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E se parlassimo di LUCE ARTIFICIALE

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importanza della luce

Le unità di misura di riferimento


PAR
PAR è un acronimo che sta per (Photosyntetically Active Radiation) in italiano (Radiazione Fotosinteticamente Attiva).

Definisce il contenuto energetico della luce tra 400 e 700 nm quindi il tipo di luce di cui la pianta ha bisogno per sostenere la fotosintesi clorofilliana si misura in Watt per m2 (W/m2)

Non sono un valore fisso ma possono variare a seconda delle dimensioni della lampada, del tipo di lampada e della distanza dalle piante, ecc.


PPF - PPFD
PPF
E’ la quantità di radiazione PAR ovvero il flusso di fotoni fotosintetici (μmol/s) e misura il numero totale di fotoni rilasciati da una sorgente luminosa in un secondo e sono un valore fisso legato al tipo di lampada

PPFD
E’ la quantità di PAR ovvero la densità del flusso di fotoni fotosintetici che colpisce l’area di coltivazione (μmol/s/m2) e misura la densità dei fotoni che cadono su una particolare superficie di coltivazione. E’ quello più importante per la valutazione della lampada per le nostre piante ed è suscettibile a molti fattori quali la forma della lampada, la distanza della pianta dalla fonte luminosa, l’angolo di emissione luminosa della lampada per citare i più importanti, sono quindi dei valori variabili.
Un valore elevato in termini di PPFD non garantisce però che la pianta cresca in maniera ottimale perchè le misurazioni infatti non sono accurate, questo perché non offrono informazioni sulla intensità relativa di specifiche lunghezze d’onda. E’ di conseguenza molto valido anche il controllo dello spettro ottimale di coltivazione, nel quale sono indicati gli effetti della qualità e della quantità di illuminazione sulla fotosintesi. Quindi il fatto che una lampada offra delle alte prestazioni in termini di PPFD non significa necessariamente che le piante cresceranno in maniera ottimale
Le misurazioni che avvengono a una distanza minima dalla lampada non sono significative. È perciò essenziale misurare il valore del PPFD al livello dell’area di coltivazione in punti differenti e calcolarne una media, così da poter valutare in maniera affidabile se la lampada è sufficientemente efficiente.

Il fotone fotosintetico è una singola particella di luce e può assumere una varietà di lunghezze d'onda.


PAR vs PPFD
PAR e PPFD e possono sembrare quasi analoghi ai fini della illuminazione delle nostre orchidee

ma in effetti i

PPFD risultano molto più validi ai fini pratici di utilizzo della lampada. Possiamo immaginare il comportamento dei fotoni fotosintetici come se fossero goccioline di acqua nei vari colori dello spettro. Il livello istantaneo luminoso in μmol/s/m2 è il numero di goccioline raccolte in un metro quadro di superficie al secondo. Allo stesso modo però possiamo considerare il numero di goccioline totali che cadono in un giorno misurando alla sera il livello di acqua chiamandolo l'integrale giornaliero della luce in μmol/mq/giorno, il che ci porta ad una altra unità di misura
che è il

DLI che è la LUCE INTEGRATA GIORNALIERA che definisce la quantità di fotoni che colpiscono un’area di 1mq in 24h



CRI - indice di Resa Cromatica
Una illuminazione deve essere adatta e funzionale al fine di esaltare senza alterazioni l'estetica di ogni parte della pianta per valorizzarla al meglio.
Nell'ambito dell'illuminazione delle nostte orchidee oltre alle caratteristiche viste precedentemente è molto importante prendere in considerazione anche una delle più importanti proprietà di ogni sorgente luminosa che è sicuramente il suo indice di Resa Cromatica.
L'indice di resa cromatica è un valore numerico che indica la capacità di una sorgente luminosa di restituire le tonalità cromatiche e i colori degli oggetti illuminati in maniera più realistica possibile. Semplicemente: questo indice analizza in che modo appaiono i colori posti sotto una qualsiasi sorgente luminosa.
L'indice di resa cromatica viene indicata con l'acronimo CRI (Color Rendering Index) varia su una scala da 0 a 100, dove 0 è il valore minimo e 100 è il valore massimo, ovvero la resa cromatica della luce naturale del Sole.


