Io di Chimica ho avuto il superfurbo di turno; era talmente convinto di essere furbissimo e che a lui non la si faceva!!!!!
Si vantava che ci avrebbe colto in flagrante se nell'intervallo prima della sua lezione avessimo fatto
ammuina (***), ci avrebbe colto di sorpresa, insomma e punito severamente!!!! Cosa impossibile in quanto il nostro istituto era in un antico edificio e la nostra classe era situata alla fine di un lunghissimo corridoio e precisamente in una parte ad elle di esso e lui per camminare doveva utilizzare il bastone: il suo arrivo era, quindi, preannunciato dal tunc...tunc... del bastone che rimbombava per una sorta di eco prodotta dall'altezza dei soffitti! E poi non bastasse, dietro l'angolo c'era la nostra vedetta di turno.
Quanto a spiegare...... il cielo ci salvi e le interrogazioni.............
: entrava e col sorriso sado-maso e l'occhio furbillo alla
mo' vi frego io chiamava gli studenti di un'intera fila che faceva schierare come tanti soldatini accanto alla lavagna sulla quale il capo-fila doveva scrivere il nome di ciascuno. Cominciavano poi le domande a cui seguivano risposte corrispondenti alle sue spiegazione,
alla il cielo ci salvi, dunque. La lavagna si riempiva presto di 3 e 4 e lui cominciava, rivolto ai compagni ai banchi e spalle alla lavagna, la sua arringa, di volta in volta, sulla nostra insensatezza, sul tempo che perdevamo ad andare a scuola invece di andare a lavorare, sul dolore che avremmo dato ai nostri genitori.........................
Mentre lui così lungamente
concionava, il capo-fila cancellava le insufficienze e le sostituiva con dei bei voti (certo di farla franca dato che la cosa era risaputa e tramandata negli anni senza che
Qualcuno indagasse e prendesse alcun provvedimento!!!!). Al termine del suo sproloquio lui si girava, puliva con cura i suoi occhiali, osservava a lungo la lavagna e poi se ne usciva con un
Bravi, vedo che stavolta siete preparati!! e trascriveva i voti sul registro
Potete immaginare quel che ne sapessimo di chimica ma con l'incoscienza della gioventù ce ne preoccupavamo poco e i nostri genitori, ai quali raccontavamo ciò che accadeva ritenevano, come spesso accadeva al tempo in cui i professori erano "sacri" contrariamente ad ora
, fosse impossibile e che chi sa che sciocchezze raccontavamo!!!
(***)
A Napoli si usa il modo di dire «fare ammuina» che deriverebbe da un ipotetico ordine della Regia Marina del Regno delle Due Sicilie (vero
falso storico).
Si leggerebbe, infatti nella
Collezione de’ regolamenti della Real Marina, anno 1841:
«All’ordine "facite ammuina” tutti chilli che stanno a prora, vann’ a poppa e chill che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a manca e chilli che stanno a manca vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ coppa e chili che stanno ‘ncoppa vann’ abbascio tutti passando dallo medesimo pertuso; chi nun tiene nient’a ffa, s’aremeni a ’cca e a ‘lla». Da usare in occasione di visite a bordo delle alte autorità del Regno.
In italiano:
«All'ordine "facite ammuina" tutti coloro che sono a prua vadano a poppa e quelli che sono a poppa vadano a prua; quelli che sono a dritta vadano a babordo e quelli che stanno a babordo vadano a dritta; tutti quelli che sono sottocoperta salgano sul ponte e quelli che sono sul ponte scendano sottocoperta passando tutti per lo stesso boccaporto; chi non ha nulla da fare, si agiti di qua e di là».