I Parte
Le malattie infettive dei gatti sono piuttosto diffuse, ma spesso se ne sa poco, e a volte sono gli stessi veterinari a fornire un quadro allarmistico quando non scientificamente scorretto.
Ne parliamo con il dott. Stefano Bo rappresentante italiano del Board Representative of ESFM (European Society of Feline Medicine), Professore a Contratto in "Clinica delle Malattie Infettive del gatto" presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino; membro della "International FIP treatment task force", direttore sanitario dell'ambulatorio associato Bo-Ferro-Nardi di Torino... e ancora altro.
Domanda (nel seguito: D.): Il primo problema che vogliamo affrontare con te e' quello delle adozioni. Molte persone ci chiedono il gatto "sano"... e la prima domanda e' proprio questa. Come si puo' sapere se un gattino di 2-3 mesi, che proviene da una colonia, o e' stato abbandonato, e' "sano"? Quali sono gli eventuali esami che ha senso fare?
Risposta del dott. Bo (nel seguito: B.): Quando si tratta di gattini piccoli, specie se di colonia, la prima cosa da fare e' l'esame parassitologico (ascaridi, coccidi) e ricercare anche protozoi quali la giardia e un nuovo tipo di protozoo che e' stato recentemente individuato in Italia. In ogni caso si tratta di problemi facilmente curabili con dei farmaci per periodi piu' o meno lunghi.
Per quanto riguarda i test virologici, ha senso comunque testarli per FIV e Felv, tenendo presente che se sono sotto i 4 mesi, specialmente per quanto riguarda la FIV, si possono avere dei falsi positivi (cioe' il gattino risulta positivo al test, quindi malato, quando in realta' non lo e'). La maggior parte dei gattini positivi a quell'eta' risultano infatti positivi solo perche' la mamma e' positiva, poi gli anticorpi vengono eliminati e dopo i quattro mesi ritornano ad essere negativi.
D. Quindi i gattini di una gatta FIV non e' detto che siano anch'essi FIV...
B. Assolutamente no. Anzi il piu' delle volte non sono FIV. Tieni presente che la probabilita' di contrarre l'infezione direttamente dalla mamma e' inferiore al 5%. I gattini possono contrarre l'infezione dalla madre solo se questa si e' infettata nel primo terzo di gravidanza... quindi una probabilita' piuttosto bassa, infatti la mamma FIV puo' passare anticorpi con il colostro che sono protettivi.
D. E invece i gattini di mamma Felv sono "automaticamente" positivi o no?
B. Anche in questo caso se i gattini hanno preso il colostro dovrebbero avere anticorpi protettivi, ma possono contrarre il virus FeLV se tale protezione viene a diminuire precocemente. Purtroppo non abbiamo modo di sapere quando gli anticorpi decadono. La trasmissione intrauterina e' comunque possibile.
Comunque anche nei gatti Felv asintomatici si puo' fare un trattamento con interferone per uso umano (uno qualsiasi o anche quello specifico felino), somministrato per bocca, nella diluizione di 30 U in un ml di soluzione fisiologica per 7 giorni a settimane alterne. Serve a mantenere il sistema immunitario modulato ed attivo.
Per la Felv: anche qui bisogna tenere presente che un gattino felv puo' comunque negativizzarsi nell'arco di 6 settimane, e quindi e' opportuno aiutarlo con degli immunostimolanti e ripetere il test in un momento successivo. Come immunostimolanti si puo' anche usare l'interferone per uso umano (nella diluizione di 30 unita' in 1 ml. di soluzione fisiologica, somministrato per bocca 7 giorni a settimane alterne), ovviamente si puo' usare anche quello specifico felino nella diluizione indicata.
D. Quindi una "certezza" sulla diagnosi...
B. Si puo' avere dopo i 4 mesi di eta'. Bisogna poi tenere presente che anche in caso di negativita' c'e' un minimo di rischio, perche' sono necessarie circa 4 settimane prima che il test riveli l'infezione, quindi se tui fai il test in quel periodo puoi trovare dei falsi negativi.
D. L'attendibilita' dei test?
B. Come specificita' e sensibilita', l'attendibilita' dei test e' intorno al 95%.
D. A cosa va incontro una persona che accoglie un gatto FIV o Felv al momento asintomatico?
B. Bisogna innazitutto differenziare tra FIV e Felv. Un gatto FIV che vive in casa, che viene trattato secondo i criteri di buona salute, non ha rischi di infezioni da altri agenti, e' un gatto che puo' vivere 10, 12 anni: praticamente tutta la durata della sua vita senza manifestare la malattia. Un gatto che va in giro, semi-randagio rischia invece molto di piu', perche' ogni coinfezione porta ad una replicazione del virus. Per un gatto che sta in casa, ben tenuto, il virus resta quasi latente, e quindi l'immunodepressione si puo' manifestare anche dopo i 10 anni.