Direi di fermarsi qui nella descrizione dei vari parametri per evitare di entrare in un vero e proprio studio di illuminotecnica che non è lo scopo di questa discussione e direi valido soprattutto per i tecnici.


QUALI SONO I PARAMETRI CHE DEVO GUARDARE
PER UNA BUONA LAMPADA PER LE MIE ORCHIDEE

Quando comperiamo una lampada per le nostre piante non fermiamoci al prezzo ma si devono anche analizzare le caratteristiche fotosintetiche della lampada.

Prendiamo ad esempio una lampada grow leggendo le caratteristiche che il produttore indica
+ Valori espressi in PPFD alle diverse altezze
+ Luce bianca 4000K
+ CRI >= 90 quindi elevato
+ Angolo di incidenza luminosa di 60° - 120° per avere i migliori PPFD
+ Composizione dei Led nella lampada (quantità, colore, lunghezza d’onda)
+ Le ore di illuminamento necessario per la varie situazioni di coltivazione

Non ultimo e molto importante lo spettro della luce per accertarsi che sia a spettro completo grossomodo come questi esempi
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ultimo ma importante è anche la potenza reale (per evitare salassi non previsti in bolletta)
 
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Abbiamo visto finora le caratteristiche che deve avere una lampada per l'illuminazione artificiale delle nostre orchidee, e che riepuilogo velocemente:

+ Permettere ed attivare la fotosintesi
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+ Come vengono attivati fotorecettori delle nostre orchidee dalle varie lunghezze d’onda/colori della luce
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+ Come agiscono i singoli colori sulle nostre orchidee
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+ Lo spettro di luce necessario al fine di avere dei buoni risultati e i PPFD come unità di misura ottimale per illuminare le nostre orchidee
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Ma una volta viste queste cose e comperata la lampada adatta come gestire l'illuminazione al meglio??

Le cose da considerare necessarie sono alla fine solo due e molto semplici
1) L'illuminamento
2) Il fotoperiodo


e alla fine
3) come capire se la luce che diamo è adatta e non troppa o troppo poca

argomenti che tratteremo nei prossimi giorni
 

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L’illuminamento

L’illuminamento consiste nel quantità di luce solare o artificiale che le nostre orchidee ricevono nell’arco della giornata

Nell'illuminamento ci sono due cosi importanti da tenere presente sempre:
+ Le orchidee sono in grado di assorbire solo una certa quantità di luce/ora. Per esemplificare (anche se l'unità di misura non è corretta) meglio una lampada che dia 1.000 Lux per 12 ore che una lampada da 12.000 Lux per un'ora
+ Che nella illuminazione solare durante la giornata non si ha un illuminamento costante ma varia durate le ore ed è soprattutto molto variabile in base al tipo di giornata limpida, solare, nuvolosa, ecc.

Questi due grafici evidenziano come esempio l’andamento giornaliero di illuminamento di una giornata, si vede come si ha poco illuminamento all’alba che cresce durante la giornata per avere il culmine a mezzogiorno e poi inizia a ridiscendere per avere nuovamente un minimo di illuminamento al tramonto, inoltre si nota come pr effetto di condizioni variabili si abbia un illuminamento molto variabile durante la giornata
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Una cosa importante da tenere presente per l'illuminamento è che la maggioranza delle orchidee che coltiviamo, a parte i casi delle rupicole, i genitori degli ibridi o le botaniche che coltiviamo in natura vivono in un ambiente di bosco/foresta quindi con copertura fogliare soprattutto estiva forte

