Mi aggiungo a questa discussione, visto l'interesse manifestato da
@monikk64 sull'argomento trattato anche in altri thread, che me l'ha segnalata. A suo tempo me la ero persa, comunque intervengo ora.
Mi trovo assolutamente favorevole alla pacciamatura in genere per tutte le piante del giardino, rose comprese.
D'accordo pienamente anche con quello che ha detto
@Davide N. nel post #37: c'è pacciamatura e pacciamatura.
Personalmente non amo vedere quella inorganica, quindi non l'ho mai usata.
Tanti anni fa, all'inizio della mia esperienza di giardiniera provai con la comoda, ma costosa, corteccia di conifera in sacco e devo dire che non ne rimasi entusiasta. Allora si trovava solo quella di pezzatura grossa che era leggera e si spostava con poco: il cane, gli uccellini, il vento la portavano in giro senza fatica. Dove riusciva a rimanere in loco faceva il suo dovere di trattenere l'umidità del suolo, ma lasciava anche delle macchie di una muffa bianca che non mi piacevano per niente: pensavo potessero essere una via d'accesso ad eventuali attacchi fungini dannosi per le piante, così l'abbandonai. In realtà faceva il suo mestiere di materia organica disfacendosi grazie all'azione di funghi e batteri, solo che essendo molto grossa ci sarebbe voluta una vita prima di poterla incorporare al terreno, così come dice anche
@Jc123.
Quindi, puntai il mio interesse sulla copertura del suolo tra rose e peonie sulle piante erbacee: ottimo risultato estetico con un forte impatto sull'inibizione delle infestanti grazie alla competizione radicale. Contemporaneamente iniziai anche la produzione del compost che è diventato per me come "oro nero": bello da vedere e utile per tutte le piante, sia come copertura meccanica per trattenere l'umidità nel terreno che come apporto di nutrienti una volta incorporato. Inoltre, rendendo più "morbido" il suolo, risulta anche agevole estirpare eventuali erbacce non gradite.
Negli anni, per riciclare anche gli scarti di potatura più grossi, ho acquistato un biotrituratore domestico che produce, per la maggior parte, un materiale piuttosto fine che utilizzo al piede di rose, peonie, ortensie, erbacee in uno strato di 5 cm più o meno. Come da foto allegate. Essendo molto fine, rimane ben fermo sul terreno, si degrada nel giro di parecchi mesi (quello in foto è stato messo giù a maggio e a tutt'oggi ha perso poco volume). Penso che lo integrerò con altro apporto prima dell'inverno. Il materiale più lungo che il trituratore sfilaccia e non riesce a sminuzzare lo utilizzo al piede delle piante più grandi come l'acero, la forsizia, l'abelia o uno dei viburni oppure nella compostiera.
Un altro tipo di pacciamatura che ho potuto vedere all'opera, se così si può dire, è quella di foglie di uno dei viburni. Il terreno sotto il mio Viburnum plicatum è poco agevole da lavorare, sia per la posizione della pianta che per l'impalcato che ho lasciato piuttosto basso, così negli anni ho lasciato fare a Madre Natura: le foglie secche che cadono dalla pianta in autunno vengono lasciate lì, sempre, a fare da protezione e disfacendosi con il tempo anche da concimazione; risultato: splendida pianta, mai concimata, mai avuto bisogno di essere irrigata o trattata contro niente.
Tutti questi tipi diversi di pacciamatura sono funzionali alle piante non li utilizzo come copertura estetica (come molte volte invece si richiede a questa pratica). Ho potuto constatare che così facendo ho ridotto le irrigazioni e ho inibito la crescita di malerbe nelle aiuole fiorite. Non so se sia direttamente collegato, ma mi piace pensarlo, ho trovato che un numero maggiore di uccellini e coccinelle frequentano le mie aiuole e che gli afidi non sono presenti in modo così numeroso come un tempo, tanto che mi posso permettere di ignorarli. Così come ignoro anche la ticchiolatura autunnale delle rose, presente praticamente solo sulle Inglesi e pure l'oidio della Blossomtime (di serie su questa rosa). Non faccio più trattamenti chimici preventivi o curativi, né uso più concimi chimici, sia per scelta, che per fiducia in un approccio più naturale alla coltivazione. Fin qui tutto bene. Dopo più 15 anni di utilizzo del compost e della concimazione organica (stallatico, cornunghia, dermazoto, cenere), 10 anni di utilizzo del biotriturato, mi dico soddisfatta e più rilassata.
p.s.: nella foto del link di Davide N. mi pare di riconoscere un compost molto grezzo di erba, rametti e foglie. Assomiglia al mio quando non è totalmente maturo.