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Cicce-Monikk

cmr

Maestro Giardinauta
Siperòpoi ci fai vedere colonnari infiniti coltivati in un ditale...

E pure una mega aloe in un vasetto
Esistono il concime e il terriccio 'grasso'!

Io mi son fatto l'idea che sia più una questione di riduzione del rischio marciume... Meno terra c'è, prima si asciuga.
Non c'entra nulla il marciume delle cactacee con l'acqua e le dimensioni del vaso: ricordi il mio ferocactus in idrocoltura? Dipende dalla quantità di nutrimento presente nella composta che metti nel vaso: le piante 'verdi' ne godono, i cactus scoppiano.

Si bonsaizzano ? Perché non riescono a sviluppare l'apparato radicale e di conseguenza non si nutrono come si deve?
Si. La potatura delle radici è alla base delle tecniche bonsaistiche.
 

Stefano-34666

Guru Master Florello
Ciao,

io credo di essere uno dei due Stefani e vi spiego le mie motivazioni che sono anche dettate dal mio clima.
Il vaso deve essere proporzionato, ne troppo piccolo ne troppo grande.
A parte per un discorso estetico (una pianta piccola in un vaso grande sembra ancora più piccola) il vaso deve essere sufficiente a contenere le radici dando loro un pochino di margine per crescere.
A forza di crescere però le radici, trovandosi sempre con un terreno nuovo, ricco e nutriente, si sviluppano molto e tendono a metterci sempre meno a colonizzare il vaso. In pratica succede (questa è la mia esperienza) che le radici crescano di numero e di vigoria, riempiano il vaso, vengano rinvasate, trovino nuovo cibo e crescano ancora. Si ottiene quindi una reazione che non viene seguita, di pari passo, dalla parte aerea.
Di conseguenza ci si trova a dover svasare ogni anno le piante per dare spazio alle radici mentre la parte aerea non è cresciuta in proporzione.
Facendo invece stare le piante un pochino "meno comode" le radici si stabilizzano (in dimensione ed espansione) e la pianta ha modo di crescere senza subire un rinvaso annuale.
Il vaso poi deve essere della forma giusta. Vasi profondi per piante con fittone. Ciotole per piante con radici che si espandono in orizzontale etc.
Dipende poi, come detto, anche dal tipo di pianta. Le agavi sono il tipico esempio di piante che, se si seguisse il "loro volere", avrebbero bisogno di vasi giganteschi (avendo un apparato radicale molto sviluppato). Le colonnari hanno delle radici superficiali ma vogliono vasi pesanti per aiutale a stare in piedi e così via.

Come detto da altri, vasi grandi contengono più terra e questa, se è abbastanza ricca da far crescere la pianta, fatica anche ad asciugare.
Più inerti permettono vasi più grandi ma implicano anche più concimazioni (vista la minor quantità di terra e quindi di cibo)

Terza considerazione. Il peso. Un vaso grande pesa. Se uno ha la possibilità di lasciarlo all'aperto tutto l'anno allora non ci sono grossi problemi. Per uno come me che in inverno deve ritirare molti vasi il peso conta ed è meglio "bonsaizzare" magari la pianta, rallentandone la crescita, piuttosto che doversi trovare dopo qualche anno senza sapere dove metterla o come movimentarla.

Quarto punto. Svasare una pianta piena di spine in un vaso grande non è affatto semplice. Come ho anche documentato ci vuole tempo, pazienza, furbizia e tecnica. Si cerca quindi di rimandare questa operazione il più possibile.

Alla fin fine bisogna quindi mediare in base alle proprie esigenze, dando un occhio alla pianta ed uno alla propria casa, al proprio clima, alla propria salute etc.

Vi metto però una foto per dimostrare che è vero che le piante in habitat hanno tutto lo spazio che vogliono ma, alla fin fine, usano quello che serve.

1648718282612.png

A questo saguaro, a parte per garantirne la stabilità, un vaso gigantesco è assolutamente inutile. Un'agave, piantata nello stesso terreno del sud degli Stati Uniti, alta un quinto del saguaro, ha invece delle radici grandi come tutto il camioncino.

