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sabbia per ammendare terreno argilloso

nicola.alleg

Aspirante Giardinauta
Ciao!
quali sono i quantitativi di sabbia per ammendare un terreno "argilloso al 62%" (sono parole di un vivaista mio vicino di casa, parole che però non so interpretare)?
Precisamente vorrei preparare a dovere il terreno che ospiterà alcune piante da frutto, per una superficie totale di circa 100 mq
Un grazie in anticipo!
 

Antonio81

Giardinauta Senior
io non sono tanto pratico in % ma puoi provare col spargene una carriola per ogni 4 o 3 metri quadri di superfice, poi se vedi che il terreno ancora stenta a sciogliersi ne metti dell'altra, attenzione però a non esagerare altrimenti il terreno può diventare troppo alcalino :Saluto:
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Nella fisica del terreno agrario si impiegano diagrammi a triangolo, per rappresentare la tessitura dei suoli, sui cui lati vengono riportate le percentuali di limo, argilla e sabbia. Si parla di scheletro per indicare pietre, ciotoli, ghiaia e ghiaino fino a 2 mm di diametro delle particelle, sabbia grossa e sabbia fine fino a 0,02 mm, limo fino 0,002, più sotto argilla.
Un terreno di medio impasto, diciamo ideale da orto, non dovrebbe aver scheletro, e il contenuto in argilla non superare il 10%, con un 3-5% di sostanza organica, sabbia di varia granulosità 50% e più, limo 10-15%, e qualche punto % di calcare.
Salvo che non si voglia farsi fare una analisi del terreno, conviene seguire l'esperienza di Antonio. Io ci metto soprattutto della torba anche perchè il terreno del mio giardino tende anche al calcareo ed è povero di sostanza organica oltre che essere pesante (ho già speso un piccolo capitale visto che la torba costa mediamente 1€ ogni 10 lt, però d'estate il terreno continua ancora a indurire, se bagnato di attacca sotto le suola che mi sembra di essere un sodato napoleonico in ritirata dopo la Beresina, quando in superficie appare marcio scavi 10 cm e trovi asciutto).
Non capisco solo perchè la sabbia dovrebbe portare alcalinità (la correzione dei terreni acidi si fa con calce idrata, quella dei terreni alcalini, più difficile, con solfato di Ca + solfato di Fe).
Ciao a tutti
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Rara e apprezzabile la dote di correggersi.
Ma potevi aver ragione anche tu. Il termine sabbia in sé si riferisce solo alla granulosità, ma a seconda delle rocce da cui proviene può essere anche calcarea e dunque tendenzialmente alcalinizzante.
In effetti la sabbia calcarea viene anche venduta per preparare i terricci a circa 1€ a kg, quella vulcanica rossa acida invece costa la metà. La sabbia che si compra per l'edilizia, in genere silicatica e/o quarzosa, penso sia sostanzialmente inerte rispetto al pH del terreno (io la trovo ormai carissima, quella di fiume setacciata me la fanno pagare non meno di € 2,40 a sacco da 30 kg: per fare un sentierino con lastre di Luserna ho speso più di sabbia che di pietra).
Eppoi, per star sul pratico, come hai detto benissimo il sistema empirico di prendere un pugnetto di terra, sbriciolarlo tra le dita e 'sentirlo' sotto i polpastrelli è ancora il miglior modo per capire quando l'impasto va bene.
Ciao
 
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Antonio81

Giardinauta Senior
grazie alessandro, grazie a te, e a tanti altri utenti, sto imprando cose che prima mi erano sconosciute grazie mille a tutti :Saluto:
 