Per un gatto Felv positivo invece il discorso e' diverso, perche' ha statisticamente un 70% di possibilita' di morire di qualche malattia legata alla Felv nell'arco dei successivi 3-4 anni. Mentre l'aspettativa di vita per i gatti FIV e' di 8-10 anni, per il 70% dei Felv e' di 3-4 anni.
D. La possibilita' di trasmissione di queste malattie ad altri gatti sani?
B. Per quanto riguarda la FIV: se non ci sono motivi di conflittualita' (morsi e graffi agli altri gatti) il rischio di infettare gli altri attraverso la saliva e' del 2.5%, quindi decisamente basso. Diverso il discorso per la Felv, ma qui c'e' il vaccino, e il rischio di contagio tra un sano e' un Felv vaccinato e' intorno al 5%, quindi anche qui molto basso.
D. Ci sono, e se si' quali, altre malattie infettive a cui porre attenzione?
B. Le altre malattie, che spesso sono sottovalutate e a cui bisognerebbe fare piu' attenzione sono causate da herpes virus e calici virus, cioe' i due agenti della rinotracheite felina. Si sa che entrambi i virus, una volta che hanno infettato un soggetto, possono, nel 60-80% dei casi, far diventare quel gatto un portatore sano. Questo significa che un cucciolo portatore sano non solo puo' ciclicamente infettarne altri, e in una colonia puo' essere un problema, ma che da adulto, intorno ai 5-8 anni, se non e' stato ben trattato in giovane eta', sara' soggetto a sviluppare forme croniche di rinotracheite molto difficili da far guarire. Questo perche' l'herpes virus, a causa di stress e fattori emozionali che abbassano le difese immunitarie, puo' riattivarsi e portare alla distruzione dei turbinati della mucosa e dei turbinati nasali. Queste patologie non comportano la morte dei soggetto, ma si tratta di forme croniche che richiedono cure e attenzioni.
Per quanto riguarda la FIV. Non c'e' assolutamente nessun motivo per sopprimere un gatto giovane FIV positivo a meno che non sia uno di quesi rari casi che sviluppano malattie particolarmente gravi. Ci sono dal 5 al 10% di gatti FIV positivi che possono sviluppare delle forme neurologiche croniche debilitanti o dei tumori all'intestino (linfomi). In questi casi, come e' ovvio, si tratta la malattia indipendentemente dal fatto che sia FIV. Pero', oltre a questo non c'e' nessun motivo per sopprimere un gatto FIV: proprio nessuno.
Per quanto riguarda la FIP il problema e' molto serio, perche' e' difficile fare una diagnosi corretta di FIP. Tendenzialmente, in un gruppo di gatti dove e' presente il coronavirus, si infettano tra l'80 e il 100% dei gatti... e ovviamente non e' che si sopprimono tutti. Pero' il problema e' avere una diagnosi di FIP. Sulla FIP umida (pancia o addome pieni di liquido) si puo' cercare di mandare avanti il gatto per 3-6 mesi con terapie abbastanza aggressive. E' chiaro che su gattini di qualche mese, farli andare avanti con punture in addome tutti i giorni mi sembra abbastanza... un accanimento.
Diverso il discorso sulla FIP secca, dove e' difficile fare una diagnosi corretta. Attraverso particolari esami (elettroforesi delle proteine totale, particolari tipi di proteine infiammatorie che si chiamano AGP, PCR, ecc) e il riscontro dei segni clinici, se si arriva ad una diagnosi di FIP, e non si tratta di una forma particolarmente debilitante, ha senso un approccio terapeutico volto a far stare meglio il gatto. Poi, nei casi particolarmente gravi, quando il gatto smette di mangiare, e' debilitato, soffre... allora, e solo in quei casi e con una diagnosi il piu' certa possibile, si prende in considerazione la soppressione.
Non esiste comunque di sopprimere un gatto basandosi solo sul titolo anticorpale di presenza del coronavirus [NdR: quello che si puo' riscontrare con la PCR]: questo e' proprio professionalmente scorretto.
Per quanto riguarda la Felv, questa e' una malattia facilmente trasmissibile, per cui se lo lasci andare in giro a infettare gli altri gatti o quelli dei vicini, sei colpevole anche tu di diffondere la malattia. Se invece lo tieni in casa l'unica cosa che devi sapere e' che quel gatto, nel 60-70% dei casi potra' sviluppare una malattia letale nell'arco di 3-4 anni, poi ci sono anche quelli che vivono 7-8 anni perche' non sviluppano nessuna malattia collaterale alla Felv.
