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Normandia e Sud Inghilterra

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trem

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Ecco un resoconto del mio viaggio che potrà essere utile per chi voglia trarne spunto per un farsi un proprio itinerario. Nel possibile cercherò anche di dare costi e indirizzi di alberghi e altri servizi che ho utilizzato.
E’ consigliabile munirsi di una carta stradale come la Michelin in scala 1/200, i giardini si trovano quasi sempre in aperta campagna in luoghi difficili da trovare se non con una carta ben dettagliata.
Per costruire l’itinerario, strade e tempi di percorrenza, ho usato il sito della Michelin www.viamichelin.com nel quale potete indicando la città di arrivo e quella di partenza avere chilometraggio, tempi, costi.
Mi sono state molto utili due guide “Gardens of France” e “Gardens of Britain” di Patrick Taylor edite da Mitchell Beazley che si possono trovare alla Libreria della Natura di Milano.
I prezzi degli alberghi che indico sono sempre per la camera per due persone compreso colazione, per i prezzi in sterline il valore è circa 0,65 € (un bel tremila lirette)

21 luglio, domenica.
Partiamo da Milano alle 9,00, la meta è un paesino alla periferia di Parigi, L'Hay les roses.
Per un guasto alle telecamere nel traforo del Monte Bianco, perdiamo un’oretta e troviamo molto traffico vicino a Parigi, arriviamo comunque tranquillamente verso le 18,00 a Bourg la Reine dove abbiamo prenotato un albergo (Alixia, 80 euro la camera compresa colazione). Il costo dell’autostrada è stato di circa 50 euro più 25 per il tunnel.
L’albergo è confortevole e molto comodo per la visita al roseto, Bourg la Reine e L'Hay les Roses sono attaccati uno all’altro.

22 luglio, lunedì.
A l'Hay les roses, c’è “La Roseraie du Val de Marne” un roseto con un secolo di rose, nato nel 1892 con la collezione di Jules Gravereaux.
Alle 9 siamo al roseto che apre alle 10, imploriamo la custode, che ci fa entrare in anticipo, l’ingresso costa 3 €. L’impianto del roseto è veramente bello, purtroppo é ormai tardi per molte rose che sono già sfiorite, soprattutto quelle di fine ottocento. Nel roseto ci sono diverse collezioni: le rose storiche, botaniche, rugose, le galliche, le “pimprenelle”, le rose della Malmaison, le antiche, le moderne francesi e non, le rose the. Comunque il roseto è sufficientemente fiorito da ripagare la visita il tempo é bello e c’è un’aria fresca. Alle 11 ci rimettiamo in viaggio, la tangenziale di Parigi è molto trafficata ma finalmente usciamo in direzione Rouen. Dopo una trentina di km ci sono le indicazioni per Giverny, il giardino di Monet, ma ci siamo già stati due anni fa’ e quindi proseguiamo, ovviamente se non ci siete mai stati dovete andarci, lo troverete molto affollato soprattutto di giapponesi. La nostra meta è Dieppe ma è presto quindi decidiamo una deviazione per andare a visitare Les Jardins d’Angelique che si trova a Montmain. Poco prima di Rouen usciamo in direzione dell’aeroporto e con una certa difficoltà riusciamo comunque a trovare il paese e il giardino.
Il giardino sono due giardini, uno è un labirintico percorso con ruscelletto bordure alberi boschetti gazebo con un’aria molto inglese, è bello per certi versi quasi eccessivo, quasi kitsch, ma certe visioni sono fantastiche, un acanto in mezzo a un’ortensia viola, una clematide arrampicata sul tronco di un ciliegio. L’altro giardino è davanti alla casa, in stile cottage garden solo bianco un po’ alla maniera di quelli di Gertrude Jekill, bello e raffinato. Ripartiamo per Dieppe dove arriviamo alle 18 (hotel Plage, 65 €) l’albergo è bruttino ma va bene, è sul viale che fronteggia il mare. La spiaggia è lungalungalungalunga e profonda un bel cinquanta metri di sassi dove si passeggia con il cappotto, alcuni i più arditi hanno il coraggio di stare in T-shirt. Sono le nove e mezza e c’è ancora molta luce, il sole inizia solo ora a tramontare. Malgrado il cappotto la sciarpetta il cappello di lana e gli scarponi questo mare ha proprio un grande fascino, di fare il bagno proprio non se ne parla ma noi non sappiamo nuotare e a me l’acqua e prendere il sole sono cose che proprio non mi piacciono, quindi va bene così.

