Buonasera a tutti i forumers:
Parto da una premessa.
Visto che frequentate il forum sul prato.....o avete avuto brutte esperienze con i professionisti del verde, o avete provato a farlo da soli, o che vi accingiate a farlo, siete alla ricerca di spunti, idee, nozioni su come portare a termine un buon lavoro e possibilmente un risultato duraturo. In tutti i casi, vi informo che NON è possibile avere un prato performante al cento per cento durante tutte le stagioni e in eterno.
L’argomento sopracitato è solo uno degli aspetti che interessano la nostra amata distesa verde e se continuate a frequentare il forum, significa che oltre alle motivazioni sopradescritte, volete anche capire al meglio come prendervi cura del prato e come addirittura migliorarlo nel tempo.
Nella mia esperienza pratologa hobbista (visto che mi occupo d’altro nella vita) ho spesso dovuto confrontarmi con tutte le fasi che precedono la vera gestione del prato ( preparazione del terreno, concimazione,semina e taglio).
Di base, questa sequenza di operazioni è corretta tuttavia, ognuna di esse nasconde una moltitudine di variabili che troppo spesso vengono sottovalutate o addirittura eluse.
Appurato che in molti topics si sia parlato largamente di ognuno di questi aspetti, mi dilungherò su un punto che ancora oggi genera perplessità.
LA CONCIMAZIONE (corretta):
In commercio esistono tanti concimi quanti sono i santi in paradiso, ognuno con la propria “matrice” chimica, con la propria terna NPK, con o senza rivestimento del granulo; per alberi da frutto, piante in vaso, fiori, orto e per il prato (qui addirittura si raggiunge l’apoteosi numerica).
Ogni confezione di fertilizzante digita la terna NPK, la composizione chimica derivata per singolo componente nonché il dosaggio.
Chi dice che il dosaggio sia corretto per la mia tipologia di prato? Per la mia esposizione? Per il mio grado di manutenzione? Diamo tutti per scontato che questo dosaggio vada bene sia che ci riferisca ad un uso sportivo o residenziale….troppo semplice.
Da questo punto è iniziata la mia maniacale ricerca della concimazione perfetta e casualmente sono entrato nel sito www.asianturfgrass.com dove ho trovato le prime risposte alle suddette domande.
Quali sono i fattori ambientali che influenzano la crescita di un prato?
La risposta risiede nel IPE (Environmental Productivity Index) e si traduce in questo:
- Temperatura media dell’aria
- Disponibilità Idrica
-PAR (Photosynthetically Active Radiation)
-Azoto disponibile
Tutti questi fattori sono rappresentati da un valore compreso tra 0 (minimo) e 1 (massimo) e se uno solo di questi risulta prossimo a zero, allora IPE sarà prossimo a zero. Delle quattro variabili, due di esse sono sono gestibili dall’uomo, ossia l’AZOTO disponibile e l’ACQUA. Le altre due variabili invece sono controllate dalla natura.
Poniamo il tipico contesto invernale o estivo. In presenza di N (azoto), Acqua e PAR (proporzionata alla stagione presa in questione), la temperatura media è un fattore limitante. IPE perciò sarà basso.
Ognuno dei parametri ambientali è strettamente connesso l’uno agli altri e tutti sono sottoposti alla cosidetta “Legge del Minimo” di LIEBIG; la quale cita testualmente:
“La crescita di un organismo è determinata dal fattore ambientale presente in minore quantità rispetto alle esigenze”
A questo punto allora, per condizioni climatiche favorevoli (primavera ed autunno), com’è possibile stimare l’azoto (N) realmente richiesto da un prato? E qual è quello invece richiesto nelle altre stagioni?
Anche in questo caso interviene in aiuto un modello matematico chiamato GP (Growth Potential)
che permette di stimare il gradiente di azoto (N) giornaliero/settimanale/mensile richiesto dal prato sulla base della sola temperatura media giornaliera.
http://forum.giardinaggio.it/il-pra...asato-sulla-crescita-potenziale-dellerba.html
https://www.pitchcare.com/news-medi...our-greens-reaching-their-full-potential.html
http://www.files.asianturfgrass.com/201306_growth_potential.pdf
IL GP (Growth Potential) non ha un valore tangibile, piuttosto esprime la capacità/attitudine di un prato a crescere, stimando la richiesta di azoto (N) necessario per farlo.