T

toti75

Guest
correzione del terreno argilloso

Ciao,
se posso vorrei aggiungere il mio piccolo contributo...
Se non si devono richiedere prestazioni e caratteristiche particolari al terreno, come nel caso dei campi ad uso sportivo o i prati ornamentali, io eviterei la sabbia ed altri inerti.
Innanzitutto una rivoltata alle zolle con esposizione ai rigori invernali tende a strutturare l'agilla. Poi nel caso in particolare dei frutteti o dei giardini ornamentali è preferibile ammendare con Compost, stallatico o vinacce. sono materiali rinnovabili, oltre ad alleggerire danno struttura creando un effetto colloidale e rilasciano elementi utili. Nel caso degli scarti e del letame ben compostato poi si crea una buona flora batterica utile.
La torba la scarterei per un paio di buoni motivi: 1)non mi piace dal punto di vista ecologico perchè proviene da torbiere non rinnovabili che prima o poi, continuando così, si esauriranno; 2) tendenzialmente comporta Ph acido; 3) è povera dal punto di vista organico e non fornisce quantità significative di macro e microelementi; 4) asciutta non si bagna facilmente, bagnata si asciuga con difficoltà. Lascierei il suo utilizzo solo ai casi particolari di tappeti erbosi sportivi e florovivaismo.
Altri correttori del terreno utili possono essere, ma in misure ridotte paglia, farina di roccia, calcare da alghe marine,calce, zolfo, gesso e cenere.
Io mi trovo benissimo con un compost prodotto da un centro di riciclaggio locale, che raccoglie scarti di mercati ortofrutticoli, agricoli,scarti di potature e di giardinaggio in genere, scarti della vinificazione e letame. Su richiesta forniscono nalisi qualitative sul quantitativo campione.
Ho ottimi risultati e mi sento a posto con la coscienza.
Altra possibilità è coltivare il terreno per fare sovescio o ricoprire il terreno con lo sfalcio per creare uno strato vitale di humus. Importante: la vangatura per esporre le zolle al freddo è consigliata all'inizio della coltivazione del terreno e mai oltre i 20-30 cm, nel tempo però sarà meglio non rivoltare lo strato vitale ma fare solo leggere lavorazioni di superficie o arieggiature.
in bocca al lupo
Toti.
 

elleboro

Florello
laddove io ho messo sabbia per alleggerire il terreno di alcune aiole, mi sembra che dopo un po' di anni la sabbia sia caduta negli strati inferiori e il terreno coltivabile sia tornato all'antica pesantezza. Possibile?
L'agriperlite eviterebbe questo inconveniente?
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Compost...e dintorni

Tutti i giardinieri famosi (quelli che scrivono sulle riviste e pubblicano libri, per intenderci) dicono che il compost è la cosa migliore, però bisogna avere il posto per farlo, e temo che anche comprando gli appositi contenitori per compostaggio di prodotto se ne faccia ben poco per migliorare una superfice che si rispetti.
Il punto da non perdere di vista è: da che cosa si parte e che cosa si vuol ottenere.
In conseguenza si scelgono gli ammendanti, i correttivi e i concimi più idonei in rapporto ai costi che si intendono sostenere e alla reperibilità dei prodotti in zona. Per dirne alcuni, e per fare un po' di agroumorismo, in ordine alfabetico: bagamo (residuo di conserva di pesci), borlanda (residui di melasso di varia origine), calce di defecazione (non quella umana che sarebbe invece il cessino, ma i fanghi degli zuccherifici), cuoiattoli (ritagli della lavorazione del cuoio), kieserite (che non è - absit iniura verbis -un'infiammazione acuta della Chiesa scritta secondo certi stilemi paranogloboidi kiesa, ma un minerale composto da solfato di magnesio), laniccio (polvere di lana), pastazzo (sansa degli agrumi, questa la uso anch'io... lasciando a terra i frutti di un arancio amaro), pennone (residui di penne), vinaccia (qui tutti sappiamo).
E volendo allargare ci sarebbe da tirar fuori le Direttive CEE e le molte Norme di Casa Nostra anche in riferimento ai Disciplinari di Agricoltura biologica....ma questa è un'altra storia.
Ciao Toti e grazie per il tuo competente contributo (anche se a te...non piace la torba, che io trovo invece interessante innanzi tutto perché...leggera da caricarmi sulle spalle).
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
L'agriperlite eviterebbe questo inconveniente?

L'agriperlite è materiale litoide (in particolare da rocce vulcaniche) espanso per trattamento termico (1000° C; dunque subisce una lavorazione simile a quella finale dell'argilla espansa). E' impiegata per radicazione di talee, colture idroponiche, stoccaggio bulbi, e in miscele con torba terricci e materiali vari come ammendante per apportare appunto quella leggerezza che tu cerchi.
Di simile c'è la vermiculite, usata principalmente per la germinazione dei semi (qui è bene scegliere quella certificata esente da amianto), che proviene invece da rocce del gruppo delle miche.
Il prefisso agri- sta ad indicare, presumo, quella prodotta da ditte di settore per uso agricolo. In genere sono sacchi da 100 lt e soprattutto il prodotto è confezionato in origine sterilizzato.
Ciao (in pratica questo post è un...post-scriptum perchè ci siamo incrociati)
 
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scipulosa

Maestro Giardinauta
anch'io avrei bisogno di alleggerire un po' il terreno argilloso del giardino, abbastanza fertile e ricco di lombrichi, ma molto pesante e in cui l'acqua tende a scivolare in superficie senza penetrare. mi pareva di aver letto che è adatto il cascame di lana, e anche economico; mi potete confermare l'informazione? e se sì, dove lo posso trovare, considerato che al consorzio agrario non mi sembra di averlo mai visto?
 