Ste
 

danielep

Florello Senior
Ciao,

io credo di essere uno dei due Stefani e vi spiego le mie motivazioni che sono anche dettate dal mio clima.
Il vaso deve essere proporzionato, ne troppo piccolo ne troppo grande.
A parte per un discorso estetico (una pianta piccola in un vaso grande sembra ancora più piccola) il vaso deve essere sufficiente a contenere le radici dando loro un pochino di margine per crescere.
A forza di crescere però le radici, trovandosi sempre con un terreno nuovo, ricco e nutriente, si sviluppano molto e tendono a metterci sempre meno a colonizzare il vaso. In pratica succede (questa è la mia esperienza) che le radici crescano di numero e di vigoria, riempiano il vaso, vengano rinvasate, trovino nuovo cibo e crescano ancora. Si ottiene quindi una reazione che non viene seguita, di pari passo, dalla parte aerea.
Di conseguenza ci si trova a dover svasare ogni anno le piante per dare spazio alle radici mentre la parte aerea non è cresciuta in proporzione.
Facendo invece stare le piante un pochino "meno comode" le radici si stabilizzano (in dimensione ed espansione) e la pianta ha modo di crescere senza subire un rinvaso annuale.
Il vaso poi deve essere della forma giusta. Vasi profondi per piante con fittone. Ciotole per piante con radici che si espandono in orizzontale etc.
Dipende poi, come detto, anche dal tipo di pianta. Le agavi sono il tipico esempio di piante che, se si seguisse il "loro volere", avrebbero bisogno di vasi giganteschi (avendo un apparato radicale molto sviluppato). Le colonnari hanno delle radici superficiali ma vogliono vasi pesanti per aiutale a stare in piedi e così via.

Come detto da altri, vasi grandi contengono più terra e questa, se è abbastanza ricca da far crescere la pianta, fatica anche ad asciugare.
Più inerti permettono vasi più grandi ma implicano anche più concimazioni (vista la minor quantità di terra e quindi di cibo)

Terza considerazione. Il peso. Un vaso grande pesa. Se uno ha la possibilità di lasciarlo all'aperto tutto l'anno allora non ci sono grossi problemi. Per uno come me che in inverno deve ritirare molti vasi il peso conta ed è meglio "bonsaizzare" magari la pianta, rallentandone la crescita, piuttosto che doversi trovare dopo qualche anno senza sapere dove metterla o come movimentarla.

Quarto punto. Svasare una pianta piena di spine in un vaso grande non è affatto semplice. Come ho anche documentato ci vuole tempo, pazienza, furbizia e tecnica. Si cerca quindi di rimandare questa operazione il più possibile.

Alla fin fine bisogna quindi mediare in base alle proprie esigenze, dando un occhio alla pianta ed uno alla propria casa, al proprio clima, alla propria salute etc.

Vi metto però una foto per dimostrare che è vero che le piante in habitat hanno tutto lo spazio che vogliono ma, alla fin fine, usano quello che serve.

Vedi l'allegato 703662

A questo saguaro, a parte per garantirne la stabilità, un vaso gigantesco è assolutamente inutile. Un'agave, piantata nello stesso terreno del sud degli Stati Uniti, alta un quinto del saguaro, ha invece delle radici grandi come tutto il camioncino.

Ste
Ottimo excursus:su::su::su::su::su::su::V:V:V:V
 

cmr

Maestro Giardinauta
A forza di crescere però le radici, trovandosi sempre con un terreno nuovo, ricco e nutriente, si sviluppano molto e tendono a metterci sempre meno a colonizzare il vaso. In pratica succede (questa è la mia esperienza) che le radici crescano di numero e di vigoria, riempiano il vaso, vengano rinvasate, trovino nuovo cibo e crescano ancora. Si ottiene quindi una reazione che non viene seguita, di pari passo, dalla parte aerea.
Di conseguenza ci si trova a dover svasare ogni anno le piante per dare spazio alle radici mentre la parte aerea non è cresciuta in proporzione.
Facendo invece stare le piante un pochino "meno comode" le radici si stabilizzano (in dimensione ed espansione) e la pianta ha modo di crescere senza subire un rinvaso annuale.
Questo non è vero.
"Sintetizzando, un’eccessiva crescita della parte aerea rispetto all’apparato radicale genera un aumento di Auxine, le quali vengono trasferite per via floematica alle radici dove indurranno una risposta attraverso un maggior sviluppo delle radici, per compensare le esigenze vegetative della pianta. All’opposto, un eccessivo sviluppo dell’apparato radicale rispetto alla parte aerea provoca un aumento di Citochinine che verranno trasferite per via xilematica alla parte aerea, determinando un maggiore sviluppo vegetativo e una crescita delle gemme laterali, che consentiranno di “smaltire” l’eccesso le risorse assorbite per via radicale."
In poche parole, semplificando: se cresce la parte aerea, crescono le radici - se crescono le radici, cresce la parte aerea.
Vi metto però una foto per dimostrare che è vero che le piante in habitat hanno tutto lo spazio che vogliono ma, alla fin fine, usano quello che serve.

