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il mio primo bonsai

lobodesign

Aspirante Giardinauta
Buon giorno a tutti è stato sempre un mio sogno creare un bonsai da zero.
Queste foto che vi posto sono di un melograno nano che ha un anno di età.
Volevo sapere da voi se posso procedere pian piano alla creazione di un bonsai.
Accetto tutto consigli critiche tutto.
Grazie in anticipo

Schermata 2013-08-17 a 13.37.47.jpg
Schermata 2013-08-17 a 13.38.01.jpg
Schermata 2013-08-17 a 13.38.14.jpg
 

Greenray

Esperto di Bonsai
articolo 1 di 2

Il Punica granatum è una pianta abbastanza duttile per farne ciò che si vuole o quasi, quindi anche un bonsai.
I bonsai di melograno sono piuttosto gradevoli per via delle foglie piccole.
Devi evitare la crescita dei rami bassissimi.
Spesso più piante di melograno si uniscono a livello del tronco, per formarne uno più grande.
Ti riporto un articolo che ho trovato interessante, ma purtroppo non ne ricordo la più fonte.
A causa della sua lunghezza sono costretto a dividerlo in due post.


MELOGRANO (Punica granatum)

Qualche parola su come ottenere ogni anno una buona fioritura dei Melograni. Applicando le tecniche adeguate i risultati non tarderanno ad arrivare.

Famiglia: Punicaceae Genere: Punica
Specie: Punica granatum; Punica Protopunica
Punica granatum var. Nana
Punica granatum var. Nejikan


Il melograno (Zakuro, in giapponese) può raggiungere i 3-5 m d'altezza; si presenta eretto e molto ramificato, con rami un poco spinosi. I più giovani hanno la corteccia rossiccia e liscia, mentre nel tronco e nei rami vecchi la corteccia è grigio-cinerea e screpolata. In soggetti annosi, si nota un movimento di corteccia con andamento attorcigliato. Originario della Persia, fu introdotto nel Mediterraneo già nell'antichità; in Italia si può trovare, inselvatichito, al sud. È una pianta che s'incrocia molto facilmente, perciò esistono infinite varianti tra pianta e pianta, che tuttavia non devono essere considerate come varietà, salvo che non presentano caratteristiche stabili attraverso generazioni successive. Predilige terreni argilloso-sabbiosi e tendenzialmente calcarei. Sopporta difficilmente temperature inferiori ai – 10°C. Le foglie sono ellittiche, intere, e lunghe 5-7 cm. di colore verde tenue, lucenti, e opposte, ottuse e subacute; prima di cadere, nel tardo autunno, assumono una colorazione giallo-dorata. Il Melograno fiorisce in giugno/luglio al nord e in aprile/maggio al sud della nostra penisola. Questa prima fioritura produce, sulla cima dei rami, da uno a cinque fiori, che molto raramente fruttificano. Dopo la prima fioritura, la vegetazione si allunga e prepara la seconda fioritura, che potrebbe fruttificare. I fiori, molto appariscenti, solitari, (ogni singolo fiore è ermafrodito) si sviluppano alla sommità dei rami. Sono sessili, lunghi 3-4 cm. ed hanno un calice fuso con l'ovario infero (situato di sotto al calice), campanulato e carnoso, di colore rosso-vermiglio, col tubo saldato all'ovario e il lembo diviso in cinque-sette lobi valvati e persistenti. La corolla è composta di cinque-otto petali anch'essi di colore rosso-vermiglio, presto caduchi e da numerosi stami, con antere gialle. I frutti (balauste) sono globiformi e di grandi dimensioni; dapprima verdognoli, poi gialli e, a maturazione completa, assumono un colore rosso-corallo con sfumature scarlatte. La buccia, lacerandosi, scopre, nelle tre logge, i numerosissimi semi rosei e translucidi, irregolarmente sfaccettati (si sostiene che abbia 613 semi così come l’Antico Testamento contiene 613 leggi). Il frutto, sostenuto da uno pseudo-peduncolo, è commestibile, gradevolmente dolce-acidulo. Esiste anche una varietà nana di melograno, con foglie e frutti di proporzione ridotte. Questa varietà purtroppo richiede maggiori attenzioni. Il melograno è considerato uno dei migliori materiali bonsai, sopporta le potature drastiche e la pinzatura continua delle gemme, è facile da raccogliere, da far radicare, possiede un gran vigore di crescita, e si adatta molto bene al vaso bonsai. Il melograno assume aspetti molto attraenti, soprattutto per quanto riguarda la sua ramificazione che diviene finissima se si presta particolare attenzione alla potatura dei nuovi germogli. Il suo legno alquanto duro, permette di attuare con buon risultato Jin dall'aspetto molto naturale. La fioritura ed i bellissimi frutti completano le qualità di quest'albero. Le sue caratteristiche ne fanno anche una delle specie più adatte ad essere trattate come Shohin (varietà nana). Il melograno tuttavia ha anche degli aspetti poco favorevoli quali la sua scarsa longevità e la tendenza a seccare i rami giovani in inverno. È soggetto inoltre ai ritiri di linfa, dovuti alla potatura di grossi rami.


