• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

la lingua italiana

garofano

Maestro Giardinauta
Ho letto un articolo che mi ha sorpreso,non poco.
Vistola strabordante presenza della lingua inglese (o meglio,dell'americano)nel liguaggo parlato di tutti i giorni,ero arrivata a pensare che la lingua italiana fosse parlata da quattro gatti,e in questo numero disperavo di comprendervi molti miei connazionali,visto l'analfabetismo di ritorno e le varia contaminazioni linguistiche.E invece,con mio sommo stupore,ho appreso che la nostra lingua è una delle dieci lingue più parlate e studiate al mondo
La cosa mi ha fatto molto piacere:amo la nostra lingua,la trovo bellissima e ricca,molto musicale(specialmente se parlata con una dizione un po' decente,non dico da Accademia d'arte drammatica,ma decente).
C'è un'altra cosa che mi ha fatto pensare:la nostra lingua è strettamente associata alla nostra cultura,al nostro patrimonio culturale e di civiltà.Basta pensare,per esempio, che le espressioni del linguaggio musicale,ad esempio le istruzioni di esecuzione di un brano che si legono sugli spartiti di musica,sono initaliano,per es."pianissimo","andante" "allegro".
Le opere liriche di compositori italiani vengono cantate in italiano,anche se i cantanti sono giapponesi.
Altro esempio:ci sono prodotti industriali,come la macchina da scrivere Olivetti lettera 32, o la poltrona Frau che sono cosiderati oggetti di design,opere d'arte,al punto che sono in esposizione al Metropolitan Museum di New York.
Quindi,non c'avremo magari il petrolio,o meglio,non c'avremo tutto il petrolio dei Paesi arabi,ma abbiamo tante ricchezze che,se ben valorizzate e utilizzate, ci possono metter in una posizione di tutto rispetto:parlo dell'arte,della cultura,della nostra gastronomia e produzione alimentare.Abbiamo tante di quelle cose buone che all'estero se le sognano.
E anche la nostra industria,la nostra creatività,il nostro artigianato,sono una gran ricchezza.L'Italia ha dettato legge nella moda e nello stile nel corso dei secoli,anche nel Novecento,rivaleggiando con la Francia.
Ancora adesso,malgrado tutto , la nosta creatività si fa notare.
Il nostro patrimonio artistico e culturale è miniera di ispirazione per gli altri paesi e altri artisti nel mondo.
E allora,mi chiedo,perchè ci stiamo facendo portare via tutto questo?
Perchè siamo noi per primi a farci portare via tutto questo?
Perchè siamo noi per primi a rovinare con l'incuria e un insano menefreghismo a rovinare tutto questo?
Perchè permettiamo che insipienti e meschine politiche dei personaggi che ci governano a livello locale e nazionale che accada tutto questo?Eppure è tutta roba che ci appartiene.
Chi dilapida i suoi beni stupidamenteviene considerato un pazzo.E noi,dilapidando questo nostro patrimonio,o deteriorandolo,siamo dei pazzi completi
Penso che saranno forse proprio queste cose che ci permetteranno di mantenere ncora un nostro posto nel mondo.
Non prendetemi per sciovinista,ma penso che non bisogna guardare sempre e solo al di fuori dei nostri confini,(per 'sta mania esterofila che è la nostra dannazione) pensando che quello che c'è fuori è meglio.Abbiamo tanto "meglio" in casa nostra,da proteggere e valorizzare.
 

Marcello

Master Florello
"La potenza politica, militare ed economica di un paese determina l’importanza della sua lingua e le sconfitte geopolitiche comportano quelle linguistiche. La dominazione linguistica scaturisce dunque dalla conquista, dal soggiogamento militare e politico e dallo sfruttamento economico.!

viva l'esperanto!
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Non so dove tu abbia trovato che l'italiano sia una delle 10 lingue più parlate al mondo, ma mi pare un po' una belinata.
http://www.infoplease.com/ipa/A0775272.html
Ma a parte questo, non capisco perchè se nelle altre lingue si usano parole italiane è una cosa buona, mentre se in italiano si usano parole provenienti da altre lingue allora non va bene.
Nessuno ci porta via niente, le lingue si evolvono come hanno sempre fatto, e questa è una delle ragioni per cui in Italia non si parla più il latino, in Danimarca non si parla più il norreno e via dicendo.
E non capisco cosa c'entri tutto ciò con la creatività, lo sviluppo, l'industria e tutto il resto.
Forse il problema è che continuiamo a pensare "guai a chi tocca il nostro passato", mentre magari dovremmo smetterla di pensare ciò che furono coloro che vissero nello stesso luogo secoli fa, rimboccarci le maniche e pensare al futuro. In italiano, inglese, spagnolo, russo o qulasiasi lingua sia utile.
 

