La perospora del basilico,
Peronospora belbahrii, si riconosce facilmente osservando la pagina inferiore delle foglie dove, in condizioni di umidità, forma una sorta di leggera muffetta piuttosto scura: rappresenta gli sporangiofori con gli sporangi del fungo che sta evadendo attraverso le aperture stomatiche; sulla pagina superiore si osserva clorosi con susseguente necrosi e imbrunimento dei tessuti colpiti. Io ho potuto osservare e fotografare i sintomi durante una visita all'Università di Torino dove la malattia è stata indentificata non molti anni fa e dove sono state allestite prove di lotta in serra.
Detto ciò il tuo basilico non mi sembra affatto ammalato di peronospora: come controprova prendi qualche foglia e tienila chiusa, al buio e per almeno una mezza giornata a temperatura ambiente, in un recipiente di vetro dove hai prima inserito carta-panno leggermente imbevuta di acqua in modo da creare un ambiente ad elevata U.R.: se non si forma nessuna muffetta hai la conferma che non è peronospora. Dal punto di vista epidemiologico gli attacchi di questo patogeno provocano in campo epidemie estese in breve tempo, ma se hai solo una/poche piantine è difficile che ti accorgi di questo aspetto, tuttavia gli esiti dell'infezione peronosporica anche su una singola pianta possono essere devastanti.
La peronospora del basilico è stata segnalata solo su altre pochissime specie vegetali, e inizialmente confusa con un'altra peronospora,
Peronospora lamii, che invece si sviluppa su diverse Lamiacee menta compresa.
Neppure sulla menta comunque scorgo sintomi afferibili a peronospora, però puoi fare la stessa controprova che ti sopra suggerito.
A dirla a naso, nessuna delle due piante mi sembra colpita da un patogeno fungino.
Sporangiofori portanti gli sporangi