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Le Jardin d'Angelique
 
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trem

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23, martedì.
Ma perché siamo venuti fino a Dieppe?? ma per imbarcarci per Newhaven, il porto a pochi km da Brighton.
Si può andare in England da Calais-Dover, oppure da Roscoff in Bretagna per Portsmouth, o da Cherbourg per Poole (con Britannia Ferries) o per Portsmouth (P&O). Noi per simpatia abbiamo scelto Dieppe-NewHaven, la corso rapida con Overspeed impiega un po’ più di due ore, invece con il ferri tradizionale 4 ore.
La prenotazione l’ho fatta in internet, ho preferito partire alle 9,00 con il ferri tradizionale, con arrivo alle 12,00 (impiega 4 ore quindi arriva alle 13, ma sti baluba di inglesi pur di non fare gli europei non solo non ci hanno l’euro e ti controllano i documenti, roba da guerra fredda, ma ci hanno pure un’ora in meno di fuso).
Il costo del ferri è di 216 €, solo andata, non ho fatto andata e ritorno perché se gli inglesi mi stanno antipatici più del tollerabile, me no scappo via subito.
L’Overspeed con il “catamaran rapide” parte invece alle 11,30.
Alle ottoemezza siamo al porto e il ferri si chiama incredibilmente Sardinia Vera, hai capito dove vanno a finire i traghetti venduti usati della Tirrenia!
La traversata è tranquilla e c’è poca gente, si sbarca e si comincia con la guida a sinistra, i primi metri sono veramente di assoluto terrore e anche i primi chilometri la prima mezzora e la prima ora e il primo giorno e il secondo e il terzo....... sempre con la paura di sbagliare. Ti dimentichi che devi stare a sinistra, quando fai inversione o esci da una stradina di campagna o all’uscita del parcheggio. Il terrore ti assale alle rotonde, alcune volte addirittura ci sono anche due rotonde attaccate una all’altra. Comunque si fa, è una cosa che si può fare, con un po’ di attenzione ma si fa.
Allora sbarchiamo e incredibile ma qua sono malfidenti e controllano i documenti; andare in giro con l’euro mi ha dato un gran piacere e la sensazione di essere a casa, arrivati in Inghilterra, il controllo dei documenti, viaggiare a sinistra e soprattutto dover cambiare la valuta ti fa sentire in un altro mondo vecchiovecchiovecchio, molto conservatore.
Con il terrore della guida ci avviamo verso Northiam a circa 50 km, per visitare Great Dixter il giardino di Christopher Lloyd, il cielo è grigio è promette pioggia.
Se la guida è difficoltosa devo riconoscere che la segnaletica favorisce, è sempre indicato sui cartelli il numero della strada che percorri o che incroci e questo è di grande aiuto soprattutto perché non sai esattamente la destinazione finale e quindi l’indicazione che puoi trovare sulla strada che devi imboccare. Anche qua è fondamentale una cartina molto ben dettagliata.
Arriviamo a Great Dixter e il tempo peggiora, buio vento freddo e avvisaglie di pioggia.

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L’ingresso costa 4,50 pound (un bel 12 mila lire) il giardino è fantastico, inizio a fotografare con grande velocità visto che il tempo peggiora, del giardino che dire? io qua non riesco a far commenti è solo bello e bello e bello, alla Viki invece non piace. L’avrete visto pubblicato è quello con il bel grande cottage con la sua bella leggendaria bordura e poi ci ha i bossi topiati a forma di conigli o sono lepri o scoiattoli o criceti?
Poi a un certo punto compare anche lui il Cristopher Lloyd, o almeno a me sembra lui, io ci farei una foto ma non sono proprio sicurosicuro che lui è proprio lui, e poi io non ci so una parola di inglese, quindi ve lo figurate che gli chiedo se posso fargli una foto che magari non è nemmeno lui? insomma va ha finire che poi al bookstore compro alcuni suoi libri e c’è la sua foto ed è proprio lui, ma ormai l’ho perso. Comunque visto questo Great Dixter incomincio a pensare che valeva tutti quei chilometri lì che ho fatto anche contromano.
Alla sera andiamo a Rye, un paesino sulla costa molto carino dove abbiamo prenotato un bed&breakfast, che però a noi non ci fanno mica fessi e capiamo subito che è un modo diverso per dire “pensione familiare”. Era un mulino, si chiama mica per caso “The Windmill” e ci ha infatti ancora la forma da fuori, dentro invece hanno tolto tutti gli ingranaggi e ci hanno messo i letti. La stanza è piccola ma molto carina è ristrutturata da poco e profuma di legno, piccola finestra su un fiumino, insomma molto romantico, è la stanza più bella che incontriamo in tutto il viaggio, costo 60 sterling. Insomma adesso viene il bello perché dovete sapere che io e la Viki siamo un po’ provinciali e molto più snobbish di questi abitanti di oltre Manica e non ci sappiamo e non ci sognamo neanche di voler sapere una parola di inglese. Ma proprio che non sappiamo neanche come si dice benzina, il car continuiamo a chiamarlo la voiture, e il parcheggio parchegg, insomma facciamo finta di parlare in francese, ma non sappiamo neppure come si dice mangiare. Ma perché farsi problemi, come se Marco Polo sapeva il cinese quando è andato in Cina o il Cristoforo Colombo sapeva l’americano quando è andato in America, che se uno aspetta di sapere tutte le lingue non va più da nessuna parte. A dir la verità io qualche parola la saprei tipo: girl, pin-up, sex, money, bond, james bond, groupie, i am the lead guitarist of the rock band.
Insomma grande imbarazzo ma comunque va a finire che riusciamo a mangiare, esattamente una bistecca sul un letto di tagliatelle che loro dicono “bed of tagliatell” che detta così sembra chissà cosa ma la tagliatell è una vera ciofeca.