Datura rosa

Guru Master Florello
La lingua italiana è musica ma si sta riempiendo di note stonate, acuti esagerati e vere e proprie "stecche".
Ho cominciato a inorridire quando, per esigenze tipografiche, nei giornali si iniziò ad adattare la divisione in sillabe, a usare la punteggiatura "a spaglio"; continuo a farlo quando in TV personaggi del mondo della politica, dello sport, dello spettacolo.......... adottano un linguaggio grammaticalmente scorretto.
Soprattutto, quando la babysitter più in voga, ossia la TV, ne fa figure di riferimento presso i giovani.
Non parlo di sfumature di linguaggio (qual è scritto con l'apostrofo, e anziché ed davanti a parole che iniziano con la "e"), ma di strafalcioni belli e buoni (mica tanto).
Il ricorso, poi, alla comunicazione sintetica con le abbreviazioni, il linguaggio delle chat e degli SMS rischia di sopraffare la lingua e occorrerebbe una maggiore attenzione da parte della scuola (come unica istituzione che segue i ragazzi per un lungo percorso e potrebbe agire in questo senso con efficacia) affinché i giovani comprendano che esiste un linguaggio "conviviale" da usare tra di loro (non da condannare, quindi) e un linguaggio "ufficiale" che è quello da utilizzare, ad esempio, nel mondo del lavoro evitando una commistione con la Lingua Italiana propriamente intesa. Ed anche che esiste un Italiano scritto ed uno parlato!

Penso che il problema sia, comunque, difficilmente risolvibile perché formato da innumerevoli concause come il fatto che si legga sempre meno; soprattutto i giovani sono ormai figli della civiltà dell'immagine per il troppo tempo passato davanti alla Tv e con i videogiochi.
Emozioni e informazioni momentanee che non lasciano traccia, non producono scorte per una successiva utilizzazione, non vanno a riempire i famosi cassetti della memoria.
Mi renderò impopolare ma penso che anche l'abolizione dello studio del latino (anche se tanto l'ho detestato!!!) ha inciso profondamente nel degrado della nostra Lingua ed ha impoverito la conoscenza.
Luigi Luca Cavalli-Sforza, un genetista e scienziato italiano (non un umanista, quindi) ha tessuto le lodi del latino, ricordo una sua frase: fra tutte le mie esperienze scolastiche, la traduzione dal latino è stata l’ attività più vicina alla ricerca scientifica, cioè alla comprensione di ciò che è sconosciuto.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Datura rosa, in molte altre nazioni non si studia il latino, eppure si legge di più. Tradurre dal latino è utile, per carità, ma non sono sicuro che rappresenti una priorità più di quanto non lo siano molte altre materie, l'inglese in testa.
Sarà il mio turno di essere impopolare, ma credo sia molto più importante conoscere due o tre lingue a livello decente piuttosto che conoscere l'italiano come Umberto Eco ma l'inglese come Totò.
Per quanto riguarda TV e videogiochi, io non li condannerei a priori. Io ho passato molto tempo sui videogiochi e ho imparato buona parte del mio inglese in quel modo. Sia per la TV che per i videogiochi, esistono programmi/giochi più o meno formativi; e il problema secondo me non è limitato solo ai giovani: sono molti gli adulti che guardano la "TV spazzatura" con prorammi demenziali e l'esaltazione dell'ignoranza.
Certamente con i videogiochi non si diventa laureati, ma sono stati molti i videogiochi a cui ho giocato che mi hanno stimolato ad approfondire un argomento. A partire da quelli storici, fino a quelli letterari.
Il problema è la lettura? Forse si, anche se non riesco a trovare dei dati comparativi attendibili. http://www.lavoce.info/archives/38766/italiani-un-popolo-di-non-lettori/
Secondo me, se i giovani non leggono, un po' la colpa è della scuola. Se si continua a costringere i ragazzi a leggere Manzoni e Dante a 14 anni, è ovvio che questi percepiscano la lettura come un peso. Se vogliamo che leggano, dobbiamo offrire loro qualcosa che li interessi e li stimoli. Poi, quando saranno grandi, magari apprezzeranno anche I promessi sposi, ma il contrario lo vedo più difficile.
 