Propagazione

Propagazione per seme: i semi in autunno, vanno estratti dal frutto, asciugati e stratificati in sabbia. Vanno seminati al caldo, tra i 16 ed i 20°C. ad inizio primavera, in un semenzaio composto di (1/3 di sabbia di fiume grossa, 1/3 di torba e 1/3 di akadama) collocandolo al sole: nel giro di tre settimane i semi dovrebbero cominciare a vegetare.

Propagazione per talea: si prelevano le talee semi legnose in giugno-luglio, meglio se con piede. La talea deve essere lunga circa 10/12 cm. e provenire da un ramo che è fiorito l'anno precedente. Dalla talea raccolta si eliminano le ultime due foglie e si tagliano le rimanenti a metà, per evitare un'eccessiva traspirazione. Si riempie il contenitore con il medesimo terriccio indicato per i semi e si piantano le talee singolarmente a distanza di 5 cm. l'una dall'altra; in seguito vanno bagnate a fondo e collocate in un luogo molto luminoso, al riparo però da sole e vento. A distanza di un mese bisognerà iniziare a somministrargli concime, ma durante il primo anno non si dovranno potare. L'anno seguente, appena dopo il risveglio vegetativo, si trapianteranno in vasi singoli di coltivazione, tagliando le radici. Proteggere le giovani piantine durante l'inverno dal troppo freddo e dalla troppa pioggia.

Propagazione per margotta: si deve eseguire in maggio. Si scorteccia la parte di tronco dove si desidera che nascano nuove radici, si ricopre il taglio con sfagno bagnato e si avvolge il tutto con della plastica, legata saldamente alle due estremità. Il melograno radica facilmente: dopo trenta-quaranta giorni si saranno sviluppate numerose radichette, quindi si potrà già dividere la nuova pianta dalla pianta madre per collocarla in un vaso di coltivazione.

Esposizione
Predilige i luoghi caldi con molto sole; l'ideale è che possa ricevere anche una buona ventilazione. Inoltre una buona luminosità è indispensabile per assicurarsi una considerevole fruttificazione. Bisogna valutare però che, mentre è molto resistente al caldo estivo più intenso, sopporterà difficilmente temperature inferiore ai – 10°C e soprattutto alle gelate invernali: per questo motivo, al nord ai primi abbassamenti di temperatura la pianta andrà protetta, riparandola in serra fredda.

Annaffiatura
È importante, che tra un'annaffiatura e l'altra il terriccio abbia il tempo di asciugarsi. Un buon drenaggio, è indispensabile al fine di un rapido assorbimento dell'acqua. Vanno comunque assolutamente evitati sia gli eccessi sia le insufficienti annaffiature. Dalla primavera in poi si deve innaffiare abbondantemente, prima e dopo la fioritura per favorire la maturazione dei frutti. A volte la mancanza d'acqua durante la formazione dei fiori e dei frutti, provoca il loro aborto; mai bagnare i fiori. In inverno, anche per i vasi ritirati in luoghi temperati, occorre mantenere il terreno umido ma non inzuppato.

