Grazie cmr!
Vi riporto delle cose interessanti lette su Wikipedia...
Altri usi
In alcune località della Sardegna, lo stelo dell'asfodelo viene utilizzato per la creazione di pregiati cesti artigianali da tempo utilizzati anche per la panificazione. Questi cesti anticamente erano parte indispensabile del corredo della sposa prima del matrimonio. La lavorazione tradizionale dell'asfodelo è particolarmente importante nei comuni di Ollolai (dove è presente anche un museo dedicato alla lavorazione di questa pianta), Tinnura, Flussio e Urzulei.
Storia e letteratura
Antichità
Per Omero (
Odissea XI, 487-491; 539; 573) l'asfodelo è la pianta degli Inferi. Per gli antichi Greci il Regno dei Morti era suddiviso in tre parti: il Tartaro per gli empi, i Campi Elisi per i buoni, ed infine i prati di asfodeli per quelli che in vita non erano stati né buoni né cattivi. Per tutte queste credenze, ed altre ancora, i Greci usavano piantare asfodeli sulle tombe, considerando i prati di asfodeli il soggiorno dei morti. Un esempio forse non casuale lo abbiamo in Capo Miseno.
Epimenide, considerato da alcuni uno dei sette sapienti, usava l'asfodelo (e la malva) per le sue capacità di scacciare la fame e la sete. Ce ne parla Plutarco nel "Convito dei sette sapienti". La leggenda vuole che Epimenide grazie all'uso di radici e erbe non avesse bisogno di mangiare e che vivesse 157 anni, ce ne parla Diogene Laerzio.
Teofrasto, nella sua "Ricerca sulle piante", afferma che le radici d'asfodelo sono commestibili.
Gli asfodeli sono citati, fra l'altro, anche nell'
Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam quale pianta
non presente là dove ella (la pazzia) sarebbe nata (par. 8.
Luogo di nascita della follia).
Modernità
Sono detti
bastone di San Giuseppe, in quanto la tradizione vuole che nello scegliere un marito per Maria il consiglio del Tempio cercò un segno divino: l'uomo il cui bastone sarebbe fiorito sarebbe stato lo sposo della ragazza. San Giuseppe portava con sé un bastone di asfodelo e questo fiorì, segno che il Signore scelse lui da porre al fianco di Maria.
Questa pianta viene citata nel 1º libro della saga di Harry Potter. L'asfodelo in polvere versato in un infuso d'artemisia nel romanzo origina una pozione soporifera talmente potente da andare sotto il nome di "distillato della morte vivente".
Il nome di questa pianta, al plurale (asfodeli, nella trad. italiana di Alessandra Scalero), viene citata nel primo capitolo di
Orlando della scrittrice inglese Virginia Woolf, ne
Il ritratto di Dorian Graydi Oscar Wilde, ne
Il mio nome è Nessuno - Il giuramento di Valerio Massimo Manfredi, in quanto fiori dei morti, e più volte in
La via del male di Grazia Deledda. Inoltre
L'asfodelo incerto è il titolo di uno dei libri dell'immaginario scrittore Sebastian Knight nel romanzo di Vladimir Nabokov
La vera vita di Sebastian Knight.
Gli Asfodeli son citati nel componimento
Le stirpi canore di D'Annunzio e, sotto l'aulico nome di
asfodilli, nel suo romanzo
Il piacere.
Gli asfodeli vengono citati nel film:
Vatel di Roland Joffé.
Gli asfodeli sono citati, in quanto fiori dei morti, nell'Etera di Giovanni Pascoli (Poemi di Ate).
Gli asfodeli costituiscono il titolo di una lirica di Sergio Corazzini tratta dalla raccolta "Dolcezze".
Gli asfodeli davano il nome al pianoro dove è stata costruita la città di Grammichele in Sicilia dopo il terremoto del 1693.
L'asfodelo è citato in un haiku di Matsuo Basho: La prima neve/piega appena/le foglie dell’asfodelo
Curiosità
A Gadoni, in Sardegna, l'asfodelo viene utilizzato per svolgere il rito di "is fraccheras", ovvero il rito dei morti (1, 2 novembre). Alcuni giorni prima di questa data gli abitanti del paese si recano in montagna per la raccolta dell'asfodelo (in sardo "s'iscraria"), con il quale formano dei lunghi fasci di circa 2-3 metri di lunghezza ed un diametro di circa 30–40 cm.
A mezzogiorno del 1º novembre si suonano ininterrottamente le campane a morto (
I'agonia) per 24 ore e nel pomeriggio dello stesso giorno i bambini del paese fanno la questua, andando di casa in casa alla ricerca di una qualsiasi offerta da parte delle famiglie (generalmente cibo da consumare in piazza per la festa). La mattina del 2 novembre, per commemorare i defunti, viene celebrata la Santa Messa in cimitero mentre all'imbrunire si accende un piccolo fuoco nel piazzale davanti alla chiesa, si spengono le luci ed inizia la magia: i giovani prendono un fascio di asfodelo a testa, ne bruciano la parte posteriore e corrono con questo in spalla per le vie del centro storico del paese con un percorso ad anello, l''abilità consiste nel correre veloce in modo da riportare "la fracchera" ancora in fiamme al punto di partenza. Una volta giunti nuovamente al fuoco, i giovani si dispongono attorno ad esso e contemporaneamente lanciano i fasci di asfodelo all'interno del fuocherello, in modo che esso diventi grandissimo. A questo punto si dà inizio ai festeggiamenti in piazza tra balli, canti, castagne arrosto e buon vino rosso.
Si dice che il rito servisse a scacciare via le anime, in modo che esse seguendo i fasci di luce andassero via.
In passato la stessa notte del 2 novembre si era soliti fare
‘Sa conca e mortu‘, realizzata con una zucca, la quale veniva svuotata dalle parti molli e venivano scavati dei fori a forma di occhi, naso e bocca. A rendere macabro il rito era una candela sistemata all'interno della zucca. Veniva posata sui vecchi muri, in genere bui, o sui davanzali delle finestre. I passanti, vedendola erano soliti spaventarsi.