• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Riflessione sull'etica del giardinauta...

njnye

Florello Senior
E' relativo al giardinaggio ma lo posto comunque in off-topic perché mi sembra un tema più ampio. Questa sera ho visto su un terrazzo un albero ricadente che sembrava un salice. Mi sono avvicinata per vederlo meglio e ho scoperto che era una betulla!! I proprietari l'avevano capitozzata e deformata per farla stare nel terrazzino.
La betulla è un albero enorme e di grande dignità, quello era un albero davvero triste. Mi sembrava l'umiliazione massima per quel povero albero. E mi sono chiesta il perché. Il proprietario voleva a ogni costo una betulla e quindi s'è accontentato di quell'obbrobrio pur di averlo? Gliel'hanno regalata e ha cercato di tenersela? L'ha presa piccola e, complice la sua ignoranza, non ha saputo gestire la sua crescita? Io adoro gli aceri, ho provato a metterne uno in terrazzo ma quando ho visto che soffriva troppo l'ho regalato a mia madre. Se chiedete a chi ha terrazzi o giardini da sogno qual è il segreto vi sentirete dire che hanno eliminato tutte le piante che non erano adatte all'ambiente e hanno lasciato solo quelle idonee, anche a dispetto dei gusti personali.
Quindi mi chiedo: fino a che punto è etico forzare le piante? Quando l'amore per il verde sfocia nell'egoismo e nell'abuso? E quando effettivamente di abuso si può parlare? Ad esempio non ho nulla contro questo bonsai http://eshop.zr-giardinaggio.it/images/product/betulla-bonsai-vendita.jpg che però è stato determinato dall'uomo in ogni suo aspetto così come la betulla-salice. Eppure il bonsai mi sembra che esprima in piccolo la vera essenza dell'albero. Ma magari è solo un fattore "culturale" e di abitudine, perché adoro i bonsai e non li considero una "crudeltà". Ma immagino che non sia così per tutti. Quindi vi chiedo a conclusione di questa lunga premessa: che cosa vi fa dire "qui si è esagerato" nel caso degli interventi dell'uomo sulle piante? Qual è per voi l'etica del giardinauta?
 

marco.enne

Esperto di impianti di irrigazione da balcone
bhe intanto credo che farei una distinzione tra giardini giardini e terrazzi/balconi.......
nei primi spazi e luoghi danno una più ampia scelta magari ,ma non sempre, limitata dalle temperature ......e generalmente poco altro (certo che se in giardinetto di pochi mq uno ci vuol mettere una sequoia o un baobab allora si che sarebbe esagerato )
i secondi di solito hanno confini ben più ristretti e limitazioni ben più ampie
poi se uno vuole essere proprio pignolo pignolo direi che le piante sarebbero tutte da piena terra e invece le mettiamo anche nei vasi ......alberi alberetti in vaso, siepi in vaso, rampicanti ( che in natura sarebbero enormi es. il glicine) in vaso ecc ecc..... oppure rampicanti "straniti" a forma di alberello ( sempre es come glicine o bouganvillee )
se invece la mettiamo giù da "verdi convinti" ..... considerato quanto l'uomo, in genere, per le proprie città, la cementificazione , per scopi puramente lucrativi riesce a colonizzare e distruggere
il patrimonio verde in tutto il mondo .......bhe allora ben venga ogni angolo verde fatto in vaso o in giardino .....
una sola domanda sarebbe da porre (e scrivere) storicamente , come e perchè sono nati i bonsai ?
magari (non lo so davvero) per la voglia di avere un vero albero a misura di casa.......
un po come, empiricamente, ha fatto il proprietario di quella betulla?
......certamente con assennata scelta.....ma se la scelta risulta errata le piante per prime te lo fanno sapere e ti abbandonano....... per il resto la natura pur di sopravvivere si adatta anche a far fiori tra una crepa e l'altra di un muro di cemento o dell'asfalto di una strada.......
 

Marcello

Master Florello
per me ha fatto solo bene a far crescere un albero e non eliminarlo seppur in condizioni difficili.
Anche un uomo puo' essere diverso da altri ed adattarsi all'ambiente e non per questo lo si deve cacciare via o abbattere.

