pa0la
Florello
E’ il titolo di un libro che non ho letto, ma mi serve per introdurre la discussione.
La mia “piccola” ha tredici anni. Un giorno il suo corpo tutto nuovo le piace un sacco, il giorno dopo lo detesta. Ha splendidi capelli mossi che vorrebbe lisci, un giorno mi dice che bisogna fare attenzione a ciò che si mangia, il giorno dopo devo nascondere i biscotti altrimenti li mangia tutti. E tutto questo per la sua età è assolutamente normale e non mi preoccupa affatto.
La domanda è un’altra.
Quanto è giusto che una madre, con la figlia femmina, si comporti solo da madre. Che vigili su di lei per evitare che si ponga modelli assurdi e irraggiungibili e si preoccupi solo del traguardo “dell’accettazione di se” senza complicità?
Se prova a truccarsi un po’ davvero e un po’ per gioco, la mamma dice “sei piccola, lavati la faccia” ma la donna che sono avrebbe una voglia matta di dirle invece “vieni che ti insegno”. Idem quando la porto a comprare vestiti. Lascio che scelga ciò che le piace ma la tentazione di suggerire ciò che valorizzerebbe il bello e camufferebbe ciò che non è perfetto è forte. Però la mamma ha il sopravvento e mi astengo dal dirle che la minigonna non sarà mai il look ideale, meglio dei pantaloni alla perscatora e una maglia scollata, perché temo di avvilirla scioccamente rimarcando un difetto
Dov’è l’equilibrio? Qualcuna di voi lo ha trovato.? Qualcuna avrebbe voluto da sua madre cose che non ha avuto, o ha trovato aiuto? E se si di che tipo?
La mia “piccola” ha tredici anni. Un giorno il suo corpo tutto nuovo le piace un sacco, il giorno dopo lo detesta. Ha splendidi capelli mossi che vorrebbe lisci, un giorno mi dice che bisogna fare attenzione a ciò che si mangia, il giorno dopo devo nascondere i biscotti altrimenti li mangia tutti. E tutto questo per la sua età è assolutamente normale e non mi preoccupa affatto.
La domanda è un’altra.
Quanto è giusto che una madre, con la figlia femmina, si comporti solo da madre. Che vigili su di lei per evitare che si ponga modelli assurdi e irraggiungibili e si preoccupi solo del traguardo “dell’accettazione di se” senza complicità?
Se prova a truccarsi un po’ davvero e un po’ per gioco, la mamma dice “sei piccola, lavati la faccia” ma la donna che sono avrebbe una voglia matta di dirle invece “vieni che ti insegno”. Idem quando la porto a comprare vestiti. Lascio che scelga ciò che le piace ma la tentazione di suggerire ciò che valorizzerebbe il bello e camufferebbe ciò che non è perfetto è forte. Però la mamma ha il sopravvento e mi astengo dal dirle che la minigonna non sarà mai il look ideale, meglio dei pantaloni alla perscatora e una maglia scollata, perché temo di avvilirla scioccamente rimarcando un difetto
Dov’è l’equilibrio? Qualcuna di voi lo ha trovato.? Qualcuna avrebbe voluto da sua madre cose che non ha avuto, o ha trovato aiuto? E se si di che tipo?