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Piera1
Guest
Mi hanno chiesto di girarla, naturalmente ho accettato.
Sul quotidiano "La Stampa" di Torino, in data 1 marzo 2006, e' apparso sulla prima pagina un articolo intitolato "L'aviaria uccide anche un gatto" corredato da foto a colori con la didascalia ''attenti al gatto''.
Ritenendo che questa sia una vera istigazione ad abbandonare i gatti o a far loro del male, vi invito a far conoscere il vostro pensiero al dottor Anselmi, direttore de "La Stampa". Potete telefonare alla redazione al numero 011-65681 oppure scrivere una email ai
seguenti indirizzi:
giulio.anselmi@lastampa.it
lettere@lastampa.it
specchiotempi@lastampa.it
lamiacitta@lastampa.it
Questa può essere una traccia della mail da inviare (che ovviamente potrà essere personalizzata):
Egregi Signori,
abbiamo visto l'immagine che avete allegato all'articolo relativo all'aviaria che pare abbia ucciso un gatto in Germania.
Complimenti davvero! Con questa immagine fuorviante e allarmistica, avete senz'altro contribuito a diffondere e ad espandere la psicosi già diffusa tra la gente.
Ci auguriamo che le altre testate non seguano il vostro pregevole esempio, altrimenti, oltre ai poveri pennuti di allevamento e non, anche i gatti saranno presi di mira, a rischio di ulteriori abbandoni e maltrattamenti.
Soprattutto i randagi, già accuditi e nutriti da poche persone di buon cuore, nell'indifferenza e/o fastidio generale, avranno altri nemici da cui difendersi: moderni "monatti" che si prenderanno carico di far sloggiare o eliminare brutalmente gli inquilini delle numerose colonie feline di cui l'Italia è piena.
E di cui, a parte pochi con spregio definiti "gattari", tutti se ne fregano, compreso il Comune di Torino che in occasione delle Olimpiadi Invernali ha pensato bene di chiudere l’accesso a molte colonie perché non fossero “visibili” e non recassero un danno all’immagine cittadina, impedendo di fatto che i gattari e le gattare potessero portare loro il cibo.
Sul quotidiano "La Stampa" di Torino, in data 1 marzo 2006, e' apparso sulla prima pagina un articolo intitolato "L'aviaria uccide anche un gatto" corredato da foto a colori con la didascalia ''attenti al gatto''.
Ritenendo che questa sia una vera istigazione ad abbandonare i gatti o a far loro del male, vi invito a far conoscere il vostro pensiero al dottor Anselmi, direttore de "La Stampa". Potete telefonare alla redazione al numero 011-65681 oppure scrivere una email ai
seguenti indirizzi:
giulio.anselmi@lastampa.it
lettere@lastampa.it
specchiotempi@lastampa.it
lamiacitta@lastampa.it
Questa può essere una traccia della mail da inviare (che ovviamente potrà essere personalizzata):
Egregi Signori,
abbiamo visto l'immagine che avete allegato all'articolo relativo all'aviaria che pare abbia ucciso un gatto in Germania.
Complimenti davvero! Con questa immagine fuorviante e allarmistica, avete senz'altro contribuito a diffondere e ad espandere la psicosi già diffusa tra la gente.
Ci auguriamo che le altre testate non seguano il vostro pregevole esempio, altrimenti, oltre ai poveri pennuti di allevamento e non, anche i gatti saranno presi di mira, a rischio di ulteriori abbandoni e maltrattamenti.
Soprattutto i randagi, già accuditi e nutriti da poche persone di buon cuore, nell'indifferenza e/o fastidio generale, avranno altri nemici da cui difendersi: moderni "monatti" che si prenderanno carico di far sloggiare o eliminare brutalmente gli inquilini delle numerose colonie feline di cui l'Italia è piena.
E di cui, a parte pochi con spregio definiti "gattari", tutti se ne fregano, compreso il Comune di Torino che in occasione delle Olimpiadi Invernali ha pensato bene di chiudere l’accesso a molte colonie perché non fossero “visibili” e non recassero un danno all’immagine cittadina, impedendo di fatto che i gattari e le gattare potessero portare loro il cibo.