Dobbiamo quindi tenere anche presente che durante la giornata, proprio per l'habitat naturale in cui vivono le nostre orchidee, ci sono elementi naturali che incidono sull’illuminamento delle orchidee:
+ Il vento che agita le foglie creando ombre più i meno dense
+ La nebbia soprattutto mattutina che altera oltre che alla copertura delle e foglie l’illuminamento delle orchidee
+ Le varie condizioni di nuvolosità del cielo
+ Ecc.
Per cui le nostre orchidee non si troveranno mai nella situazione di illuminamento come nel grafico 2, ma si troveranno prevalentemente in una situazione di illuminamento come quella variabile del grafico 1

Mentre con l'illuminazione artificiale diamo una condizione favorevole in quanto non ci sono elementi esterni ad incidere sul livello di illuminazione delle nostre orchidee. Si ha il contrario di quanto avviene in natura perché avremo sempre una luce costante in qualsiasi orario e sempre al valore massimo.
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In natura le ore di luce “utile” sono soprattutto quelle centrali in quanto le ore immediatamente successive all’alba e precedenti al tramonto non hanno una sufficiente potenza di illuminamento anche se abbiamo visto che sono comunque molto utili al fine di attivazione e segnalazioni ormonali alle nostre piante
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mentre con l’illuminazione artificiale si ha una luce “utile” per tutto il periodo dell’accensione (12-14-16 ore)
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In considerazione di questo fattore e che le orchidee non assorbono in un attimo tutta la necessità legate alla illuminazione ma necessitano di tempo nell’arco della giornata, come ci dice anche Baker nei suoi libri di coltivazione, i valori di intensità della luce che si trovano normalmente citati nei testi non sono sempre validi in quanto, come visto, la luce naturale fluttua durante il giorno per effetto dell'alba/tramonto, delle nuvole, del vento, delle foglie sovrastanti, ecc. provocando quindi ombre che alterano i valori indicati mentre con l'illuminazione artificiale è sempre costante nel tempo alla sua massima intensità quindi dando dalle 12 alle 16 ore di luce costante con un adeguato spettro anche se i valori di illuminamento sono normalmente più più bassi rispetto a quanto si trova sui libri possono essere più che sufficienti per una buona coltivazione.

Per questo i valori normalmente citati possono essere ridotti di circa un quarto o la metà per le orchidee con maggior esigenza di luce e anche di più per le altre.

Da questa discussione sull’illuminamento si ottengono importanti indicazioni per l'utilizzo della luce artificiale ma senza dimenticare una cosa importante che il tutto va sempre controllato per vedere come le nostre piante reagiscono al mix
LUCE – TEMPERATURA – IRRIGAZIONI – FERTILIZZAZIONI – ECC.

Prendendo un famoso proverbio

“L’occhio del padrone fa ingrassare il cavallo”

Che per noi sarà

“L’occhio del coltivatore fa fiorire l’orchidea”
 
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Il Fotoperiodo


Le orchidee sono indotte a fiorire dall'ambiente bioclimatico in cui vivono e gli agenti climatici responsabili dell'induzione alla fioritura sono fondamentalmente due:
+ il fotoperiodo legato all’andamento stagionale della luce
+ il termoperiodo legato all’andamento stagionale della temperatura
Questi due elementi di solito viaggiano a braccetto

In questa sessione dato che si parla di luce analizzeremo in particolare il fotoperiodo

Ma cosa è il fotoperiodo?
Il fotoperiodo è il numero di ore di luce in un ciclo di 24 ore.

Come abbiamo visto le piante tramite i fotorecettori contenuti nelle foglie sono in grado di percepire correttamente l’alternanza giorno/notte in particolare il buio (notte) permettendo di conseguenza una attività metabolica diversa e appropriata al periodo stagionale, in questa fase trasmette dalle foglie alla pianta tramite il floema due ormoni vegetali la gibberellina che induce alla fioritura e l’antesina che non induce alla fioritura

L’inizio del fotoperiodo viene “recepito” dalla pianta solo quando passa dalla fase giovanile alla fase adulta ovvero la pianta è considerata a “Forza Fiore” ed inizia la risposta alla luce grazie alla percezione dei cambiamenti nella durata giorno notte (fotoperiodo) che la possono portare alla induzione alla fioritura

In natura anche nelle zone dove vivono le orchidee abbiamo fotoperiodi diversi in base al periodo stagionale in cui ci si viene a trovare.

