l'ho già scritto ma lo riscrivo, l'episodio che poi seguirà.
condivido in toto con margot che gli esempi positivi siano l'eccezione.
d'istinto non saltello alla pippo di walt disney davanti alle forze dell'ordine. per troppi anni le ho vissute solo contro. sì quegli anni lì, che tanti di voi nemmeno studiano sui libri di storia, perchè sembra quasi che della storia non facciano parte. e anche se qualcuno, in quello che ho scritto, ha preferito fraintendere e ciurlare non me ne importa. quel che provo/sento non pretendo trovi d'accordo le masse del forum, tantomeno quelli che, tutto sommato, dall'altra parte, sono ben più acritici di quanto possa essere io. e che qualcuno fraintenda aprioristicamente sul forum sta diventando uno sport piuttosto praticato, ma sono tipo bradipo e gli sport non fanno per me.
insisto sul concetto che le mele marce non dovrebbero/devono esistere tra quelli che portano una divisa e un'arma. e che spesso anche poliziotti e c. si sono ritagliati un ruolo comportamentale difficile da trovare simpatico, nulla togliendo al fatto che ci sono eccezioni (che non dovrebbero però essere tali, ma normalità) e che qualcuno di loro a volte si accorge che tra la gggente ci sono persone che riconoscono anche i loro meriti e non solo i demeriti. insomma, non dico una medaglia con più facce, perchè non mi va bene, non le dovrebbe avere. dico che forse ci sono persone, tra le forze dell'ordine, che spero siano obiettive. e anche pronte a una seria autocritica.
racconto.
una mia amica moldava era qui italia. suo marito anche, ma in galera. il giorno che lui ha finito di scontare la propria pena, nè a lei nè a lui nessuno ha spiegato che fare, nè come muoversi. solo voci, pare sembra si dice. la ragazza la mattina presto del gran giorno si è presentata alle porte del carcere. dove l'hanno ricacciata in malo modo, dicendo che se voleva vedere il marito lo avrebbe potuto trovare alla questura centrale. armata di santa pazienza (ci vuole un'ora e mezzo, minimo, dal carcere alla questura sui mezzi pubblici) si è spostata in questura. e qui è caduto il buio. si esprime in un italiano comprensibilissimo, condizionali e congiutivi compresi. ha chiesto, richiesto, chiesto ancora del marito. per lei - e nessuno le avevo detto diversamente - era un uomo libero, la pena era scontata, e quindi voleva in qualche modo vederlo, ritrovarlo. lei gli aveva anche comprato, con non pochi sforzi, il biglietto aereo per tornare insieme a chisinau la domenica successiva. due ore da un ufficio all'altro, da una porta all'altra. a questo punto mi ha chiamato sull'orlo di una crisi di nervi. sono corsa (anch'io coi mezzi pubblici, quindi si fa per dire) in questura. trovatala, mi ha detto che doveva aspettare lì. davanti a una porta. timida a mia volta, perchè certi posti non li trovo nè accoglienti nè mi mettono a mio agio, ho aperto quella porta, subito investita da un qui non si può entrare. allora, visto il modo, meno timida: ok, che qualcuno venga fuori perchè ho bisogno di informazioni. che giustifichino l'attesa qui fuori, da due ore, di una persona. dopo un po', diciamo una ventina di minuti, è uscito un poliziotto, non so di che grado nè mi interessa, era anche in borghese. non era uscito per me/noi, però l'ho bloccato e ho spiegato la situazione. premettendo: io sono italiana (possibile? ebbene sì, visto che alla straniera non avevano dato la minima retta). è rientrato nelle proibite stanze. tornando dopo 10 minuti. e fornendo tutte le informazioni. che lì il marito non c'era già più, era già stato spedito in via corelli, per prassi. che la moglie no, non avrebbe potuto vederlo. che sarebbe stato imbarcato su un volo di linea nel pomeriggio stesso per la moldavia, scortato da 4 agenti, e solo a destinazione sarebbe stato 'un uomo libero'. che il telef gli sarebbe stato restituito appena imbarcato, e ancora prima di partire avrebbe potuto chiamare la moglie. ovvio, tutte queste notizie erano assolutamente nuove, nessuna informazione prima di questo momento. perchè? e quanto la ragazza avrebbe dovuto ancora aspettare? non era stato gentile nei modi, il poliziotto, ma quantomeno formale: e d'istinto, e non ho sbagliato, ho dato assolutamente fiducia alle sue parole. insomma, non mi sembrava che mi stesse condendo via per togliermi dai maroni. a quel punto, gli ho detto grazie e gli ho teso la mano, in un gesto per me assolutamente naturale, spontaneo, educato. ha fissato la mia mano come se avessi le stimmate, mi ha guardato con la mandibola che a momenti gli cadeva (e non ero gnocca), e mi ha preso la mano. come se fosse la prima volta che qualcuno gliela porgeva
ora liberi di leggerci quello che volete. di cose ce ne sono parecchie. ognuno di voi farà sua quella che più gli fa comodo, c'est la vie