Io da anni riciclo tutto l'umido vegetale di casa nei vasi che sono parecchi.Quindi bucce di frutta,scarti di verdura,scarti di potature o radici vecchie(nel caso dei rari rinvasi),vengono subito ridotti a pezzettini piccoli(per accellerarne la decomposizione) e subito interrati a rotazione nei vasi,ogni tanto il terreno deve essere rivoltato con una paletta perchè l'ossigeno determina una rapida decomposizione priva di cattivi odori.Così facendo ottengo diversi risultati,non cambio la terra dall'epoca del diluvio universale,anzi la terra mi avanza,cresce di anno in anno,perchè ogni anno se ne forma di nuova,grassa e nera come quella dei boschi,i pezzi piccoli si deconpongono più velocemente e siccome sono subito interrati,non attirano insetti e non rilasciano alcun odore.Evito di avere la compostiera tra i piedi,che non è neanche bella a vedersi,non avendo più un angolo del terrazzo libero da vasi.
Io composto anche aghi di pino,che certe volte raccolgo in inverno in qualche pineta al mare(in inverno così non mi vede nessuno),che sembro uno tutto matto a raccogliere quei preziosi aghi manco fossi un ladro.Però le mie acidofile ringraziano,pur avendo io un'acqua di rubinetto molto dura sebbene di gusto assai gradevole al palato(non so cosa sia l'acqua minerale in bottiglia,la minerale mi esce dal rubinetto).
Quindi questa sorta di terriccio di sottobosco che mi faccio in casa lo ritrovo già messo in superfice nei vasi perchè si forma piano piano dove interro gli scarti vegetali,in questi vasi coltivo alberi a foglia caduca e conifere montane.Nel lato esposto al sole,invece coltivo piante mediterranee,con una terra molto povera che non rinnovo da anni perchè la superfice è rocciosa con pietre affioranti,li non faccio nessun compostaggio,nè tocco la superfice fatta di pietre,ma del resto,questo terreno povero e roccioso è proprio l'ambiente d'origine di tali essenze.
Per le piante grasse "rustiche"che riescono a sopportare la neve ed il gelo,giammai il compost,esse devono nascere dagli interstizi delle pietre,con un terriccio magrissimo fatto di quasi sola sabbia che non cambio da tempo immemorabile.Inoltre per far superare loro l'inverno(che in qualche caso ha fatto scendere la temperatura sul terrazzo fino a - 10°) non le copro assolutamente,ma le faccio soffrire di una siccità feroce da agosto in poi(visto che dove le ho messe sono raggiunte dal sole,ma non dalla pioggia.In queste condizioni di fortissima disidratazione,fichi d'india,agavi,cereus e sedum in varietà superano l'inverno senza protestare,anche quando sono sepolte dalla neve gelata,mentre le stesse piante in piena terra in campagna o nei giardini, in caso di forti gelate sono state distrutte completamente(specie i fichi d'india) perchè erano idratate dalle piogge autunnali.
Ovviamente per chi abita a Milano,ed in genere nella Pianura Padana,anche con questo stratagemma perderebbe le piante grasse lasciate all'aperto in inverno.Bisogna rientrarle e basta.