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E se parlassimo di LUCE ARTIFICIALE

Margherita^

Aspirante Giardinauta
Voi che ne pensate di questo argomento?
Mi piacerebbe moltissimo che se ne parlasse, la luce è forse il primo requisito per una buona coltivazione e spesso è sottovalutato (come dico sempre a mio marito quando protesta per quella che io chiamo "la stanza delle piante" e lui definisce "il faro di Alessandria".

p.s. grazie per gli utilissimi post sugli infestanti
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
non mi è stato mai chiaro se riguardo alla luce, sia + importante l' intensità o le ore
Dipende dalla pianta. Ci sono essenze sciafile e altre eliofile e qui si hanno diverse intensità di luce. Invece la durata delle ore di luce (non la sua intensità) distinguono le piante in longidiurne e brevidiurne. Un caso particolare di intensità di luce (sole diretto) riguarda l' apertura dei fiori di alcuni cactus come i gymno e i fero.
 

biro46

Maestro Giardinauta
Nelle orchidee quello che vale, parlando solo di luce, sono le ore di luce FOTOPERIODO considerando un FLUSSO luminoso corretto che induce la pianta alla fioritura.
Teniamo presente che la sensibilità del fotoperiodo viene “recepito” dalla pianta solo quando passa dalla fase giovanile alla fase adulta ovvero la pianta è considerata a “Forza Fiore” ed inizia la risposta alla luce grazie alla percezione dei cambiamenti nella durata giorno notte (fotoperiodo) che la possono portare alla induzione alla fioritura

In base a questo si possono raggruppare in tre tipologie anche in considerazione che le orchidee grazie ai fitocromi recepiscono le ore di buio (notte) determinando poi le ore di luce:
Longidiurne - Orchidee a giorno lungo (a notte breve), che fioriscono dopo una o più notti brevi. Piante che man mano che le giornate si allungano e le notti diventano più brevi, vengono indotte a fiorire. Tra le orchidee di questo tipo troviamo Cattleye, Lealie Miltonia, Oncidium, Phalenopsis, Vanda, ecc.
Brevidiurne - Orchidee a giorno corto (a notte lunga), che fioriscono dopo una o più lunghe notti. Piante che man mano che le giornate si accorciano e le notti diventano più lunghe, vengono indotte a fiorire. Tra le orchidee di questo tipo troviamo Brassavola, Cattleye, Laelie, Oncidium, Renanthera, Rhynchostylis gigantea, ecc.
Neutrodiurne - Orchidee insensibili al fotoperiodo. Piante che non sono influenzate dal fotoperiodo e sono generalmente chiamate "fioritura libera“, in particolare un po’ tutti gli ibridi commerciali.

La caratteristica della sensibilità al FOTOPERIODO è valida soprattutto per le orchidee botaniche dove alcune necessitano di alcuni giorni di induzione per fiorire, altre di diversi giorni. In molte specie esiste una correlazione tra il numero di cicli di induzione e il numero di fiori che si formano. Le piante invecchiando possono risentire meno del fotoperiodo ma per una buona fioritura è necessario che questa caratteristica venga rispettata
Mentre le orchidee ibride che comperiamo nei garden hanno un po’ perso questa caratteristica o comunque si è molto ridotta con le varie ibridazioni.
 

biro46

Maestro Giardinauta
Non dimentichiamo però che la LUCE deve anche avere uno SPETTRO luminoso adeguato al fine di poter ottenere buoni risultati sia per la fotosintesi che per la induzione alla fioritura. Potremmo dare tanta luce ma non adatta e non si otterrebbe alcun risultato significativo se non l'aumento del costo delle energia elettrica in bolletta
 
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Luca Nasi

Maestro Giardinauta
Mi ero perso questo thread, forse perché in orchidee. Parlando di luce forse avrebbe senso un titolo che contenga anche il termine 'illuminazione artificiale'? O comunque un titolo con naturale e artificiale in modo che sia facilmente riconoscibile l'argomento.
In proposito ho giusto aperto una discussione per dei dubbi che ho a proposito dell'illuminazione artificiale.
 

biro46

Maestro Giardinauta
Mi ero perso questo thread, forse perché in orchidee. Parlando di luce forse avrebbe senso un titolo che contenga anche il termine 'illuminazione artificiale'? O comunque un titolo con naturale e artificiale in modo che sia facilmente riconoscibile l'argomento.
In proposito ho giusto aperto una discussione per dei dubbi che ho a proposito dell'illuminazione artificiale.
Tieni presente che la mia esperienza e ricerca è finalizzata all'utilizzo di illuminazione artificiale con le orchidee, per questo ho messo post tra le orchidee. Vero che forse nel titolo è meglio aggiungere ARTIFICIALE cosa fatta
 
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biro46

Maestro Giardinauta
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LA LUCE ARTIFICIALE
CHIAVE DEL SUCCESSO
Nel coltivare in casa con la luce artificiale


importanza della luce

Nella coltivazione delle orchidee la luce, anche se viene molte volte sottovalutata, si presenta come uno dei primi problemi, se non il più importante, quando non si ottiene la fioritura o in certi casi il deperimento generale della pianta.

