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Per Lucia (Terrazzi)

A

ALBERTO

Guest
Ciao Lucia, rivolgo a te principalmente la domanda in quanto possiedi un terrazzo, ma ovviamente la stessa è rivolta a tutti quanti sono in questa categoria.
Leggendo i vari messaggi, e soprattutto i tuoi, apprendo che le specie di piante che coltivate sono veramente tante e quindi vi domando : sul vostro terrazzo avete anche delle protezioni per i venti, ci sono piante che sopportano meglio il vento o semplicemente io ho un terrazzo (ovvio a Novara) che almeno 4/5 volte l'anno è "colpito" da venti da Est/SudEst oppure da Sud (Scirocco) e quindi mi scombina la sistemazione dei vasi, la tenuta delle piante (e mi riferisco al fatto che non posso permettermi di avere arbusti e/o rampicanti con altezze superiori a 1,80/2,00 metri). Da un lato sono obbligato ad avere vasi con piante relativamente alte ma resistenti ai venti e dall'altro lato ho ormai occupato tutto il muro con rampicanti. Vorrei sapere se voi avete delle piante particolarmente resistenti a queste particolari influenze dei venti e se sì quali sono. Vi ringrazio e vi saluto
Alberto - Novara
 

Lucia

Aspirante Giardinauta
Caro Alberto, la tua domanda è molto interessante. Anche il mio terrazzo è colpito spesso da forti venti. Nemmeno la bora è esclusa, con picchi di anche 50-60 nodi. E' un problema con cui convivo. I rampicanti delicati hanno altezza non superiore ai 2 metri (cerco di potarli regolarmente).
Per quanto riguarda le piante decisamente sensibili all'azione dei venti (giovani clematidi, camelia), cerco di proteggerle o spostandole in un punto più riparato, oppure mettendole sottovento ad un vaso grande. Praticamente nei giorni ventosi sto sempre a spostarle di qua e di là (credo di essere diventata una specie di barzelletta per i miei vicini). Il vento, come ho già avuto modo di raccontare, mi ha fatto fuori diverse piantine di clematidi, da me seminate l'anno scorso e mi ha rovesciato spesso i vasi delle annuali, che per fortuna si sono sempre riprese bene.
Quindi, non ho affatto risolto il problema con l'uso di frangivento (non mi va l'idea), nè mi sono fatta limitare nell'acquisto di piante che mi piacevano. Semplicemente ci provo e, se poi andrà male, pazienza.
Il vento comunque ha anche un aspetto molto positivo, perchè tiene "pulite" le piante. Pensa che l'anno scorso mi ha spazzolato via in pochi minuti una colonia di afidi, che si erano appiccicati al mio oleandro. Un effetto invece negativo, spesso trascurato, è l'azione prosciugante del vento. D'estate occorre irrigare molto di più se le piante sono esposte ai venti.
Mi piacerebbe sapere come fa Mariangela, che vive nelle vicinanze di Trieste. Ciao, Lucia.
 