Potatura e Pinzatura
La potatura di formazione, con tagli anche di rami importanti, si esegue esclusivamente prima della ripresa vegetativa, evitando di tagliare i rametti corti e spinosi. Il segreto per ottenere i frutti da un bonsai di Melograno è di compiere la pinzatura subito dopo la prima fioritura. Anche se è possibile tentare di impollinarlo artificialmente, si riesce ad ottenere il frutto naturalmente, pinzando nel momento giusto e ponendo l'esemplare in pieno sole, all'aria aperta. Dato che il Melograno fiorisce sempre sulla cima dei rami, l'obiettivo è ottenere rami corti. Bisogna impostare la pinzatura in modo tale che, dopo la seconda vegetazione (fine giugno inizio luglio al sud, agosto/settembre a nord), fiorisca dai nuovi germogli. Anche se ogni albero è differente, quando la vegetazione arriva ai 15-20 cm. di lunghezza, (fine giugno) si pota il bonsai di Melograno lasciando due nodi. Si può anche pinzare l'albero normalmente ogni volta che un ramo ha sette od otto paia di foglie lasciandone due paia, (anche se le due inferiori non sono realmente foglie) alla fine di giugno.

Questo procedimento fa sì che la successiva vegetazione nasca direttamente dalla base del ramo, più piccola e con le foglie sensibilmente ridotte. Da questo momento si può lasciar crescere liberamente. Cominceranno a formarsi gemme da fiore sulle punte dei rami; allora si scelgono quelle che interessano e si tagliano le altre. Da quest'ultima fioritura si può essere quasi certi di ottenere frutti. Dato che le foglie dei Melograno nascono sempre a coppie ogni volta che si pota i rami nascono sempre a due a due. Se si accorcia molto dopo la prima fioritura i germogli non, si allungheranno eccessivamente prima di fiorire di nuovo. Quindi per la buona riuscita della fioritura bisogna tenere presente:
  1. la fioritura avviene in due momenti, maggio-giugno e agosto;
  2. fioriscono unicamente i rametti corti e spinosi;
  3. le gemme da fiore sono presenti solo sull'estremità dei germogli nuovi;
  4. il frutto compare durante la seconda fioritura;
  5. non sempre si manifestano due fioriture. Inoltre bisogna ricordare che al successo della fioritura del melograno concorrono innumerevoli fattori, tutti indispensabili: concimazione, rinvaso, annaffiatura, pinzatura.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
articolo 2 di 2

Applicazione del filo
Per la formazione della ramificazione si adotta principalmente la potatura. Inoltre essendo una specie piuttosto delicata, l'avvolgimento va effettuato con la massima attenzione, si consiglia pertanto di utilizzare filo di alluminio ramato coperto con carta crespata o rafia per proteggere la corteccia dei rami più fragili. Il momento più opportuno per applicare il filo è in maggio-giugno (momenti di minore vigore vegetativo) perché la nuova crescita non è ancora interamente lignificata, e quindi i rami possono essere sagomati più facilmente, evitando il rischio di rotture. Per quanto riguarda i germogli, si riesce a frenare la crescita anche solo con il filo: si avvolgono dirigendoli verso il basso. Se si prevede di avvolgere un ramo di grosse dimensioni, è bene non annaffiare la pianta nei giorni precedenti al lavoro.

Rinvaso e substrati
Essendo un’essenza che produce un vigoroso apparato radicale, ha bisogno di frequenti rinvasi (al massimo ogni 2/3 anni), anche per esemplari vecchi. È importante eseguire quest'operazione in primavera avanzata, quando le gemme iniziano ad attivarsi. Il substrato non acido, deve essere molto drenante (ottimo un composto costituito da 70% di akadama, 15% di sabbia grossolana e 15% terriccio universale precedentemente setacciato per eliminare le particelle di terriccio inferiori a 1 mm. oppure un 85% di akadama con un 15% di terriccio di foglie) al fine di evitare ristagni d'acqua, che risulterebbero molto pericolosi per il melograno. In occasione del rinvaso, controllate attentamente che non ci siano delle asfissie all'apparato radicale e, prima di accorciare la radice primaria, assicuratevi che a monte della stessa ci siano sufficienti radichette in grado di assicurare la sopravvivenza della radice e del ramo legato ad essa. Il melograno sopporta poco i trapianti, poiché ha la tendenza a sviluppare i capillari all'apice delle radici, perciò il taglio delle stesse dovrà essere fatto molto attentamente e moderatamente affinché la pianta produca fiori e frutti.

