuove, ma anche di varietà di quelle piante che in fondo già conoscevo: ma una HT non è una Inglese... Potrei affermare che se oggi realizzassi un altro giardino con le stesse piante, mi verrebbe sicuramente meglio, cioè privo dei difetti di questo. Che ci sono, eccome se ci sono!
Più tardi ti dico la mia sul mio stile ideale di giardino...