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Corteccia o pomice come alternative per fondo drenante?

tortilio

Aspirante Giardinauta
Come da oggetto, domanderei se l'uso di pomice e/o corteccia di pino grossa possa costituire una ammissibile alternativa all'argilla espansa per la costituzione di fondi drenanti alla base dei vasi.
Credo che la pomice abbia una maggiore ritenzione idrica e mi domando se ciò possa avere controindicazioni (favorire un'eccessiva umidità?), mentre la minor resistenza meccanica del materiale non penserei costituire un problema.
La corteccia ipotizzo invece che tenda a degradarsi col tempo, ma forse la cosa diventerebbe rilevante solo nell'ottica di periodi molto lunghi?
Potrebbe essere buona l'idea di mescolare i due, eventualmente posizionando la pomice sul fondo ed in cima allo strato (ovvero a contatto con la zona destinata al ristagno di acqua e con il terriccio soprastante) in modo da minimizzare la progressiva degradazione della corteccia? O anche mescolarli indistintamente?
Queste le domande generali, di possibile condivisa utilità.

Nel caso specifico personale, invece, avrei da riempire dei grossi vasi cilindrici da giardino (circa 40 cm di diametro ed altezza), con la preferenza di materiali leggeri, data la necessità di spostarli di tanto in tanto. Essendo destinati a piante acidofile, ipotizzerei che l'impiego di corteccia grossa di pino (che mi ritrovo peraltro in discreta quantità ed inutilizzata) possa favorire un utile mantenimento dell'acidità del terreno, grazie all'evaporazione dell'acqua (considerazioni errate?).

Quesiti bonus: è da evitare l'utilizzo di argilla espansa alcalina (pH 9) per un vaso destinato a piante acidofile, per i meccanismi di evaporazione accennati sopra? Oppure si potrebbe mescolare quella con la corteccia di pino per riequilibrare l'acidità complessiva del substrato drenante?
Per pubblica informazione, l'argilla con pH 9 di cui parlo è quella non specifica per giardinaggio di marca Leca (si trova in varie catene di brico, mentre il detaglio del pH non è così facile da appurare...); della stessa marca esistono anche versioni denominate AgriLeca che hanno invece pH neutro.
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Come da oggetto, domanderei se l'uso di pomice e/o corteccia di pino grossa possa costituire una ammissibile alternativa all'argilla espansa per la costituzione di fondi drenanti alla base dei vasi.
Credo che la pomice abbia una maggiore ritenzione idrica e mi domando se ciò possa avere controindicazioni (favorire un'eccessiva umidità?), mentre la minor resistenza meccanica del materiale non penserei costituire un problema.
La corteccia ipotizzo invece che tenda a degradarsi col tempo, ma forse la cosa diventerebbe rilevante solo nell'ottica di periodi molto lunghi?
Potrebbe essere buona l'idea di mescolare i due, eventualmente posizionando la pomice sul fondo ed in cima allo strato (ovvero a contatto con la zona destinata al ristagno di acqua e con il terriccio soprastante) in modo da minimizzare la progressiva degradazione della corteccia? O anche mescolarli indistintamente?
Queste le domande generali, di possibile condivisa utilità.

Nel caso specifico personale, invece, avrei da riempire dei grossi vasi cilindrici da giardino (circa 40 cm di diametro ed altezza), con la preferenza di materiali leggeri, data la necessità di spostarli di tanto in tanto. Essendo destinati a piante acidofile, ipotizzerei che l'impiego di corteccia grossa di pino (che mi ritrovo peraltro in discreta quantità ed inutilizzata) possa favorire un utile mantenimento dell'acidità del terreno, grazie all'evaporazione dell'acqua (considerazioni errate?).

Quesiti bonus: è da evitare l'utilizzo di argilla espansa alcalina (pH 9) per un vaso destinato a piante acidofile, per i meccanismi di evaporazione accennati sopra? Oppure si potrebbe mescolare quella con la corteccia di pino per riequilibrare l'acidità complessiva del substrato drenante?
Per pubblica informazione, l'argilla con pH 9 di cui parlo è quella non specifica per giardinaggio di marca Leca (si trova in varie catene di brico, mentre il detaglio del pH non è così facile da appurare...); della stessa marca esistono anche versioni denominate AgriLeca che hanno invece pH neutro.
Usa solo pomice per il drenaggio.
 

andreacini

Aspirante Giardinauta
Interessante questa dimostrazione da cui si evince che posizionando uno strato di fondo drenante si ottiene il risultato opposto a quello sperato, nel senso che le radici più basse sono immerse nel terriccio più zuppo.