Un po' piu' grave è levare (o non piantare) fiori e/o ortaggi al fine di realizzare un prato,insieme all'uso sconsiderato di fitofarmaci,diserbanti,concimi chimici per la realizzazione di un prato,solo per il gusto di vederlo.
 

nicola71

Guru Giardinauta
in effetti vedo anch'io delle stupidaggini inguardabili , tipo siepi tagliate a forma di animale , una vera e propria stronzata . In realtà anche la siepe curata bene e squadrata alla perfezione mi fa abbastanza schifo , ma cosi bisogna fare......E' vero , la natura vince sempre sull'uomo , quindi non mi preoccupo più di tanto
 

liligen

Florello
E' relativo al giardinaggio ma lo posto comunque in off-topic perché mi sembra un tema più ampio. Questa sera ho visto su un terrazzo un albero ricadente che sembrava un salice. Mi sono avvicinata per vederlo meglio e ho scoperto che era una betulla!! I proprietari l'avevano capitozzata e deformata per farla stare nel terrazzino.
La betulla è un albero enorme e di grande dignità, quello era un albero davvero triste. Mi sembrava l'umiliazione massima per quel povero albero. E mi sono chiesta il perché. Il proprietario voleva a ogni costo una betulla e quindi s'è accontentato di quell'obbrobrio pur di averlo? Gliel'hanno regalata e ha cercato di tenersela? L'ha presa piccola e, complice la sua ignoranza, non ha saputo gestire la sua crescita?(...)

Forse era una Betula pendula 'youngii'...

https://www.google.ca/search?hl=fr&safe=off&q=bouleau+pleureur&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_cp.r_qf.&bpcl=39650382&biw=1680&bih=926&um=1&ie=UTF-8&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi&ei=8CXDUMj9INPh0AGotIH4Bg#um=1&hl=fr&safe=off&tbo=d&tbm=isch&sa=1&q=betula+pendula+%27youngii%27&oq=betula+pendula+&gs_l=img.1.0.0l7j0i24l3.149.155972.3.158794.2.1.0.1.1.0.67.67.1.1.0...0.0...1c.XYTpbI83BEE&pbx=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_cp.r_qf.&fp=9f48586150619a8c&bpcl=39650382&biw=1680&bih=926
 

njnye

Florello Senior
Stavo leggendo riguardo ai bonsai che si gioca sulle misure e le forme ma si deve rispettare "completamente l'equilibrio vegetativo e funzionale" della pianta. Quindi un bonsaista non approverebbe una betulla ricadente perché di sicuro non rispetta l'equilibrio funzionale. Sull'equilibrio vegetativo non mi è chiaro, forse si indica il rispetto dell'alternanza delle stagioni?
Riguardo a quello che dice Marcello, capisco il punto di vista ma (sarà che non ho una foto e quindi non posso rendere l'idea dello scempio) non mi viene da dire che quella betulla si è adattata all'ambiente, ce l'hanno fatta adattare a cesoiate. Non sappiamo neppure quanto vivrà, magari in quelle condizioni non supererà l'inverno. Dire che si è adattata all'ambiente come fa l'uomo è un po' eccessivo. L'uomo ha gli strumenti per farlo. Se metti un uomo nudo al polo nord schiatterà nel giro di un'ora. Io paragono quella betulla a un uomo a cui hanno segato le gambe per farlo stare in un appartamento coi soffitti alti un metro e mezzo. Sarebbe bello chiedergli come sta...
Riguardo ai giardini, sto vedendo che nelle nuove abitazioni tendono a mettere dei lembi di terra che di solito non superano gli 8-10mq (sentiero incluso). Ci ho visto piantare abeti, betulle e altri alberi che tendono a diventare belli grossi (non è sempre responsabilità dei proprietari, a volte come è capitato a me ti becchi il vivaista che pur di vendere ti dice che un acero palmatum vive "benissimo" in un vaso in battuta di sole). Però tra qualche anno è molto probabile che possano causare problemi per la loro crescita e sarebbe crudele abbatterli quando si poteva semplicemente pensarci prima...
 

rocco.co

Guru Giardinauta
Condivido solo in parte
Se l' aspetto etico da te citato è relativo allo spreco consumista...che crea un bisogno contrastante col buon senso o con l'estetica predestinandolo al fallimento: allora concordo

Se parli del bene o del male in riferimento alla crudeltà o sofferenza della pianta mercificata/oggettivata non so....faccio fatica a comprendere
 

rocco.co

Guru Giardinauta
Tu fai l'esempio di un uomo segato a metà
Io vedo meglio paragonare la "tua" betulla a certi tipi di lavoro umano usuranti o allo stile di vita iperurbanizzato cui ci sottoponiamo per necessità o imposizione ... cui ci adattiamo senza pensare se è bene o male
Comunque bella questione !
 