GoJu_

Aspirante Giardinauta
La torba la scarterei per un paio di buoni motivi: 4) asciutta non si bagna facilmente, bagnata si asciuga con difficoltà. Lascierei il suo utilizzo solo ai casi particolari di tappeti erbosi sportivi e florovivaismo.

D'accordissimo! Secondo me la torba sta bene.... sugli scaffali dei vivai!
Discorso a parte per torbe di qualità, solitamente di produzione tedesca e vendute in balle da 200 litri minimo (Klasmann, ad esempio).
Da alcuni articoli che ho letto, la fibra di cocco potrebbe sostituirla al 100%, ma ci sono pareri discordanti su questo prodotto...
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
D'accordissimo! Secondo me la torba sta bene.... sugli scaffali dei vivai!

Di fronte a tanto spirito comunitario dovrò arrendermi :D !
Cito da Decisione Comunitaria Europea 03/11/06
..marchio qualità ecologica degli ammendanti del suolo cod. 003...Criteri ecologici...idoneo se non contiene torba...utilizzo materiali rinnovabili e/o riciclaggio sostanza organica...
Incidentalmente :ciglione: potrò ancora avvalermi del D.Lvo 217 del 29/04/06 che ammette, tra gli ammendanti: ammendante torboso composto, torba acida, torba umificata.

E ora senza torba come rispondere :confuso: a Scipulosa?

Intanto, se ne hai possibilità, puoi attuare la misura indicata da Toti, ossia rivoltare a vanga e lasciare le zolle esposte al'inverno (gli agronomi si servono del termine di "atmosferili" per indicare come gli agenti atmosferici contribuiscano a ristrutturare - e dunque migliorarne la fertilità - i terreni di natura argillosa lavorati: circa la profondità gli Autori non sempre sono d'accordo, cmq dipende dal tipo di terreno e dalle condizioni climatiche, in ogni caso a vanga è difficile andare oltre i 30 cm). Per gli apporti forse puoi trovare più facilmente, tra i prodotti nazionali di cui alla norma sovracitata, l'ammendante compostato verde; i cascami di lana sono considerati concimi azotati (so di un'azienda produttrice e distributrice, la Baldassini Carlo di Calenzano-FI, che commercia cascami con tutte le certificazioni CEE e MIPAF e con una linea giardinaggio).
Ciao a tutti
 
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scipulosa

Maestro Giardinauta
allora, domani o lunedì (il weekend sarò in altre faccende affaccendata, purtroppo) mi armerò di vanga e farò il possibile pere lavorare il terreno, tenendo conto della quantità di grosse radici che lo percorrono. la settimana prossima andrò a cercare l'ammendante; se ho capito bene lo dovrò incorporare al terreno (usando ancora la vanga, ahimè) alla fine dell'inverno, dopo aver lasciato la terra rivoltata esposta al freddo? oppure già adesso? grazie della pazienza, forse queste cose vi sembreranno banali ma per me non lo sono affatto....
 

elleboro

Florello
grazie a tutti, e dai, e dai, e dai... sto finalmente "incominciando" a capire.

però ho ancora un dubbio. Perchè non avete suggerito la zeolite a nicola e scipulosa? (o magari la leonardite?).
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Orbene Scipulosa,
le argomentazioni tecnicistiche -e questa è una critica che rivolgo a me stesso - se esuberanti rispetto al problema proposto sono solo decorative, difetto fortunatamente controbilanciato, e questo è il lato buono, da una maggior qualità dell'informazione.
Faccio questa premessa per riportarmi al molto pratico.
1) La vangatura e il rovesciamento degli strati corrispondono in poche parole a quello che i contadini han sempre fatto per secolare esperienza con l'aratura e l'esposizione all'inverno delle zolle prima delle semine primaverili di rinnovo;
2) l'altrettando tradizionale concimazione col letame maturo (e questo direi che può valere per concimi organici tipo quello che vuoi usare) si fa prima dell'aratura, in modo che esso venga incorporato con le successive lavorazioni del terreno e abbia tempo di decomporsi prima delle semine;
3) l'ammendamento per eccessiva compattezza del terreno può essere realizzato in vari modi e con diversi materiali, ma il migliore resta ancora quello più antico: aggiunta di sostanza organica, ossia letame, compost o altro prodotto similare che riesci a trovare a buon prezzo nella tua zona.
Detto questo, la successione e calendarizzazione delle due operazioni non è poi, nel tuo caso, così determinante da farne un punto fermo: ti direi, lavora con i tuoi tempi, evita solo di danneggiare le radici di piante vive (quelle morte e le erbacce rivoltale e rompile con la vangatura senza toglierle se non son troppo grosse) e poi, prima di seminare, sminuzza e zappetta e livella tutto per bene.
Posso solo aggiungere che, avendo io in programma di seminare a prato di dicondra una piccola porzione di attuale 'giardino arido' (40-50 mq), voglio provare ad usare anche la leonardite (una sorta di humus fossile, temo molto costosa).
Ciao
P.S. Per Elleboro. Sulle zeoliti ho detto qualcosa ieri sul tuo post (ammendanti?) nella sez. giardinaggio: non mi sembrano tanto indicate per correggere la compattezza (quelle buone poi costano carissime, su rete visto 1kg = € 9,5).
 
