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Curculione del fico

il conte verde

Maestro Giardinauta
Salve a tutti
Un paio di mesi fa ho notato che due dei miei bonsai di Ficus carica erano molto deperiti. Svasandoli ho trovato pochissime radici e in ogni tronco una galleria abitata da una larva biancastra che mi ha fatto pensare ad Aclees cribratus. Ho radunato gli altri bonsai di fico, li ho irrorati con Clorpirifos 2 ml/l e annaffiato a fondo con Confidor 0,5 ml/l. A distanza di 15 giorni ho ripetuto il trattamento con Clorpirifos.
Oggi ho trovato un adulto di Aclees cribratus, il che mi fa sospettare che la mia cura non sia servita a molto ma comunque ho irrorato di nuovo con Clorpirifos.
Qualche consiglio su cosa altro io possa fare? Grazie in anticipo
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
purtroppo la lotta a questi curculionidi è alquanto ostica e difficile, usa anche dei piretroidi di sintesi alternandoli al clorpirifos. Ripeti 2 volte l'anno l'irrigazione con confidor o altro sistemico per proteggere il legno dalle larve.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Hai delle foto da postare, sia dell'adulto sia della larva?

Probabilmente avrai già letto in rete che ultimamente la specie aliena legata al fico viene classificata come Aclees sp. cf. foveatus (cf. significa "confronta", ossia si ritiene che la specie segnalata dal 2005 in Italia è probabilmente foveatus; si tratta di un genere poco studiato e in effetti in rete si trovano segnalazioni di curculionidi su fico con nome di specie diversi, oltre cribratus, come taiwanensis e gr. porosus: ma si tratta però di aspetti che interessano gli entomologi e che nulla incidono rispetto alla pericolosità del curculionide)

Circa la lotta nient'altro si può aggiungere a quanto ti è stato appena detto. Notizie recenti sul punteruolo nero del fico le puoi trovare a pag. 179 degli Atti del XXV Congresso degli Entomologi Italiani http://www.eventplanet.it/CNIE2016/Programma_Atti_XXV_CNIE_Padova_20-24_giugno_2016.pdf

Altre informazioni recenti le puoi trovare qui
http://www.portaledelverde.it/blog-...una-grave-minaccia-per-le-piante-ornamentali/
 
Ultima modifica:

il conte verde

Maestro Giardinauta
Ciao Alessandro e grazie per le informazioni.
Non ho scattato foto delle larve, l'adulto l'ho fotografato adesso, spero si veda qualcosa. Non sono un entomologo e mi accontento di fermarmi al genere, purtroppo per la pericolosità è come dici tu e non nutro molte speranze, per i bonsai già perdere un ramo può essere un danno irreparabile.
Grazie ancora


 

billgates13

Giardinauta Senior
quello lo devi solo schiaccià non ci sono insetticidi che tengono.
le larve togliele e per quello metti solo lana o spugna sul tronco poi uccidi.
di notte escono
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Ciao Bill, mi sa che non è così facile, le larve vivono scavando gallerie nel legno e da fuori non si vede niente finché la pianta non è andata. Sto pensando pure di costruire gabbiette di zanzariera metallica in cui ricoverare i vasi ma certo non mi sembra una gran bella soluzione.
Boh, grazie comunque, Vincè
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Perché no?
La protezione meccanica mediante reti è una soluzione adottata anche in campo (es. su fruttiferi contro la carpocapsa o il moscerino della frutta, e anche in orticoltura contro afidi, aleurodidi e mosche) e nel tuo caso si tratterebbe di poche piante e di piccole dimensioni: io ti consiglierei di applicarla a tutti i bonsai di fico così impedisci a eventuali esemplari colpiti di far fuoriuscire l'adulto, mentre agli altri assicuri una protezione passiva.
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
concordo a pieno, pur sembrando inutile certe strategie difensive sono molto più efficaci, perchè non c'è modo per l'insetto di raggiungere il terriccio e il tronco delle piccole piante.
 

msilani

Giardinauta
parecchi vivaisti di pistoia mi dicono sia ottimo intercept granulare a lenta cessione a base di imidacloprid(il famoso confidor) per le larve di oziorinco

dovrebbe coprire una stagione intera
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Intanto grazie anche a Msilani, non conoscevo l'intercept granulare e se funziona quanto meno per l'oziorrinco lo proverò senz'altro, l'oziorrinco è un altro dei parassiti che banchettano con le mie piante.