La variabile che deve essere prefissata nel modello matematico del GP rappresenta la stima di azoto (N) “teoricamente” utilizzabile dal prato (asianturfgrass indica per microterme (C3) un valore compreso tra 3-5 g/mq/mese di crescita su prati ad alto traffico e stress da elevata asportazione fogliare (clipping)).
Il GP pertanto predice il consumo di azoto (N) da parte del prato pari al prodotto del GP moltiplicato per l’azoto stimato in origine (tale azoto stimato dipende per l’appunto dalla sensibilità e conoscenza del manutentore stesso……..io ho ipotizzato un consumo di 2,5 g/mq/mese).
A questo punto entra in azione una seconda variabile: LA LUCE
Se le temperature dell’aria medie sono nei valori ottimali di crescita per le microterme (19,5°C), ma le condizioni di irraggiamento sono spesso scarse (nuvole basse, perturbazioni atmosferiche….), come è possibile che il GP sia lo strumento idoneo per supporre la reale crescita potenziale del prato?
Sarebbe necessario poter legare il GP al fattore luce irradiante per creare un GP light real (GPrl).
Purtroppo non è facile ottenere “gratuitamente” i dati di PPFD (Photosynthetic Photon Flux Density), di conseguenza il PAR (Photosyntetic Active Radiation) per determinare poi se l’esposizione del nostro prato permette di operare una corretta relazione tra Azoto (N) e Luce.
D’altra parte esistono dati inerenti il DLI (Daily Light Integrarls) che permettono di stimare la quantità minima di luce irradiante per ogni singola specie (sia essa macroterma o micro) atta a permettere una corretta efficacia foto sintetica.
Allora, pur non correttamente ho pensato di usare un valore di Irraggiamento espresso in MJ/mq o W/mq come termine di paragone tra le varie giornate dell’anno. Questo valore che ho interpretato massimo in 30 MJ/mq/ rappresenta il 100% di luce, alla quale si può stimare la migliore risposta-recezione foto-sintetica del prato. Ecco così che è nato il modello matematico “semplice” GPrl.
https://forum.giardinaggio.it/threads/growth-real-potential-levoluzione-del-gplight.229238/
Cosa centra allora il MLSN?
E’ forse il MLSN una stima approssimativa del solo azoto richiesto da un prato?
La risposta è NO.
Esiste anche in questo caso (pur con un minimo margine di errore) una relazione tra l’Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K) e Calcio (Ca) e Magnesio (Mg).
Il metodo più corretto per determinare il reale apporto di NPK, Ca+Mg sarebbe operare delle analisi del terreno di coltura (Mehlich 3 soil test extractant) tuttavia, visto e considerato che noi siamo degli hobbisti, possiamo regolarci su come “assicurarci” il nostro MLSN nel nostro terreno.
Essendo il MLSN derivato dal GP>GPrl (che salvo casi sporadici è sempre < 1) dalle mie ultime previsioni di crescita riferite agli ultimi sei anni (2010-2016), il fabbisogno di N richiesto per microterme (C3) NON soggette ad eccessivo logoramento/sfruttamento è stimato attorno a 2,5 g/mq per mese di crescita (marzo-Ottobre).
Partendo da questa stima, il modello matematico previsto da www.asianturfgrass.com stima un massimo di 10 g/mq/anno il fabbisogno di Azoto (N) .
Il Rapporto tra N e P,K,Ca e Mg è strettamente legato poiché per ogni g/mq di N devono corrispondere determinati g/mq degli altri elementi.
Tale stima è stata valutata in:
10 g/mq di N per anno
1,3 g/mq di P per anno
5 g/mq di K per anno
1,3 g/mq di Ca per anno
0,5 g/mq di Mg per anno.
Questo è un semplice sunto di quanto in realtà si nasconde dietro la concimazione del prato e di come non è così ovvio “buttare” un concime e pensare di essere esenti da ritorsioni e rappresaglie.
Bisogna sempre ricordare che ad ogni azione, corrisponde una reazione e questa non è sempre prevedibile.
Per ulteriori informazioni potrete consultare i seguenti siti web:
www.asianturfgrass.com/turf-information.html
www.blog.asianturfgrass.com
Abbiate cura di voi e del vostro prato.
