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Biologico....... che ne pensate?

Piccio.S

Aspirante Giardinauta
secondo me ci si dimentica di un piccolo particolare: le varietà.
quelle che coltiviamo sono varietà iper produttive,selezionate dopo migliaia di incroci,di sperimenti con le biotecnologie,per la maggior parte atte,appunto,ad un aumento della produzione finale.
come le medicine hanno una controindicazione;nel nostro caso quella della scarsa resistenza ai patogeni.

insomma, più che dare la colpa alla selezione delle cultivar c'è da considerare la resistenza indotta proprio dai pesticidi (o da cause molto più naturali) nei parassiti.
La selezione delle cultivar e la scelta dei portinnesti ha come scopo, fra i tanti, anche quello di ottenere piante intrinsecamente immuni da certe patologie o parassiti (esempio più famoso, vita americana come p.i. della vite europea...).
Di contro parliamo di organismi, i parassiti, vuoi che siano "insetti" o funghi o virus, presenti in milioni o miliardi di individui, che possono produrre diverse generazioni all' anno...
Col passare dei decenni è relativamente ragionevole pensare che detti parassiti diventeranno sempre più resistenti agli attuali prodotti chimici
 

nicola71

Guru Giardinauta
ci vuole buon senso!
va bene che le mele bacate non le comprerebbe nessuno!
ma sapere che le mele che mangiamo sono state irrorate da pesticidi e tutto il resto per un numero sconsiderato di volte non va altrettanto bene.
Eppure è quanto succede!

Io obbligherei a mettere sui cartellini di frutta e verdura il numero di trattamenti effettuati e con cosa sono stati effettuati.
In fin dei conti antiparassitari ed insetticidi fanno parte degli ingredianti di quanto mangiamo!

Che ne dite?

si non esistono i cartellini che ti dicono i numeri e trattamenti effettuati,ma esistono veri e propi controlli dal usl sia in aziende e sia nei punti vendita,esistono regole ben precise nell'uso dei fitofarmaci, che se rispettate(se non le rispetti la frutta non si puo vendere)arrivi alla raccolta con residui bassi stabiliti dalla legge non dannosi. Non esistono cartellini ma esistono fatture e il libro aziendale dove si può verificare quale prodotto è stato dato,in che quantità,con che frequenza ecc. Tutto viene registrato e controllato.Il biologico secondo me esiste solo nel privato ,nel piccolo orticello,quando uno ha due o tre piante ,qui le malattie non si diffondono e non sono tenaci come nella realtà produttiva
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Fin qua tutto bene, ma quando abbiamo voluto creare la nostra etichetta per l'olio, è cascato l'asino, ovvero siamo cascati noi, dovevamo spedire una copia dell'etichetta e chiedere l'autorizzazione per stamparla entro un certo numero e pagare, altrettanto facciamo per il biologico.

Trovo giusto che ci siano delle regole e che vengano rispettate, ma noi ci troviamo solo a pagare per essere autorizzati ad usare un marchio, l'IGP, limitato e pagare per il biologico avendo tra l'altro tutta una serie di registri e controlli, quando credo che in presenza di una legge sull'autocertificazione, potremo autocertificare che non usiamo pesticidi o diserbanti, sotto la nostra personale responsabilità e, se quancuno vuole controllare che venga, non ci sono problemi.

Il problema è che tutte queste spese vanno ad aumentare notevolmente il costo del prodotto e molti contadini non possono sopportare anche queste spese.

Voi che ne pensate???
Premetto che io non ne so quasi nulla in questo campo, però mi sembra che i prodotti biologici costano di più anche perchè tutti questi controlli e certificati costano, ma è anche giusto che sia così: Se bastasse un'autocertificazione gratuita per vendere un prodotto come "biologico", allora sai quanti prodotti non biologici verrebbero spacciati per tali? Mica si possono fare controlli a tappeto per tutti, quindi il fatto di pagare è un incentivo a produrre biologico solo se uno ci tiene veramente, e non certo perchè conveniente economicamente. Un malintenzionato che volesse spacciare la sua roba per biologica, ci pensa bene prima di pagare il marchio, se invece questo non gli costasse nulla sarebbe tentato a fare carte false sperando di non essere controllato.
Almeno, io ragiono così. Poi tutto il discorso biologico sì, biologico no è questione di scelte personali. Certamente è possibile coltivare piante senza utilizzare prodotti chimici: nel peggiore dei casi si avrà una produzione molto ridotta di frutti vendibili, e anche per questo tali prodotti costano di più.
 
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Mirtilla

Aspirante Giardinauta
grazie a tutti per l'interessante discussione :)

Voi siete tutti professionisti, credo che il discorso sia diverso per chi come me ha tre piccole piante (no beh, iniziano ad essere un pochino di più: tre susini, un caco, due peri, un melograno) e qualche cespuglio (ribes, uvaspina), e pochi metri di orto: in questo caso trovo folle ricorrere a prodotti chimici come se si avesse una coltivazione estesa, spesso basta dare un'occhiatina alla pianta e allontanare due tre bruchetti o togliere la foglia malata e non serve molto di più. E in questi casi perchè non provare i rimedi tipo estratti di ortica e cose così, soprattutto a scopo preventivo? As es, ho controllato via via le foglie dei miei alberini da frutta per tutta la stagione, tolto manualmente afidi e anche uova di un qualche insetto dalla pagina inferiore delle foglie del susino stanley; adesso la cenere (di faggio e castagno!) è ai piedi dei miei alberi da frutta. L'ho setacciata, miscelata alla terra, e sparsa fin dove arrivano i rami a far ombra. Prima ho tolto, a mano, le radici delle infestanti. Dopo ho messo sopra un bello strato di foglie di faggio, fino alle "ginocchia" degli alberi perchè non soffrissero il gelo (che sia colpa delle mie eccessive precauzioni la mancanza di freddo quest'anno??? :martello: )
Se avessi avuto un frutteto esteso... mmm chissà... sarebbe stato certo un bel lavorone. Impensabile direi. Per di più le piante tutte uguali si contagiano a vicenda come i bimbi quando li metti insieme all'asilo. Forse sarebbe poi stato giusto usare al momento opportuno e nelle quantità adatte, un prodotto chimico.

Non so nulla degli ulivi, ma mi piacciono così tanto che propongo anche io di darvi uno stipendio da giardinieri :flower: .
 
Ultima modifica:

Mirtilla

Aspirante Giardinauta
volevo aggiungere che per casa spesso i vivai ci vendono le piante che sono generalemnte utilizzate per la produzione su larga scala. Se si recuperano delle piante he fanno frutti che magari maturano a due a due, o i cui frutti non si conservano molto dopo la raccolta, ma che sono più adatte l nostro clima, e epr questo meno inclini ad ammalarsi perchè stentano ad ambientarsi, forse va meglio...
 

fiorita

Giardinauta Senior
Personalmente, a parte tutti i discorsoni che fate sul buon senso, che, diciamoci la verità, è inesistente nella maggior parte dei contadini che usano i prodotti (tutti i prodotti), naturalmente voi esclusi, io come consumatrice preferisco i prodotti biologici, perchè sono più BUONI. Io non so che razza di papille gustative avete voi, ma io la differenza la sento quando si tratta di VERO biologico (perchè poi ci sono anche quelli che vendono come biologico roba che è solo mal riuscita, e di biologico ha solo l'etichetta).
Io mi chiedo come ha fatto l'agricoltura a sopravvivere prima che inventassero i prodotti di sintesi, eppure l'olio lo facevano anche allora...
Parliamoci chiaro, io non dico che sia facile, ma per me ne vale la pena, perchè oltretutto, di olio come ne fanno in Spagna,lo possono fare dappertutto, (e lasciamo stare il sapore dell'olio spagnolo), ma gli uliveti secolari li abbiamo solo noi (si fa per dire), e solo noi possiamo conservarli, per me vale ancora il detto " nella botte piccola, il vino buono", e questo è quanto.
Concordo in pieno con chi dice che dovrebbero essere dati maggiori incentivi alle produzioni che concorrono alla conservazione del territorio.
Concordo in pieno anche con chi sostiene che i costi per l'ottenimento delle certificazioni siano eccessivi, anche perchè, a parte pretendere i pagamenti, poi gli enti di certificazione non garantiscono un cavolo e non controllano a sufficienza.
 

kiwoncello

Master Florello
grazie a tutti per l'interessante discussione :)

