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Pacciamatura, più benefici o più problemi?

Pacciamatura, più vantaggi o svantaggi?

  • Non so/non mi interessa/io coltivo funghi

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Candy418

Giardinauta Senior
io sto sperimentando a spargere dei panelli di neem sopra i lterreno.. spero che l'dore tenga lontano i parassiti, vi farò sapere ( assomiglia alle tortillas al peperoncino, a me piace )
Si, si, facci sapere. Ne ho trovato in polvere a buon mercato, pensavo anch'io di farne un uso simile a quello che proponi tu.
Sopra sotto attorno alla pacciamatura, a questo punto:cry:
 

Zenais

Giardinauta Senior
Le infesta
Si, si, facci sapere. Ne ho trovato in polvere a buon mercato, pensavo anch'io di farne un uso simile a quello che proponi tu.
Sopra sotto attorno alla pacciamatura, a questo punto:cry:
Se la tua pacciamatura è con lapillo starei tranquillo! Se vuoi come ti ho spiegato la togli a circa 40 - 50 cm attorno alla rosa per vedere le condizioni del colletto e del terreno in generale ma non fa assolutamente nulla! Anzi hai fatto bene se no ti crescono erbacce
 

Epicle

Aspirante Giardinauta
toglietemi un dubbio: quando si parla di aghi di pino per acidificare il terreno, si intende solo pino o altre conifere vanno bene ugualmente ?
Quando si parla di aghi di pino per acidificare il terreno, semplicemente, si sta diffondendo una bufala che va avanti solo perché gli articoli sui siti web "alla buona" sono copiati da altri siti alla buona senza la minima verifica fattuale. Eppure basterebbe fare test scientifici o cercare studi su Internet, basta così poco per verificare. In breve: gli aghi di pino non acidificano un bel niente, nemmeno se li butti sul terreno ogni giorno per 50 anni. Se su un terreno con PH 6.5 butti aghi di pino per anni, e su un altro butti acqua piovana e sfalci d'erba, il PH resta 6.5 in entrambi. Gli aghi di pino verdi sono un po' acidi, ma non quelli secchi.
 

Zenais

Giardinauta Senior
Quando si parla di aghi di pino per acidificare il terreno, semplicemente, si sta diffondendo una bufala che va avanti solo perché gli articoli sui siti web "alla buona" sono copiati da altri siti alla buona senza la minima verifica fattuale. Eppure basterebbe fare test scientifici o cercare studi su Internet, basta così poco per verificare. In breve: gli aghi di pino non acidificano un bel niente, nemmeno se li butti sul terreno ogni giorno per 50 anni. Se su un terreno con PH 6.5 butti aghi di pino per anni, e su un altro butti acqua piovana e sfalci d'erba, il PH resta 6.5 in entrambi. Gli aghi di pino verdi sono un po' acidi, ma non quelli secchi.
Concordo!
 

monikk64

Fiorin Florello
Quando si parla di aghi di pino per acidificare il terreno, semplicemente, si sta diffondendo una bufala che va avanti solo perché gli articoli sui siti web "alla buona" sono copiati da altri siti alla buona senza la minima verifica fattuale. Eppure basterebbe fare test scientifici o cercare studi su Internet, basta così poco per verificare. In breve: gli aghi di pino non acidificano un bel niente, nemmeno se li butti sul terreno ogni giorno per 50 anni. Se su un terreno con PH 6.5 butti aghi di pino per anni, e su un altro butti acqua piovana e sfalci d'erba, il PH resta 6.5 in entrambi. Gli aghi di pino verdi sono un po' acidi, ma non quelli secchi.
:eek::eek::eek:ma lo scrivono tutti!!!!!
Sul serio non è vero????
Ma... Ma....
 

Epicle

Aspirante Giardinauta
Sì gli aghi di pino non acidificano, oltre al link già inserito sopra o ricerche scientifiche potete vedere video ben fatti, non so se ve ne siano in italiano ma ho ritrovato alcuni che avevo visto, li metto in fondo. Anche io me l'ero bevuta, poi ho fatto ricerche perché cerco sempre prove e test su ogni questione (attitudine da nerd). Il problema principale che vedo su molti argomenti in Internet è che il 95% degli articoli è scritto da persone non informate sull'argomento attingendo da altre fonti non verificate, perché comunque bisogna metter su una pagina per far girare la pubblicità. Non ci sono mai elenchi di fonti e bibliografia, anche nei siti dedicati al giardinaggio.
Eppure qualche ricerca scientifica nei siti di agronomia a volte si trova. Non si capisce mai se un metodo ha un fondamento o è solo una tradizione fuorviante. I siti specializzati dovrebbero fare test su ciò che pubblicano, se non trovano fonti scientifiche.
Questi video non mostrano test validi scientificamente ma spiegano in modo chiaro il perché gli aghi non acidifichino:
 