Fertilizzazione
Il Punica granatum ha bisogno di abbondanti concimazioni, soprattutto nei periodi che precedono la fioritura: aprile-maggio e luglio. Anche in settembre, momento in cui appariranno i frutti occorre fertilizzare. Per ottenere una buona fruttificazione è necessario somministrare fertilizzante ricco di fosforo (P) e potassio (K), ma con basso contenuto di azoto (N). L'ideale sono i concimi organici per bonsai in pastiglie, a base di semi di colza, farina di pesce e farina di ossa (Hanagokoro). Il periodo in cui si dovrà provvedere alla concimazione è piuttosto lungo poiché va dalla primavera (concimare moderatamente) all'autunno. Ed è importantissimo non interrompere le somministrazioni soprattutto in settembre-ottobre, si tenga presente però, che né prima, né durante il periodo di fioritura bisogna concimare. Il migliore segnale di salute della pianta sono i germogli nuovi: se di colore rossiccio le cure prestate l'anno prima sono state corrette; se giallognoli qualcosa non va.

Stili appropriati
Gli stili per il melograno sono illimitati. Può essere a tronco inclinato, eretto casuale, (Moyogi), multitronco, a gruppo di piante, a zattera, a cascata o Bunjin (astratto o libero), ecc., perché ha tutte le caratteristiche necessarie. Si possono realizzare dei Bonsai piccoli, medi, grandi.

Malattie
Durante la fioritura gli alberi sono in maggior misura esposti agli attacchi di parassiti, ma nella somministrazione dei prodotti insetticidi occorre avere prudenza, altrimenti si rischia di impedire l'impollinazione naturale. È quindi preferibile applicare dei trattamenti invernali di prevenzione, (ad esempio quando l'albero è spoglio, si applica liquido Jin diluito in acqua (1:20) al fine di eliminare eventuali uova di afidi e cocciniglie) anziché dover intervenire quando la pianta si trova nella fase di fioritura. Questa specie è soggetta soprattutto a mosca bianca, ragnetto rosso e afidi.

Parassiti animali

Afide verde

Le lesioni sono visibili sulle foglie e l'esistenza di questo parassita si nota con presenza delle goccioline di melata che l'afide espelle. Dopo poco tempo la pianta cosi impiastricciata e rovinata dalle punture, finisce per perdere vitalità e le foglie, nel caso di forti attacchi, disseccano e cadono precocemente.
Intervento:
irrorare con un getto violento di acqua per staccarli dalla foglia una volta caduti sul terreno non riescono più a salire sulla pianta.
Intervento chimico: da effettuare in aprile-maggio ed in estate con:
Dimetoato g. 3 x litro d'acqua
Ethiofencarb g. 4 x litro d'acqua, oppure piretro e piretroidi g. 1 x litro d'acqua.

Ragnetti rossi
Sono aracnidi piccolissimi e non piccoli insetti come molti li chiamano: hanno 4 paia di zampe ed un corpo unico e non suddiviso come quello degli insetti. Quelli che a noi interessano vivono a spese delle piante, succhiandone la linfa. Le piante colpite assumono un colore giallo-grigiastro o rugginoso, deperiscono visibilmente e possono morire se non le aiutiamo a combattere questi fastidiosi parassiti. Il primo intervento è irrorare violentemente con acqua le foglie o meglio tutta la pianta, perché se il parassita si stacca dalla foglia e cade, non è più in grado di risalire. Con questo sistema si limita la presenza degli adulti, ma dopo poco tempo dalle uova deposte nella pagina inferiore nasceranno altri individui, che per vivere succhieranno altra linfa. L'operazione va ripetuta se la presenza degli individui si è fatta numerosa.
Intervento chimico: da maggio fino all'estate, ogni 15-20 gg. trattare le piante con:
Amitraz g. 2-,5 x litro d'acqua oppure
Propargite g. 1,5-2 x litro d'acqua.

