Ciao a tutti/e!
Qualche giorno fa ho letto una "storia" che ha dell'incredibile, ne avevo già sentito parlare ma essendo parecchio scettica non gli avevo prestato attenzione. Adesso mi ritrovo la storia, con tanto di nomi e particolari, e ve la voglio proporre per chiedervi: "voi, cosa ne pensate?". Che le piante generalmente reagiscano positivamente alle cure amorevoli penso sia un dato abbastanza assodato, ma qui si va un pochino più in là...!
Qualche giorno fa ho letto una "storia" che ha dell'incredibile, ne avevo già sentito parlare ma essendo parecchio scettica non gli avevo prestato attenzione. Adesso mi ritrovo la storia, con tanto di nomi e particolari, e ve la voglio proporre per chiedervi: "voi, cosa ne pensate?". Che le piante generalmente reagiscano positivamente alle cure amorevoli penso sia un dato abbastanza assodato, ma qui si va un pochino più in là...!
Quella notte del 1966 Clee Backster, il più noto esperto di macchine della verità, aveva addestrato alcuni agenti di sicurezza al rilevamento delle menzogne. Ora se ne stava lì stanco e pensieroso nel suo appartamento in Times Square a New York.
Spinto da un irrefrenabile impulso, decise a un tratto di applicare alcuni elettrodi della sua macchina della verità a una foglia di dracaena tropicale. In realtà voleva solo vedere se essa avrebbe reagito all'acqua versata sulle radici. Non appena la pianta ebbe assorbito il liquido, il galvanometro mostrò una reazione simile a quella di un uomo sottoposto a un piccolo stimolo emotivo.
Stranissimo, si disse Backster ormai incuriosito. Sapeva anche che l'uomo lascia nella macchina tracce molto più evidenti delle proprie emozioni se in pericolo di vita. Decise perciò di immergere nel suo caffè bollente una qualsiasi foglia della dracaena. Questa volta nulla si mosse. Allora pensò di peggio: avrebbe bruciato la foglia dove stavano appesi gli elettrodi della macchina. E a quel punto successe l'inimmaginabile: non appena ebbe formulato nella sua testa questa intenzione e prima di muoversi per prendere il fiammifero, il disegno sul grafico ebbe un'impennata pazzesca.
Era possibile che la pianta gli avesse letto nel pensiero?
Altri dopo di lui raccolsero nuovi dati per dimostrare questa intuizione.
Pierre Paul Sauvin, un tecnico elettronico del New Jersey, scoprì che le piante reagiscono molto vivacemente alla morte di cellule viventi nell'ambiente in cui si trovano, in primis se cellule umane.
Grandi contributi giunsero da Marcel Vogel, un chimico della California. Un giorno chiese a un amico scienziato di pensare con intensità al philodendron poco distante. La pianta di colpo diventò 'come morta'. Quando Vogel chiese a cosa l'amico avesse pensato, l'uomo gli rispose che aveva mentalmente paragonato la pianta al philodendron di casa sua, giudicando quest'ultimo molto più bello. La pianta di Vogel reagì 'dimostrandosi offesa' e rifiutandosi per tutto il giorno di dare segni di vita alle macchine. Poi 'tenne il broncio' per oltre quindici giorni.
Altri studi ed esperimenti si aggiunsero dimostrando lo stesso: le piante sono sensibili ai pensieri e alle emozioni umane. Si deprimono vicino ad atteggiamenti violenti e cattivi, reagiscono positivamente ai sentimenti gioiosi. Quanto ci circonda è dunque ricco di vita e di personalità.