Candy418

Giardinauta Senior
Sì gli aghi di pino non acidificano, oltre al link già inserito sopra o ricerche scientifiche potete vedere video ben fatti, non so se ve ne siano in italiano ma ho ritrovato alcuni che avevo visto, li metto in fondo. Anche io me l'ero bevuta, poi ho fatto ricerche perché cerco sempre prove e test su ogni questione (attitudine da nerd). Il problema principale che vedo su molti argomenti in Internet è che il 95% degli articoli è scritto da persone non informate sull'argomento attingendo da altre fonti non verificate, perché comunque bisogna metter su una pagina per far girare la pubblicità. Non ci sono mai elenchi di fonti e bibliografia, anche nei siti dedicati al giardinaggio.
Eppure qualche ricerca scientifica nei siti di agronomia a volte si trova. Non si capisce mai se un metodo ha un fondamento o è solo una tradizione fuorviante. I siti specializzati dovrebbero fare test su ciò che pubblicano, se non trovano fonti scientifiche.
Questi video non mostrano test validi scientificamente ma spiegano in modo chiaro il perché gli aghi non acidifichino:
Ciao, Epicle.:ciao:
 

monikk64

Fiorin Florello
e comprato.
Domani somministro.
L'avrei trovato, ma solo in sacchi da 25 kg.... Tu sei riuscita a trovarlo in confezioni più piccole??????
Ho letto ( senza verificarlo:)) che è importantissimo annaffiare bene PRIMA e spargerlo dopo se no potrebbe "bruciare"la pianta.... Occhio!
Io, istintivamente, avrei subito fatto il contrario.... :banghead:
 

Candy418

Giardinauta Senior
L'avrei trovato, ma solo in sacchi da 25 kg.... Tu sei riuscita a trovarlo in confezioni più piccole??????
Ho letto ( senza verificarlo:)) che è importantissimo annaffiare bene PRIMA e spargerlo dopo se no potrebbe "bruciare"la pianta.... Occhio!
Io, istintivamente, avrei subito fatto il contrario.... :banghead:
Sì, in sacco piccolo, sarà 2 kg.
L'ho preso al Consorzio agrario di zona.
Mi leggo bene le istruzioni, grazie Monikk!
 

monikk64

Fiorin Florello
Torno su questa discussione perché finalmente ho comprato il solfato ammonico, mi sono rassegnata a prendere il sacco da 25 kg, più piccoli qui da me pare impossibile. .
Ora ho il dubbio del dosaggio...
Devo metterlo ai piedi di due magnolie che non decollano, nonostante le concimazioni con prodotti per acidofile...
Quindi tento questa carta, ma non so quanto darne, non vorrei fare ulteriori danni...
Mi aiutate? È il momento giusto perché oggi piove quindi darlo domani sarebbe perfetto!!!!
Tre-quattro cucchiaiate per pianta lontano dal fusto?
 
Ultima modifica:
D

Davide N.

Guest
Mi permetto di riprendere questa discussione perché mi pare che l'argomento trattato abbia tuttora un interesse centrale non solo per la coltivazione delle rose ma anche per il giardinaggio in generale e non mi pare che sia stato sviluppato a sufficienza.

Per esempio:
Ciao,
è da un po' che mi chiedo se la pacciamatura alla base delle rose porti più vantaggi o più problemi. Ho notato che dai miei genitori, dove le rose sono quasi tutte pacciamate con corteccia di pino, annaffiate spesso, in posizione arieggiata, c'è quasi sempre vento e molto sole (quasi tutte dal mattino al tramonto), queste sono soggette a ticchiolatura e oidio devastanti nonostante vengano trattate ripetutamente.
Punto 1: mi pare che questa esperienza sia del tutto fuorviante perché una delle ragioni per pacciamare è trattenere l'umidità del suolo, e di conseguenza, permette di ridurre, e spesso evitare del tutto, le irrigazioni. Vien da sé che pacciamare e "annaffiare spesso" è un controsenso evidente e non stupisce che i danni da funghi siano stati "devastanti".
Punto 2: ci sono diversi prodotti per pacciamare, non è che un prodotto vale l'altro.
Punto 3: dipende anche dalla zona climatica...

Detto questo, spero che qualcun altro si aggiunga alla discussione e apporti qualche argomento ;)

Io per quanto mi riguarda farò un esperimento empirico l'anno prossimo con il trinciato di Miscanthus: ho una perfetta candidata, ovvero una rosa mai irrigata, mai trattata e mai concimata in ottima salute da decine di anni, attorno a cui metterò uno strato di pacciame e vedrò che succede...
 