 

cmr

Maestro Giardinauta
Interessante questa dimostrazione da cui si evince che posizionando uno strato di fondo drenante si ottiene il risultato opposto a quello sperato, nel senso che le radici più basse sono immerse nel terriccio più zuppo.
Al cursore 4.4 del video dice, più o meno, che questa acqua in eccesso, quella che resta nella parte inferiore del vaso, provochi marciume ed asfissia radicale e conseguente morte delle piante. La domanda nasce spontanea: perché le radici delle cactacee, probabilmente la famiglia di piante più sensibile a questo argomento, se messe in idrocoltura non marciscono? E, ancora, perché non fa una prova con un contenitore forato? Forse perché il liquido in eccesso uscirebbe fuori vanificando tutta 'sta rappresentazione?

Essendo destinati a piante acidofile, ipotizzerei che l'impiego di corteccia grossa di pino (che mi ritrovo peraltro in discreta quantità ed inutilizzata) possa favorire un utile mantenimento dell'acidità del terreno
Si corre il rischio di andare nella direzione opposta, acidificando troppo il terreno; generalmente nelle pinete, sotto ai pini, non cresce molta flora. E, comunque, le caratteristiche chimiche di un terriccio non è che si riescano a mutare radicalmente con qualche annaffiata.

avrei da riempire dei grossi vasi cilindrici da giardino (circa 40 cm di diametro ed altezza), con la preferenza di materiali leggeri, data la necessità di spostarli di tanto in tanto.
Polistirolo, proprio quello delle cassette o le "patatine" che servono per imballare. Si separa lo strato di polistirolo dal terriccio con un pezzo di zanzariera, dei collant vecchi, del tessuto non tessuto, un telo ombreggiante, insomma qualsiasi telo che presenti fori molto piccoli e il gioco è fatto.
 

andreacini

Aspirante Giardinauta
Al cursore 4.4 del video dice, più o meno, che questa acqua in eccesso, quella che resta nella parte inferiore del vaso, provochi marciume ed asfissia radicale e conseguente morte delle piante. La domanda nasce spontanea: perché le radici delle cactacee, probabilmente la famiglia di piante più sensibile a questo argomento, se messe in idrocoltura non marciscono? E, ancora, perché non fa una prova con un contenitore forato? Forse perché il liquido in eccesso uscirebbe fuori vanificando tutta 'sta rappresentazione?
Credo che i contenitori siano forati, sia perché ci sono i sottovasi neri ma soprattutto la prova è al minuto 12,48 dove si vede chiaramente il gocciolio.

Al minuto 15,30 Sebastiano lo dice proprio che sta usando vasi forati.
 

tortilio

Aspirante Giardinauta
Quindi in linea di massima niente strato drenante, o se necessario meglio di pomice che di argilla (o meglio di pomice solo in questo caso, piuttosto che di argilla alcalina)?

Mi è capitato in passato di leggere delle diverse scuole di pensiero circa lo strato drenante. Non sono ovviamente in grado di pronunciarmi, però, relativamente alla dimostrazione in video, penso che sarebbe forse stato più "scientifico" fare un confronto usando la stessa quantità di terriccio, perché appare normale che una quantità di terra ridotta esposta alla stessa quantità d'acqua rimanga più bagnata. Un altro aspetto che mi sembrerebbe rilevante è quello dell'asciugatura del substrato nel tempo - cosa che lo strato drenante dovrebbe favorire - per cui forse sarebbe stato utile fare un confronto dopo 1-2 giorni dalla bagnatura.

Polistirolo, proprio quello delle cassette o le "patatine" che servono per imballare.
Questa parrebbemi un'ottima idea! Anche percé riempire interamente di terra vasi della dimensione citata, li rasformerebbe in discreti macigni. Davvero nessuna controindicazione all'uso di polistirolo?
L'uso di teli di TNT interni o materiali simili avevo però trovato indicazioni che favorisse in qualche misura umidità/marciume. Qualche opinione od esperienza diretta in proposito?
 

andreacini

Aspirante Giardinauta
Quindi in linea di massima niente strato drenante, o se necessario meglio di pomice che di argilla (o meglio di pomice solo in questo caso, piuttosto che di argilla alcalina)?