Per le gabbiette penso di realizzarle a fine inverno, confidando che il freddo rallenti l'attività delle larve di Aclees. In quel periodo rinvaserò tutti i fichi e controllerò come stanno messe le radici e la parte di tronco sottoterra.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Secondo il produttore la speciale formulazione di Intercept consente un lenta e perdurante cessione della sostanza attiva (come sopra detto imidacloprid) per cui in teoria dovrebbe fornire protezione per un intero anno; certamente la preparazione granulare ne rende più agevole l'impiego in quanto in etichetta vengono date le dosi per diametro del contenitore (è stato ri-registrato ed è autorizzato su ornamentali). Credo che la Cifo lo commercializzi in flaconi da 50 grammi col nome di SUSCON.
Sulla effettiva efficacia degli insetticidi sistemici contro il punteruolo nero non si può attualmente dire, poichè a differenza dell'oziorrinco in questo caso il danno grave è provocato dalla larva che ha una vita endofita (come il punteruolo rosso delle palme), perciò il presupposto è che la molecola insetticida si distribuisca non solo alle foglie ma anche nelle parti interne e che con l'attività trofica la larva ne inghiotta a sufficienza.
 

msilani

Giardinauta
Ottimo suscon sembra la stessa formulazione di intercept.anche perche nn e' facile trovarlo online anche

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kiwoncello

Master Florello
Ciao Alessandro! In effetti questo parassita è l'ennesimo regalo della globalizzazione agroalimentare: quel che è certo è che sta decimando i fichi almeno nell'areale costiero ligure. Io in particolare ne ho due ex belle piante moribonde e dello stesso problema si lamentano molti altri; ad ora confidor, dimetoato & C. hanno soltanto attenuato il problema.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
In effetti ho letto notizie circa la diffusione del punteruolo nero nella Liguria orientale. E' esattamente comi dici, sono gli effetti della globalizzazione, ma è un fenomeno che non si può fermare e che è in realtà vecchio come la storia dell'uomo e che interessa non solo la fitoiatria ma anche la medicina veterinaria e umana. Oggi ci difendiamo molto meglio rispetto al passato, ma alcuni organismi nocivi sono purtroppo assai tosti, e questo punteruolo nero ha le stesse prerogative di quello rosso delle palme.
P.S.
....e ne abbiamo già un altro, pure nero, ma associato alle agavi (e altre piante) e che si chiama Scyphophorus acupunctatus, già presente in Sicilia e nel Lazio; a vedere la sua "ombra di elefante " in effetti timore ne incute....
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massimo-ecs

Aspirante Giardinauta
noi abbiamo adottato questi accorgimenti per tenere viva e mediamente produttiva l'ultima pianta di fico (fiorone) che è rimasta viva delle 4 che avevamo (2018)…

- se la pianta presenta rami bassi a contatto o quasi con il terreno ricoprirli di terra per interrarli e fargli formare radici, così la pianta si alimenta anche dai rami oltre che dal tronco

- poi abbiamo messo un cilindro di acciaio inox intorno al tronco che riduce l'attacco del punteruolo nero del fico (qui però dipende molto anche da come sono fatte le radici del fico)
il cilindro l'abbiamo riempito di terra che provvediamo d'estate a bagnare quasi tutti i giorni, bagnandola se sono presenti i coleotteri risalgono in superficie e li catturiamo

- abbiamo anche messo delle banali trappole di nastro biadesivo sul tronco, ogni tanto qualcuno lo cattura, ma è raro
 

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Datura rosa

Guru Master Florello
Nel numero 250 del 15 febbraio 2017 della rivista "Agraria.org, disponibile in rete,
http://www.rivistadiagraria.org/art...ico-unemergenza-toscana-si-cercano-soluzioni/
c'è un'interessante articolo sull'argomento. In particolare vengono riportati (...) i risultati di prove di laboratorio del 2016 per verificare l'efficacia di alcuni prodotti commerciali di basso impatto ambientale,con particolare riferimento a nematodi e funghi entomopatogeni (...)
Magari agli esperti della materia potrebbe risultare più facile che a un privato coltivatore conoscere se la ricerca abbia avuto o meno ulteriori sviluppi.
 
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