Vediamo infatti in alcune aree geografiche delle discrete variazioni tra giorno e notte mentre in altre aree geografiche le variazioni giorno notte sono pressochè insignificanti se non a livello di alcuni minuti in particolare ai tropici.
E sappiamo che ambedue queste caratteristiche portano sempre ad avere delle bellissime orchidee a volte purtroppo non trovabili sul mercato amatoriale.

Questo perché mentre le orchidee delle zone non dei tropici risentono “alla grande” di queste variazioni giorno/notte mentre le orchidee ai tropici si sono molto specializzate e sono molto più sensibili per misurare piccole differenze nel fotoperiodo anche di qualche minuto. Variazioni che sono date ad esempio dalla posizione della pianta sul pendio di una collina (est o ovest), dalla sua posizione su un albero o su un ramo (sul lato dove il sole sorge o tramonta), ecc., dobbiamo anche considerare in questo caso anche la variazione delle temperature a causa della varianza delle altezze (termoperiodo).
 

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questi sono alcuni esempi del fotoperiodo in alcune zone dove ci sono le orchidee che coltiviamo

America centro/sud
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Asia
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Africa
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Mentre nella zona dove abito la situazione soprattutto nel periodo novembre-febbraio è completamente diversa come ore luce. Sono sempre molto poche e soprattutto in certe giornate nuvolose o nebbiose la luce è decisamente insufficiente al corretto mantenimento di un metabolismo adeguato per le orchidee. Da questo l’utilizzo della luce artificiale
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Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
questi sono alcuni esempi del fotoperiodo in alcune zone dove ci sono le orchidee che coltiviamo

America centro/sud
Vedi l'allegato 810485


Asia
Vedi l'allegato 810487

Africa
Vedi l'allegato 810490

Mentre nella zona dove abito la situazione soprattutto nel periodo novembre-febbraio è completamente diversa come ore luce. Sono sempre molto poche e soprattutto in certe giornate nuvolose o nebbiose la luce è decisamente insufficiente al corretto mantenimento di un metabolismo adeguato per le orchidee. Da questo l’utilizzo della luce artificiale
Vedi l'allegato 810491
Solo una nota: perchè sono stati usati, per i grafici, colori molto simili per la notte e il giorno?
 
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Il Fotoperiodo


I gruppi di orchidee in base al loro comportamento alla reazione al fotoperiodo
Longidiurne - Orchidee a giorno lungo (a notte breve), che fioriscono dopo una o più notti brevi. Piante che man mano che le giornate si allungano e le notti diventano più brevi, vengono indotte a fiorire. Tra le orchidee di questo tipo troviamo Cattleye, Lealie Miltonia, Oncidium, Phalenopsis, Vanda, ecc.
Brevidiurne - Orchidee a giorno corto (a notte lunga), che fioriscono dopo una o più lunghe notti. Piante che man mano che le giornate si accorciano e le notti diventano più lunghe, vengono indotte a fiorire. Tra le orchidee di questo tipo troviamo Brassavola, Cattleye, Laelie, Oncidium, Renanthera, Rhynchostylis gigantea, ecc.
Neutrodiurne - Orchidee insensibili al fotoperiodo. Piante che non sono influenzate dal fotoperiodo e sono generalmente chiamate "fioritura libera“, in particolare un po’ tutti gli ibridi commerciali.