Olmo60

Guru Master Florello
I bonsai mi hanno sempre fatto effetto: non ho la più pallida idea se soffrano o no ma è la sensazione "a pelle" che provo. Per il caso qui citato invece sono nettamente contraria a interventi di potatura drastica pur di avere un albero che diversamente sarebbe il doppio o il triplo rispetto a come lo riducono i proprietari: non si rispetta la natura della pianta pur di averla e non ci si rende conto di possedere solo un moncone anche brutto esteticamente.
 

njnye

Florello Senior
No, no, per ottenere quell'effetto l'avevano capitozzata (si vedeva che mancava la parte centrale dell'albero) e avevano legato i rami al terrazzo per farli ricadere. Praticamente era un moncone con i rami tirati tutti di un lato e verso il basso. Sembrava un "riporto"... Mi ha fatto molto effetto perché era uguale a quella che c'è nel giardino di casa mia, piantata dalla mia famiglia 30 o più anni fa, che ora supera i 15 metri d'altezza ed è stupenda e maestosa.
Ho trascorso gran parte della mia vita in zona rurale, tra alberi, boschi e campi coltivati. Quando mi sono trasferita a Milano l'unica cosa che mi è sempre mancata era la natura. E visto che mi mancava il verde mi guardavo attorno per vedere dove si nascondeva e mi accorgevo di cose che altri non notavano. Mi accorgevo ad esempio della differenza tra i terrazzi con piante e fiori "perché così sono più belli e me li cura il giardiniere" dove le piante vengono buttate e sostituite ogni volta che la fioritura finisce e quelli di appassionati che cercavano di portarsi un po' di natura sul terrazzo. A volte pure troppa vista la densità di vasi per centimetro quadrato. Dalle piante sui terrazzi riuscivo a immaginare chi abitava in quella casa e quanto tempo libero aveva. Ho anche scoperto che una vecchina che vedevo ogni tanto era stata ricoverata in ospedale: era agosto e tutto sul terrazzo si era seccato. Nessuno aveva innaffiato, nessuno aveva abbassato il tendone nelle ore più calde. Alla fine le piante in vaso (così come quelle in un giardino minuscolo, magari che sopravvivono grazie all'irrigazione automatica perché sono fuori habitat) diventano nostri "oggetti". Difficilmente vivono senza che il proprietario se ne curi (salvo forse pochi casi). E il proprietario decide liberamente della loro esistenza, dando forma di delfino a una siepe o capitozzando un albero che non sta più in un metro e mezzo d'altezza. Indubbiamente le piante sono considerate oggetti di consumo, basta andare in un qualsiasi ipermercato per vedere come sono trattate e proposte (dai pinetti spruzzati d'argento per le feste alla classica foglia di hoya infilata su stecchino per la gioia degli innamorati). Ci siamo abituati, del resto la nostra società mercifica tutto. PLa mia riflessione, più che sulla sofferenza della pianta che può esserci o meno, era proprio relativa ai limiti che un appassionato di piante si può autoimporre prima di non potersi più definire tale ma solo un "collezionista di piante" o un egoista del verde. Esiste un confine secondo voi?
 

rocco.co

Guru Giardinauta
Adesso ho compreso grazie
sì secondo me esiste eccome il confine
Il primo è una persona che mette anima e cervello nel creare con il verde uno spazio (vaso o giardino non importa) che rappresenti il suo ideale di bello e sereno e buono...
Il più delle volte sfida sè stesso senza brama di apparire o competere...anzi ricorre al confronto ed alla collaborazione tra pari
Il secondo è un accumulatore (come quei collezionisti d'arte che spendono per investimento e rinchiudono i capolavori nei caveau) o un esibizionista.
Il primo è un generoso il secondo un egoista...il primo uno che si dona l'altro un possessivo.
Ho semplificato sin troppo ma più o meno mi pare così

Ma forse tra le due situazioni c'è anche un rapporto di evoluzione: inteso percorso che ogni neofita affronta ...io almeno un po' mi ci rispecchio
 
Ultima modifica:

Olmo60

Guru Master Florello
No, no, per ottenere quell'effetto l'avevano capitozzata (si vedeva che mancava la parte centrale dell'albero).

