Ecco il "raccontino" che avevo anticipato...
Lo pubblico qui perché, anche se in un modo insolito, si tratta sempre di piante grasse... eventualmente spostatelo pure altrove
Se vi va, leggetelo quando avete un po' di calma.
UNO.
Circa vent’anni fa faceva la sua comparsa nel balcone una palletta spinosa. Era stato mio padre a introdurla in casa presentandola come “cactus”, e tale nome le rimase negli anni a seguire.
Ora questa palletta gittata in un vaso da sola, piccola e spinosa, non mi faceva proprio un gradevole effetto... Forse a causa della sua stessa natura? O del modo in cui era stata sistemata, senza un criterio estetico e un legame armonico con il resto del balconcino? Non so; sta di fatto che mi sembrava “priva di senso” e mi stava decisamente antipatica!
Di certo, non andavo in balcone per vedere il cactus, anzi, non lo pensavo neppure. A me piacevano i tulipani, i fiori della mia infanzia, che mio padre coltivava nel terrazzo quando ero piccolo; mi piacevano anche i papaveri e tutti i fiori di campo, le mimose... ma il cactus proprio no. Così fu da un giorno all’altro che mi accorsi della presenza infausta di numerosi altri vasetti di palle spinose: brutti vasetti di plastica nera o marrone, piazzati qua e là senza criterio. Mio padre aveva staccato i “ciccetti” dalla madre via via che questa figliava, e li aveva invasati. Che brutte le piante grasse, pensavo, identificandole tutte con quei cosi spinosi e invadenti, brutti e pure antipatici.
DUE.
Dopo alcuni anni, eccoci trasferiti in una casa con un grande terrazzo assolato. Fu allora che mio padre minacciò di voler fare “una batteria di cactus”. Sgomento!! Ecco che ci riempiamo di cactus. Cactus ovunque, vasetti di cactus gettati ad ogni angolo, sempre la stessa famiglia, i figli dei figli dei figli ecc... Ne spiccano due più grossi, finiti nel frattempo nel medesimo vaso: la grande madre e la figlia maggiore, a loro volta sempre a figliare e produrre cactus. Siamo decisamente infestati dai cactus, temo di inciamparvi, di pungermi. Me ne troverò uno sul piatto per la cena?
Puntualmente, poi, ogni primavera-estate arriva la foto del fiore. I cactus fanno fiori stupendi, spesso enormi rispetto alla dimensione della pianta, in genere si aprono di notte e notoriamente durano solo 12-24 ore. Sì, s’è capito che è bello, ma ormai lo sappiamo, è sempre il solito, insomma basta fotografarlo!! Sono diventato tangibilmente allergico ai cactus.
TRE.
Ed ecco nuovamente il camion dei traslochi. Nella nuova casa ci sono due balconi di media grandezza di cui solo uno assolato, addio al grande terrazzo di prima! Troppi cactus: così la grande famiglia infestante approda anche nella casa di proprietà in Calabria. Mio padre trasporta al Sud quelli che non può mettere nella nuova casa, cioè tutti tranne la grande madre e le tre maggiori, quattro cactus grossi e grassi che imperturbabili indistruttibili subiscono l’ennesimo trauma da spostamento, e pure le bestemmie dei traslocatori. Ma traumatizzati e bestemmiati eccoli di nuovo figliare e fiorire.
In Calabria, poi, il magnifico terrazzo con vista mare ha gli angoli infestati da cactus. E poi tenuti così male... fossero almeno belli a vedersi! Per fortuna parecchi marciscono... non se ne può più!! Ma che li tiene a fare tutti ‘sti cactus?? Cambiasse non dico genere, ma almeno specie!
QUATTRO.
Ormai mio padre passa la maggior parte dell’anno in Calabria. A me, si sa, piacciono le piante (ovviamente non quelle grasse): ma adesso che avrei modo e voglia di coltivarle, dove le metto? Il balcone, quello assolato, è pieno di cianfrusaglie; c’è un frigorifero rotto usato come mobiletto, scope vecchie... e i quattro cactus giganti. Qualche vaso ci entrerebbe di sicuro, ma tutta questa robaccia rovinerebbe sicuramente l’estetica, senza contare che l’angolo delle piante, per come lo concepisco io, deve essere un piccolo eden: vi immaginate in un eden la carcassa di un frigorifero? Beh, accontentiamoci. Eccomi con i nuovi acquisti: una bouganville, due gelsomini azzurri, e qualche pianta aromatica. Certo che il colpo d’occhio è davvero rovinato da quelle cianfrusaglie, non ho nemmeno carta bianca per buttarle... E poi quei cactus, che fastidio!! E’ una persecuzione infernale.