Questa caratteristica è valida soprattutto per le orchidee botaniche dove alcune necessitano di alcuni giorni di induzione per fiorire, altre di diversi giorni. In molte specie esiste una correlazione tra il numero di cicli di induzione e il numero di fiori che si formano. Le piante invecchiando possono risentire meno del fotoperiodo ma per una buona fioritura è necessario che questa caratteristica venga rispettata
Mentre le orchidee ibride che comperiamo nei garden hanno un po’ perso questa caratteristica o comunque si è molto ridotta con le varie ibridazioni.
Dobbiamo anche tenere presente che le orchidee botaniche che comperiamo sono in prevalenza coltivate nelle serre per cui la risposta al fotoperiodo potrebbe essere leggermente diversa rispetto a quanto avviene in natura

Vediamo come vengono generati i diversi ambienti per l'induzione del fotoperiodo evidenziando i due emisferi: nord e sud.

Se mettiamo su un'unica riga i mesi e indichiamo il giorno più lungo dell'anno (21 giugno per l’emisfero nord, 21 dicembre per l’emisfero sud) come punti più alti dei grafici e indichiamo il giorno più corto dell’anno (21 dicembre per l’emisfero nord, 21 giugno per l’emisfero sud) e tracciamo delle linee tra questi due punti si vede come è la risposta al fotoperiodo che stimola alla fioritura e nostre orchidee
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Ma come fanno le piante a misurare la luce per il fotoperiodo?
Le piante controllano il fotoperiodo misurando grazie ai fitocromi le ore di buio (notte) per determinare le ore di luce. Tutte le piante hanno una soglia critica delle ore diurne che può variare da specie a specie.

Generalizzando si può dire:
Le longidiurne vengono indotte alla fioritura quando la durata del giorno superiore a quella della notte con un valore critico superiore alle 16 ore di luce
Le brevidiurne sono indotte alla fioritura quando la durata del giorno è inferiore a quella della notte con un valore critico inferiore alle 8 ore di luce
Ma come detto i valori critici sono molto legati alla specie e i valori citati sono solo orientativi e sappiamo che le ore di buio sono molto importanti al metabolismo della pianta che elabora durante la notte (ore di buio) l’energia luminosa che ha assorbito durante il giorno

È interessante notare, se fatto in modo ripetitivo, che se per le orchidee brevidiurne la notte viene interrotta con sistemi di illuminazione per la pianta è come se fosse a giorno lungo, e viceversa se per le piante longidiurne il giorno viene interrotto con sistemi di oscuramento per la pianta è come se fosse a giorno breve.

Per questo con le orchidee soprattutto longidiurne nel periodo autunno inverno è importante utilizzare l’illuminazione artificiale per integrare le ore mancanti di luce.

nel grafico alcuni esempi
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Il Fotoperiodo


Da quanto scritto vediamo che per l’induzione alla fioritura non entrano ne i substrati ne i fertilizzanti ne altro ma sono solo i due fattori citati precedentemente
+ il fotoperiodo legato all’andamento stagionale della luce
+ il termoperiodo legato all’andamento stagionale della temperatura
che possono indurre alla fioritura

Molte volte quando si parla di fioritura e fertilizzante si consiglia di dare un fertilizzante con un alto contenuto di fosforo (P) e di Potassio (K) per indurre o facilitare la fioritura, questo non è vero ma è utile
Non è vero perché la fertilizzazione nulla ha a che vedere con l’induzione alla fioritura.
E’ utile dare un fertilizzante con un alto titolo di Fosforo (P) e di Potassio (K) perché la pianta per fiorire ha un notevole dispendio di energia e molti dei fosfati utili vengono esauriti in breve tempo, per questo si consiglia quando si nota che la pianta sta giungendo alla induzione (pianta matura – fotoperiodo – ecc.), attenzione non in base alla stagione come a volte si sente dire, al fine di compensare questa perdita di energia e dare una ulteriore carica.

Dare il fertilizzante ad alto contenuto di fosforo e di potassio non induce alla fioritura ma fa in modo che non manchino questi elementi come fonte energetica per la pianta, e per quanto integriamo con questi elementi se non mettiamo l'orchidea nel suo ambiente di induzione non viene indotta e difficilmente fiorirà.
 

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Da quanto detto possiamo trarre delle prime considerazioni

1) Che è necessario garantire sempre una uniformità della illuminazione in tutte le parti del cono di luce ottimale della lampada senza diminuzioni nelle zone laterali del cono come a volte avviene.

