Senza alcuna pretesa Andrea, solo perchè riflettere con te "a me me ppiace" al di la dei modi che son propri di ognuno.....
Se fossi tua madre e non lo sono ti risponderei
Hanno avuto te, e scusate se è poco
E ti hanno amato così bene e così tanto da renderti come loro, tu non smetterai di essere onesto solo perchè sei stanco.
Onesti si nasce Marchese, non ci si improvvisa
ciao
pa0la
ti ringrazio, sono in effetti parole che confortano. Non sarò un granchè, lo ammetto, ho dato ai miei belle preoccupazioni... ma stiamo bene così. Ci amiamo ancora dopo anni, e la mia maturità e la loro imminente vecchiaia oramai convivono quasi pacificamente. Pratico l'onestà come principio, me l'ha detto mio padre: "sarà l'unica cosa che potrai portarti dentro la tomba". Cerco di farlo.
Premesso che questa non vuole essere una critica, ma solo una riflessione ad alta voce:
1) Non tutti hanno la tua stessa confidenza con le parole. A volte, scrivendo di getto, può sfuggire una frase che, non avendo l'intonazione della voce, può cambiare significato. E, comunque, anche una critica ha i suoi lati positivi, se non altro come stimolo all'introspezione che vedo tu pratichi con grande modestia e padronanza.
2) Molti di noi sono stati "sparati alle spalle", ma farsi sopraffare dal pessimismo non è il modo giusto per reagire
3) Non capisco se sei troppo pieno di te o, al contrario, troppo insicuro. Forse entrambe le cose. Ma piangersi addosso non aiuta comunque a migliorare la situazione. Prova ad usare i fatti più delle parole: chi merita saprà apprezzarti, gli altri puoi anche ignorarli.
Ciao, cyberphal, lieto di conoscerti. Hai in effetti sollevato alcune cose che mi sembrano importanti, e peraltro hai (permettimi il giudizio, o la constatazione)una sensibilità, un'empatia verso gli altri (me, nella fattispecie) che ti ha portato a dire che sono pieno di me ed insicuro in egual misura, come in realtà sono. Vero, mi hai beccato. 1-0 Tuttavia non mi piango addosso, questo no, ormai sono consapevole di certe differenze che portano la gente a non incontrarsi: non ci soffro più, se è questo che intendevi, e addirittura cerco di non curarmene (nn riuscendoci talvolta) ma sto più o meno bene come sto.
Non mi sento solo e abbandonato, nel mio angolino... vivo la mia vita cercando di mettere in pratica quello che mi sta insegnando, cerco di sfuggire a quel pessimismo di cui dicevi che a vent'anni mi distruggeva, e che adesso mi rende solo un po' più pragmatico su certe vicende e situazioni, pragmatismo che appare come arroganza o esser pieno di me.
Io ho scoperto (hai capito si!??
)che la vita non sempre è come la vorremmo. Mi sembra 'na lotteria, a volte vinci un premio bello, a volte qualcosa che può spezzarti dentro qualcosa e cambiarti. Ma è sempre una sorpresa, e con un poco di mestiere si può cercare non dico di indirizzarla, ma quantomeno di guidarla quanto possibile dove desideriamo, e di viverla con una serenità che nn dovrebbe essere mai fatalismo.
Io, la mia lei, (in realtà, diciamocelo, sono io ad essere suo, schiavo dei suoi occhi nocciola e del suo cuor di leone) abbiamo fatto e stiamo facendo delle scelte. Lei sta con me, che non amo annientarmi di lavoro (perchè per me non è giusto) e che necessito degli spazi per coltivare le mie cose: scrittura, pittura, bonsai, meccanica, modellismo, tutte quelle cose abbastanza improduttive (nn sempre, a volte ci faccio i soldi) ma che fanno di me il simpatico, logorroico e socievole orsacchiottone che conoscete... lei è il mio contrario, meno creativa e più concreta, tenace, lei che stava 12 ore dietro il bancone di un bar con un ferro e due placche nella gamba sbriciolata 2 mesi prima, solo perchè voleva fare così, per vedere se reggeva. (lei resse, ma le viti della placca no, e si ricoverò di nuovo perchè ste viti avevano ceduto e si erano piegate). Lei che porta i soldi a casa e continua ad amarmi aspettando che io trovi (lo sa Iddio quanto mi sforzi) una collocazione decente e sicura mentre dissemino per casa viti bulloni, trucioli di legno e foglie secche. Nascerebbero -forse- buoni figli, con una madre come lei. Ma vi è un tempo per ogni cosa ed ogni persona dovrebbe sapere, dentro di sè, quando il tempo è arrivato. Stiamo ancora costruendo, ecco cosa volevo dire, forse. Per ora, nel nostro piccolo, e con le proporzioni dovute, ci esercitiamo ad amare i nostri gatti come fossero piccole persone (SONO, piccole persone), non facendo mancare loro nulla e prendendo le misure con la realtà che mantenere qualcuno costa parecchio. Anche due gattini, che mangiano, hanno necessità di cure, di attenzioni. E' -preciso-un esempio limite, da non fraintendere.
Nei nostri sogni, perchè li abbiamo, vediamo i nostri figli, uno\a dei quali adottato, diverso, ma figlio nostro come l'altro che -se sarà maschio avrà il nome di mio Padre-. Ci piacerebbe si, come a chiunque. Ora non si può, non si deve: non possiamo essere egoisti e mettere al mondo o custodire una creatura che non potremmo mantenere come si deve, neppure desiderandolo... solo per dire in giro che sappiamo fare i figli. A farli siamo capaci, fidatevi sulla parola. Li sanno fare tutti. E' crescerli che è complicato, specialmente se non hai finito di crescere tu. Io infatti non riesco ancora a fare una maionese decente, senza farla impazzire...
k07: