Bisogna sapere che la Bagna caoda con l'accento circonflesso sulla o, in origine era una scusa, un alibi, per riunire gruppi di amici nelle buie serate d'inverno, in baite o crotiini, a fare baldoria e bere fiumi di vino.
Doveva essere quindi il più saporito possibile, pertanto le acciughe non erano assolutamente lavate nel latte per dissalarle, perchè dovevano essere il più salato possibile-
Le acciughe venivano quindi pestate nel mortaio di marmo con tutte le spine e le interiora.
Di più, la colatura delle acciughe o liquido di governo veniva messo religiosamente da parte ed aggiunto alla preparazione alla fine come tocco finale.
La pasta di acciughe così ottenuta veniva mantecata a fuoco basso nel burro fuso, quello di malga color giallo intenso, a questo punto si aggiungeva l'aglio pestato anche quello nel mortaio fino a diventare una pasta oleosa, togliere l'anima dell'aglio era considerata un'eresia.
Parlare di latte, panna, pomodoro nocciole noci ed altre simili nefandezze avrebbe significato farsi cacciare via dalla dalla combriccola e farsi bannare in sempiternum da ogni futura iniziativa del genere.
Ottenuta una crema molto densa veniva aggiunto l'olio di oliva al solo scopo di allungare il brodo, altrimenti la salsa sarebbe terminata troppo rapidamente.
Veniva aggiunto a questo punto un quantitativo adeguato di vino rosso molto forte, molto prossimo a diventare aceto e si lasciava sobbollire a fuoco molto basso affinchè la salsa si condensasse nella giusta densità.
I più feroci aggiungevano pizzichi di peperoncino rosso per dare quel tocco di fuoco in più, come se ce ne fosse bisogno.
Il vino da abbinare era uno solo: una bella barberaccia, ma non quella che si usa adesso barricata, da fighetti, no no, doveva essere una vera Barbera da osteria di quelle che raspano in gola e servono benissimo da antidoto agli effetti dell'aglio.
Anche le verdure andavano selezionate con cura
I cardi dovevano essere quelli gobbi di Nizza Monferrato
i peperoni quelli di Carmagnola,
i porri quelli di Cervere
i cipollotti quelli violetti di Tropea (a trovarli)
I topinambourg di golena del Tanaro e non quelli di coltivo
la verza bianca che abbia subito gli effetti della brina in campo aperto
ad libitum secondo i propri gusti personali
recentemente sono state aggiunte anche verdure cotte e qui già i puristi storcono il naso, ma tant'è: in democrazia ognuno fa come gli pare...
Per adeguarsi ai diversi stili di vita contemporanea la ricetta originale è stata addomesticata parecchio, bisogna dire anche che non ci sono più gli stomaci di una volta...
Personalmente io seguo ancora l'antico disciplinare e devo dire che devo calmierare gli amici che si autoinvitano
e dimostrano di gradire ancora le vecchie usanze.
Certo se offrissi da bere un bianco li vedrei diradarsi di colpo, come dargli torto....
Insomma; fate un po come vi pare, ma il latte e la panna no, nel vostro interesse: la bagna caoda diventa di un indigesto pazzesco.
Ad majora!