2) Che è necessario fornire alle piante la giusta intensità luminosa per ottenere un processo fotosintetico efficiente considerando che non tutte le specie di piante necessitano la stessa quantità di luce

3) Che l'efficienza fotosintetica di una lampada é strettamente correlata ad altri fattori come la temperatura dell’ambiente di coltivazione, la concentrazione di anidride carbonica, la disponibilità di acqua, l’umidità ambientale, ecc.. Tutti questi fattori si influenzano vicendevolmente e devono essere ottimizzati in funzione dell'intensità luminosa emessa dalla fonte di luce.

4) Che dobbiamo sempre considerare che la relazione tra intensità luminosa e fotosintesi é ben nota in quanto i livelli di attività fotosintetica aumentano all'aumentare dell'intensità luminosa. Ma ciò é vero entro una soglia chiamata punto di saturazione oltre questo limite l'attività fotosintetica é molto limitata se non nulla (i valori sono ovviamente legati alla singola specie non è quindi possibile generalizzare).
 

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Concludiamo questo discorso sulla luce artificiale per le nostre orchidee con alcuni accenni per capire se la luce è poca, troppa o adeguata considerando che ogni singola specie ha delle diverse necessità di luce

Cosa succede se diamo poca luce
Se diamo poca luce e i parametri di coltivazione sono corretti e la pianta è sana il colore delle foglie tende più ad un verde intenso e le foglie invece che belle in verticale o in orizzontale e turgide e, soprattutto con piante a foglia larga come ad esempio le Phalaenopsis, si nota un aumento della dimensione delle foglie nuove che diventano più pesanti e difficilmente riescono a tenere la corretta posizione. Questo avviene perché le foglie sono paragonabili a dei collettori solari, minore è la luce, più grandi devono essere le foglie per avere la stessa quantità di luce necessaria alla fotosintesi
Questa situazione è sicuramente reversibile avvicinando o integrando le lampade e/o aumentando i tempi di luce per avere risultati ottimali

Cosa succede se diamo troppa luce
La troppa luce, anche se sembra strano, è dannosa ed è molto insidiosa perché molte volte ci si accorge di questo eccesso troppo tardi.
Su piante continuamente esposte a troppa luce, ma non abbastanza da causare scottature, soprattutto se dovuto anche ad un improvviso cambiamento di illuminazione, il primo sintomo è l’arresto della crescita e le foglie che ingialliscono o tendono ad avere maculature rosse più o meno estese dovute alla eccessiva produzione di antociani e questo perché la sintesi clorofilliana viene interrotta proprio per un eccesso di luce, se l’esposizione continua ad essere eccessiva e prolungata nel tempo si ha il secondo sintomo che è il riscaldamento delle foglie con conseguente scottature come se fossero state esposte al sole il fogliame inizierà a macchiarsi e ad asciugarsi.
Non vi è una temperatura ben definita perché ovviamente ogni pianta ha un suo limite ma generalizzando si può dire che temperature fogliari fino a 35°C non sono dannose oltre si entra nella zona critica della scottatura
In questa situazione a volte il danno potrebbe ormai essere irrecuperabile e la pianta o le foglie sono ormai perse è comunque opportuno allontanare le lampade o le piante per permettere alla pianta una lenta ripresa e nelle irrigazioni aggiungere dei fitostimolanti che aiutino la pianta nella ripresa vegetativa

Se la luce è adeguata
Poche sono le cose ancora da tenere presente se ovviamente la coltivazione avviene normalmente (acqua - umidità -ecc), cosa che anche con le piante in illuminazione artificiale si deve fare per capire se la luce è sufficiente
+ Movimento radicale della pianta
+ Formazione di nuove foglie o nuove vegetazioni
+ Formazione di steli fioriferi
+ Colore delle foglie delle piante che deve essere di un verde non eccessivo e non eccessivamente verde o eccessivamente giallo/rosso
Per la fioritura dipende molto anche dalla orchidea, se è una botanica non risponde al nostro piacere ma risponde alla sua intrinseca genetica. Discorso diverso con le ibride che invece sono state elaborate al fine di avere vegetazione e fioriture abbondanti e che con la luce artificiale ne possono solo beneficiare