Jc123

Giardinauta
c'è anche la possibilità, secondo me da tenere in considerazione, di pacciamare prima dell'inverno per proteggere la pianta dal freddo, per poi in primavera incorporare nello strato superficiale del terreno il materiale vegetale ormai parzialmente decomposto; così, sarà anche un ammendante per il terreno e cocime organico per la pianta
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
Mi aggiungo a questa discussione, visto l'interesse manifestato da @monikk64 sull'argomento trattato anche in altri thread, che me l'ha segnalata. A suo tempo me la ero persa, comunque intervengo ora.
Mi trovo assolutamente favorevole alla pacciamatura in genere per tutte le piante del giardino, rose comprese.
D'accordo pienamente anche con quello che ha detto @Davide N. nel post #37: c'è pacciamatura e pacciamatura.
Personalmente non amo vedere quella inorganica, quindi non l'ho mai usata.
Tanti anni fa, all'inizio della mia esperienza di giardiniera provai con la comoda, ma costosa, corteccia di conifera in sacco e devo dire che non ne rimasi entusiasta. Allora si trovava solo quella di pezzatura grossa che era leggera e si spostava con poco: il cane, gli uccellini, il vento la portavano in giro senza fatica. Dove riusciva a rimanere in loco faceva il suo dovere di trattenere l'umidità del suolo, ma lasciava anche delle macchie di una muffa bianca che non mi piacevano per niente: pensavo potessero essere una via d'accesso ad eventuali attacchi fungini dannosi per le piante, così l'abbandonai. In realtà faceva il suo mestiere di materia organica disfacendosi grazie all'azione di funghi e batteri, solo che essendo molto grossa ci sarebbe voluta una vita prima di poterla incorporare al terreno, così come dice anche @Jc123.
Quindi, puntai il mio interesse sulla copertura del suolo tra rose e peonie sulle piante erbacee: ottimo risultato estetico con un forte impatto sull'inibizione delle infestanti grazie alla competizione radicale. Contemporaneamente iniziai anche la produzione del compost che è diventato per me come "oro nero": bello da vedere e utile per tutte le piante, sia come copertura meccanica per trattenere l'umidità nel terreno che come apporto di nutrienti una volta incorporato. Inoltre, rendendo più "morbido" il suolo, risulta anche agevole estirpare eventuali erbacce non gradite.
Negli anni, per riciclare anche gli scarti di potatura più grossi, ho acquistato un biotrituratore domestico che produce, per la maggior parte, un materiale piuttosto fine che utilizzo al piede di rose, peonie, ortensie, erbacee in uno strato di 5 cm più o meno. Come da foto allegate. Essendo molto fine, rimane ben fermo sul terreno, si degrada nel giro di parecchi mesi (quello in foto è stato messo giù a maggio e a tutt'oggi ha perso poco volume). Penso che lo integrerò con altro apporto prima dell'inverno. Il materiale più lungo che il trituratore sfilaccia e non riesce a sminuzzare lo utilizzo al piede delle piante più grandi come l'acero, la forsizia, l'abelia o uno dei viburni oppure nella compostiera.
Un altro tipo di pacciamatura che ho potuto vedere all'opera, se così si può dire, è quella di foglie di uno dei viburni. Il terreno sotto il mio Viburnum plicatum è poco agevole da lavorare, sia per la posizione della pianta che per l'impalcato che ho lasciato piuttosto basso, così negli anni ho lasciato fare a Madre Natura: le foglie secche che cadono dalla pianta in autunno vengono lasciate lì, sempre, a fare da protezione e disfacendosi con il tempo anche da concimazione; risultato: splendida pianta, mai concimata, mai avuto bisogno di essere irrigata o trattata contro niente.
Tutti questi tipi diversi di pacciamatura sono funzionali alle piante non li utilizzo come copertura estetica (come molte volte invece si richiede a questa pratica). Ho potuto constatare che così facendo ho ridotto le irrigazioni e ho inibito la crescita di malerbe nelle aiuole fiorite. Non so se sia direttamente collegato, ma mi piace pensarlo, ho trovato che un numero maggiore di uccellini e coccinelle frequentano le mie aiuole e che gli afidi non sono presenti in modo così numeroso come un tempo, tanto che mi posso permettere di ignorarli. Così come ignoro anche la ticchiolatura autunnale delle rose, presente praticamente solo sulle Inglesi e pure l'oidio della Blossomtime (di serie su questa rosa). Non faccio più trattamenti chimici preventivi o curativi, né uso più concimi chimici, sia per scelta, che per fiducia in un approccio più naturale alla coltivazione. Fin qui tutto bene. Dopo più 15 anni di utilizzo del compost e della concimazione organica (stallatico, cornunghia, dermazoto, cenere), 10 anni di utilizzo del biotriturato, mi dico soddisfatta e più rilassata.

p.s.: nella foto del link di Davide N. mi pare di riconoscere un compost molto grezzo di erba, rametti e foglie. Assomiglia al mio quando non è totalmente maturo.
 

Allegati

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