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The Great Dixter
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The Great Dixter

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Rye. il vecchio cimitero accanto alla chiesa.
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[ 12-08-2002: Messaggio scritto da: trem ]
 
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trem

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24, mercoledì.
Mattina, ci alziamo e qua viene il bello perché dopo il bed ci tocca il breakfast, io sgameno, la Viki invece come tutte le donne è più coraggiosa, va sull’uovo fritto con la salsiccia, il bacon, i fagioli (appena tolti dalla scatola) e pure due pomodori alla griglia che ci son sempre ma chissà perché.
Allora partiamo da Rye per Sissinghurst, una trentina di km piacevoli sempre contromano in mezzo a campagna villaggetti e cottage. Arriviamo e accidenti è chiuso, che ti cambiano orario quando vogliono, a differenza di quanto scritto su tutto le mie guide e guidine hanno deciso per quest’anno di tenere chiuso il mercoledì e il giovedì.
Siamo veramente molto delusi ma non possiamo mica perdere due giorni. Quindi via verso la nostra seconda tappa che è Martock un villaggio vicino a Yeovil nel Somerset. Sono circa 280 km e buona parte li passiamo su una specie di infinito raccordo anulare attorno a Londra. Quando siamo quasi arrivati a Yeovil la strada scollina e così ti si presenta inaspettato ai nostri occhi? praticamente Stonenge, il mitico mucchio di pietre, lo vediamo dall’autostrada, assolutamente ridicolo, quattro pietre e un mucchio di pullmans e cars, e poi come tutta una fila di gente che gli gira mestamente intorno tenuta a debita distanza da un recinto. Mah. Proseguiamo e vicino alla nostra meta andiamo a visitare Montacute House, un bel maniero con un bel giardino, due quadrati di verde, uno circondato da una bella bordura moltomolto mixxedd, l’altro più grande con dei bei bossi topiati, poi c’è anche una bella siepe topiata a forma di roccia che ho capito che è la topiatura che mi piace di più. Nella limonaia assolutamente inaspettate quattro magnifiche fucsie. Fuori poi ci sono le tipiche pecore quelle con i piedi le mani e il muso neri come quelle dei cartoni animati, dove c’è quello che cerca di rubare le pecore ma c’è un cane con i capelli sugli occhi che fa la guardia. Montacute House è gestito da The National Trust che è una specie di FAI, non ho capito se la struttura è di stato o privata, molto del personale è volontario, le proprietà gestite da TNT sono le meglio manutenute e vi si trovano anche degli ottimi punti ristoro.
A Martock che è un paesinissimo, c’è il nostro albergo il White Hart, il Cervo Bianco (60 sterline), la stanza è vecchiotta e grandissima, con un arredamento assolutamente improbabile, tappezzeria a fiori, che qua si direbbe wallpaper, letti a capitonè rossi, una cassettiera e un mobile da toeletta anni ‘60, che sembrano due mobili postmodern di Ettore Sottsass. L’albergo è anche il pub del paese dove si mangia, e al bancone c’è il tipico tipo che sta li davanti a una birra senza parlare per delle ore, come chissà che dialogo si potrà avere con una birra. Comunque qualcuno ci riesce, che a parlarci e trattarla bene la birra nel bicchiere invece di consumarsi quando la bevi, lei cresce, è un po’ come parlare con i sassi o con le piante e anche in questo qualcuno ci riesce, certo che se arriva qualche altro avventore è meglio; che parlare e aspettare pure che ti rispondono le birre i sassi e le piante bisogna proprio averci una bella pazienza.