Continua........................................................
Le malattie infettive dei gatti sono piuttosto diffuse, ma spesso se ne sa poco, e a volte sono gli stessi veterinari a fornire un quadro allarmistico quando non scientificamente scorretto.
Ne parliamo con il dott. Stefano Bo rappresentante italiano del Board Representative of ESFM (European Society of Feline Medicine), Professore a Contratto in "Clinica delle Malattie Infettive del gatto" presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino; membro della "International FIP treatment task force", direttore sanitario dell'ambulatorio associato Bo-Ferro-Nardi di Torino... e ancora altro.
Domanda (nel seguito: D.): Il primo problema che vogliamo affrontare con te e' quello delle adozioni. Molte persone ci chiedono il gatto "sano"... e la prima domanda e' proprio questa. Come si puo' sapere se un gattino di 2-3 mesi, che proviene da una colonia, o e' stato abbandonato, e' "sano"? Quali sono gli eventuali esami che ha senso fare?
Risposta del dott. Bo (nel seguito: B.): Quando si tratta di gattini piccoli, specie se di colonia, la prima cosa da fare e' l'esame parassitologico (ascaridi, coccidi) e ricercare anche protozoi quali la giardia e un nuovo tipo di protozoo che e' stato recentemente individuato in Italia. In ogni caso si tratta di problemi facilmente curabili con dei farmaci per periodi piu' o meno lunghi.
Per quanto riguarda i test virologici, ha senso comunque testarli per FIV e Felv, tenendo presente che se sono sotto i 4 mesi, specialmente per quanto riguarda la FIV, si possono avere dei falsi positivi (cioe' il gattino risulta positivo al test, quindi malato, quando in realta' non lo e'). La maggior parte dei gattini positivi a quell'eta' risultano infatti positivi solo perche' la mamma e' positiva, poi gli anticorpi vengono eliminati e dopo i quattro mesi ritornano ad essere negativi.
D. Quindi i gattini di una gatta FIV non e' detto che siano anch'essi FIV...
B. Assolutamente no. Anzi il piu' delle volte non sono FIV. Tieni presente che la probabilita' di contrarre l'infezione direttamente dalla mamma e' inferiore al 5%. I gattini possono contrarre l'infezione dalla madre solo se questa si e' infettata nel primo terzo di gravidanza... quindi una probabilita' piuttosto bassa, infatti la mamma FIV puo' passare anticorpi con il colostro che sono protettivi.
D. E invece i gattini di mamma Felv sono "automaticamente" positivi o no?
B. Anche in questo caso se i gattini hanno preso il colostro dovrebbero avere anticorpi protettivi, ma possono contrarre il virus FeLV se tale protezione viene a diminuire precocemente. Purtroppo non abbiamo modo di sapere quando gli anticorpi decadono. La trasmissione intrauterina e' comunque possibile.
Comunque anche nei gatti Felv asintomatici si puo' fare un trattamento con interferone per uso umano (uno qualsiasi o anche quello specifico felino), somministrato per bocca, nella diluizione di 30 U in un ml di soluzione fisiologica per 7 giorni a settimane alterne. Serve a mantenere il sistema immunitario modulato ed attivo.
Per la Felv: anche qui bisogna tenere presente che un gattino felv puo' comunque negativizzarsi nell'arco di 6 settimane, e quindi e' opportuno aiutarlo con degli immunostimolanti e ripetere il test in un momento successivo. Come immunostimolanti si puo' anche usare l'interferone per uso umano (nella diluizione di 30 unita' in 1 ml. di soluzione fisiologica, somministrato per bocca 7 giorni a settimane alterne), ovviamente si puo' usare anche quello specifico felino nella diluizione indicata.
D. Quindi una "certezza" sulla diagnosi...
B. Si puo' avere dopo i 4 mesi di eta'. Bisogna poi tenere presente che anche in caso di negativita' c'e' un minimo di rischio, perche' sono necessarie circa 4 settimane prima che il test riveli l'infezione, quindi se tui fai il test in quel periodo puoi trovare dei falsi negativi.
D. L'attendibilita' dei test?
B. Come specificita' e sensibilita', l'attendibilita' dei test e' intorno al 95%.
D. A cosa va incontro una persona che accoglie un gatto FIV o Felv al momento asintomatico?
B. Bisogna innazitutto differenziare tra FIV e Felv. Un gatto FIV che vive in casa, che viene trattato secondo i criteri di buona salute, non ha rischi di infezioni da altri agenti, e' un gatto che puo' vivere 10, 12 anni: praticamente tutta la durata della sua vita senza manifestare la malattia. Un gatto che va in giro, semi-randagio rischia invece molto di piu', perche' ogni coinfezione porta ad una replicazione del virus. Per un gatto che sta in casa, ben tenuto, il virus resta quasi latente, e quindi l'immunodepressione si puo' manifestare anche dopo i 10 anni.