Olmo60

Guru Master Florello
la lingua italiana è tra quelle contengono più sfumature di senso, quindi può esprimere meglio più cose a differenza dell'inglese che è sintetico. In questo senso credo che per un italiano conoscere la propria lingua sia una priorità anche per capire poi quello che legge in italiano, che già non sarebbe poco.
le lingue si evolvono MA non lo fanno a casaccio: oggi quella che viene presentata come una necessità imprescindibile, non è altro che un seguire il linguaggio delle élite economiche, (anche il politichese cavalca questa'onda).
Poichè questo linguaggio esclude da sè ogni relazione con un senso diverso da quello scientifico, emerge l'aridità sia del parlato che del parlante: vedi analfabetismo di ritorno.
si legge poco ma si legge anche male, forse manca la volontà, forse abbiamo troppi problemi per incasinarci ancor di più in letture pesanti...forse è colpa della scuola, forse chissà.
del nostro patrimonio artistico importa più ai giapponesi che a noi.
 

Pin

Master Florello
Iniziare a parlare della lingua italiana con 'c'avremo' mi sembra un ossimoro.
Parlare bene la nostra lingua sarebbe una grande cosa, ma l'ignoranza di ritorno o di andata è sempre ignoranza.
Colpa della scuola, della tv, della famiglia, colpa che si legge poco. Ma è assurdo dare sempre la colpa a qualcosa e/o a qualcuno. Si cresce e volendo chiunque può riempire le proprie lacune.
Nella società si deve usare una lingua che ci permetta di comunicare, di leggere, di capire. Quasi tutto è scritto in inglese, anche tante belle canzoni, quindi lingua che ci apre alla comunicazione. Oggi è imperante conoscerlo e parlarlo fluentemente, poi seguono le altre.
La lingua più parlata al mondo è il mandarino, ma non è certo usata e fortunatamente non è diventata un mezzo per capire termini tecnici.
Le nostre grandi opere, sono nostre sono li, quindi possiamo andare a vederle quando vogliamo, quindi andiamo a vedere la sirenetta.
Avete mai notato che sulle scale della torre di Pisa ci sono i nomi ricordo con cuori trafitti? Ma che ce frega, non sarà un graffito a rovinarla. Nelle piazze buttiamo la carta per terra, mica stiamo a casa che dobbiamo poi pulire.
Il menefreghismo è insito in noi, qualcuno lo ha nel dna.
E' nostro quello che ci possiamo portare a casa, il patrimonio culturale no quindi viene considerato 'niente'. Non è mai la mia cicca per terra che deturpa, non portarmi a casa un sanpietrino che può rovinare un sito.
Non è mai il soggetto.
Sono d'accordo con Olmo il nostro patrimonio artistico è più apprezzato dai giapponesi.
 

Olmo60

Guru Master Florello
.
Forse il problema è che continuiamo a pensare "guai a chi tocca il nostro passato", mentre magari dovremmo smetterla di pensare ciò che furono coloro che vissero nello stesso luogo secoli fa, rimboccarci le maniche e pensare al futuro. In italiano, inglese, spagnolo, russo o qulasiasi lingua sia utile.
non dovremmo solo pensare ma anche conservare il passato, che serve eccome, da ogni punto di vista. sarai mica un talebano?
ma mi cade l'occhio su UTILITA'..già..pensare il passato non è utile a una folta schiera di personaggi.
.
Datura rosa, in molte altre nazioni non si studia il latino, eppure si legge di più. Tradurre dal latino è utile, per carità, ma non sono sicuro che rappresenti una priorità più di quanto non lo siano molte altre materie, l'inglese in testa.
Sarà il mio turno di essere impopolare, ma credo sia molto più importante conoscere due o tre lingue a livello decente piuttosto che conoscere l'italiano come Umberto Eco ma l'inglese come Totò.
.
l'importanza dell'inglese, tolto la comunicazione interpersonale (per chi la ricerca) o strettamente per lavoro, c'entra poco con la lettura e la conoscenza: i libri vengono tradotti.
 

