Dico la mia.
Pensando a piante solite, non mi viene in mente, il termine 'moda', nel senso che non riesco ad attribuire ad una pianta che va per la maggiore, un valore elittario, la pianta più 'in', insomma.
Semmai, è la scarsezza di reperibilità di piante, a far sì che una pianta, soprattutto se facile, che si adatta a molte problematiche, spopoli.
Per me e tengo a sottolinearlo è un handicap, in cui, sono caduta anch'io e in cui spesso, tendo a ricadere, per la fatica di reperire o soltanto poter avere la possibilità di osservare altro.
Per altro intendo anche, una varietà diversa, della stessa pianta in questione.
Parlo ancora per me.
Ormai ho perfino perso il gusto di andare in giro per vivai, nella mia zona, perchè trovi le stesse piante, per kilometri e kilometri di giardini, in città e nella riviera del circondario genovese. Laddove scorgi qualcosa di nuovo, è per merito dei giardinieri, di chi quelle piante le alleva.
Capita, di trovare nei garden e sempre più spesso in supermarket e grandi distribuzioni d'altro, piante solite (molte vengono comprate, ma quelle destinate al commercio last minute, come il Natale e ricorrenze varie, invendute, non finiscono forse al macero? Non c'è in questo businness scarsissima sensibilità per la creatura vivente, pianta?).
Solite, comuni, massificate, che condannano le altre speci all'oblio, pur non vivendo una vita splendida.
Cito la rosa, perchè amo le rose.
Finchè conoscevo un solo tipo di rosa e vedevo sempre loro, sempre i soliti pali della luce il cui fiore bellissimo, o possedevi ali o non lo vedevi, l'ultimo mio proposito era di coltivarne una.
Poi, una l'ho salvata e studiandola, mi sono anche resa conto che si poteva allevarla in modo diverso e renderle un minimo di dignità, ma soprattutto che esisteva tutto un mondo, di rose, di cui ignoravo l'esistenza.
E non c'è difetto e danno maggiore dell'ignorare.
Ma, per reperirle, cosa sono costretta a fare?
Per reperire altre piante, che han ben diritto a soggiornare da me, cosa sono costretta a inventarmi?
Spendo 4 volte tanto una pianta e ce ne uscirebbero il triplo, solo in spese di spedizione. Rincorrendo i corrieri.
Non è questione di moda, semmai di scarsità di possibilità di scelta, su un campione comodo per chi vende e produce, molto meno per chi compra e poi ama e cura. Il rinco, i poveri oleandri impolverati di città a cui la pioggia ogni tanto dedica un po' di amore, il plumbago, non sono di moda, sono vittime sacrificali ed io credo che un po' di sana ribellione farebbe del bene soprattutto a loro e poi anche a noi.
Non cerco di evitare come la peste, per partito preso o per pregiudizio, le piante da supermarket (come le chiamo ormai), ma pretendo, nel minimo consentitomi, di effettuare scelte consapevoli.
Anche andando contro corrente, vedasi crisantemi, garofani, piante in disuso per pregiudizio avverso.