Oltre al diverso clima (umidità, pioggia, temperatura, ecc.) anche la luce è da tenere presente considerando che in Italia si hanno delle grandi differenze di ore luce tra estate ed inverno con oltre 16 ore di luce in estate e a volte meno di 8 ore in inverno, mentre nelle zone di origine invece le ore di luce sono molto più stabili tra estate ed inverno.

quindi

La luce artificiale ci dà un grosso vantaggio ed evita che le piante muoiano

Il metabolismo della pianta

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Il metabolismo della pianta funziona per quanto riceve luce sufficiente per compiere il ciclo di fotosintesi clorofilliana, perché se la pianta non ha luce e non riesce a fare la fotosintesi non ha metabolismo per cui qualsiasi altra cosa resta solo marginale se non negativa alla sua coltivazione..

Per la coltivazione delle nostre orchidee dovessi fare una scaletta di importanza metterei la luce al primo posto, perché tutto quanto viene fatto per la loro coltivazione: temperatura irrigazione, fertilizzazione, umidità, ecc. è legato alla luce

Molte volte nella coltivazione casalinga, soprattutto in inverno, quando le ore di luce sono ridotte le nostre orchidee muoiono o non producono fioriture anche se tenute al caldo. Questa è una conseguenza proprio della carenza di luce e di un metodo di coltivazione che, senza volerlo, continuiamo a mantenere costante anche se la pianta riduce il suo metabolismo.

 
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Margherita^

Aspirante Giardinauta
Grazie per le informazioni preziose.

Uso da anni in modo dilettantesco la luce artificiale come "aiutino" per le phalaenopsis e cerco di sfruttare al massimo ogni briciolina di luce che riesco ad avere, sia naturale che artificiale.
Ho notato una cosa: spesso leggo che le Phalaenopsis in natura vivono inclinate e questo impedisce il ristagno d'acqua fra le foglie ecc.
Ma l'inclinazione serve anche a protendersi verso la luce. Non so nelle zone d'origine ma qui da noi, dove il sole non è mai allo zenith, per sfruttarlo al massimo serve una superficie inclinata, come si fa per i pannelli solari.

Io assecondo la tendenza delle Phal a inclinarsi e le oriento in estate verso la finestra e in inverno verso le luci artificiali, montate in modo che abbiano pressappoco la stessa posizione del sole estivo a mezzogiorno.

Se non vado OT, sarei tanto curiosa di sentire l'opinione di altri: è una cosa che ha senso o non serve a nulla?
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Grazie per le informazioni preziose.

Uso da anni in modo dilettantesco la luce artificiale come "aiutino" per le phalaenopsis e cerco di sfruttare al massimo ogni briciolina di luce che riesco ad avere, sia naturale che artificiale.
Ho notato una cosa: spesso leggo che le Phalaenopsis in natura vivono inclinate e questo impedisce il ristagno d'acqua fra le foglie ecc.
Ma l'inclinazione serve anche a protendersi verso la luce. Non so nelle zone d'origine ma qui da noi, dove il sole non è mai allo zenith, per sfruttarlo al massimo serve una superficie inclinata, come si fa per i pannelli solari.

Io assecondo la tendenza delle Phal a inclinarsi e le oriento in estate verso la finestra e in inverno verso le luci artificiali, montate in modo che abbiano pressappoco la stessa posizione del sole estivo a mezzogiorno.

Se non vado OT, sarei tanto curiosa di sentire l'opinione di altri: è una cosa che ha senso o non serve a nulla?
Il fenomeno delle phal protese verso qualsiasi fonte di luce è normalissimo.
Per farle crescere dritte andrebbero illuminate da ogni lato o avvicinate moltissimo al vetro oppure tutorate.
Ecco la mia:
 

Allegati

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biro46

Maestro Giardinauta
Grazie per le informazioni preziose.

Uso da anni in modo dilettantesco la luce artificiale come "aiutino" per le phalaenopsis e cerco di sfruttare al massimo ogni briciolina di luce che riesco ad avere, sia naturale che artificiale.
Ho notato una cosa: spesso leggo che le Phalaenopsis in natura vivono inclinate e questo impedisce il ristagno d'acqua fra le foglie ecc.
Ma l'inclinazione serve anche a protendersi verso la luce. Non so nelle zone d'origine ma qui da noi, dove il sole non è mai allo zenith, per sfruttarlo al massimo serve una superficie inclinata, come si fa per i pannelli solari.

Io assecondo la tendenza delle Phal a inclinarsi e le oriento in estate verso la finestra e in inverno verso le luci artificiali, montate in modo che abbiano pressappoco la stessa posizione del sole estivo a mezzogiorno.