Nessuno aveva innaffiato, nessuno aveva abbassato il tendone nelle ore più calde.

. Ci siamo abituati, del resto la nostra società mercifica tutto.

PLa mia riflessione, più che sulla sofferenza della pianta che può esserci o meno, era proprio relativa ai limiti che un appassionato di piante si può autoimporre prima di non potersi più definire tale ma solo un "collezionista di piante" o un egoista del verde. Esiste un confine secondo voi?

il confine lo hai tracciato tu: sapere/considerare che una pianta è una pianta e non un oggetto. Credo che il confine in fondo sia solo questo.
 

marco.enne

Esperto di impianti di irrigazione da balcone
io ci metterei anche un altra variante "considerativa" (tanto per rendere ancora più labile il "confine") ........
c'è anche chi, pur amando il verde, per questioni economiche (o altro) non ha la possibilità di vivere in mezzo al verde "naturale" e potendo (senza tante scelte) vivere solo in mezzo ai palazzoni di cemento della città si concede un "selvaggio balconcino" o con un po più di fortuna un terrazzo e si crea il suo angolo ,il suo pezzetto di natura .........
vero che delle volte anche esagerando..........
però se si deve abitare in città è giusto allora negarmi del verde? difficile trovare della piena terra in un appartamentino con balcone o altro........prendendo con "assolutismo" il ragionamento etico .......niente piena terra niente piante perchè le piante vivono in piena terra e la "coltivazione in vaso" ( per motivi commerciali e logistici ) è stata da sempre un idea "umana" e non della natura?

........bhé diciamo pure che io purtroppo non faccio testo (o forse lo faccio anche troppo) visto il mio verde ......però è anche vero che, a parte una o due piante, il tutto è più un "cresci come e dove vuoi" ........ecco credo che la mia etica sia un po questa "se è spuntata li vuol dire che ci si trova bene"

:confuso:magari più che "poco etico" il coltivare o potare brutalmente quella betulla a me sembra riconducibile a "poca esperienza" o ad "una grande cacchiata" o magari a quei tizi (proprietari della pianta) scoccia levare una pianta che è costata "dei soldini" e sprecare così quella spesa........
 
Ultima modifica:

Rosanna Mascia

Esperta di Cactacee e Succulente
Il primo concetto che imparai alla scuola elementare per quanto riguarda le scienze naturali e mi rimase impresso fu che la la natura si divide in tre regni: il regno animale vegetale e minerale . I regno animale e vegetale è formato da esseri viventi, quello minerale da esseri inanimati. Le parole essere vivente riferita al mondo vegetale e quindi delle piante, da allora si è radicata nella mia mente , quando acquisto una pianta so che devo trattarla come un essere vivente, devo avere rispetto per la sua vita devo prendermi cura di lei affinchè l sia la più lunga possibile e comprendere i suoi bisogni di luce di acqua di concime . In sintesi studio le sue esigenze e ho scoperto che la pianta risponde alle cure
con l'accrescimento , con fioriture. Se non è amore questo, che cosa è? Credo che il confine sia credere
nel rispetto per ogni forma vegetale come essere vivente,una volta che si parte da questo presupposto, tutto il resto vien da sè.
 