1648718282612.png
Mica crederete che le radici di un colonnare di qualche metro si riducano a una mappatella insignificante?
Avete mai espiantato un colonnare dalla terra? Non dico una Aloe dichotoma che era alta solo un metro e aveva le radici fino a 4 metri di distanza!!!

MLST-saguaro-roots-v4b.jpg
 

Simo98

Giardinauta Senior
L'A.maculata che ho in piena terra in Sicilia ha prodotto un pollone a 1m di distanza, e similmente il T.spachianus emette nuove colonne anche a distanza di 50 cm/1 m. Le radici sono evidentemente ancora più sviluppate in lunghezza

Questa diatriba vasi grossi vs vasi contenuti non avrà conclusione, io dico solo questo: provate a prendere un piccolo esemplare di qualche cm di una pianta a crescita esuberante (T.pachanoi, A.maculata, ad esempio) e mettela in un vaso sproporzionato (tipo 5/6 volte la piantina). Dopo un paio di anni vi assicuro che lo avrà completamente riempito e la pianta sarà più che raddoppiata, necessitando un rinvaso nuovamente con un vaso molto capiente. Invece con i soliti rinvasi in cui si passa dal diametro 10 al diametro 14 ci metti un'infinità di tempo in più ad ottenere una pianta matura in tempi normali
È abbastanza logico che maggiore lo spazio a disposizione, maggiore la crescita, mantenendo tutte le altre variabili costanti
 

Stefano-34666

Guru Master Florello
Questo non è vero.
"Sintetizzando, un’eccessiva crescita della parte aerea rispetto all’apparato radicale genera un aumento di Auxine, le quali vengono trasferite per via floematica alle radici dove indurranno una risposta attraverso un maggior sviluppo delle radici, per compensare le esigenze vegetative della pianta. All’opposto, un eccessivo sviluppo dell’apparato radicale rispetto alla parte aerea provoca un aumento di Citochinine che verranno trasferite per via xilematica alla parte aerea, determinando un maggiore sviluppo vegetativo e una crescita delle gemme laterali, che consentiranno di “smaltire” l’eccesso le risorse assorbite per via radicale."
In poche parole, semplificando: se cresce la parte aerea, crescono le radici - se crescono le radici, cresce la parte aerea.

Mica crederete che le radici di un colonnare di qualche metro si riducano a una mappatella insignificante?
Avete mai espiantato un colonnare dalla terra? Non dico una Aloe dichotoma che era alta solo un metro e aveva le radici fino a 4 metri di distanza!!!

Vedi l'allegato 703686
Ciao,

io ho riportato la mia esperienza diretta.
Mi sono trovato, ad esempio, agavi potatorum che, nel giro di 3 o 4 anni, hanno richiesto vasi sempre maggiori (ed al momento del rinvaso sempre rigorosamente pieni) ma in superficie sono cresciute pochissimo.

Guardate questo esempio preso on-line di una A. Nigra:

1648730692406.png

Guardate inoltre queste foto:

1648730281186.png 1648730321518.png 1648730592314.png

sono piante cadute per intemperie. Non mi sembra che abbiano poi tutta questa zolla.
La teoria è quello dello schemino, la pratica è un pochino diversa.

Anche il mio ferocactus Herrerae, che ho svasato la scorsa estate, non aveva certo una zolla proporzionata alla chioma, e quello è sempre stato "nel largo".

1648730427889.jpeg 1648730465175.jpeg

Inoltre, se volete, leggete qui: https://palmieri.cc/onewebmedia/DISPENSA FITOREGOLATORI.pdf

E' spiegato in modo molto più dettagliato e preciso il principio di funzionamento di Citochinine ed Auxine.
Un connubio un pochino più complesso dell'estrema semplificazione data dal sito della Cifo e riportata da @cmr.
Anche perché, se fosse solo così, si avrebbero solo piante con la giusta proporzione tra radici e chioma oppure alla costante ricerca di questo equilibrio, mentre nella realtà molti fattori sbilanciano questo equilibrio da una parte o dall'altra.