Tutto questo senza dimenticare che una buona coltivazione delle nostre orchidee è sempre dato da un corretto mix di elementi
LUCE – TEMPERATURA – IRRIGAZIONI – FERTILIZZAZIONI – ECC.​

Allora sarà sempre
“L’occhio del coltivatore fa fiorire l’orchidea"

e nessun altro miracolo o trucco può ovviare a questo proverbio
 
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un piccolo glossario

In alcuni casi ho usato terminologie botaniche per esporre meglio alcuni concetti sull’effetto della luce sulle nostre piante

Antociani sono presenti in quasi tutte le piante superiori. Si trovano nei frutti, nei fiori, nelle foglie e radici. Insieme ad altri pigmenti quali i carotenoidi e altri sono responsabili della colorazione delle foglie delle piante caducifoglie in autunno, quando la sintesi clorofilliana si interrompe. Si evidenziano anche come gruppi di macchie rossastre dovute ad eccesso di luce sulle foglie delle nostre orchidee interrompendo se molto diffusi la sintesi clorofilliana

Carotenoidi fotorecettori comunemente presenti nelle cellule delle piante. Hanno un ruolo importante nel processo fotosintetico

Cis-zeaxantine Carotenoidi che regola l'apertura e la chiusura degli stomi.

Clorofilla è un pigmento verde presente in quasi tutte le piante, nelle alghe ed in alcuni batteri; ha lo scopo di assorbire la luce necessaria alla sintesi dei carboidrati, che avviene a partire dall'acqua e dall'anidride carbonica (fotosintesi clorofilliana). In natura esistono diversi tipi di clorofilla, le principali sono la a e la b, che assorbono luce a differenti lunghezze d'onda, vi sono anche clorofilla c e d tipiche di alcune alghe.

Cloroplasto organulo presente nelle cellule delle piante. All'interno di questi organuli si svolge il processo della fotosintesi clorofilliana.

CRI (Color Rendering Index) è l'indice di resa cromatica ovvero la capacità di una sorgente luminosa di restituire nel modo più realistico possibile i colori degli oggetti illuminati. Varia su una scala da 0 a 100, dove 0 è il valore minimo e 100 è il valore massimo che è la resa cromatica della luce naturale del Sole.

Criptocromi fotorecettori della luce blu e ultravioletta (UV-A). Sono sensibili alla luce blu ed interagiscono con i fitocromi, sono responsabili del ciclo dei processi fisiologici della pianta. La luce blu agisce all’alba come un segnale che prepara le piante a condurre la fotosintesi, l’apertura stomatica, infatti, viene indotta prima del sorgere del sole, quando la luce blu è già presente nello spettro in proporzioni tali da essere percepita dalle fototropine

Fitocromi fotorecettori aventi il ruolo di attivarsi quando vengono colpiti da luce rossa e rosso cupo. Regolano i processi fisiologici quali la risposta fotoperiodica, la fioritura, la germinazione ed altro

Fotomorfogenesi è l’effetto della luce sulla forma di una pianta ed è indipendente rispetto alla fotosintesi clorofilliana.

Fotorecettori sono cellule specializzate che svolgono la funzione di trasdurre un segnale luminoso in attività ai fini della corretta vita della pianta

Fototropine fotorecettori che sentono i livelli di luce blu, consentendo alle piante di rispondere ai cambiamenti delle condizioni ambientali (orientamento della pianta in base alla luce - apertura e chiusura degli stomi)

Fototropismo è la risposta ad uno stimolo di luce, questo per permettere alle piante di accedere al migliore irraggiamento possibile per garantire la fotosintesi

Polifenoli sono antiossidanti naturali presenti nelle piante
 
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