Mette male dar consigli a livello giardinistico sui criteri di difesa di una pianta che ha nel ns Paese una enorme importanza economica, dunque riceve una formidabile attenzione e studio dal punto di vista fitoiatrico, studio tramite il quale sono stati messi a punto metodi previsionali ad es. per l'infezione da peronospora, dalla famosa 'Regola dei tre 10' (stabilita nel 1947 dal prof. Baldacci che ho avuto la fortuna di conoscere in vita), agli attuali modelli epidemiologici (in Italia si chiama Plasmo); inoltre, per fare un accenno ai fitofarmaci, riferendomi all'idrossido di Cu che mi sembra piacerti un sacco, nei prodotti più nuovi è formulato con alcooli terpenici che ne migliorano l'efficacia così che se può dar di meno (in accordo alle raccomandazioni dei Disciplinari Regionali).
Nei Disciplinari di lotta integrata l'erinosi manco è considerata, sia perchè contenuta da trattamenti più abituali contro altre specie più temibili di acari (ragnetto rosso, ragnetto giallo, l'eriofide della c.d. acariosi), sia perchè l'eriofide di cui si parla non provoca danni apprezzabili né alla pianta né alla produzione.
Ti potrei dire che contro l'eriofide dell'acariosi ha dimostrato di possedere una ottima azione collaterale un noto antiperonosporico, sospeso cautelativamente a febb. perchè se finisse in falda e l'acqua di falda venisse prelevata per acquedotto e dunque ozonizzata, darebbe luogo a una molecola cancerogena (richiedeva cmq il patentino, come un altro p.a. valido che si chiama fenazaquin).
Morale: usa se credi il più antico dei rimedi impiegati in agricoltura, cioè lo zolfo, ma a dosi strong (compatibilmente con rischi di fitotossicità).
Ciao