Pin

Master Florello
.

l'importanza dell'inglese, tolto la comunicazione interpersonale (per chi la ricerca) o strettamente per lavoro, c'entra poco con la lettura e la conoscenza: i libri vengono tradotti.
Sai come cambia un libro tradotto? e se il traduttore è un cane ancora di più.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Olmo, le lingue si evolvono sul principio del traino scientifico, come è sempre stato, e non delle "elite economiche". Le nuove parole nascono per via delle nuove scoperte.
La lingua della scienza è stata il greco, l'arabo, poi il latino, poi il francese, poi l'inglese.
Non è affatto perdita culturale, anzi. Ma soprattutto non vedo un legame tra l'integrazione linguistica e l'analfabetismo di ritorno. Ci sono moltissime parole che uso sul lavoro e che conosco solo in inglese. Non necessariamente perchè non esistano in italiano, ma solo perchè non le ho mai dovute usare. Ma non credo che si possa parlare, in questo caso, di analfabetismo di ritorno, tanto meno di aridità.
Fino a 30 anni fa c'era meno comunicazione internazionale, meno miscuglio linguistico, ma anche molta più ignoranza e analfabetismo.
Io non mi aspetto che tutti siano ferventi lettori di "letture pesanti" o che abbiano una vastissima cultura artistico-letteraria perchè l'Italia è un paese ricco in questo senso. Come non mi aspetto che tutti siano esperti di fisica, chimica, economia e tutto il resto delle scienze.
Il "patrimonio artistico" è una risorsa quanto un costo: costa mantenerlo (almeno le opere d'arte fisiche) e costa studiarlo, come è una risorsa perchè ci sono persone in tutto il mondo che sono disposte a pagare per usufruirne, cioè ammirarne l'estetica.
Dire che il futuro è più importante del passato non è essere talebani, è essere realisti. Che piaccia o no, il futuro ci tocca viverlo, il passato non lo potremo rivivere. Quindi tanto meglio che ci si concentri su quello che possiamo fare per rendere il futuro migliore, e di sicuro non è mettersi a piangere su un passato che non tornerà.
L'importanza dell'inglese non c'è per chi non la capisce. Solo una minima parte di ciò che è prodotto in inglese viene tradotto (e molte volte in maniera discutibile). A partire dai film fino ad articoli di giornali, ricerche, libri, pubblicazioni scientifiche e ogni altro genere di cosa.
Per fare un esempio, tu hai detto:
la lingua italiana è tra quelle contengono più sfumature di senso, quindi può esprimere meglio più cose a differenza dell'inglese che è sintetico.
Mi domando sulla base di cosa tu dica questo. Questa è la tipica frase di chi l'inglese lo conosce poco o non lo conosce affatto.
Ti posso garantire che l'inglese offre tutte le sfumature che vuoi. Se è vero che ci sono alcuni concetti che in inglese risultano difficili da esprimere, è vero anche il contrario.
Dire che la lingua italiana è tra quelle che contengono più sfutmature di senso senza conoscere le altre lingue non ha molto senso.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Sai come cambia un libro tradotto? e se il traduttore è un cane ancora di più.
si, un pò è vero, ma ci sono anche ottimi traduttori e ottime case editrici, basta cercarle...poi ovvio che se si potesse leggere tutto in origianale sarebbe il massimo.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Olmo, le lingue si evolvono sul principio del traino scientifico, come è sempre stato, e non delle "elite economiche". Le nuove parole nascono per via delle nuove scoperte.
ora se comincia: dire che si evolvono sul principio del traino scientifico (lo dici tu) e dire che si evolvono sul traino delle elite economiche (io) è la stessa cosa se si intende l'economia una scienza. (e sia la scienza che l'economia è sempre stata gestita/formata/problematizzata ecc...da delle elite).
La lingua della scienza è stata il greco, l'arabo, poi il latino, poi il francese, poi l'inglese.
il latino si parlava quando l'egemonia culturale era in mano alla chiesa che di scientifico aveva poco ma tanto di economico. ci sono testi fondamentali per questo discorso che collegano il linguaggio all'evoluzione politica e sociale, raccontano in che modo come e quando è "nata" la linguistica come scienza. Anche a cosa è servita e in cosa si è trasformata. chiaro che non è un discorso chiuso.