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La camera del White Hart

[ 12-08-2002: Messaggio scritto da: trem ]
 
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trem

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25, giovedì.
Allora sulla guida LonelyPlanet, c’è scritto che proprio qua vicino a Street, c’è la fabbrica delle scarpe Clarks che ci avrebbe anche come una spaccio aziendale, che adesso per fare i moderni lo chiamano outleet. E cosa volete che non ne approfitti che io porto solo le Clarks e ne avrò almeno diciassette paia, che sono pronto a comprarmi un bella dozzina di Desert treck e anche di Desert boot. Ma è una bufala, adesso c’è una specie di centro commerciale multimarca con anche un negozio che vende Clarks ma solo alcuni modelli e non le mie amate Desert treck, fregatura, però trovo in paio di Clarks a un prezzo molto conveniente proprio adatte al camminamento nei giardini. Riprendiamo il nostro allegro scorrazzare per le strade campagnole del Somerset e ci dirigiamo a East Lambrook dove c’è un’altro mitico giardino, quello di Margery Fish. Qua dicono che gli attuali proprietari della proprietà hanno comprato la proprietà senza nemmeno sapere che il giardino era della Margery poi quando lo hanno scoperto han fatto tutto un lavorio per riportarlo a galla. A noi ci sembra però che più che altro son furbetti, con la scusa della Margery han messo su un’impresina con il ristorante, lo shop e la vendita di piante, il giardino non è tenuto molto bene. La Viki dice che e un giardino umano, un giardino possibile, dove non è per forza tutto a posto, insomma un giardino un po’ come il vostro che quando non cia avete voglia lasciate crescere qualche erbaccia e non state mica sempre li a ripulire i fiori appassiti, insomma un giardino che non state mica a diventar matti più di tanto per tenerlo bello pulito da esposizione, che quel che viene, viene; insomma come il giardino della Connis praticamente. In effetti a volte me ne accorgo dopo se i giardini son belli o meno, quando vedo le foto, se ci sono foto che mi rimando a una qualche emozione a qualche visione propria di quel giardino; certo dipende anche se sono io riuscito a fare delle belle foto o meno, ma dipende molto dalla materia prima se il giardino c’è con le sue particolarità o se è solo un camion del fiorista scaricato nel cortile. Ecco rivedendo le foto questo giardino c’è.
Dopo la visita a East Lambrook andiamo a Barrington Court che è vicinissimo ma per trovarlo facciamo una gran fatica perché ci spostiamo su strade secondarie e su queste non è segnalato. Le strade di campagna sono delle specie di trincee i cui lati sono delle mura di almeno due metri di siepe mista assolutamente impenetrabili che proprio non ti puoi fermare nemmeno a far pipì. Il giardino e il maniero (del XVI secolo in stile Tudor dice la Viki) sono in gestione al TNT, anche qua è molto bello ma proprio molto bello, allora solita bella bordura ma proprio molto bella che accompagna alla casa e si entra in un grande kitchen garden, proprio ben fatto, poi si gira un po’ attorno alla casa e si entra un un altro giardino chiuso con degli alberi molto grandi e vecchi e le scuderie, si attraversa un porticato con la clematide e si arriva al giardino bianco, che è stato progettato da Gertrude Jekill, la casa è stata ristruttura a inizio secolo in stile Art & Crafts. Il segno della Gertrude nel giardino è proprio ben riconoscibile.
A fine visita al ristorante del TNT ci consoliamo con una ottimissima torta in variante doppia razione che ci fa anche da cena; anche questa notte pernottiamo a Martock.


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Barrington Court

[ 12-08-2002: Messaggio scritto da: trem ]
 