WHITE SAND
Parto da una premessa.
Visto che frequentate il forum sul prato.....o avete avuto brutte esperienze con i professionisti del verde, o avete provato a farlo da soli, o che vi accingiate a farlo, siete alla ricerca di spunti, idee, nozioni su come portare a termine un buon lavoro e possibilmente un risultato duraturo. In tutti i casi, vi informo che NON è possibile avere un prato performante al cento per cento durante tutte le stagioni e in eterno.
L’argomento sopracitato è solo uno degli aspetti che interessano la nostra amata distesa verde e se continuate a frequentare il forum, significa che oltre alle motivazioni sopradescritte, volete anche capire al meglio come prendervi cura del prato e come addirittura migliorarlo nel tempo.
Nella mia esperienza pratologa hobbista (visto che mi occupo d’altro nella vita) ho spesso dovuto confrontarmi con tutte le fasi che precedono la vera gestione del prato ( preparazione del terreno, concimazione,semina e taglio).
Di base, questa sequenza di operazioni è corretta tuttavia, ognuna di esse nasconde una moltitudine di variabili che troppo spesso vengono sottovalutate o addirittura eluse.
Appurato che in molti topics si sia parlato largamente di ognuno di questi aspetti, mi dilungherò su un punto che ancora oggi genera perplessità.
LA CONCIMAZIONE (corretta):
In commercio esistono tanti concimi quanti sono i santi in paradiso, ognuno con la propria “matrice” chimica, con la propria terna NPK, con o senza rivestimento del granulo; per alberi da frutto, piante in vaso, fiori, orto e per il prato (qui addirittura si raggiunge l’apoteosi numerica).
Ogni confezione di fertilizzante digita la terna NPK, la composizione chimica derivata per singolo componente nonché il dosaggio.
Chi dice che il dosaggio sia corretto per la mia tipologia di prato? Per la mia esposizione? Per il mio grado di manutenzione? Diamo tutti per scontato che questo dosaggio vada bene sia che ci riferisca ad un uso sportivo o residenziale….troppo semplice.
Da questo punto è iniziata la mia maniacale ricerca della concimazione perfetta e casualmente sono entrato nel sito www.asianturfgrass.com dove ho trovato le prime risposte alle suddette domande.
Quali sono i fattori ambientali che influenzano la crescita di un prato?
La risposta risiede nel IPE (Environmental Productivity Index) e si traduce in questo:
- Temperatura media dell’aria
- Disponibilità Idrica
-PAR (Photosynthetically Active Radiation)
-Azoto disponibile
Tutti questi fattori sono rappresentati da un valore compreso tra 0 (minimo) e 1 (massimo) e se uno solo di questi risulta prossimo a zero, allora IPE sarà prossimo a zero. Delle quattro variabili, due di esse sono sono gestibili dall’uomo, ossia l’AZOTO disponibile e l’ACQUA. Le altre due variabili invece sono controllate dalla natura.
Poniamo il tipico contesto invernale o estivo. In presenza di N (azoto), Acqua e PAR (proporzionata alla stagione presa in questione), la temperatura media è un fattore limitante. IPE perciò sarà basso.
Ognuno dei parametri ambientali è strettamente connesso l’uno agli altri e tutti sono sottoposti alla cosidetta “Legge del Minimo” di LIEBIG; la quale cita testualmente:
“La crescita di un organismo è determinata dal fattore ambientale presente in minore quantità rispetto alle esigenze”
A questo punto allora, per condizioni climatiche favorevoli (primavera ed autunno), com’è possibile stimare l’azoto (N) realmente richiesto da un prato? E qual è quello invece richiesto nelle altre stagioni?
Anche in questo caso interviene in aiuto un modello matematico chiamato GP (Growth Potential)
che permette di stimare il gradiente di azoto (N) giornaliero/settimanale/mensile richiesto dal prato sulla base della sola temperatura media giornaliera.
http://forum.giardinaggio.it/il-pra...asato-sulla-crescita-potenziale-dellerba.html
https://www.pitchcare.com/news-medi...our-greens-reaching-their-full-potential.html
http://www.files.asianturfgrass.com/201306_growth_potential.pdf
IL GP (Growth Potential) non ha un valore tangibile, piuttosto esprime la capacità/attitudine di un prato a crescere, stimando la richiesta di azoto (N) necessario per farlo.