Non è affatto perdita culturale, anzi. Ma soprattutto non vedo un legame tra l'integrazione linguistica e l'analfabetismo di ritorno. Ci sono moltissime parole che uso sul lavoro e che conosco solo in inglese. Non necessariamente perchè non esistano in italiano, ma solo perchè non le ho mai dovute usare. Ma non credo che si possa parlare, in questo caso, di analfabetismo di ritorno, tanto meno di aridità.
mai detto che l'integrazione linguistica porti all'analfabetismo = non capire quello che si legge.
il concetto era questo: quando una data lingua si impoverisce di significati, quando si perdono dei significati, anche la comprensione, la capacità di comprensione perde qualcosa. e non c'è dubbio che l'italiano come lingua si stia impoverendo grazie a un uso della stessa solo solo in senso scientifico. chi lo dice? i linguisti non solo italiani. avranno ragione? boh. per me si.
Fino a 30 anni fa c'era meno comunicazione internazionale, meno miscuglio linguistico, ma anche molta più ignoranza e analfabetismo.
parlare più lingue non può che essere arricchimento. trenta anni fa c'era un sapere diverso, (come era diverso il sapere del 500) ma chi usciva dalle università nel 1950 non avrebbe mai detto le castronerie di tanti laureati odierni. Adesso serve soprattutto un sapere tecnico che si esprime in inglese anche in Cina.
Io non mi aspetto che tutti siano ferventi lettori di "letture pesanti" o che abbiano una vastissima cultura artistico-letteraria perchè l'Italia è un paese ricco in questo senso. Come non mi aspetto che tutti siano esperti di fisica, chimica, economia e tutto il resto delle scienze.
ma infatti, neanch'io.
Il "patrimonio artistico" è una risorsa quanto un costo: costa mantenerlo (almeno le opere d'arte fisiche) e costa studiarlo, come è una risorsa perchè ci sono persone in tutto il mondo che sono disposte a pagare per usufruirne, cioè ammirarne l'estetica.
ecco un primo "danno" inevitabile però, aver fatto dell'arte solo un'estetica.*

Dire che il futuro è più importante del passato non è essere talebani, è essere realisti. Che piaccia o no, il futuro ci tocca viverlo, il passato non lo potremo rivivere. Quindi tanto meglio che ci si concentri su quello che possiamo fare per rendere il futuro migliore, e di sicuro non è mettersi a piangere su un passato che non tornerà.
e io non ho detto che il passato sia più importante ma che andrebbe conservato e aggiungo, non solo nei musei. poi certo che chi si ferma è perduto, ma magari si perde anche chi va avanti inseguendo solo fini UTILI. (?).
Ti posso garantire che l'inglese offre tutte le sfumature che vuoi. Se è vero che ci sono alcuni concetti che in inglese risultano difficili da esprimere, è vero anche il contrario.
Dire che la lingua italiana è tra quelle che contengono più sfutmature di senso senza conoscere le altre lingue non ha molto senso.
hai ragione, io non posso dirlo che non conosco l'inglese, ma mi fido di Eco e di tutti gli linguisti.
OT * consiglio a chi interessa l'arte e l'estetica lo studio di Giorgio Agamben "L'uomo senza contenuto" edito da Quodlibet .fine OT.
 