M

Mariangela sr

Guest
Cara Lucia e caro Alberto,

ho avuto per molti anni una terrazza in battuta di bora, all’ottavo piano (non so quanti nodi, ma sarei curiosa di sapere quanti nodi sono 150kmh). Era un lastrico solare ed era grande quanto il mio appartamento di sotto. Per alcuni anni avevo usato come frangivento gli oleandri, poi l’inverno dell’85 me li ha fatti fuori quasi tutti. Allora ho messo una bella rete da pollaio, con bei rinforzi e ho fatto il frangivento con la vite americana e il caprifoglio. Ha funzionato perfettamente, anche meglio di prima. Per il caprifoglio bisogna usare vasi di plastica o di cemento o di ferro, perché quelli di terracotta li spacca in due con la forza delle sue radici. Naturalmente il caprifoglio è semisempreverde, e duqnue l’effetto è più duraturo di quello della vite americana, però la vite americana si sviluppa prima, più velocemente e ha molto ma molto meno radici. Ciò significa che nei grandi vasi di vite americana potevo mettere anche altre piantine, annuali e no, ma certo non arbusti. Avevo messo questi grossi vasi (diametro 70 cm) ogni tre metri circa, tra loro poi mettevo tutti gli arbusti che m’interessavano. Come rampicanti avevo provato la bugainvillea, ma non fioriva, la passiflora era una bellezza invece, e anche i piselli odorosi e i nasturzi venivano molto bene. Avevo una ringhiera di pelargoni “Ville de Paris”, quelli che chiamano “parigini” o semplicemente “rampicanti” che faceva una cascata di un metro. Erano in direzione bora, e la rete frangivento cominciava ad angolo retto proprio da loro, per cui non erano protetti, però solo il primo vaso aveva un po’ di scombussolamento, e s’impacchettava, ma gli altri (sei, per 12 piante in tutto) stavano benissimo. Con le clematidi non ho fatto molti esperimenti, tutti andati male per ragioni che allora non capivo. Ma ora che le conosco meglio, so il perché della mia poca fortuna: allora ne vendevano solo due tipi, quelli troppo grandi per i vasi (montana, alpina, ecc
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e gl’ibridi a fiori grandi, che oltre a essere soggette all’appassimento della clematide (Clematis wilt) avevano bisogno di più umidità di quello che era possibile nel mio terrazzo. Di sera il pavimento era ancora caldo, non c’era ombra da nessuna parte, perché era molto largo e l’unico muro esistente era esposto a sud. Invece penso che in una terrazza con condizioni meno estreme delle mie, qualche clematide erbacea o viticella di non eccessiva altezza possa benissimo inserirsi e intrecciarsi alla barriera verde (che farebbe da frangivento ma anche da supporto, una clematide da sola, in vaso, di vistoso ha solo i fiori, come verde non ci siamo), però deve essere acquistata già un po’ in forze. Naturalmente ci sono piante a cui il vento fa un baffo, e altre più noiose, ma è bello sperimentarle un po’ tutte e trovare un po’ di riparo alle più squinzie, magari dietro a un altro folto arbusto. I cytisus sopportano bene il vento, il pittosporo, il rosmarino, gli oleandri, le deutzie, le spiree, l’alloro, le piracanta, i cotoneaster, le agavi, le lavande, lo Spartium jnceum, e molte altre che non ricordo ora. Il trucco sta nel mettere le piante che più hanno massa e più sopportano il vento nei punti più disgraziati, e là dove si forma bonaccia, mettere le più delicate. La bora da me era così forte che sollevava i vasi di qualche centimetro (grazie alla massa verde dei rami della pianta che faceva da “vela”) e poi li lasciava cadere di colpo, e il rimbombo si sentiva fino al 4° piano, così assieme a mio marito andavamo, magari nel cuor della notte e sotto bora e pioggia e freddo, con pile di giornali che mettevamo sotto i grandi vasi, in modo che attutissero il colpo. E questo avveniva nonostante tutti i vasi fossero agganciati alla ringhiera con quelle corde che si usano per i portapacchi delle macchine, questo per darvi un’idea della forza del vento. Ma avevo una terrazza così verde, che dicevano che sembrava romana (un mio amico siciliano diceva addirittura di Sciacca, per lui Sciacca era ancora più verzuta!).
Quindi forza e coraggio, che si può giardinare dappertutto: le piante sono moltissime, basta trovare quelle giuste per il posto giusto, e nella ricerca sta molto del bello del giardinaggio.
Mariangela
 
S

Stefania

Guest
Giusto per lo sfizio di saperlo: 1 nodo marino corrisponde ad 1 miglio marino.
1 miglio marino è uguale a 1,852 km.
Nel tuo caso: 150 kmh. corrispondono a:
150/1,852 = 81 miglia marine di distanza = 81 nodi di velocità.
Puoi anche fare 150/2 + 10%. Hai pressapoco lo stesso risultato.
Il miglio terrestre invece corrisponde a 1,609 km. .
Reminiscenze da patente nautica.
Ciao!
 

Lucia

Aspirante Giardinauta
Cara Mariangela, i tuoi racconti per me sono sempre meravigliosi. Grazie, Lucia.
 
P

petunia

Guest
Anche io ti leggo sempre con piacere, cara Mariangela, e ti seguo dovunque tu navighi.
Ho ritrovato i tuoi preziosi consigli anche in qualche sito straniero e così ho scoperto che sei anche poliglotta.
Ciao Petunia
 
A

ALBERTO

Guest
Ciao a tutti, vi ringrazio per le considerazioni ed effettivamente penso che la soluzione migliore sia quella di creare delle zone frangivento sul lato più esposto al vento (nel mio caso Est). Sicuramente darò priorità alle griglie su cui fare arrampicare sia edera sia vite americana od altri rampicanti. Per quanto riguarda la clematide anch'io non sono stato molto fortunato. Sto aspettando questa primavera per sperare in una sua definitiva "arrampicata", perchè fino ad oggi (due stagioni estive) non ha dato molto di sé.
Vi saluto
Alberto - Novara
 
M

Mariangela sr

Guest
Ciao Alberto, prova con la Clematis Durandii, è una meraviglia, non è soggetta all'appassimento, è piccola, e in autunno o in febbraio si pota alla seconda o terza gemma (30 cm da terra), è di un color blu indaco molto intenso con stami gialli molto visibili e a forma di elica (i petali), non assomiglia alle solite grandi clematidi.
Ciao, Mariangela
 
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