La variabile che deve essere prefissata nel modello matematico del GP rappresenta la stima di azoto (N) “teoricamente” utilizzabile dal prato (asianturfgrass indica per microterme (C3) un valore compreso tra 3-5 g/mq/mese di crescita su prati ad alto traffico e stress da elevata asportazione fogliare (clipping)).
Il GP pertanto predice il consumo di azoto (N) da parte del prato pari al prodotto del GP moltiplicato per l’azoto stimato in origine (tale azoto stimato dipende per l’appunto dalla sensibilità e conoscenza del manutentore stesso……..io ho ipotizzato un consumo di 2,5 g/mq/mese).
A questo punto entra in azione una seconda variabile: LA LUCE
Se le temperature dell’aria medie sono nei valori ottimali di crescita per le microterme (19,5°C), ma le condizioni di irraggiamento sono spesso scarse (nuvole basse, perturbazioni atmosferiche….), come è possibile che il GP sia lo strumento idoneo per supporre la reale crescita potenziale del prato?
Sarebbe necessario poter legare il GP al fattore luce irradiante per creare un GP light real (GPrl).
Purtroppo non è facile ottenere “gratuitamente” i dati di PPFD (Photosynthetic Photon Flux Density), di conseguenza il PAR (Photosyntetic Active Radiation) per determinare poi se l’esposizione del nostro prato permette di operare una corretta relazione tra Azoto (N) e Luce.
D’altra parte esistono dati inerenti il DLI (Daily Light Integrarls) che permettono di stimare la quantità minima di luce irradiante per ogni singola specie (sia essa macroterma o micro) atta a permettere una corretta efficacia foto sintetica.
Allora, pur non correttamente ho pensato di usare un valore di Irraggiamento espresso in MJ/mq o W/mq come termine di paragone tra le varie giornate dell’anno. Questo valore che ho interpretato massimo in 30 MJ/mq/ rappresenta il 100% di luce, alla quale si può stimare la migliore risposta-recezione foto-sintetica del prato. Ecco così che è nato il modello matematico “semplice” GPrl.
https://forum.giardinaggio.it/threads/growth-real-potential-levoluzione-del-gplight.229238/
Cosa centra allora il MLSN?
E’ forse il MLSN una stima approssimativa del solo azoto richiesto da un prato?
La risposta è NO.
Esiste anche in questo caso (pur con un minimo margine di errore) una relazione tra l’Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K) e Calcio (Ca) e Magnesio (Mg).
Il metodo più corretto per determinare il reale apporto di NPK, Ca+Mg sarebbe operare delle analisi del terreno di coltura (Mehlich 3 soil test extractant) tuttavia, visto e considerato che noi siamo degli hobbisti, possiamo regolarci su come “assicurarci” il nostro MLSN nel nostro terreno.
Essendo il MLSN derivato dal GP>GPrl (che salvo casi sporadici è sempre < 1) dalle mie ultime previsioni di crescita riferite agli ultimi sei anni (2010-2016), il fabbisogno di N richiesto per microterme (C3) NON soggette ad eccessivo logoramento/sfruttamento è stimato attorno a 2,5 g/mq per mese di crescita (marzo-Ottobre).
Partendo da questa stima, il modello matematico previsto da www.asianturfgrass.com stima un massimo di 10 g/mq/anno il fabbisogno di Azoto (N) .
Il Rapporto tra N e P,K,Ca e Mg è strettamente legato poiché per ogni g/mq di N devono corrispondere determinati g/mq degli altri elementi.
Tale stima è stata valutata in:
10 g/mq di N per anno
1,3 g/mq di P per anno
5 g/mq di K per anno
1,3 g/mq di Ca per anno
0,5 g/mq di Mg per anno.
Questo è un semplice sunto di quanto in realtà si nasconde dietro la concimazione del prato e di come non è così ovvio “buttare” un concime e pensare di essere esenti da ritorsioni e rappresaglie.
Bisogna sempre ricordare che ad ogni azione, corrisponde una reazione e questa non è sempre prevedibile.
Per ulteriori informazioni potrete consultare i seguenti siti web:
www.asianturfgrass.com/turf-information.html
www.blog.asianturfgrass.com
Abbiate cura di voi e del vostro prato.
WHITE SAND