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26, venerdì.
Partiamo da Martock in direzione della Cornovaglia, finalmente, ci trasferiamo a Truro a circa 230 km. La strada è ha tratti una specie di autostrada a due corsie ma molto più spesso una strada di campagna percorsa anche da trattori in cui è impossibile sorpassare e addirittura, che sti inglesi fan proprio ridere, in certi punti ci sono come degli attraversamenti pedonali per le mucche, di quelli con il semaforino che lampeggia, proprio come quelli per fare attraversare i bambini davanti alle scuole. Il paesaggio della Cornovaglia è più miserino, meno ricchezza, case più moderne, minor caratterizzazione minor storia. La natura è bella e l’aria profuma di caprifoglio, ogni tanti si attraversano i boschi e gli alberi fanno dei veri e propri tunnel in cui quasi non filtrano i raggi del sole. Verso mezzogiorno arriviamo a Truro dove abbiamo deciso ci fermeremo tre giorni, e da qua fare le diverse puntate verso i giardini che vogliamo visitare. Troviamo alloggio al Marcorrie hotel (52 puond a notte). Poi andiamo a visitare il giardini di Trelissick che è distante una ventina di km. Anche questo è gestito dal TNT e mangiamo molto bene nel ristorate annesso. Il giardino è bello ma questi giardini della Cornovaglia hanno delle caratteristiche completamente diverse da quelli che abbiamo visto finora. In questa zona per via della corrente del golfo ci sono delle condizioni climatiche diverse dal resto del sud dell’Inghilterra, fa molto più caldo, quindi crescono con grande facilità piante originarie delle zone tropicali, ci sono in quantità camelie, rododendri, palme; assomigliano per questo un po’ ai nostri giardini che ci sono sul lago Maggiore tipo Isola Bella e Villa Taranto. Il loro periodo migliore è quindi più presto verso maggio/giugno quando camelie e rododendri sono fioriti, anche se qualche rododendro lo troviamo ancora in fiore. Niente cottage garden ma a Trelissick troviamo attorno a un magnifico esemplare di Criptomeria japonica
una magnifica bordura con incredibili e inaspettati abbinamenti e una gran quantità di ortensie in maggioranza blu. Il resto del giardino e un valloncello che scende verso il mare o almeno verso l’estuario/fiordo di un fiume.

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La Cryptomeria Japonica di Trelissick
e un particolare della bordura.
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27 sabato.
Un altro giorno e un’altra colazione io continuo a schivare l’uovo fritto e la salsiccia e seguito a mangiare toast con quell’orribile marmellata di limoni che sembra detersivo per i piatti.
Andiamo a visitare il giardino di Trebah è bello ma è una replica del giardino visto ieri, solito valloncello con gran quantità di ortensie blu, ci sorprendono le Gunnera, ne abbiamo viste tante in questi giorni ma qua ce ne un vero boschetto in cui ci si addentra tra piante alte anche tre metri e foglie larghe anche più di un metro e mezzo. Nel pomeriggio andiamo a Saint Austell per visitare il giardino di Heligan. Questo giardino merita un discorsino, allora dico subito che è brutto, il progettista è Tim Smith che è anche l’ideatore di Eden Project.
I giardini di Heligan risalgono a fine ‘800, erano stati abbandonati e andati persi, nel ‘90 Tim Smit li prende e inizia a ristrutturali. Questo giardino è un’impresa con un nome altisonante “The Lost Garden of Heligan”, il giardino perduto di Heligan. Ma in pratica il giardino non c’è è una finta, c’era un antico giardino con certe caratteristiche e su questo è stata costruito una specie di parco botanico, una specie di Minitalia, dove con un percorso veloce si va dal giardino all’italiana, all’orto, alla serra, alla farm con le galline, un po’ di ruderi della vecchia villa, il giardino esotico, la giungla e due statue gigantesche in terra cruda ricoperte di muschio e piante. La giugla è la parte più bella in pratica il solito valloncello che scende verso il mare con rododendri camelie gunnera e ortensie come negli altri giardini visitati in Cornovaglia, ma è molto fitto sembra una vera giungla. Un parco botanico con un’offerta molto familiare, molto di massa, shop con di tutto e di più e grande ristorante self service. Il tutto raccontato in modo molto ruffiano, il giardino è una grande impresa dove il succo è la comunicazione, se andate a vedervi il sito internet ve ne rendete conto. Tim Smit è il personaggio che ha dato vita a Eden Project e il layout è lo stesso: tanti soldi, immagino anche pubblici, grande comunicazione, grande opera, grande effetto, grande evento, il contenuto reale è pochino ma la sensazione è di essere in un posto da visitare almeno una volta nella vita, quello che viene comunicato allo spettatore è di essere partecipe di un grande evento. Attorno a questo evento tanti e tanti soldi, tanta gente occupata: giardinieri, autisti, hostess, camerieri, commessi, con grande soddisfazione per una regione un po’ povera, apparentemente quindi appare tutto come molto positivo: gente+turismo+soldi+occupazione+cultura(?)+partecipazione(?)+coscienza ambientale(?) mah........
Il giardino di Heligan non ci è piaciuto per niente ma la giornata finisce fortunatamente con un’ottima cena al ristorante Saffron a Truro.