Defogliatori
Occorre analizzare quale tipo di defogliatori ha colpito la pianta e se sono bruchetti tipo tentredini delle rose, è sufficiente spruzzare acqua con violenza per staccarli dalla foglia.
Intervento chimico: trattare le piante con:
Carbaryl g. 2 x litro d'acqua oppure
Phosalone g. 2-2,5 x litro d'acqua.

Parassiti vegetali

Ruggini

I danni si hanno sulle foglie dove sulla pagina inferiore si notano pustole di colore giallo-arancione, cui coincidono sulla pagina superiore macchie clorotiche che tendono a necrotizzare, facendo cadere le foglie. La pianta non riesce più a completare la fotosintesi clorofilliana per questo s'indebolisce, sarà attaccata da altri parassiti e poi morirà. Un mezzo valido per opporsi alle ruggini non esiste. In ogni modo si possono provare dei prodotti che possono dare qualche soddisfazione se la malattia è nel primissimo stadio di attività.
Si consiglia:
Benomyl g. 1 x litro d'acqua oppure
Mancozeb g. 3 x litro d'acqua.

Oidio o mal bianco
Il fungo si rende evidente con macchie bianche feltrose sulle foglie, sugli steli, e sui fiori, interruzione dello sviluppo fino all'appassimento e al disseccamento.
Intervento chimico trattare le piante con:
zolfo colloidale g. 0,8-1 x litro

Ticchiolatura
I segni più appariscenti si hanno sulle foglie, dove si compongono delle macchie rotondeggianti di colore bruno-olivastro e d'aspetto vellutato per l'esistenza di conidi. Durante i mesi primaverili ed estivi i parassiti si spandono per mezzo delle loro forme conidiche. A primavera, questi organi saranno maturi perciò si avrà un'espulsione d'ascospore le quali daranno inizio alle prime infezioni.
Intervento chimico trattare le piante con:
Mancozeb g. 3 x litro d'acqua oppure
• ossicloruro di rame g. 4,5 x litro d'acqua
• idrossido di rame g. 2,5 x litro d'acqua

ALCUNI CONSIGLI
I rami che fruttificano rimangono molto deboli l'anno successivo; evitare che lo stesso ramo porti i frutti per due anni di seguito. Per la stessa ragione non si lasci più di un frutto per ogni ramo. Il frutto non cade spontaneamente fino a che non ha raggiunto una colorazione scura, ormai in pieno inverno, ma è meglio staccarlo dall'albero quando la buccia comincia a striarsi, oppure quando si spacca mostrando i semi all'interno. Qualora il melograno abbia il tronco cavo, (Sabamiki) si deve applicare il liquido Jin per evitare i marciumi.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
Per iniziare, metti da parte la parola "bonsai" e dedicati a far star bene la pianta e a farla crescere sana, robusta e velocemente.
Il primo requisito è un grosso vaso con tanta terra.
I miei sono piuttosto resistenti anche al sole cocente (di Milano), ma qualche ora d'ombra la concedo anche io.
Tienile sempre all'aperto non innaffiare quando proprio non è indispensabile.
 

lobodesign

Aspirante Giardinauta
Certo il bonsai è ancora lontano lo so benissimo, credo che i requisiti che mi hai appena elencato ci sono tutti.
 

patrizia

Maestro Giardinauta
Come primo obiettivo mi proporrei di ingrossare il tronco.
Il vaso e il terriccio mi sembrano ok, quindi con soleggiamento e innaffiature regolari al bisogno penso non ci saranno problemi.:Saluto:
 