Per un gatto Felv positivo invece il discorso e' diverso, perche' ha statisticamente un 70% di possibilita' di morire di qualche malattia legata alla Felv nell'arco dei successivi 3-4 anni. Mentre l'aspettativa di vita per i gatti FIV e' di 8-10 anni, per il 70% dei Felv e' di 3-4 anni.
D. La possibilita' di trasmissione di queste malattie ad altri gatti sani?
B. Per quanto riguarda la FIV: se non ci sono motivi di conflittualita' (morsi e graffi agli altri gatti) il rischio di infettare gli altri attraverso la saliva e' del 2.5%, quindi decisamente basso. Diverso il discorso per la Felv, ma qui c'e' il vaccino, e il rischio di contagio tra un sano e' un Felv vaccinato e' intorno al 5%, quindi anche qui molto basso.
D. Ci sono, e se si' quali, altre malattie infettive a cui porre attenzione?
B. Le altre malattie, che spesso sono sottovalutate e a cui bisognerebbe fare piu' attenzione sono causate da herpes virus e calici virus, cioe' i due agenti della rinotracheite felina. Si sa che entrambi i virus, una volta che hanno infettato un soggetto, possono, nel 60-80% dei casi, far diventare quel gatto un portatore sano. Questo significa che un cucciolo portatore sano non solo puo' ciclicamente infettarne altri, e in una colonia puo' essere un problema, ma che da adulto, intorno ai 5-8 anni, se non e' stato ben trattato in giovane eta', sara' soggetto a sviluppare forme croniche di rinotracheite molto difficili da far guarire. Questo perche' l'herpes virus, a causa di stress e fattori emozionali che abbassano le difese immunitarie, puo' riattivarsi e portare alla distruzione dei turbinati della mucosa e dei turbinati nasali. Queste patologie non comportano la morte dei soggetto, ma si tratta di forme croniche che richiedono cure e attenzioni.
Per quanto riguarda la FIV. Non c'e' assolutamente nessun motivo per sopprimere un gatto giovane FIV positivo a meno che non sia uno di quesi rari casi che sviluppano malattie particolarmente gravi. Ci sono dal 5 al 10% di gatti FIV positivi che possono sviluppare delle forme neurologiche croniche debilitanti o dei tumori all'intestino (linfomi). In questi casi, come e' ovvio, si tratta la malattia indipendentemente dal fatto che sia FIV. Pero', oltre a questo non c'e' nessun motivo per sopprimere un gatto FIV: proprio nessuno.
Per quanto riguarda la FIP il problema e' molto serio, perche' e' difficile fare una diagnosi corretta di FIP. Tendenzialmente, in un gruppo di gatti dove e' presente il coronavirus, si infettano tra l'80 e il 100% dei gatti... e ovviamente non e' che si sopprimono tutti. Pero' il problema e' avere una diagnosi di FIP. Sulla FIP umida (pancia o addome pieni di liquido) si puo' cercare di mandare avanti il gatto per 3-6 mesi con terapie abbastanza aggressive. E' chiaro che su gattini di qualche mese, farli andare avanti con punture in addome tutti i giorni mi sembra abbastanza... un accanimento.
Diverso il discorso sulla FIP secca, dove e' difficile fare una diagnosi corretta. Attraverso particolari esami (elettroforesi delle proteine totale, particolari tipi di proteine infiammatorie che si chiamano AGP, PCR, ecc) e il riscontro dei segni clinici, se si arriva ad una diagnosi di FIP, e non si tratta di una forma particolarmente debilitante, ha senso un approccio terapeutico volto a far stare meglio il gatto. Poi, nei casi particolarmente gravi, quando il gatto smette di mangiare, e' debilitato, soffre... allora, e solo in quei casi e con una diagnosi il piu' certa possibile, si prende in considerazione la soppressione.
Non esiste comunque di sopprimere un gatto basandosi solo sul titolo anticorpale di presenza del coronavirus [NdR: quello che si puo' riscontrare con la PCR]: questo e' proprio professionalmente scorretto.
Per quanto riguarda la Felv, questa e' una malattia facilmente trasmissibile, per cui se lo lasci andare in giro a infettare gli altri gatti o quelli dei vicini, sei colpevole anche tu di diffondere la malattia. Se invece lo tieni in casa l'unica cosa che devi sapere e' che quel gatto, nel 60-70% dei casi potra' sviluppare una malattia letale nell'arco di 3-4 anni, poi ci sono anche quelli che vivono 7-8 anni perche' non sviluppano nessuna malattia collaterale alla Felv.
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