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attacco alla Pomelia e caduta steli florali

Cillina

Aspirante Giardinauta
Buon pomeriggio a tutti,

come da titolo il mio problema riguarda due piante di Pomelia.
La prima (California sunset) è stata attaccata dal ragnetto rosso, l'ho trattata la settimana scorsa con tau fluvalinate (una fialettina diluita in un litro d'acqua e irrorata con spruzzino) e a parte aver perso le foglie già moribonde, ora sembra stare meglio. Non ci sono più sottili ragnatele né puntini rossi che si aggirano minacciosi. Il fatto è che la pianta era in fiore, da fine maggio, ma qualche giorno dopo il trattamento uno dei due steli fiorali è caduto, portando ancora alcuni boccioli. Visto che sono alla prima esperienza con queste piante, mi chiedevo se la caduta fosse una conseguenza del trattamento oppure si può considerare che abbia concluso la fioritura. In questi giorni dovrei ripetere il trattamento con il tau, così come consigliato dall'agricola, per evitare nuovi assalti di ragnetti.. potrei perdere anche l'altro stelo secondo voi?
Seconda pianta, secondo problema: Inca Gold, in fiore dai primi di maggio è stata vittima di cocciniglia, "normale" sulle foglie che sono cadute tutte e "lanuginosa" tra i boccioli... Purtroppo me ne sono accorta tardi e appunto sono cadute tutte le foglie che fortunatamente ora stanno ricrescendo, mentre qualche cocciniglia rimane ancora tra i boccioli, anche se in numero minore visto anche il trattamento con il tau allargato anche a questa pianta e la rimozione anche a mano. La fioritura è molto rallentata e alcuni boccioli non arrivano a sviluppo. Potrebbe essere un effetto collaterale del trattamento?
Le due piante sono in casa, vicine a una finestra, prendono molto sole diretto e rimangono in un ambiente luminoso tutto il giorno. Le concimo un volta alla settimana/ogni 10 giorni con una formula ricca in P..
Avete qualche suggerimento per rimettermi in riga e garantire il benessere e la fioritura nei tempi giusti di queste due piante?
 
D

djinn95

Guest
ciao, anche io ho acquistato da poco due plumerie, ma parlando con un corrispondente americano che coltiva quelle e selettivamente solo quelle ho capito che nei nostri climi è una pianta sfigata già in tempo di pace: i fiori sono meno numerosi e grossi 1/5 di come sono alle Hawaii, ed il nostro clima sostanzialmente più umido e con inverni inadatti le sottopone ad ogni genere di indebolimento possibile immaginabile. Detto ciò: la caduta dei rami floreali e il rallentamento dei boccioli secondo me sono dovuti principalmente al fatto che i parassiti non sono stati presi in tempo e hanno fatto danni talmente ingenti da inibire la produzione di fiori in entrambi i casi... come sopra citato, già le plumeria fioriscono meno e faticosamente, figurati se hai delle cocciniglie che pasteggiano allegramente sottraendo nutrienti e dei ragnetti rossi che pungono e avvelenano i tessuti. Un'altra cosa che mi crea sospetto è che in genere sia cocciniglia che ragnetto rosso proliferano in ambienti siccitosi/poco umidi, mentre la plumeria in epoca di crescita gradisce molta umidità e magari delle nebulizzazioni, quindi forse anche questo ha influito sulla fioritura che tuttavia ho capito che avviene al secco (riporto dalla regia un: Never ever ever spinkle water over the plumeria blossoms or the flowers will open with any sort of deformity, or they will not open at all)...
diciamo che magari se le infestazioni si prendevano prima magari i danni erano meno ingenti. I prodotti insetticidi e acaricidi bene non fanno, ma a me non hanno mai inficiato la fioritura di nulla
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
- Cillina,
le plumerie possono essere soggette ad attacchi di cocciniglia e acari se sono tenute in posti poco ventilati, ovviamente in casa gli attacchi sono ben più virulenti. Riguardo alla luce, anche se sono vicine ad una finestra esposta a sud, sarà sempre inferiore, e non di poco, di quella che riceverebbero davanti alla stessa finestra all'aperto, in sintesi, non puoi metterle dall'inizio primavera all'autunno fuori casa?

- djinn,
"i fiori sono meno numerosi e grossi 1/5 di come sono alle Hawaii" niente di più falso, e non mi riferisco alle piante coltivate in Sicilia, vedasi https://forum.giardinaggio.it/threads/plumerie.261862/ ma a quelle coltivate da alcuni appassionati in pianura padana, che naturalmente devono passare l'inverno in serra o in un locale protetto, ma che in estate fioriscono esattamente come alle Hawaii.
 