28 domenica.
Oggi niente giardini andiamo in giro per la Cornovaglia. Andiamo a St Ives c’è un mucchio di gente, scappiamo via, proseguiamo lungo la costa nella credo tipica condizione meteorologica del luogo: cielo grigio, nuvole basse, nebbia, a tratti anche vento sulla scogliera. Un paesaggio affascinante, fattorie, le pecore con i piedi neri, cuscini viola di erica, fucsie e digitali che crescono spontanee tra le felci. Proseguiamo verso Penzance e poi Falmouth quindi ritorniamo a Truro.
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Giardini di Heligan


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Verso St. Ives

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Verso Land End

[ 12-08-2002: Messaggio scritto da: trem ]
 
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29 lunedì.
Andiamo all’Eden project, abbiamo deciso di andarci il lunedì sperando in minor afflusso di gente, apre alle 10 ma alle 9,30 c’è già la coda di auto all’ingresso e dobbiamo parcheggiare nei parcheggi più in alto. Allora vi spiego: il luogo è una ex cava di caolino profonda circa 200 metri, sul fondo sono state costruite due grandi serre/cupole, vi mando una foto che spiega molto meglio delle mie parole; una ospita la serra con l’ambiente caldo umido tropicale, l’altra l’ambiente caldo usciutto diciamo dal Mediterraneo al Messico.

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La gente parcheggia e scende verso il basso in una grande fiumana, un’immagine quasi biblica, sembra di andare nella terra promessa del terzo millennio, tutti con il proprio bel vestitino da gita, sono di ordinanza sandali calzoncini corti e ombelichi, il people inglese è in buona parte sovrappeso (sempre a mangiare sausages, egg & bacon) e c’è una bella mostra di fondischieni sui 130/150 di diametro, come fossero delle foglie di Gunnera. Il pubblico in visita è veramente tanto e tutti si incanalano verso la serra tropicale che è la maggior attrazione. Rispetto alle foto che avevo visto le piante sono già parecchio cresciute e l’effeto di stare sotto queste cupole con grandi piante è un po’ inquietante; dopo un po’ che sei dentro incominci a sudare terribilmente per il caldo e per il tasso di umidità altissimo, a momenti ti sembra quasi di svenire e ci sono dei punti di emergenza in previsione di questa possibilità. Hai proprio la sensazione di come si possa stare in un paese tropicale con questo caldo umido, una sensazione così sgradevole che mi fa rimpiangere le afose notti milanesi. La gente è tanta e si è tutti in fila uno dietro l’altro lungo il percorso di visita alla serra, in pratica vedi poco, registri solo la sensazione della fiumana umida e sudante e non vedi l’ora di uscire. Il progetto è quello di raccontare l’importanza delle piante nella vita dell’uomo, la relazione tra il naturale e l’artificiale e del perché anche a essere molto egoisti dovremmo cercare di conservare la natura e le piante proprio per egoismo, perché sono quello che ci permettono di vivere. Ma non credo che questo nobile messaggio arrivi ai visitatori stremati dall’umido e dal caldo e tutti in gita perché bisogna andare a vedere questa gran novità che è l’Edenproject, ma tutti poco consapevoli di dove realmente si è e di cosa stai facendo. L’altra serra, quella più piccola, ricrea il clima temperato asciutto del mediterraneo, il clima è gradevole: pomodori, mais, tabacco, cactacee, tutto un po’ miserino a dir la verità.
Ho già mostrato a sufficienza il mio scetticismo, meglio non dire più niente; se proprio volete andarci andateci, io vi garantisco che ne potete fare a meno, la cosa più interessante è l’architettura delle serre ma accontentatevi di vedere le foto. Dimenticavo il biglietto di ingresso costa 9,90 sterline (circa 30 mila lire).
Siamo un po’ delusi della Cornovaglia, partiamo, non vediamo l’ora di tornare in Normandia, ci mettiamo sulla strada per tornare a NewHaven se facciamo in tempo vorremmo prendere il ferri delle 20,30.
Sono più di 400 km attraverso il Dorset e il Sussex; siamo un po delusi dagli ultimi giorni e questa sembra una ritirata, una fuga, a tratti il paesaggio è proprio bello, la prendiamo con un po’ più di calma, non faremo in tempo a prendere il ferri questa sera. Decidiamo di fermarci al mare vicino a Newhaven e domani si vedrà. A Seaford troviamo un bel B&B, The Silverdale (52 sterline) molto accogliente con un letto a baldacchino con i pizzi, così accogliente che decidiamo di rimanere due giorni e recuperare la visita a Sissinghurst.
 