Ultima modifica:

njnye

Florello Senior
In effetti non mi spiego come mai tanta gente fatichi a considerare le piante esseri viventi. Ricordo che avevo letto un post dedicato alle hoya vendute in molti centri commerciali: una persona che l'aveva comprata aveva raccontato il suo disappunto quando aveva scoperto che era solo una foglia conficcata nel terreno con uno stecchino e che la microradice si era tolta cercando di liberarla. Uno dei commenti che mi aveva colpito particolarmente era stato quello di una ragazza che diceva che le piaceva così tanto che non la voleva rinvasare così non cresceva e rimaneva la foglia a cuore e basta. Ecco, nel suo caso mancavano un po' di basi (e di buon senso). Però in molte occasioni (e vedendo cosa c'è in giro in questi giorni in particolare) mi domando se non servirebbe una legislazione a monte per evitare a) che acquirenti comprino piante senza sapere cosa stanno facendo; b) che le piante restino a morire sugli scaffali perché vengono trattate malissimo (mai capitato i cactus o le orchidee attaccate ai banchi frigoriferi?). Basti pensare ad esempio a quanti vengono sul forum per capire un'identificazione. E' così difficile stampare il nome anziché mettere un generico "verde mix"? A me è capitato di aver confuso una pianta d'appartamento per una varietà di evonimo e di averla uccisa. Mi sembra anche poco corretto (al limite dell'inganno) vendere una foglia conficcata su uno stecchino spacciandola per una pianta... E dall'altra parte, se io la compro perché mi fa pena e provo a salvarla, faccio bene oppure sto solo alimentando un business che dovrebbe essere boicottato?
 

cleome

Giardinauta Senior
Esiste un confine, eccome. Un collezionista non si cura delle sue piante, non le ama ma le "conta". Un appassionato le ama e per questo evita di acquistare varietà che sicuramente, per ragioni logistiche, non sarà in grado di coltivare, di veder crescere.
 

patrizia

Maestro Giardinauta
Molte osservazioni condivisibili, senza dubbio...
Quando si parla di etica, pur partendo da un argomento in particolare, come in questo caso il giardinauta inteso come coltivatore di piante per diletto, si finisce sempre per sfociare in un discorso ben più ampio in cui molti aspetti, tutti gli aspetti della vita possono risultare coinvolti.
Così, davanti alla betulla "maltrattata" Njnye riflette e si pone delle domande sull'uomo.
Questo la spinge a sua volta a chiedersi se qualcosa nel suo operato conduca gli altri alle stesse domande, e di conseguenza noi che rispondiamo in questo topic a ripercorrere la stessa strada.
In fondo è qualcosa di caratteriale, direttamente collegato al modo di essere di una persona: se in tutti gli aspetti della vita è egoista e consumista non si porrà mai altro pensiero del proprio tornaconto più vile ed immadiato.
Forse c'è una spiegazione, una giustificazione anche per la betulla piangente e il responsabile di tale risultato può uscirne almeno con le attenuanti, o forse no.
Da parte mia cerco di dare sempre una motivazione positiva a ciò che faccio, altrimenti (tanto per fare, oppure fare per nuocere) piuttosto sto ferma e penso.
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
secondo me l'etica nella gestione delle piante è molto diversa da una pessima potatura o dal volere dare forme poco naturali

se vogliamo parlare di etica penserei più che altro a cose tipo non cercare a tutti i costi piante rare di dubbia provenienza, si a quelle coltivate perchè così diffondiamo nuovamente la specie, no alla raccolta indiscriminata (nonostante certe regole sembrano siano studiate per mantenerle rare)


forse perchè secondo i parametri elencati dal primo messaggio, io sono proprio tra coloro che fan tutto quello che non andrebbe fatto
oltre a coltivare piante in giardino, non tutte tipiche della mia zona, coltivo qualche quintalata di tropicali in vaso, cosa ci sia di "naturale" in questo.. penso proprio nulla
molto meno di una betulla in vaso a milano .. che se vogliano guardare è anche quasi a casa sua,
che ha il solo difetto di essere stata potata da cani

forse il problema è che era così brutta da fare impressione, penso che magari il proprietario potrebbe essere accusato di avere gusti pessimi, ma non di non avere etica nel coltivare le piante

altrimenti il bonsai, che tu accetti, perchè rispetterebbe regole (scritte da uomini :) ) in fondo solo etetiche se analizzi bene come viene coltivato, subirebbe torture ben peggiori

e le piante messe in filari per facilitarne la coltivazione, a cui si legano i rami in modo da rendere molto più pratiche tutte le lavorazioni meccaniche, vedi i peri

anche perchè a questo punto dovremmo cominciare a chiederci che vita fanno i vegetali che mangiano......
non se ne uscirebbe più :D
 
Alto