D

djinn95

Guest
Caro Pietro, ho visto molte plumerie coltivate qui in pianura padana e ti posso assicurare che, anche in vivaio, hanno fiori assai più piccini che in natura. Ma questa è una cosa quasi ovvia.
Non sono d'accordo con la virulenza: in casa le piante sono assai più sotto controllo e dovrebbe essere molto più diagnosticabile (e assai più in fretta) una qualunque patologia. Mi trovo assai d'accordo invece sull'esposizione
 

Cillina

Aspirante Giardinauta
Grazie a tutti per le vostre risposte.. purtroppo non ho modo di tenere le piante fuori casa, ma faccio del mio lasciando la finestra aperta in modo che i raggi del sole gli arrivino "non filtrati". Cercherò di rendere l'ambiente più umido: anche vaporizzare le foglie con acqua può essere un inizio?
Per quanto riguarda gli steli fiorali, ci sono possibilità che ricaccino prima della fine della bella stagione? Su 3 rami, due avevano fiori, in uno lo stelo è caduto mentre l'altro ancora resiste; il terzo ramo fa solo foglie...
Per le infestazioni sto cercando di essere più atttenta, la velocità con cui mi hanno messo ko le piante mi ha proprio colta impreparata..
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Caro Pietro, ho visto molte plumerie coltivate qui in pianura padana e ti posso assicurare che, anche in vivaio, hanno fiori assai più piccini che in natura. Ma questa è una cosa quasi ovvia.
Non sono d'accordo con la virulenza: in casa le piante sono assai più sotto controllo e dovrebbe essere molto più diagnosticabile (e assai più in fretta) una qualunque patologia. Mi trovo assai d'accordo invece sull'esposizione

Premesso che le diverse centinaia di varietà di plumerie coltivate hanno colori, forma e dimensioni diverse, queste ultime molto variabili, da 5 a 12 cm di diametro, come è facile verificare scorrendo i cataloghi in rete dei produttori americani e tailandesi, io (e non solo io) ho visto, per più anni di seguito, ben oltre un centinaio di plumerie sul cocuzzolo di una collina bolognese con fioriture eccezionali, anche più di quelle viste ai tropici, non preciso località e nome del possessore perchè è già abbastanza meta di "pellegrinaggi" di appassionati del nord Italia; di recente, avendo una certa età ed essendo molto impegnato nella sua professione, ha donato buona parte della sua collezione a un orto botanico della Toscana. A parte ciò è facile vedere nei vivai del nord piante con fiori più piccoli del normale, le plumerie si riproducono per talea, solo modo per conservare la varietà, le talee provenienti dai tropici o dalla Sicilia fioriscono facilmente anche senza radici, perchè la fioritura si "prepara" durante il riposo invernale, ma per ovvi motivi con fiori più piccoli, poi magari non fioriscono per più anni. Il motivo per cui queste piante, in vaso, possono fiorire allo stesso identico modo, se correttamente coltivate, a Honolulu come a Bolzano o Toronto (e non è un modo di dire) è semplice, quando la temperatura e l'intensità luminosa diminuiscono vanno in riposo assoluto, occorre solo l'accortezza di conservarle in un luogo ventilato con temperature non inferiori a 10 °C, per cui possono essere coltivate a latitudini impensabili per piante tropicali.

Cillina, le plumerie non hanno bisogno di nebulizzazioni, solo la giusta acqua al terriccio.
 
D

djinn95

Guest
Va beh, io ho le mie idee e vedremo se i miei metodi di coltivazione me le faranno cambiare, per il momento sono piuttosto certo che a trento non ci siano gli alberi di plumeria come a honolulu. Poi è ovvio e matematico che si possa fare tutto, ma ne abbiamo già discusso in altri reparti e mi sono sempre detto contrario alle coltivazioni estreme. Ció non toglie valore alle mie affermazioni primigenie, ovvero che le plumerie non possono essere abbandonate a loro stesse.
Il ragnetto rosso è manifesto indice di bassa umidità, laddove si abbia umidità elevata (tipp qui) ti assicuro che non sappiamo nemmeno come sia fatto. Quindi per quanto non necessario sarebbe assolutamente auspicabile nebulizzare...
... peccato che questa coltivazione di plumerie sia in un posto non ben identificato, mi piacerebbe molto campionare qualche specie o farmene donare una :)
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Naturalmente alberi in piena terra a Trento non se ne trovano (ma si potrebbero trovare in vaso) mentre stranamente si possono trovare in Canada, alcuni collezionisti hanno messo a punto un preciso metodo di coltivazione, quando le temperature iniziano a diminuire sradicano le piante, liberano le radici dalla terra e le conservano in garage (riscaldati, altrimenti le auto non si muoverebbero), in primavera le tirano fuori, le interrano e iniziano una concimazione cadenzata e varia che le porta a fioritura. Anni fa ho saputo che qualcosa di simile faceva una signora di Cefalù (anche se lì non ci sarebbe bisogno), in autunno le sradicava le "impiccava" alle travi di una vecchia stalla e e reimpiantava in primavera, non sono mai riuscito a sapere perchè.
A proposito del ragnetto rosso, c'è scritto da tutte le parti che prolifera in ambienti secchi e non in ambienti umidi, io devo avere una specie che non sa leggere :), nella piccola serra con umidità quasi al 100 % imperversa e ogni anno mi uccide qualche pianta, riesco a diminuirne la popolazione in estate mettendo le piante fuori, al secco...

... peccato che questa coltivazione di plumerie sia in un posto non ben identificato, mi piacerebbe molto campionare qualche specie o farmene donare una :)

è proprio questo il motivo per cui la persona in questione preferisce stare nell'ombra, perchè non può rispondere a tutte le richieste e perchè non ha il tempo di ricevere tutti coloro che vorrebbero vedere la sua collezione, che comunque ora in buona è in un orto botanico (non ce ne sono molti in Toscana che hanno una collezione di plumerie...). Per il resto è una persona estremamente colta, gentile e generosa, un buon 30 % delle mie sono di sua provenienza.
 
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