Lo pubblico qui perché, anche se in un modo insolito, si tratta sempre di piante grasse... eventualmente spostatelo pure altrove
Se vi va, leggetelo quando avete un po' di calma.
UNO.
Circa vent’anni fa faceva la sua comparsa nel balcone una palletta spinosa. Era stato mio padre a introdurla in casa presentandola come “cactus”, e tale nome le rimase negli anni a seguire.
Ora questa palletta gittata in un vaso da sola, piccola e spinosa, non mi faceva proprio un gradevole effetto... Forse a causa della sua stessa natura? O del modo in cui era stata sistemata, senza un criterio estetico e un legame armonico con il resto del balconcino? Non so; sta di fatto che mi sembrava “priva di senso” e mi stava decisamente antipatica!
Di certo, non andavo in balcone per vedere il cactus, anzi, non lo pensavo neppure. A me piacevano i tulipani, i fiori della mia infanzia, che mio padre coltivava nel terrazzo quando ero piccolo; mi piacevano anche i papaveri e tutti i fiori di campo, le mimose... ma il cactus proprio no. Così fu da un giorno all’altro che mi accorsi della presenza infausta di numerosi altri vasetti di palle spinose: brutti vasetti di plastica nera o marrone, piazzati qua e là senza criterio. Mio padre aveva staccato i “ciccetti” dalla madre via via che questa figliava, e li aveva invasati. Che brutte le piante grasse, pensavo, identificandole tutte con quei cosi spinosi e invadenti, brutti e pure antipatici.
DUE.
Dopo alcuni anni, eccoci trasferiti in una casa con un grande terrazzo assolato. Fu allora che mio padre minacciò di voler fare “una batteria di cactus”. Sgomento!! Ecco che ci riempiamo di cactus. Cactus ovunque, vasetti di cactus gettati ad ogni angolo, sempre la stessa famiglia, i figli dei figli dei figli ecc... Ne spiccano due più grossi, finiti nel frattempo nel medesimo vaso: la grande madre e la figlia maggiore, a loro volta sempre a figliare e produrre cactus. Siamo decisamente infestati dai cactus, temo di inciamparvi, di pungermi. Me ne troverò uno sul piatto per la cena?
Puntualmente, poi, ogni primavera-estate arriva la foto del fiore. I cactus fanno fiori stupendi, spesso enormi rispetto alla dimensione della pianta, in genere si aprono di notte e notoriamente durano solo 12-24 ore. Sì, s’è capito che è bello, ma ormai lo sappiamo, è sempre il solito, insomma basta fotografarlo!! Sono diventato tangibilmente allergico ai cactus.
TRE.
Ed ecco nuovamente il camion dei traslochi. Nella nuova casa ci sono due balconi di media grandezza di cui solo uno assolato, addio al grande terrazzo di prima! Troppi cactus: così la grande famiglia infestante approda anche nella casa di proprietà in Calabria. Mio padre trasporta al Sud quelli che non può mettere nella nuova casa, cioè tutti tranne la grande madre e le tre maggiori, quattro cactus grossi e grassi che imperturbabili indistruttibili subiscono l’ennesimo trauma da spostamento, e pure le bestemmie dei traslocatori. Ma traumatizzati e bestemmiati eccoli di nuovo figliare e fiorire.
In Calabria, poi, il magnifico terrazzo con vista mare ha gli angoli infestati da cactus. E poi tenuti così male... fossero almeno belli a vedersi! Per fortuna parecchi marciscono... non se ne può più!! Ma che li tiene a fare tutti ‘sti cactus?? Cambiasse non dico genere, ma almeno specie!
QUATTRO.
Ormai mio padre passa la maggior parte dell’anno in Calabria. A me, si sa, piacciono le piante (ovviamente non quelle grasse): ma adesso che avrei modo e voglia di coltivarle, dove le metto? Il balcone, quello assolato, è pieno di cianfrusaglie; c’è un frigorifero rotto usato come mobiletto, scope vecchie... e i quattro cactus giganti. Qualche vaso ci entrerebbe di sicuro, ma tutta questa robaccia rovinerebbe sicuramente l’estetica, senza contare che l’angolo delle piante, per come lo concepisco io, deve essere un piccolo eden: vi immaginate in un eden la carcassa di un frigorifero? Beh, accontentiamoci. Eccomi con i nuovi acquisti: una bouganville, due gelsomini azzurri, e qualche pianta aromatica. Certo che il colpo d’occhio è davvero rovinato da quelle cianfrusaglie, non ho nemmeno carta bianca per buttarle... E poi quei cactus, che fastidio!! E’ una persecuzione infernale.