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30 martedì.
Andiamo al porto a prenotare il ferri per Dieppe; allora io sarò prevenuto con gli inglesi ma accidenti sono proprio dei cafoni vi sembra possibile che in un porto dove si va e vi arriva dalla Francia non ci sia una persona che sappia una parola di francese? Io mi sforzo di arrangiare la frase ”tu tiket for ferri nain o’clok et vuatur (non mi viene in mente car)” e sto bamba mi guarda esterrefatto “vuatur?” mi fa, come se stesse rispondendo a un marziano che sulla spiaggia di cesenatico invece di dire dire “piadina al prosciutto” avesse detto “paidena al giambon”; e porco cane un po’ di collaborazione, che insomma dopo un poco salta sù chiedendo tutto angelico “the car?” gli avrei cavato gli occhi, dopo una settimana che sopporto salsicce sotto le ascelle e detersivo per i piatti al limone sul tost, mi vieni a dire “car?” con quella faccia da ebete...... va be va be lasciamo perdere.
Allora abbiamo il biglietto (126 sterline) per domani, il ritorno sul continente è assicurato che ero terrorizzato di rimaner qua tutta la vita a guidare contromano (potrebbe essere un bel supplizio, roba da inferno dantesco per quell’intelligentone del nostro ministro delle strade e degli asfalti). Andiamo a Sissinghurst.
Attraversiamo la solita bella campagna e bei paesini e ci arriviamo alle 11, c’è un mucchio di gente. E’ BELLISSIMO che non ho parole per raccontarlo vi metto due foto e andate da voi a vedere quanto è bello.
Alle 18 ritorniamo a Seadorf l’unica esperienza che ci manca è quella del chip&frit o fish&dip o chis&dis, vuoi vedere che partiamo senza? siamo fortunati troviamo un posto che lo fa e con le patatine ci danno un pezzo di merluzzo lungo un bel 30 centimetri, corriamo sulla spiaggia, dove tira un bel vento, e ce lo mangiamo in macchina guardando verso il mare mentre il sole tramonta, mai cenato così bene!
Poi camminiamo un po’ che è quasi buio sulla spiaggia di sassi e sulla scogliera bianca a picco sull’acqua, moltomolto romantico.

31 luglio, mercoledì.
Piove fortissimo, presto al ferri, alle nove partiamo, torniamo sulla vecchia Europa, via da queste isolette traballanti che magari affondano.
Per effetto del ritorno al fuso continentale perdiamo un’ora e alle 14,00 arriviamo a Dieppe il tempo è bello e fa caldo. La guida sinistra lascia i segni e ci metto ora un po’ a riabituarmi a guidare a destra, ora col terrore che arrivi qualche inglese che pensa di essere sempre a casa sua.
Da Dieppe andiamo a Neufchatel in Bray, a una trentina chilometri e ad altrettanti da Rouen, ci fermiamo all’hotel “Les Airelles” è come essere a casa siamo già stati qua due anni fa.
Il cielo della Normandia è largo con le nuvole bianche su diversi piani che lo fanno alto e profondo. Nei campi ci sono nugoli di mucche bianche con le macchie marroni. A Neufchatel si fa il Neufchatel un ottimo formaggio spesso fatto in forme con la caretteristica forma a cuore.
 
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1 agosto, giovedi.
Andiamo a Bosc Roger sur Buchy a una trentina di chilometri, c ‘è Le Jardin des Valerianes. E’ in aperta campagna la signora proprietaria del giardino ci accoglie in calzonici, scarponi e le mani sporche di terra stava lavorando nel giardino. Il giardino è bello ma non è particolarmente speciale. Poi scendiamo e andiamo verso Ry e verso Lyons che è un bel paese in mezzo a una grande foresta, facciamo il pic nic sotto i faggi con il Neuchatel e con la terine de campagne infilata nei panini.
Nel pomeriggio andiamo al Jardin Plume (Le Thil, Auzouville sur Ry). E’ un giardino giovane, la costruzione è iniziata nel ‘95, la particolirità sono le aiuole di graminacee ed erbacee alte e piumose come Festuca, Miscantus, Poa..... Davanti alla casa un bel giardino estivo rosso e arancio, e sul fianco un giardino autunnale a prevalenza di colori verdi e blu/viola. Questi giardini spesso sono opera di giardinieri paesaggisti che lavorano nella progettazione di giardini e hanno quasi sempre un vivaio con vendita di piante.
In questa zona attorno a Neufchatel e tra Rouen e Dieppe ci sono moltissimi giardini alcuni li abbiamo già visitati due anni fa.
Le Jardin Potager du Chateau de Miromesnil: un bel potager medievale ho già postato in primavera delle foto, potete fare una ricerca sul forum.
Le Parc Floral Willian Farcy a Offranville.
A Varangeville sul mare a pochi km da Dieppe c’è Le Bois de Moitiers un bellissimo giardino e casa in stile Art & Craft (forse uno dei più giardini che abbia mai visitato) frutto della collaborazione tra l’architetto Edwin Lutyens e Gertrude Jekill.
Sempre a Varangeville c’è Shamrock con una grande collezione di ortensie. A pochi chilometri c’è Le Vasterivall della Princesse Sturdza, che del suo giardino fa solo visite guidate da prenotare con largo anticipo alla modica cifra di 22 euro, ma ci dovrò tornare a visitarlo e presto finchè c’è la Princesse che avrà i suoi bei novantanni.
Di solito il costo medio delle visite ai giardini è di 5/6 euro.