Ultima modifica:

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Olmo, l'economia è una scienza, ma la scienza non è solo economia.
Certamente, la scienza si sviluppa maggiormente laddove c'è sviluppo economico, poichè si riesce a dedicare una maggiore fetta della produzione alla ricerca, e a sua volta, la ricerca accresce la produzione.
Le lingue si evolvono grazie al traino scientifico in generale più che quello economico da solo perchè è la scienza in generale, la scoperta di nuove cose a generare la necessità di coniare nuovi vocaboli.
Utilizzare termini stranieri per identificare alcuni concetti non è necessariamente un impoverire la lingua italiana. Anche in inglese si utilizzano locuzioni latine, parole francesi, italiane e tedesche. Certo, meno italiane e latine, più francesi e tedesche, ma credo sia normale.
Io poi non capisco cosa si intenda dall'uso della lingua solo in senso scientifico. L'italiano si usa oggi come 70 anni fa, con la differenza che oggi sono molti di più quelli che lo parlano correttamente, o se non altro la media si è alzata notevolmente. Fare il paragone sui laureati vale poco, per due ragioni. La prima è che i laureati nel 50 erano molti meno di oggi, la seconda è che l'assunto che la qualità linguistica dei laureati di allora fosse più alta di quelli di oggi è una tua teoria tutta da provare.
Io non so cosa dicano Eco e tutti i linguisti, ma non credo che abbiano detto quello che hai scritto tu. Soprattutto i linguisti stranieri. Ad esempio una falsa leggenda che girava tra gli italiani fino a qualche anno fa è che l'italiano è una delle lingue più ricche di vocaboli e che al contrario l'inglese ne ha molti meno.
Aver fatto dell'arte una cosa estetica non è affatto un danno. L'arte è un po' tutto e un po' niente: se quello che facciamo piace e viene ritenuto di valore, qualcuno lo conserverà. Se io, con tutto il mio impegno farò un quadro in cui metterò tutto il mio sentimento ma quel quadro farà hahare, quel quadro non se lo filerà nessuno a parte qualche parente che lo terrà per motivi affettivi fino a che farà la fine della pelle del vecchio Bendicò nel Gattopardo. Nel bene o nel male è così da sempre.
 

Olmo60

Guru Master Florello
guarda, un discorso del genere è molto vasto: quando ho parlato delle elite economiche mi riferivo alla scienza economica, perchè ritengo che in passato non è stato sempre così, ma da un paio di secoli sia proprio l'economia a fare da traino a tutto il resto e poichè il linguaggio non è avulso dalla società che lo esprime, è anche logico che ne sia influenzato. Vedi? già adottare il termine -logico- per dire -giusto- è un cambiamento colossale, ..come dire esatto, invece che -va bene-.
si, con le scienze si coniano nuovi vocaboli ma questi nuovi vocaboli ampliano il senso delle parole (quindi delle possibilità di espressione di senso) o lo restringono? è un problema che i linguisti discutono da molti decenni, e per quanto ne so, ci sono diverse scuole di pensiero.
l'utilizzo di termini stranieri va benissimo, se l'uso è necessario, indispensabile: oggi li usiamo molto a vanvera, anche per darsi un tono, o perchè piace: a me non piace, ma ognuno è libero.
le due parole che ti porto come esempio fanno parte del linguaggio del fornaio come del docente universitario e sono tratte dal linguaggio scientifico..mica sono brutte, sono soltanto "strette" "sintetiche", non dicono qualcosa che poteva dire "giusto" o "va bene" anche se per te può essere una emerita caxxata. Per linguaggio non intendo solo la lingua scritta, ci sono altri linguaggi che hanno preso la concisione delle scienze, come il cinema (vedi mai un piano sequenza nel cinema degli ultimi 20 anni?, tolti alcuni rari cineasti),e così tutte le forme espressive più o meno.
certo non ho dati statistici su chi sia più ignorante se i pochi laureati degli anni 50 o i molti di adesso, è un'impressione mia quando sento delle interviste del passato e delle interviste di adesso a degli studenti, ma ripeto, è un'impressione.
no, non è affatto così da sempre. solo oggi arte e estetica coincidono e coincidono in quanto l'arte è sempre più un bene di consumo ( e come tale ha un valore economico -si torna li-).
nessuno ha mia guardato un opera per gusto estetico fino a poco tempo fa..se ci pensi, i musei sono opera moderna.
 