Mi è capitato in passato di leggere delle diverse scuole di pensiero circa lo strato drenante. Non sono ovviamente in grado di pronunciarmi, però, relativamente alla dimostrazione in video, penso che sarebbe forse stato più "scientifico" fare un confronto usando la stessa quantità di terriccio, perché appare normale che una quantità di terra ridotta esposta alla stessa quantità d'acqua rimanga più bagnata. Un altro aspetto che mi sembrerebbe rilevante è quello dell'asciugatura del substrato nel tempo - cosa che lo strato drenante dovrebbe favorire - per cui forse sarebbe stato utile fare un confronto dopo 1-2 giorni dalla bagnatura.


Questa parrebbemi un'ottima idea! Anche percé riempire interamente di terra vasi della dimensione citata, li rasformerebbe in discreti macigni. Davvero nessuna controindicazione all'uso di polistirolo?
L'uso di teli di TNT interni o materiali simili avevo però trovato indicazioni che favorisse in qualche misura umidità/marciume. Qualche opinione od esperienza diretta in proposito?
Il polistirolo servirà solo ad occupare volume. A questo punto potresti valutare l'idea di un doppio fondo così il vaso avra' una sufficiente quantità di terriccio e resterà leggero.

Vasi dual-use, come il venerabile Licio Gelli, nei vasi potrai nascondere lingotti d'oro però il vantaggio della leggerezza cessa. :)
 
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andreacini

Aspirante Giardinauta
Se non ti è già capitato di vederli, ecco una soluzione nel caso dovessi avere l'esigenza di dover spostare spesso i vasi.

Non mi fa inserire il link !

Cerca sul web
"Portavaso ruotato bloccabile"

I modelli sono vari, in acciaio, in legno.
Bisogna considerare il peso da reggere.
Il diametro anche se leggermente inferiore del vaso, non dovrebbe essere un problema.
 

tortilio

Aspirante Giardinauta
nei vasi potrai nascondere lingotti d'oro però il vantaggio della leggerezza cessa. :)
Ottimo... oltre alla corteccia di pino in ecesso, avevo giustappunto un paio di dozzine di lingotti che volevo spostare dal tinello!!!

Se non ti è già capitato di vederli, ecco una soluzione nel caso dovessi avere l'esigenza di dover spostare spesso i vasi.
Grazie per la dritta (il link probabilmente è stato rimosso dal forum, ma nella notifica di aggiornamento della discussione compariva). È una soluzione sovradimensionata e sovraprezzata per il mio caso, dove si tratta di spostare il vaso solo una volta ogni qualche mese, ma può essere utile in altri contesti.


Credo che proverò qualcosa con il polistirolo e lo strato di zanzariera a separare dal terriccio, anche se qualcuno aveva riserve su quest'ultimo (vedi sopra).
Domando però ai sapienti della chimica: dato che controllando ho notato che uno dei vasi attualmente ha appena una decina di cm di argilla alla base (argilla alcalina con pH 9 in un vaso destinato ad acidofile, rammento), è davvero opportuno sostituirla con qualcosa di più neutro o è in fin dei conti questione di lana caprina, e posso lasciarla così com'è senza temere alterazioni significative al pH del terriccio soprastante (peraltro forse riequilibrabili con l'aggiunta di elementi favorenti l'acidità)?
 

tortilio

Aspirante Giardinauta
Per dovere di cronaca, relaziono di aver alla fine optato per dei piccoli vasi di plastica rovesciati, con qualche frammento di polistirolo negli interstizi e un po' di argilla per le piccole fessure residue. Legerezza assicurata, confido che le sacche d'aria non abbiano alcun effetto collaterale (ero stato colto da tal dubbio a posteriori).
 

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Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Per dover di cronaca, relaziono di aver alla fine optato per dei piccoli vasi di plastica rovesciati, con qualche frammento di polistirolo negli interstizi e un po' di argilla per le piccole fissure residue. Legerezza assicurata, confido che le sacche d'aria non abbiano alcun effetto collaterale (ero stato colto da tal dubbio a posteriori).
Ottimo lavoro. Questa tecnica è detta air plant. Le radici non spiralizzeranno e, incontrando sul fondo, l' aria, si fermano formando una cuffia radicale spessa. Ciò significa che, in caso di trapianto, l' attecchimento è garantito.
 

tortilio

Aspirante Giardinauta
Tecnica abbracciata in modo del tutto casuale ed inconsapevole, ovviamente! Ma buono a sapersi per l'avvenire... nel mentre mi contento di essere riuscito a limare verso il basso il peso complessivo di quei piccoli macigni di vasi: con piante e terreno dovremmo essere rimasti entro i 20 Kg (e con una quantità di argilla alcalina suficientemente modesta da escludere significative ripercussioni sul terreno per acidofile soprastante)!
 
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