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tecnica per far crescere un bonsai ....dapiccola piantina

GORLA

Florello Senior
metodo Il metodo ‘tagliare e lasciar crescere’
Le piantine prodotte da seme o da talee
radicate di recente devono poter crescere vigorosamente per i primi due anni, cosicchè il loro tronco si ingrossi.
Alcuni coltivatori di bonsai in Giappone esaminano meticolosamente le radici delle giovani piante, rimuovono il fittone e accorciano tutte le radici laterali troppo vigorose, perchè fin dall’inizio si sviluppi un buon apparato radicale disposto radialmente.
L’appassionato può anche comportarsi nello stesso modo, nonostante che durante questo stadio la cosa più importante sia assicurare un vigoroso sviluppo a tutta la pianta. Le giovani piante, tenute sia nella terra che in vasi da fiori, devono essere concimate abbondantemente durante due successive stagioni vegetative: coltivate correttamente possono crescere fino a 30-90 cm. a seconda della specie ( gli aceri, ad esempio, possono raggiungere il mezzo metro, mentre l’olmo cinese e la zelkova giungono anche a 90 cm ). L’intenzione, comunque, non è quella di farle crescere così alte; si tratta piuttosto di sviluppare dei soggetti di piccole dimensioni ma robusti, in modo che il diametro del tronco sia in proporzione con l’immagine finale del futuro bonsai.
L’età migliore per iniziare il trattamento è a circa due anni.
Se il soggetto è troppo giovane, può non essersi sviluppato abbastanza; se è troppo vecchio, il suo tronco può essere diventato troppo rigido per essere educato.
Quando la pianticella ha raggiunto le dimensioni desiderate, deve essere estratta dal terreno e collocata in un vaso da fiori o in una piccola seminiera.
Si possono mettere queste piantine da sole, appaiate o anche in gruppi da tre a cinque nello stesso contenitore.
La composizione del terriccio usato per queste giovani piantine non è molto importante ( basta che sia ben drenato ), visto che la fertilizzazione della pianta verrà realizzata in un secondo tempo, con l’uso di concimi.
Dopo il trapianto, lasciatele crescere liberamente per un anno, affinchè si sviluppino in altezza e soprattutto in diametro del tronco. Nella primavera dell’anno seguente riducetene a metà l’altezza, conservando solo 1 o 2 internodi della ramificazione della stagione corrente.
Dopo questa drastica potatura, l’albero dovrà poter crescere per un altro anno: svilupperà un nuovo apice e contemporaneamente alcuni nuovi rami laterali.
Nella primavera seguente ( cioè durante il quinto anno ) si ripete questo
 

GORLA

Florello Senior
trattamento, asportando tutta la vegetazione della precedente stagione a eccezione di 2 o 3 internodi.
Gli eventuali rami laterali devono essere potati affinchè infittiscano la loro ramificazione.
A questo punto l’albero deve essere estratto dal terreno. Gli si potano parzialmente le radici e lo si rinvasa in un vaso da coltivazione o in una seminiera. Questo processo di tagliar via tutta la vegetazione corrente, eccetto 2 o 3 nodi, viene ripetuto ogni anno fino a che l’albero ha tra gli 8 e i 10 anni. E’ invece sufficente potare le radici ad anni alterni. Giunto a questo punto il giovane alberetto dovrebbe già avere una piacevole conicità e anche un buon diametro del tronco. Con tale metodo di trattamento si può ottenere del materiale per bonsai alto circa 30 – 40 cm. e con un tronco del diametro di 25 – 50 mm. Questo procedimento è forse lento e un pò tedioso, ma può essere il punto di partenza di bonsai ben formati e piacevoli.
Vi sono naturalmente sistemi più veloci per sviluppare degli alberi con il treonco molto più spesso. Tali metodi verranno spiegati in prossimi post. E’ comunque molto gratificante possedere un bonsai che è stato formato completamente con le proprie mani.buon bonsai a tutti anna il testo non e mio .......non sono diventata cosi brava a scrivere
 

miky80

Maestro Giardinauta
:hands13::hands13:grazie mille lo stesso per averlo inserito...:love_4:

come sempre...leggo e stampo
:Saluto:
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
Anna il discorso è un pò complicato e lungo......da spiegare.
ovvio che, purtroppo, tanti tendono a paragonare quello che si fa in Giappone con quello che facciamo noi.
Fin dall'inizio la mentalità è diversa, molto diversa.
tanto per dirti, loro per arrivare alla qualità estrema delle piante hanno impiegato secoli, noi qualche decennio, perchè abbiamo piante in Italia che non hanno nulla da invidiare alle loro!!
poi che non vengano accettate nelle loro esposizioni, è un fatto di "protezionismo mentale", nel senso che se un giapponese viene ad esporre in una mostra di ceramica ( è il mio settore quindi lo posso dire...), viene sicuramente snobbato....
questo per dire che paragonare le loro tecniche di coltivazione ( ovvio che la loro mentalità chiusa non ti portrà mai a conoscere gli insuccessi ) alle nostre, con il loro clima ( tokio è alla latitudine di palermo), la loro esperienza che si tramandano da padre in figlio ( in tanti là lavorano nel settore bonsai qui sono mosche bianche ), i prodotto che usano ecc.... è deleterio per chi vuole provare.
meglio partire da indicazioni o consigli che provengono dalla nostra amata patria, e, ancora meglio, da qualcuno che vive vicino a noi ( un utente di palermo darà indicazioni diversissime da uno che vive a bolzano).
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
altra cosa: in giappone non esistono esemplari di essenze che vivono da noi.
vedrai sempre piante di acero, ginepro, pini ma pochissimi di querce, lecci, sughere, faggi, perchè piante poco diffuse o per nulla nel loro paese.

parlano, ovviamente, di piante di pregio!!
non per nulla il faggio Patriarca di Dal Col, ha avuto l'onore di essere esposto alla Kokufu e ricevere una onoreficienza.
un ginepro non ci riuscirà........


quindi : guardiamoci intorno, in Italia e vedrai che di esperienze ce ne saranno a bizzeffe!!!
 
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