Ultima modifica:

Cheguevilla

Giardinauta Senior
La differenza tra logico e giusto c'è sempre stata, semplicemente prima c'erano principi diversi alla base della cultura, ma non è un problema linguistico.
Per quanto riguarda l'evoluzione delle forme di comunicazione, qua l'origine della lingua non ha nulla a che vedere. L'evoluzione c'è stata e c'è per ragioni "tecniche".
Prima di tutto il mezzo di comunicazione: prima ci si scriveva una lettera che impiegava una settimana ad arrivare ad una persona, un mese se la mandavi oltre oceano. Ora in un secondo e mezzo posso mandare a quel paese qualche milione di persone. Certo, il tempo è sempre più limitato, per cui si preferisce la sintesi. Gli SMS, Twitter, Facebook. Se ci troviamo di fronte ad un post con più di 7-8 righe, difficilmente ci metteremo a leggerlo.
Quello che "guida" questo cambiamento è il fruitore: il linguaggio è un codice, e in quanto tale deve essere interpretato da chi riceve il messaggio. Per cui, se il target (non resisto, target mi piace di più di fruitore) è la maggioranza di persone che non ha una cultura accademica, il linguaggio non sarà accademico.
Faccio un esempio, prendendo un film dei primi 70:
Il Riccardelli in questione che apprezza Eisenstein e Dreyer è una minoranza e questi film, benchè ritenuti "capolavori" dai critici, sono difficilmente recepiti dalla massa. La massa vuole vedere Giovannona coscia lunga, l'esorciccio e la polizia s'incazza (che peraltro non esiste).
E sul lavoro è la stessa cosa: io devo fornire i risultati del lavoro magari di una settimana di analisi in mezza pagina. E il mio linguaggio deve essere dannatamente efficiente, perchè non basta scrivere poco, ma devo essere preciso e fare in modo che in mezza pagina il dirigente in questione capisca quello che voglio fargli capire.
Questo problema è comune in tutte le lingue, inglese in primis: avevo un collega di Londra che faceva errori brutti di grammatica.
Televisione, cinema, musica e letteratura hanno un po' cambiato la propria natura, principalmente per la semplicità di accesso alla produzione. Mentre prima fare un film o comporre musica era una cosa per pochi ed era necessaria una certa competenza, oggi un po' tutti hanno accesso e ci sono lavori di qualità piuttosto discutibile. Se una come Licia Troisi può permettersi di pubblicare i suoi libri con la Mondadori e avere migliaia di lettori, qualcosa è andato storto.
Il target resta il problema chiave. Se un film (o un libro) non soddisfa il grande pubblico, non è conveniente. E il grande pubblico ha un livello culturale e letterario più basso di quello che fu il target (questo si, elitario) di una volta. Perchè una volta il grande pubblico non sapeva leggere e tra quelli che sapevano leggere, solo pochi erano in grado di leggere un libro.
Come vedi, non si tratta di un'elite economica, piuttosto il contrario.
OT: E l'arte è sempre stata così: prima, invece del grande pubblico, c'era il mecenatismo. Insomma, invece che soddisfare il gusto di un largo gruppo di persone, era necessario soddisfare quello del cliente. Munch ad esempio dipingeva ritratti di famiglie benestanti per guadagnarsi da vivere, mentre i suoi capolavori li fece nel tempo libero. Poi se i suoi capolavori sono rimasti ed ora Munch è famoso, è solo perchè quei capolavori sono apprezzati. Se invece dell'urlo o della Madonna avesse dipinto una boiata, ora nessuno al di fuori di qualche norvegese ne sentirebbe parlare.
 

Olmo60

Guru Master Florello
mai parlato della differenza dei termini, (in senso di significato, leggi bene) magari del loro diverso uso nel tempo quando ho scritto -ora- sul resto, mai giudicato in merito ai gusti, chissene, solo rilevato dei cambiamenti che mi spiego diversamente da te, che, sempre per me, non sai di che parli, ma contento te...:)
intanto Che, senti che musicalità in terzine:
la vìspa Teresa/ avea tra l'erbetta/ a volo sorpresa/ gentil farfalletta/ e tutta giuliva/ stringendola viva/gridava a distesa:/ "L'ho presa! l'ho presa!":D
 
