Sparano al suo gatto, l'amarezza di una lettrice: "Mi vergogno degli esseri umani"
RIMINI - "A volte mi chiedo chi è l'uomo e chi è la bestia: mi vergogno di far parte di una razza definita umana". E' il duro commento della signora Dolores che racconta, con tanta rabbia mista ad amarezza, la vicenda accaduta martedì 4 maggio al suo gatto, colto improvvisamente da strani malori. "L'ho portato subito dal veterinario - racconta la signora - e l'esito della radiografia è stato allucinante: proiettile per pistola ad aria compressa a livello retroanale oltre a peritonite diffusa".
Un delinquente, perché di questo evidentemente si tratta, ha colpito il povero animale con una pistola ad aria compressa. E il proiettile si è infilato dritto nell'intestino. Se la signora si fosse accorta troppo tardi dei malori del micio, per quest'ultimo probabilmente non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Il gatto è stato sottoposto a laparotomia esplorativa e a sutura delle perforazioni intestinali provocate dal proiettile e dopo 4 giorni è tornato a casa, dove sembra stare meglio. Ma la signora Dolores ha ancora il dente avvelenato contro chi si è permesso di sparare al suo gatto, per di più sul balcone di casa: "I gatti non hanno fucili e non sono socialmente pericolosi. A parte le unghie, i felini non hanno nessun mezzo per difendersi. Un po' poco, di fronte a un umano limitato intellettualmente, armato e che - ben nascosto - spara a un animale ignaro, innocuo e indifeso che passeggia sul balcone pensando solo ai fatti propri. Una bestialità tutta umana, che si rivolge contro gli animali".
"Ma questa cosiddetta persona non sa, perché è tanta vigliacca quanto ignorante, - continua la signora - che il maltrattamento di animali è reato penale (art. 54 ter del Codice Penale: da 3 mesi a un anno di reclusione o da 3.000 15.000 euro di multa; il tutto raddoppiato se ne deriva la morte dell'animale) che viene perseguito d'ufficio". Un reato vero e proprio, che troppe poche volte, però, viene punito nella maniera adeguata.
La signora lancia quindi un appello: "Mi auguro quindi che esistano persone che, a conoscenza del fatto che nei paraggi c'è qualcuno che spara agli animali domestici, si lascino guidare dal senso civico (se non dall'amore per i più deboli) e siano pronte a far rispettare le regole di una civile umanità. Non dimentichiamo: la denuncia è un dovere. Un ultimo appunto. Poiché i reati contro gli animali destano allarme sociale quanto altri crimini, un procuratore capo ha deciso che coloro che si macchiano di questo delitto sono da considerare criminali al pari di tutti coloro che commettono comportamenti illeciti che denotano un alto tasso di pericolosità per l'intera comunità."
http://www.romagnaoggi.it/rimini/2010/5/13/160887/
RIMINI - "A volte mi chiedo chi è l'uomo e chi è la bestia: mi vergogno di far parte di una razza definita umana". E' il duro commento della signora Dolores che racconta, con tanta rabbia mista ad amarezza, la vicenda accaduta martedì 4 maggio al suo gatto, colto improvvisamente da strani malori. "L'ho portato subito dal veterinario - racconta la signora - e l'esito della radiografia è stato allucinante: proiettile per pistola ad aria compressa a livello retroanale oltre a peritonite diffusa".
Un delinquente, perché di questo evidentemente si tratta, ha colpito il povero animale con una pistola ad aria compressa. E il proiettile si è infilato dritto nell'intestino. Se la signora si fosse accorta troppo tardi dei malori del micio, per quest'ultimo probabilmente non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Il gatto è stato sottoposto a laparotomia esplorativa e a sutura delle perforazioni intestinali provocate dal proiettile e dopo 4 giorni è tornato a casa, dove sembra stare meglio. Ma la signora Dolores ha ancora il dente avvelenato contro chi si è permesso di sparare al suo gatto, per di più sul balcone di casa: "I gatti non hanno fucili e non sono socialmente pericolosi. A parte le unghie, i felini non hanno nessun mezzo per difendersi. Un po' poco, di fronte a un umano limitato intellettualmente, armato e che - ben nascosto - spara a un animale ignaro, innocuo e indifeso che passeggia sul balcone pensando solo ai fatti propri. Una bestialità tutta umana, che si rivolge contro gli animali".
"Ma questa cosiddetta persona non sa, perché è tanta vigliacca quanto ignorante, - continua la signora - che il maltrattamento di animali è reato penale (art. 54 ter del Codice Penale: da 3 mesi a un anno di reclusione o da 3.000 15.000 euro di multa; il tutto raddoppiato se ne deriva la morte dell'animale) che viene perseguito d'ufficio". Un reato vero e proprio, che troppe poche volte, però, viene punito nella maniera adeguata.
La signora lancia quindi un appello: "Mi auguro quindi che esistano persone che, a conoscenza del fatto che nei paraggi c'è qualcuno che spara agli animali domestici, si lascino guidare dal senso civico (se non dall'amore per i più deboli) e siano pronte a far rispettare le regole di una civile umanità. Non dimentichiamo: la denuncia è un dovere. Un ultimo appunto. Poiché i reati contro gli animali destano allarme sociale quanto altri crimini, un procuratore capo ha deciso che coloro che si macchiano di questo delitto sono da considerare criminali al pari di tutti coloro che commettono comportamenti illeciti che denotano un alto tasso di pericolosità per l'intera comunità."
http://www.romagnaoggi.it/rimini/2010/5/13/160887/