Carissimo xst84, ho capito cosa intendi, e la risposta, per quanto concerne la mia persona, è no. E la risposta, come puoi facilmente capire, è insita nella domanda..
Brevemente dirò che si perde il primitivo entusiasmo perchè la seconda volta non è più una sorpresa... la minestra scotta non piace più, il percorso percorso non intriga, ma se si fa al buoi è meglio.. e la terza volta annoia.
Si perde quel senso di sorpresa che ammalia in primis, ma poi a carte scoperte les jeux sont fait et rien ne vas plus...
Capisci quindi come risulti impossibile appassionarsi a versioni non inedite di capitoli già letti.
Per quanto riguarda la metafora da te citata del fiore, mi trovo invece d'accordo, ma è esempio non calzante del tuo ragionamento, poichè un fiore sempre uguale è sempre diverso da se stesso.
Anche se poi è chiaro che, come molto spesso accade, si cerca la soluzione di tutto nella tarapia tapioca come se fosse antani con la supercassola prematurata con scappillamento (paraplegico) a sinistra.
Vorrei concludere con un pensiero del grande poeta Lewiss Carrol, che riassume in queste rime tutto il concetto di sorpresa e attesa:
Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe;
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe.
Beware the Jabberwock, my son!
The jaws that bite, the claws that catch!
Beware the Jubjub bird, and shun
The frumious Bandersnatch!
Ehhhhh tutte le volte mi commuovo....