Se non vado OT, sarei tanto curiosa di sentire l'opinione di altri: è una cosa che ha senso o non serve a nulla?
l'inclinazione delle Phalaenopsis è una cosa naturale e nulla ha a che vedere con il discorso della luce se non in piccola parte, le condizioni legate alla situazione ambientale: posizione sul tronco (luce monodirezionale), piovosità, umidità. rugiada, condensa, peso delle foglie, ecc, portano naturalmente alla loro inclinazione (soprattutto sgrondo degli eccessi di acqua) cosa che ad esempio si nota molto meno con alcune piccole Phalaenopsis e con le afille nel periodo con le foglie.
Il discorso invece legato alla luce nella coltivazione casalinga soprattutto da noi dove in inverno le ore di luce sono poche e anche con la luce artificiale resta difficile raggiungere la giusta intensità è che avendo poca luce nelle Phalaenopsis ed in genere nelle orchidee a foglia larga si nota un aumento della dimensione delle foglie nuove che diventano più pesanti e difficilmente riescono a tenere la corretta posizione. Questo avviene perché le foglie sono paragonabili a dei collettori solari, minore è la luce, più grandi devono essere le foglie per avere la stessa quantità di luce necessaria alla fotosintesi
 
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biro46

Maestro Giardinauta
importanza della luce

Fotosintesi Clorofilliana


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Come abbiamo visto precedentemente il corretto metabolismo della pianta è legato alla luce ed al conseguente processo chimico che ne deriva ovvero "La fotosintesi clorofilliana" che è un processo chimico dove il motore dell’intero processo è la clorofilla, un pigmento di colore verde contenuto nei cloroplasti che si trovano sullo strato superficiale della foglia o altre parti verdi (radici per le epifite afille, giovani fusti, ecc).

La clorofilla cattura l'energia del sole o della illuminazione artificiale trasformandola in energia chimica, ovvero durante la fotosintesi la luce solare o artificiale permette di convertire l’anidride carbonica (CO2 - assorbita dall’aria) e l'acqua (H2O – assorbita dalle irrigazioni, umidità, ecc.) in glucosio uno zucchero fondamentale per la vita della pianta e che viene poi trasferito a tutte le parti della pianta. Come sottoprodotto della reazione si produce ossigeno, che la pianta libera nell'atmosfera

La fotosintesi si svolge all'interno dei cloroplasti e consta di due fasi: la fase luminosa e la fase oscura.
+ La fase luminosa (durante il giorno) dove tramite l’energia solare o l’illuminazione artificiale viene assorbita l’anidride carbonica, durante questa fase avviene anche la fotolisi dell’acqua liberando ossigeno
+ La fase oscura (durante la notte) dove utilizzando l’energia chimica prodotta dalla fase luminosa, il carbonio inorganico presente nell’anidride carbonica assorbita nella fase luminosa viene trasformato in carbonio organico come il glucosio.

Nei cloroplasti si trovano due varietà del pigmento verde di clorofilla
+ Clorofilla a che assorbe soprattutto la luce blu-violetta e rossa, presenta i massimi di assorbimento a 430 nm e 662 nm
+ Clorofilla b che assorbe soprattutto la luce blu ed arancione, presenta i massimi di assorbimento a 453 nm e 642 nm

Entrambi i tipi di clorofilla sono in grado di assorbire molto bene la luce violetta, blu e quella rossa, mentre la luce verde viene riflessa in parte (5-10% circa per questo che le cellule contenenti i cloroplasti appaiono di colore verde) ed in parte viene utilizzata ad integrazione della luce blu e rossa.
+ La luce rossa dello spettro è indispensabile alla fioritura
+ La luce blu dello spettro è utilizzato per la crescita vegetativa

Il fatto che la clorofilla a e b abbiano dei spettri di assorbimento differenti e si traduce in un migliore assorbimento della radiazione luminose (solare o artificiale) in quanto la clorofilla b, insieme ad alcuni carotenoidi, trasferisce l'energia assorbita alla clorofilla a, ampliando la gamma delle radiazioni luminose utilizzabili dalla pianta per la fotosintesi clorofilliana

Come si è visto dunque la maggior fotosintesi clorofilliana si ha agli estremi della gamma (luce blu e luce rossa).

MA ALLORA A COSA SERVONO GLI ALTRI COLORI??

Questo non vuol dire (come vedremo) che gli altri colori non abbiano utilità nella coltivazione delle nostre orchidee. Per questo si parla di lampade a spettro completo in modo che ci si avvicina il più possibile alla luce solare
 
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biro46

Maestro Giardinauta
importanza della luce

Lo spettro della luce


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Lo spettro di luce si esprime in lunghezza d’onda (nm)
Questo ad esempio è lo spettro solare di una limpida mattinata.
Notiamo subito come la luce bianca che noi vediamo sia in realtà composta da una gamma di colori che vanno dall’ultravioletto al rosso cupo (rosso lontano, far-red) con tutte le loro sfumature e sono questi i colori che “VEDONO” le piante tramite i loro fotorecettori. Benché lo spettro sia continuo e non vi siano "salti" netti da un colore all'altro, si possono comunque stabilire degli intervalli approssimati per ciascun colore.

Ora se per comodità mettiamo questo spettro in una forma grafica
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si mette subito in evidenza l’azione che i singoli colori dello spettro hanno sui fotorecettori per uno sviluppo armonico delle nostre amate orchidee. Teniamo sempre presente che le piante hanno recettori specifici in grado di “VEDERE” più luce e sfumature di colore per le diverse lunghezze d’onda (280/800) cosa che per noi è più limitata (400-700).
 
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