Ste

PS: Scusa @monikk64 , adesso basta con le divagazioni
 
Ultima modifica:

monikk64

Fiorin Florello
questo dibattito è INTERESSANTISSIMO, altro che storie....
Così tanto che meriterebbe di essere trasferito in una discussione... 'monografica' a disposizione di tutti....
Ma credo che questo lo potrebbe fare solo una mod....
appena ho tempo provo ad aprire una discussione apposita così poi proviamo a chiedere di copiare gli interventi lì!!!!!!!
o se vuol farlo qualcuno di voi.......
:tupitupi::tupitupi::tupitupi:
 

cmr

Maestro Giardinauta
Root Distribution in the Soil
Most desert cacti can be classified as shallow-rooted perennials
(Rundel and Nobel 1991). In the Sonoran Desert, the
roots of most cacti usually grow no deeper than 15 to 30 cm
below the soil surface, although the roots of some species
can extend laterally more than 10 m away from the plant
base (Cannon 1911). Not surprisingly, the deepest roots are
found for columnar cacti. A young plant of Carnegiea gigantea,
1.2 m tall, had a stout taproot that penetrated 30 cm
and lateral roots that extended 1.5 to 5 m away from the
plant, whereas an older, 6.8-m-tall plant had lateral roots
up to 9.7 m long that penetrated to a depth of 77 cm
(Cannon 1911), perhaps the deepest cactus roots on record.

Immagine.png

La teoria è quello dello schemino, la pratica è un pochino diversa.
Resta sempre una domanda: hai mai espiantato un colonnare (o una grossa agave o una succulenta arborescente) dalla terra? :rolleyes:
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Root Distribution in the Soil
Most desert cacti can be classified as shallow-rooted perennials
(Rundel and Nobel 1991). In the Sonoran Desert, the
roots of most cacti usually grow no deeper than 15 to 30 cm
below the soil surface, although the roots of some species
can extend laterally more than 10 m away from the plant
base (Cannon 1911). Not surprisingly, the deepest roots are
found for columnar cacti. A young plant of Carnegiea gigantea,
1.2 m tall, had a stout taproot that penetrated 30 cm
and lateral roots that extended 1.5 to 5 m away from the
plant, whereas an older, 6.8-m-tall plant had lateral roots
up to 9.7 m long that penetrated to a depth of 77 cm
(Cannon 1911), perhaps the deepest cactus roots on record.

Vedi l'allegato 703782


Resta sempre una domanda: hai mai espiantato un colonnare (o una grossa agave o una succulenta arborescente) dalla terra? :rolleyes:
Se non traduci in italiano spulky ti uccide.
 

Stefano-34666

Guru Master Florello
Root Distribution in the Soil
Most desert cacti can be classified as shallow-rooted perennials
(Rundel and Nobel 1991). In the Sonoran Desert, the
roots of most cacti usually grow no deeper than 15 to 30 cm
below the soil surface, although the roots of some species
can extend laterally more than 10 m away from the plant
base (Cannon 1911). Not surprisingly, the deepest roots are
found for columnar cacti. A young plant of Carnegiea gigantea,
1.2 m tall, had a stout taproot that penetrated 30 cm
and lateral roots that extended 1.5 to 5 m away from the
plant, whereas an older, 6.8-m-tall plant had lateral roots
up to 9.7 m long that penetrated to a depth of 77 cm
(Cannon 1911), perhaps the deepest cactus roots on record.

Vedi l'allegato 703782


Resta sempre una domanda: hai mai espiantato un colonnare (o una grossa agave o una succulenta arborescente) dalla terra? :rolleyes:
Ciao,

un colonnare non l'ho mai estirpato ma ho dovuto farlo con diverse agavi ed è stato un lavoraccio.

Traduco io:

Distribuzione delle radici nel suolo.
La maggior parte dei cactus del deserto può essere classificata come piante perenni con radici poco profonde
(Rundel e Nobel 1991). Nel deserto di Sonora, le radici della maggior parte dei cactus di solito non crescono in profondità per più di di 15-30 cm sebbene le radici di alcune specie possono estendersi lateralmente per più di 10 m dalla pianta base (Cannone 1911).
Non sorprende che le radici più profonde siano state trovate per i cactus colonnari.
Una giovane pianta di Carnegiea gigantea, alta 1,2 m, aveva un robusto fittone che penetrava per 30 cm e radici laterali che si estendevano da 1,5 m a 5 m di distanza dalla pianta, mentre una pianta più vecchia, alta 6,8 m aveva radici laterali fino a 9,7 m di lunghezza che penetravano fino ad una profondità di 77 cm (Cannon 1911), forse le radici di cactus più profonde mai registrate.

Ste
 
Ultima modifica:

monikk64

Fiorin Florello
mi dite gentilmente la sua varietà?
ho sempre pensato che fosse un grusonii, ma guardando le foto vedo delle differenze importanti.....
il mio pallino ha le coste (o costole? ignorantissima!) meno pronunciate e più arrotondate........
mumble mumble.....
 
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