Cara Lucia e caro Alberto,
ho avuto per molti anni una terrazza in battuta di bora, all’ottavo piano (non so quanti nodi, ma sarei curiosa di sapere quanti nodi sono 150kmh). Era un lastrico solare ed era grande quanto il mio appartamento di sotto. Per alcuni anni avevo usato come frangivento gli oleandri, poi l’inverno dell’85 me li ha fatti fuori quasi tutti. Allora ho messo una bella rete da pollaio, con bei rinforzi e ho fatto il frangivento con la vite americana e il caprifoglio. Ha funzionato perfettamente, anche meglio di prima. Per il caprifoglio bisogna usare vasi di plastica o di cemento o di ferro, perché quelli di terracotta li spacca in due con la forza delle sue radici. Naturalmente il caprifoglio è semisempreverde, e duqnue l’effetto è più duraturo di quello della vite americana, però la vite americana si sviluppa prima, più velocemente e ha molto ma molto meno radici. Ciò significa che nei grandi vasi di vite americana potevo mettere anche altre piantine, annuali e no, ma certo non arbusti. Avevo messo questi grossi vasi (diametro 70 cm) ogni tre metri circa, tra loro poi mettevo tutti gli arbusti che m’interessavano. Come rampicanti avevo provato la bugainvillea, ma non fioriva, la passiflora era una bellezza invece, e anche i piselli odorosi e i nasturzi venivano molto bene. Avevo una ringhiera di pelargoni “Ville de Paris”, quelli che chiamano “parigini” o semplicemente “rampicanti” che faceva una cascata di un metro. Erano in direzione bora, e la rete frangivento cominciava ad angolo retto proprio da loro, per cui non erano protetti, però solo il primo vaso aveva un po’ di scombussolamento, e s’impacchettava, ma gli altri (sei, per 12 piante in tutto) stavano benissimo. Con le clematidi non ho fatto molti esperimenti, tutti andati male per ragioni che allora non capivo. Ma ora che le conosco meglio, so il perché della mia poca fortuna: allora ne vendevano solo due tipi, quelli troppo grandi per i vasi (montana, alpina, ecc
e gl’ibridi a fiori grandi, che oltre a essere soggette all’appassimento della clematide (Clematis wilt) avevano bisogno di più umidità di quello che era possibile nel mio terrazzo. Di sera il pavimento era ancora caldo, non c’era ombra da nessuna parte, perché era molto largo e l’unico muro esistente era esposto a sud. Invece penso che in una terrazza con condizioni meno estreme delle mie, qualche clematide erbacea o viticella di non eccessiva altezza possa benissimo inserirsi e intrecciarsi alla barriera verde (che farebbe da frangivento ma anche da supporto, una clematide da sola, in vaso, di vistoso ha solo i fiori, come verde non ci siamo), però deve essere acquistata già un po’ in forze. Naturalmente ci sono piante a cui il vento fa un baffo, e altre più noiose, ma è bello sperimentarle un po’ tutte e trovare un po’ di riparo alle più squinzie, magari dietro a un altro folto arbusto. I cytisus sopportano bene il vento, il pittosporo, il rosmarino, gli oleandri, le deutzie, le spiree, l’alloro, le piracanta, i cotoneaster, le agavi, le lavande, lo Spartium jnceum, e molte altre che non ricordo ora. Il trucco sta nel mettere le piante che più hanno massa e più sopportano il vento nei punti più disgraziati, e là dove si forma bonaccia, mettere le più delicate. La bora da me era così forte che sollevava i vasi di qualche centimetro (grazie alla massa verde dei rami della pianta che faceva da “vela”) e poi li lasciava cadere di colpo, e il rimbombo si sentiva fino al 4° piano, così assieme a mio marito andavamo, magari nel cuor della notte e sotto bora e pioggia e freddo, con pile di giornali che mettevamo sotto i grandi vasi, in modo che attutissero il colpo. E questo avveniva nonostante tutti i vasi fossero agganciati alla ringhiera con quelle corde che si usano per i portapacchi delle macchine, questo per darvi un’idea della forza del vento. Ma avevo una terrazza così verde, che dicevano che sembrava romana (un mio amico siciliano diceva addirittura di Sciacca, per lui Sciacca era ancora più verzuta!).
Quindi forza e coraggio, che si può giardinare dappertutto: le piante sono moltissime, basta trovare quelle giuste per il posto giusto, e nella ricerca sta molto del bello del giardinaggio.
Mariangela