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Cleve Backster e la sua Dracena

M

musciuniuru

Guest
Ciao a tutti e con l'occasione auguri di buone feste.
Mentre navigavo per altri motivi sono incappato in questo articolo che vi giro..
Ho fatto pure una piccola ricerca ed un certo "Cleve Backster" esiste veramente e tento' una cosa del genere, poi il risultato che e' riportato nell'articolo potrebbe essere pure una bufala. Personalmente mi ha comunque fatto molto piacere leggerlo, spero anche a voi.
Ciao&auguri,
Musciuniuru.

Cleve Backster è considerato il maggiore esperto americano nel campo della macchina della verità (lie detectors). L'ex uomo della CIA dirige dal 1965 un istituto di ricerca a New York ed istruisce funzionari di polizia semplice e giudiziaria sull'uso di questo apparecchio. Il funzionamento dei poligrafi (come si chiamano ufficialmente) non è un segreto: essi misurano le alterazioni della pressione sanguigna, dei battiti del polso, la frequenza del respiro e le caratteristiche cutanee elettriche. Da tempo si sa che gli stimoli emozionali si riflettono sulla cute; si parla a questo proposito di "riflesso psicogalvanico".
Un giorno Backster, dopo aver bagnato una pianta di filodendro, provò a vedere se fosse possibile determinare con il poligrafo l'aumento di umidità nella pianta. Collegò il poligrafo alle foglie della pianta, ed osservando le reazioni dello strumento ebbe l'impressione che essa reagisse in qualche modo alle emozioni che lui stava sperimentando.
Incuriosito, decise di vedere come il filodendro avrebbe reagito se fosse stato messo in una situazione di pericolo. Riporta nella sua relazione: "... cercai allora di fare qualcosa per minacciare la pianta. Immersi una delle sue foglie in un tazza di caffè: non avvenne niente. Tentai con la musica: nessuna reazione. Infine pensai: proverò a bruciarla. Fu soltanto un pensiero, ma il pennino del poligrafo schizzò verso l'alto. Presi un paio di fiammiferi accesi e mi avvicinai due volte alla pianta; entrambe le volte il poligrafo denunciò che la pianta era in preda a grande agitazione".
Dopo questo ed altri esperimenti, Backster ed i suoi collaboratori, si convinsero che le piante hanno una specie di percezione extrasensoriale (definita percezione primaria), così profonda da coinvolgerne i tessuti e persino le cellule.
Un loro esperimento, alquanto drammatico, fu l"assassinio di una pianta", ad opera di una persona scelta a caso in un gruppo di sei. Il soggetto fu lasciato solo con due piante similari, una di queste doveva essere distrutta completamente. Compiuto lo scempio furono introdotte nella stanza le sei persone, una dopo l'altra; tra esse si trovava l'"assassino". In presenza di cinque di loro la pianta rimasta in vita restò completamente indifferente, ma quando arrivò l'"assassino" mostrò una reazione notevole che venne correlata ad una grande paura. Con questo ed altri esperimenti si arrivo alla conclusione che anche le piante hanno una specie di memoria.
Le piante risentono anche dell'effetto della concentrazione intenzionale e della preghiera. Con un test eseguito in laboratorio il 4 gennaio 1967, l'ingegnere chimico dr. Robert Miller ha stabilito che una preghiera efficace può aumentare la velocità di crescita di una pianta di ben otto volte. È stato così accertato che le piante sviluppano un certo rapporto con l'ambiente e soprattutto con le persone che le accudiscono.
Con altri esperimenti, in cui le piante venivano chiuse in una gabbia metallica, si è provato che tale isolamento non impedisce la percezione primaria. Pertanto questo tipo di "collegamento" non sembra di natura elettromagnetica ed assomiglia molto ai fenomeni che vanno sotto il nome di telepatia e chiaroveggenza.
Sulla scia di questi esperimenti è possibile arguire che vi sia un sistema informativo, non fisico, presente in tutta la natura fino agli esseri unicellulari, e che tale sistema sia influenzabile dai pensieri e dalle emozioni.
 

Serena.coldi

Aspirante Giardinauta
fico!! se fosse vero forse avrebbero insistito su tale strada..
ma il mio nonno lo dice da sempre che bisogna parlare alle piaante!!!
 
M

musciuniuru

Guest
..eh gia'.. :)

Comunque non mi dispiacerebbe affatto che le mie piante capiscano che gli voglio bene..
 

G.altamurano

Florello Senior
degli scienziati cinesi invece sostengono che le piante possano trasmettersi informazioni a vicenda se nel terreno sono presenti alcune micorrize (funghi)
questi scienziati hanno infettato con una malattia una pianta di pomodoro situata in un campo di pomodori dove erano presenti questi funghi, in pochi giorni tutte le altre piante di pomodoro hanno preparato le loro "difese! contro quella malattia
quegli scienziati sostengono che la pianta malata abbia comunicato alle piante vicine a lei di cominciare a difendersi e che a loro volta le altre lo hanno comunicato ad altre ecc....

sarà vero?
 
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