Ultima modifica:

garofano

Maestro Giardinauta
Per Pin:E' vero,il "c'avremo" non va troppo bene, è un modo di dire romano,ma l'ho usato appositamente per dare al mio intervento un tono più colloquiale,senno' rischiavo di cadere nella retorica ,cosa che odio e che spero di essere riuscita ad evitare.
A parte questo ho apprezzato i tuoi interventi.
Sono d'accordo sull'importanza di una traduzione adeguata di un libro di uno scrittore straniero.Ho dovuto eliminare un libro di Dickens proprio perchè aveva una traduzione orrenda,che mi ha reso impossibile leggere il libro.
Quando posso , preferisco leggere i libri in lingua originale.
 

garofano

Maestro Giardinauta
ai parlato della differenza dei termini, (in senso di significato, leggi bene) magari del loro diverso uso nel tempo quando ho scritto -ora- sul resto, mai giudicato in merito ai gusti, chissene, solo rilevato dei cambiamenti che mi spiego diversamente da te, che, sempre per me, non sai di che parli, ma contento te...:)
intanto Che, senti che musicalità in terzine:
la vìspa Teresa/ avea tra l'erbetta/ a volo sorpresa/ gentil farfalletta/ e tutta giuliva/ stringendola viva/gridava a distesa:/ "L'ho presa! l'ho presa!":D
Giusto!!:)(y)
E allora,questa?Musicalissimi endecasillabi:
<Tanto gentile e tanto onesta pare,
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch' ogni lingua deven tremando muta
e l' occhi non l'ardiscon di guardare.
Ella s'en va,sentendosi laudare,
timidamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta,
da cielo in terra miracol mostrare.
Mostrasi si piacente a chi la mira,
che da per occhi una dolcezza al core
che intender non la puo' chi non la prova.
E par che de sua labbia si muove,
uno spirto soave e pien d'amore,
che va dicendo all'anima "sospira">
E qui mi fermo . Spero di essermela ricordata in modo corretto.Come sapete,questa è di Dante Alighieri,mica pizza e fichi...
 

garofano

Maestro Giardinauta
la vìspa Teresa/ avea tra l'erbetta/ a volo sorpresa/ gentil farfalletta/ e tutta giuliva/ stringendola viva/gridava a distesa:/ "L'ho presa! l'ho presa!":D
Olmo,il "nostro"poeta Trilussa si divertì ad allungarla:dopo avere riportato per intero la filastrocca originale,fa iniziare la sua aggiunta così
<Se questa è la storia
che sanno a memoria
i bimbi di un anno,
pochissimi sanno
che cose le avvenne
quand'era ventenne...>E continua,non dico come...;)
 

Olmo60

Guru Master Florello
Per Pin:E' vero,il "c'avremo" non va troppo bene, è un modo di dire romano,ma l'ho usato appositamente per dare al mio intervento un tono più colloquiale,senno' rischiavo di cadere nella retorica ,cosa che odio e che spero di essere riuscita ad evitare.
A parte questo ho apprezzato i tuoi interventi.
Sono d'accordo sull'importanza di una traduzione adeguata di un libro di uno scrittore straniero.Ho dovuto eliminare un libro di Dickens proprio perchè aveva una traduzione orrenda,che mi ha reso impossibile leggere il libro.
Quando posso , preferisco leggere i libri in lingua originale.
e che romanesco sia se serve per smorzare, alleggerire l'andazzo che si fa pesante! ti mipiaccio.
A me è successo con Joyce: lo stesso testo l'ho comprato due volte perchè la prima mi aveva lasciata a bocca aperta (non c'avevo capito un'acca) quindi mi era capitato per caso di sentirne parlare tramite C. Bene, e fidandomi di Bene (e il personaggio mi avrebbe dovuto mettere all'erta, ahimè) ricomprato tradotto da De Angelis = peggio che peggio. :banghead:
Morale della favola, non sempre se un libro non piace dipende dalla traduzione (almeno non solo) ma proprio dalla differenza di "testa" che c'è tra l'autore e chi legge.
la traduzione la vedo più problematica per la poesia, abbastanza per la letteratura ma quasi zero per la saggistica.
 
Alto