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Crescono funghi nel giardino

alberto_isola

Aspirante Giardinauta
Buongiorno, nel giardino di casa qui a Milano stanno crescendo questi funghi. Ce ne sono parecchi qua e là. Mi piacerebbe sapere che funghi sono. Grazie.
 

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pluteus

Esperto di piante spontanee
Xerocomus ferrugineus oppure X.subtomentosus. Prova a tagliarne uno a metà, se la carne è gialla è il ferrugineus,
se la carne è bianca allora è il subtomentosus. sono funghi caratteristici dei parchi cittadini anche se il loro habitat
sarebbero le foreste subalpine miste a fagacee, betulacee e conifere, ma quest'anno per i funghi è una annata eccezionale
e potresti trovare dei funghi anche sullo zerbino davanti alla porta di casa.:ciao:
 

alberto_isola

Aspirante Giardinauta
Grazie mille, la carne è bianca quindi è il Xerocomus subtomentosus.

Ne approfitto per pubblicare questo testo sui cercatori di funghi.
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Quei posti che conosco solo io

Ci vuole la pioggia. Perché senza terra bagnata, senza umidità, non vengono. E poi ci vuole il sole. Perché se, dopo la pioggia, non salta fuori il caldo, non vengono. E poi bisogna che non ci sia nessuno intorno. Perché se ci sono degli intrusi o degli spioni, non vengono; peggio, se ne vanno, nel senso che te li portano via, quindi non bisogna farsi seguire, non bisogna farsi vedere, bisogna dissimulare. È una questione fra te e loro, quella con i funghi. Una questione privata, seppure all’aperto, in mezzo alla natura.

Ha riti e consuetudini che si affinano in anni di pazienza e camminate. Non è che, i funghi, li vai a cercare: i funghi si vanno a trovare. Vai direttamente a casa loro, come se andassi in visita. Conosci l’indirizzo. Sai dove nascono, dove si raccolgono. E loro, generalmente, ti aspettano sempre nello stesso posto, seminascosti sotto quelle foglie, sotto quell’albero, quel castagno, sotto quell'abete, al limite di quel prato, là dove c’è uno sbanco di terra e comincia il sottobosco. Chi va a funghi conosce i posti segreti dei funghi. Sono un bene prezioso. Ciascuno ha i suoi, in una parte di bosco che diventa come una tasca, qualcosa di intimo. Si passano in eredità, ma non si rendono pubbliche, non si raccontano.

L’andare a funghi preferisce il silenzio alle parole. Puoi regalarli tutti o condividerli a cena, ma non sveli il luogo da cui provengono. Non è ingenerosità, è il piacere della raccolta, quel gesto che comincia dagli occhi, quella carezza che diventa strappo morbido, quella golosità del tocco. C’è chi raccomanda l’uso del coltello per raccoglierli, ma tagliarli è come mozzare la coda ai cani. Non si va a funghi con un’arma. Si va con naso, occhi, tatto. E con quella parte di corpo che richiama la fortuna.
 
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