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elleboro

Florello
Alessandro, non ti do pace, quando sei stufo dimmelo.
Allora: io la zeolite l'ho comprata al Consorzio. L'ho pagata 14 € per 25 kg, quindi ne deduco che non sia di buona qualità, ed anche esageratamente, vista la differenza di prezzo. Sul sacchetto, che non ho qui con me, ci sono le caratteristiche. Come dovrebbe essere una zeolite buona?
E una leonardite buona?
e, in poche parole, la differenza pratica tra le due ?
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Alessandro, non ti do pace, quando sei stufo dimmelo.
Allora: io la zeolite l'ho comprata al Consorzio. L'ho pagata 14 € per 25 kg, quindi ne deduco che non sia di buona qualità, ed anche esageratamente, vista la differenza di prezzo. Sul sacchetto, che non ho qui con me, ci sono le caratteristiche. Come dovrebbe essere una zeolite buona?
E una leonardite buona?
e, in poche parole, la differenza pratica tra le due ?
Meno male che si trovano argomenti su cui scambiare qualche opinione: io sarei più portato al fitopatologico, ma orami non è più stagione di malattie e parassiti. E poi, dacché sono in pensione, il tempo c'è così come l'interesse per la botanica con annessi e applicazioni ed estensioni varie.
Con le zeoliti però siamo piuttosto sulla mineralogia e cristallografia (materia che per me è sempre stata alquanto ostica). Comunque ti ho preparato un prospetto visivo, da cui si può facilmente comprendere che si tratta (almeno quella naturale) di un materiale di origine vulcanica - ce ne sono 52 specie mineralogiche - caratterizzato da microporosità e 'gabbie molecolari' (quelle del disegno) grazie alle quali è uno scambiatore di cationi e trattiene acqua, ossia le caratteristiche che ne consentono molteplici usi, ad es. come sostanza depuratrice di acque, come integratore alimentare in zootecnia per ridurre diarree, e in agricoltura (ha l'effetto di mantenere più a lungo imbibito il terreno e di regolare un graduale rilascio in particolare dei concimi azotati) per la preparazione di substrati di qualità alla dose intorno al 15% assieme a pomice, lapillo, torba, leonardite, concimi, oppure come ammendante 80% sabbia silicea + 20% zeolite per preparare il green dei campi da golf.
http://it.geocities.com/dappertutto44ad/paginazeolitmin.html
http://it.geocities.com/dappertutto44ad/paginazeolitusi.html
www.atzzeoliti.it
La qualità e il relativo prezzo immagino dipendano dal grado di microporosità e dalla purezza del prodotto. Quello che ti avevo citato è di un prodotto cristallino di molto buona qualità che viene usato per le colture idroponiche e anche come filtrante negli acquari (si deve cambiare periodicamente).
La leonardite è invece di origine organica, trattandosi di vegetali che nel corso delle ere si sono fossilizzati, come la torba e la lignite (per età geologica sta a metà tra le due), scoperta negli anni '40 nel Nord Dakota. Si presenta come polvere o scaglie nere. Ad es. quella della CIFO (si chiama Biotron) contiene il 93% di sostanza organica umificata (= trasformaz. sost. organica in humus), con un 40% di carbonio organico e un già significativo 1,3% di azoto organico (dunque concima), il pH è acido (4,1). Inoltre è ricca di acidi humici e fulvici, i quali si combinano con le particelle del terreno per formare complessi colloidali dai quali dipende molto la fertilità del terreno medesimo. I costi variano da 1 a 3 € a kg; in floricoltura si distribuisce come ammendante al terreno in ragione di 10-60 kg per 1000 mq a seconda della qualità (Biotron 30-60).
http://it.geocities.com/dappertutto44ad/paginaleonardite.html
Penso proprio di averti detto tutto quel che so. Le conclusioni adesso traile tu stessa.
Ciao
 
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