Non mi son messa a leggere in francese, ma qui c'è (se era questo che carne intendeva, cioè qual è l'origine del termine):
«Smog»
La parola è antica: risale addirittura al tardo Rinascimento, si incontra nel 1544. Viene dal Nord, dall’Inghilterra e più precisamente da Londra, nebbiosa e affumicata. "Smog" si forma infatti dall’incrocio di "smoke" che sta per fumo e "fog" che sta per nebbia. Dunque per qualche nostro dizionario (De Mauro) è una "coltre di nebbia densa e scura", fatta di residui di combustione che inquinano l’atmosfera. Il termine entra tale e quale nella lingua italiana, proposta da un giornalista in un articolo pubblicato su "Oggi" nel 1955. Linguisticamente rimane qualcosa di palpabile e visibile: quasi un nemico leale, con cui combattere a viso aperto. In prosa Italo Calvino parla infatti di una "nuvola di smog". In poesia Vittorio Sereni evoca questo potenziale nemico in una scena di solitudine in cui come "folata" riesce a fare persino compagnia: "Le portiere spalancate a vuoto nella sera di nebbia / nessuno che salga o scenda, se non / una folata di smog la voce dello strillone". Se è così nei dizionari e nella letteratura, nella realtà lo smog è invece un avversario subdolo, che ci circonda e soffoca a tradimento, come un fantasma orrendo.
http://www.corriere.it/Rubriche/Scioglilingua/scioglilingua250102.shtml