Datura rosa
Guru Master Florello
Ho letto che in Svizzera esiste una Lista nera delle piante stilata da un gruppo di lavoro della Commissione svizzera per la conservazione delle piante selvatiche su mandato dell’Ufficio federale dell’Ambiente, delle foreste e del paesaggio.
In questa lista sono inserite tutte piante “accusate” di essere piante esotiche invasive che costituiscono una minaccia per la natura, la salute (sembra, ad esempio, che l'Ambrosia artemisiifolia, con il suo polline aggressivo causi allergie) e l’economia.
In pratica si tratterebbe di piante che vanno soppiantando la flora indigena a danno dell’ecosistema e che, addirittura -come spiega il responsabile del settore botanica al Museo cantonale di storia naturale - la loro massiccia proliferazione provocherebbe l’instabilità di rive e scarpate in quanto, se la vegetazione è formata da una sola specie, e quindi un solo tipo di radici, invece che una moltitudine di specie con diverse radici a diverse profondità, più facilmente che altrove possono verificarsi frane e erosione, diminuisce
la sicurezza idraulica e aumenta il rischio di inondazioni con conseguenti danni economici potenzialmente importanti.
Nella lista, tra le altre, sono inserite Ailanthus altissima, Robinia pseudoacacia, Lonicera japonica, Prunus laurocerasus e la mia amatissima Buddleja davidii accusata con i suoi stoloni ed i circa 3 milioni di semi a pianta (effettivamente un po’ tantini!!!) di star colonizzando, diventando dominante, greti di fiumi e torrenti, zone disboscate, cave, estrazioni, pareti rocciose, linee ferroviarie, terreni incolti a bassa altitudine e all’orizzonte collinare soprattutto in Ticino e nel Cantone Ginevra.
Persino la sua prerogativa di pianta attira farfalle èmessa in discussione in quanto non sostituirebbe il ruolo ecologico delle specie indigene perché solo le farfalle“generaliste” si nutrono di nettare diBuddleja, mentre le farfalle "specialiste", ben più numerose in termini di specie, necessitano di piante indigene specifiche, che possono essere minacciate dalla Buddleja (???).
Ora, proprio perché grande estimatrice di questa pianta, della quale ho da anni due grandi esemplari e varie piantine in crescita (da talea!), posso testimoniare di non aver mai visto crescere nel mio giardino e al di fuori di esso nella zona, piante di Buddleja spontanee.
Inoltre, le farfalle che ho fotografato sui loro fiori mi sembrano tutte endemiche del territorio laziale.
Mi piacerebbe che qualche esperto potesse spiegarmi se sono specialiste o generaliste
Inoltre esiste anche una lista di piante sotto osservazione allo stesso scopo. In questa sono inserite tra l’altro Helianthus tuberosus, Impatiens balfourii, Bunias orientalis, Mahonia aquifolium, Paulownia tomentosa, Phytolacca americana (e per questa mi sentirei di condividere!!).
Qualcosa di simile alla Lista nera svizzera esiste anche nelle regioni Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. Ed esiste anche un Decreto del Presidente della Repubblica (del 2 marzo 2003 n. 120 - Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonche' della flora e della fauna selvatiche.) che al comma 3 dell’art. 12 contiene:
Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone
Scusate lo sproloquio ma quanto ho letto mi lascia molto perplessa perché se è vero che queste piante hanno una tale massiccia proliferazione da connotarsi come invasive e pericolose per la flora indigena perché questa pericolosità si apprende per caso come è accaduto a me. Chiunque pratica giardinaggio può amare le piante citate e inserirle nel proprio giardino e può, di conseguenza, essere un “fuorilegge ambientale”. Oppure è solo un recepimento “formale”di una legge comunitaria?
Mi piacerebbe conoscere il parere di altri sull’argomento.
In questa lista sono inserite tutte piante “accusate” di essere piante esotiche invasive che costituiscono una minaccia per la natura, la salute (sembra, ad esempio, che l'Ambrosia artemisiifolia, con il suo polline aggressivo causi allergie) e l’economia.
In pratica si tratterebbe di piante che vanno soppiantando la flora indigena a danno dell’ecosistema e che, addirittura -come spiega il responsabile del settore botanica al Museo cantonale di storia naturale - la loro massiccia proliferazione provocherebbe l’instabilità di rive e scarpate in quanto, se la vegetazione è formata da una sola specie, e quindi un solo tipo di radici, invece che una moltitudine di specie con diverse radici a diverse profondità, più facilmente che altrove possono verificarsi frane e erosione, diminuisce
la sicurezza idraulica e aumenta il rischio di inondazioni con conseguenti danni economici potenzialmente importanti.
Nella lista, tra le altre, sono inserite Ailanthus altissima, Robinia pseudoacacia, Lonicera japonica, Prunus laurocerasus e la mia amatissima Buddleja davidii accusata con i suoi stoloni ed i circa 3 milioni di semi a pianta (effettivamente un po’ tantini!!!) di star colonizzando, diventando dominante, greti di fiumi e torrenti, zone disboscate, cave, estrazioni, pareti rocciose, linee ferroviarie, terreni incolti a bassa altitudine e all’orizzonte collinare soprattutto in Ticino e nel Cantone Ginevra.
Persino la sua prerogativa di pianta attira farfalle èmessa in discussione in quanto non sostituirebbe il ruolo ecologico delle specie indigene perché solo le farfalle“generaliste” si nutrono di nettare diBuddleja, mentre le farfalle "specialiste", ben più numerose in termini di specie, necessitano di piante indigene specifiche, che possono essere minacciate dalla Buddleja (???).
Ora, proprio perché grande estimatrice di questa pianta, della quale ho da anni due grandi esemplari e varie piantine in crescita (da talea!), posso testimoniare di non aver mai visto crescere nel mio giardino e al di fuori di esso nella zona, piante di Buddleja spontanee.
Inoltre, le farfalle che ho fotografato sui loro fiori mi sembrano tutte endemiche del territorio laziale.
Mi piacerebbe che qualche esperto potesse spiegarmi se sono specialiste o generaliste
Inoltre esiste anche una lista di piante sotto osservazione allo stesso scopo. In questa sono inserite tra l’altro Helianthus tuberosus, Impatiens balfourii, Bunias orientalis, Mahonia aquifolium, Paulownia tomentosa, Phytolacca americana (e per questa mi sentirei di condividere!!).
Qualcosa di simile alla Lista nera svizzera esiste anche nelle regioni Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. Ed esiste anche un Decreto del Presidente della Repubblica (del 2 marzo 2003 n. 120 - Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonche' della flora e della fauna selvatiche.) che al comma 3 dell’art. 12 contiene:
Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone
Scusate lo sproloquio ma quanto ho letto mi lascia molto perplessa perché se è vero che queste piante hanno una tale massiccia proliferazione da connotarsi come invasive e pericolose per la flora indigena perché questa pericolosità si apprende per caso come è accaduto a me. Chiunque pratica giardinaggio può amare le piante citate e inserirle nel proprio giardino e può, di conseguenza, essere un “fuorilegge ambientale”. Oppure è solo un recepimento “formale”di una legge comunitaria?
Mi piacerebbe conoscere il parere di altri sull’argomento.