Voi siete tutti professionisti, credo che il discorso sia diverso per chi come me ha tre piccole piante (no beh, iniziano ad essere un pochino di più: tre susini, un caco, due peri, un melograno) e qualche cespuglio (ribes, uvaspina), e pochi metri di orto: in questo caso trovo folle ricorrere a prodotti chimici come se si avesse una coltivazione estesa, spesso basta dare un'occhiatina alla pianta e allontanare due tre bruchetti o togliere la foglia malata e non serve molto di più. E in questi casi perchè non provare i rimedi tipo estratti di ortica e cose così, soprattutto a scopo preventivo? As es, ho controllato via via le foglie dei miei alberini da frutta per tutta la stagione, tolto manualmente afidi e anche uova di un qualche insetto dalla pagina inferiore delle foglie del susino stanley; adesso la cenere (di faggio e castagno!) è ai piedi dei miei alberi da frutta. L'ho setacciata, miscelata alla terra, e sparsa fin dove arrivano i rami a far ombra. Prima ho tolto, a mano, le radici delle infestanti. Dopo ho messo sopra un bello strato di foglie di faggio, fino alle "ginocchia" degli alberi perchè non soffrissero il gelo (che sia colpa delle mie eccessive precauzioni la mancanza di freddo quest'anno??? :martello: )
Se avessi avuto un frutteto esteso... mmm chissà... sarebbe stato certo un bel lavorone. Impensabile direi. Per di più le piante tutte uguali si contagiano a vicenda come i bimbi quando li metti insieme all'asilo. Forse sarebbe poi stato giusto usare al momento opportuno e nelle quantità adatte, un prodotto chimico.

Non so nulla degli ulivi, ma mi piacciono così tanto che propongo anche io di darvi uno stipendio da giardinieri :flower: .

Mirtilla, quanto dici è pieno di buon senso. Neppur io quando le mie ipermegagardenie (e lo dico con orgoglio) hanno un pò di cocciniglia anziché annegarle col Cydial od altro mi metto lì e le tolgo con cotone imbevuto d'alcol. Ovviamente però se di gardenie ne avessi cento o mille me lo scorderei il metodo empirico-fatto in casa.......
 

kiwoncello

Master Florello
Personalmente, a parte tutti i discorsoni che fate sul buon senso, che, diciamoci la verità, è inesistente nella maggior parte dei contadini che usano i prodotti (tutti i prodotti), naturalmente voi esclusi, io come consumatrice preferisco i prodotti biologici, perchè sono più BUONI. Io non so che razza di papille gustative avete voi, ma io la differenza la sento quando si tratta di VERO biologico (perchè poi ci sono anche quelli che vendono come biologico roba che è solo mal riuscita, e di biologico ha solo l'etichetta).
Io mi chiedo come ha fatto l'agricoltura a sopravvivere prima che inventassero i prodotti di sintesi, eppure l'olio lo facevano anche allora...
Parliamoci chiaro, io non dico che sia facile, ma per me ne vale la pena, perchè oltretutto, di olio come ne fanno in Spagna,lo possono fare dappertutto, (e lasciamo stare il sapore dell'olio spagnolo), ma gli uliveti secolari li abbiamo solo noi (si fa per dire), e solo noi possiamo conservarli, per me vale ancora il detto " nella botte piccola, il vino buono", e questo è quanto.
Concordo in pieno con chi dice che dovrebbero essere dati maggiori incentivi alle produzioni che concorrono alla conservazione del territorio.
Concordo in pieno anche con chi sostiene che i costi per l'ottenimento delle certificazioni siano eccessivi, anche perchè, a parte pretendere i pagamenti, poi gli enti di certificazione non garantiscono un cavolo e non controllano a sufficienza.


Fiorita, prima dell'avvento dei fitofarmaci moderni l'agricoltura era totalmente eroica e casuale. Non a caso le carestie erano periodicamente ricorrenti e la gente moriva di fame. Le produzioni erano molto spesso a rischio dal pdv tossicologico; mai sentito parlare ad es. della "segale cornuta" cioé granaglie infestate dalla Claviceps purpurea tanto per citare un caso? Comunque -e l'ho già scritto non ricordo dove - quando chiedevo ai grandi vecchi come fosse l'olio che producevano tutti lo definivano come una vera schifezza e tutti concordavano nel fatto che la frutta fosse perennemente infestata tanto che spesso la raccoglievano non del tutto matura per farne marmellate come alternativa rispetto a nutrirne il bestiame. Il "famigerato" DDT ha salvato intere popolazioni dalla fame salvandone i raccolti agricoli. E poi Fiorita non vedo come i trattamenti con prodotti comunque a ragionevole semivita e che spariscono totalmente entro tempi brevi possano influenzare il gusto di un prodotto. Quanto agli olivi secolari, i miei lo sono, li amo, ci parlo; ma se un giorno dopo di me verrà qualcuno che li espianterà e ne metterà di nuovi per farne una coltivazione moderna e sperabilmente più redditizia bene farà......
Infine come ultima considerazione un conto è decidere di non trattare assolutamente verdura e piante da frutto consumando ciò che ne viene fuori sia pure variamente colpito dai parassiti, un altro è credere che i prodotti etichettati come "biologici" siano esenti da applicazioni di prodotti comunque tossici.
 

Emanuela Pit

Apprendista Florello
grazie a tutti per l'interessante discussione :)

......Impensabile direi. Per di più le piante tutte uguali si contagiano a vicenda come i bimbi quando li metti insieme all'asilo. Forse sarebbe poi stato giusto usare al momento opportuno e nelle quantità adatte, un prodotto chimico.

Non so nulla degli ulivi, ma mi piacciono così tanto che propongo anche io di darvi uno stipendio da giardinieri :flower: .

Grazie a te :)

mi piace questo concetto, piante come bimbi, molto bello grazie anche per questo :)
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Io quoto Kiwo.
In effetti non ho mai sentito una differenza di gusto tra prodotti "biologici" e non, semmai ho sentito varietà di frutti di sapore diverso, magari anche schifoso, ma dovuto ad es. a varietà scadenti, magari frutta importata chissà da dove in periodi dell'anno assolutamente fuori stagione. Si scelgono spesso per motivi di guadagno, varietà che magari hanno un'alta produzione, ma sapore scadente, indipendentemente che vengano trattati o meno, o infine, frutta e verdura conservata per molte settimane in celle frigorifere per esigenze di mercato o di trasporto.
Perciò l'errata convinzione che tutto ciò che sia trattato sia immangiabile secondo me è dovuto proprio a questo. Il "sapore" non è influenzato da pesticidi o concimi chimici. Poi naturalemente il fatto che un prodotto trattato sia meno "sano" di uno non trattato, può anche essere, non dico di no, ma non farei di tutte le erbe un fascio. Ci sono prodotti "biologici" che somministrati senza criterio fanno più danni di quelli chimici. Un esempio su tutti: un anticrittogamico biologico (di cui non ricordo il nome), utilizzato in agricoltura biologica, sta decimando le coltivazioni di alcune varietà di funghi mangerecci coltivati, perchè il principio attivo in esso contenuto, oltre a uccidere i funghi patogeni colpisce anche quelli buoni.
 

stefanomotta

Giardinauta
Mi inserisco anch'io da inesperto, dilettante neo "produttore d'olio". Quest'anno ho avuto i primi risultati. Poco olio,, per motivi logostici di effettiva distanza dall'uliveto, ma di buona qualità. Ma come ha detto Kiwo se non avesi fatto due trattamenti contro la mosca dell'olivo non avrei ottenuto nulla. O meglio olio acido e di qualità scadente. Spremuta di larve di mosca. Qui in Liguria, se vuoi l'olio, devi fare i trattamenti. E' una realtà.
Io lo faccio per me e per i miei amici. Ma chi produce come Emanuela non può permettersi annate buche.
L'anno scorso infatti non ho fatto assolutamente nulla e le olive camminavano da sole. La situazione varia molto dalla Liguria dove ho l'uliveto, alla Toscana o dall'Umbria dove, a quanto pare, è sufficente l'utilizzo delle trappole. Per non parlare della Puglia Calabria e ogni altra zona oleifera. Ma la sostanza non penso cambi molto. Se vuoi la produzione, devi operare per difendere le colture.

Io, Emanuela, ascolto e scimmiotto che produce in zona; certo posso vagliare le loro informazioni, ma essendo "straniero" e dilettante non mi conviene più di tanto. Qui sul forum Kiwo ha ampiamente confermato queste indicazioni Ho già due dati alla mano, due anni che mi danno indicazioni preziose su come e cosa fare per....

E' altrettanto vero che la situazione degli uliveti abbandonati sta diventando incredibilmente complessa. Io, a parte una piccola striscia di confine, sono circondato da "foreste" quasi impenetrabili. Questo rende di fatto chi coltiva una piccola oasi appetibile.

La proposta di Olito è interessante. Mi chiedo solo quanto denaro, magari comunitario, è già stato stanziato per scopi simili e che non arrivarà mai nelle tasche di chi vuole fare sul serio.

Stefano
 
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