oltre a perdere la freddezza, come diceva qui sopra olmo, la scrittura perde gli spigoli più vivi, i periodi si allungano (la differenza col primo libro è nettissima). resta però essenziale. non è che il cambiamento renda lo scritto meno scarno, c'è una ricerca (non vana) della misura, mai un fronzolo, un orpello.
è il carattere di lucas che cambia?, che si ammorbidisce? prova affetto, se non addirittura un amore paterno (ancora più 'amore' in quanto non ne è il padre naturale) per il piccolo mathias. c'è calore e fisicità. rivede se stesso piccino, in fondo, pur senza esserne il genitore fisico, gli ha trasmesso buona parte del proprio carattere, la stessa caparbietà. la consapevolezza della forza interiore.
potrebbe essere uno spoiler, ma lo metto, perchè mi pare che questo minigruppo di lettura (e pure il tipo di libro) sia oltre (sopra?) il pericolo di 'anticipazioni indesiderate'.
per l'uno e bino: pag 225 del cartaceo, o cap. 5 de 'la prova'. dialogo tra lucas e peter:
- Ha ragione. Non voglio raggiungere Claus. Tocca a lui tornare, è lui che è partito.
Peter dice:
- Uno che non esiste non può tornare.