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Jardin Plume
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[ 12-08-2002: Messaggio scritto da: trem ]
 
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2 agosto venerdì.
Andiamo a visitare il Jardin de Bellevue a Beaumont le Hareng, ci sono un paio di piante particolari che non avevo mai visto come il Rubus cockburnianus con il tronco biancocenere e una bella clematide con il fiore complesso la sieboldii florida “Alba plena”. Poi torno a rivedere il Jardin Potager “Arc en Ciel” al Chateau de Bosmelet a Auffay. Nel pomeriggio inizia a piovere poi smette poi riprende insomma siamo un po’ bagnati; andiamo a Le Clos de Coudray a Etampuis, è il giardino molto bello e molto speciale di un pepiniere (vivaista) con un giardino formale e un roseto, e poi un percoso più selvaggio attorno a un ruscelletto quindi molte piante da ambiente umido con le immancabili grandi Gunnera.
Verso sera andiamo per visitare L’Agapanthe a Grigneuseville, anche questo l’ho già visitato e mi è piaciuto moltissimo voglio tornare a rivederlo ma piove e fa freddo e domani ripartiamo per Milano e il giardino è aperto alla visita dalle 14 alle 19. Riesco a mettermi d’accordo per visitarlo eccezionalmente al mattino alle dieci.


trembellev1.JPG

Clematis sieboldii florida "Alba Plena"

[ 12-08-2002: Messaggio scritto da: trem ]
 
T

trem

Guest
3 agosto sabato.
Non ne possiamo più di stare in giro non vediamo l’ora di tornare a casa finalmente ricomponiamo le valigie. Al sabato mattino al mercato coperto del paese c’è il mercato dei contadini, ognuno porta quel che ha, tre cavoli, una cassetta di albicocche, un paio di cespi di insalata, qualche barattolo di marmellata fatta in casa, da una signora compriamo alcune forme di Neufchatel (lo stiamo finendo in questi giorni, è veramente ottimo).
Andiamo a visitare L’Agapanthe potete vederlo al sito http://www.jardins-agapanthe.fr/, è opera di un giovane giardiniere, avrà trentanni, il giardino credo ne abbia una decina, è costruito su un percorso a labirinto molto compresso che va a formare diverse stanze con diverse immagini, la pergola, lo stagno, il giardino formale francese, il giardino mediterraneo, le collezioni di ortensie e di rose. Questo giardino mi piace moltissimo è il giardino contemporaneo più bello che ho visto, lo avevo gia visitato due anni fà e ora sono tornato per vederne l’evoluzione, si è riempito ancor più di piante che forse è quasi eccessivo, due anni fà era in allestimento il giardino mediterraneo ora è fatto, formalmente è molto bello ma un po’ estraneo al luogo. La notte ha piovuto molto e piante e foglie sono carichi d’acqua che si piegano nei vialetti molto fitti che percorreli inevitabilmente ci si bagna. Non ho abbastanza parole e gli aggettivi sarebbe sempre gli stessi, quindi in un altro post metto diverse foto per raccontarvelo per immagini.
A mezzogiorno ci mettiamo sull’autostrada per il ritorno, arriviamo a notte a Milano stanchissimi.
 

Traudi

Guru Giardinauta
caspita Emilio :eek: ora che il tempo è incerto e non è momento di ombrellone mi stamperò il tutto per leggerlo in santa pace la sera :D magnifico ;)
 
N

nikita

Guest
Grazie! Anch'io me lo sono stampata per leggerlo con calma.Traudi docet!
 

Traudi

Guru Giardinauta
si lo so che bisogna evitare messaggi inutili, ma sono finalmente riuscita a leggere la relazione e (a parte l'odore di uova e salsicce fritte che di prima mattina mi farebbero venire la nausea ) spero proprio che tu e " la Vicki " andiate presto a fare un altro viaggio per poter nuovamente avere qualcosa di così interessante e dettagliato ( non dico nulla delle foto ) da leggere. Ciao T.
 
G

gabriellaesse

Guest
bello il tuo viaggio, potresti dare qualche altra informazione su Jardin Plume?
Grazie
 
F

Franco D.

Guest
Grazie per il tuo bel racconto.
Bello anche perchè non sei assolutamente prolisso e me lo sono letto tutto d'un fiato.
A proposito, vedo che hai anche te un "bel" feeling con gli anglo, vero?
Ciao ;)
 
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