njnye

Florello Senior
Secondo me il melograno è uno degli alberi da frutto più belli, ha una grazia innata con quelle foglioline piccole e i fiori arancioni che spiccano nel verde (per non parlare dei frutti)...
Approfitto per fare due domande a tema. Io ho un melograno (nano) da qualche anno in un vaso sul terrazzo.
1) non so mai come potarlo. In inverno perde ovviamente le foglie e restano tutti quei rametti sottilissimi. L'anno dopo non tutti sono "vitali" e quindi restano rametti sottilissimi vuoti. E' bruttarello. Che cosa fate voi? Eliminate tutti i rametti uno per uno? Mozzate i rami? Non so come comportarmi...
2) Quest'anno ha avuto un comportamento davvero stranissimo che non mi so ancora spiegare. Fino a giugno ha fatto molto fresco e la pianta stava benissimo. Poi è arrivato il sole cocente di fine giugno, basta piogge, la pianta ha sofferto tantissimo e si è seccata parecchio. In quel periodo l'ho dovuta bagnare tantissimo, aveva sempre le foglie rinsecchite. Da qualche settimana sta benone e devo bagnarla molto meno (addirittura meno delle vicine). Non capisco che sia successo nel mentre, ha forse dei tempi di adattamento particolarmente lunghi e ha patito lo sbalzo di temperature/umidità?
 

aurex

Esperto di Bonsai
Per iniziare, metti da parte la parola "bonsai" e dedicati a far star bene la pianta e a farla crescere sana, robusta e velocemente.
Il primo requisito è un grosso vaso con tanta terra.
I miei sono piuttosto resistenti anche al sole cocente (di Milano), ma qualche ora d'ombra la concedo anche io.
Tienile sempre all'aperto non innaffiare quando proprio non è indispensabile.

sono perfettamente daccordo.....ti consiglio di leggere quest'articolo trovato in un importante sito in materia di bonsai....
Corso Bonsai lezione 1
e questo dove potrai apprendere diverse informazioni utili ed importanti...
http://forum.giardinaggio.it/bonsai/156694-link-di-siti-bonsai.html

il tuo melograno è della varietà nana.....moooolto ..moolto lento nella crescita...per cui armati di pazienza e sapienza...perchè anche se lo pianti in piena terra ci vorranno anni prima di incominciare a pensare ad un bonsai...

anche a me piace il melograno....ma io l'ho comprato direttamente così :
http://forum.giardinaggio.it/member...153567-melograno-nano.html..... :lol::ok07:

buon viaggio....:Saluto:
 
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aurex

Esperto di Bonsai
Questo però è barare e quel che è peggio fare invidia agli altri utenti del forum! :ciglione:

e si Green...la pazienza è un conto....ma se la pianta merita e costa poco...perchè non andare direttamente al sodo???:D...
la mia vicina di casa ha piantato i melograni nani come siepe da recinzione di una parte del giardino...questo circa 2 anni fa....credimi....sono rimasti tali e quali....belli ..verdi...pieni di fiori e frutti...ma come grandezza stanno sempre li....:storto:
 

Greenray

Esperto di Bonsai
0) Secondo me il melograno è uno degli alberi da frutto più belli, ha una grazia innata con quelle foglioline piccole e i fiori arancioni che spiccano nel verde (per non parlare dei frutti)...
Approfitto per fare due domande a tema. Io ho un melograno (nano) da qualche anno in un vaso sul terrazzo.
1) non so mai come potarlo. In inverno perde ovviamente le foglie e restano tutti quei rametti sottilissimi. L'anno dopo non tutti sono "vitali" e quindi restano rametti sottilissimi vuoti. E' bruttarello. Che cosa fate voi? Eliminate tutti i rametti uno per uno? Mozzate i rami? Non so come comportarmi...
2) Quest'anno ha avuto un comportamento davvero stranissimo che non mi so ancora spiegare. Fino a giugno ha fatto molto fresco e la pianta stava benissimo. Poi è arrivato il sole cocente di fine giugno, basta piogge, la pianta ha sofferto tantissimo e si è seccata parecchio. In quel periodo l'ho dovuta bagnare tantissimo, aveva sempre le foglie rinsecchite. Da qualche settimana sta benone e devo bagnarla molto meno (addirittura meno delle vicine). Non capisco che sia successo nel mentre, ha forse dei tempi di adattamento particolarmente lunghi e ha patito lo sbalzo di temperature/umidità?


2) A me che vivo a Milano e che tengo le piante su di un cocente balcone) è successa la stessa identica cosa negli stessi periodi (credo), ma su di un olmo campestre e su una robinia pseudoacacia.
Da un giorno all'altro via tutte le foglie, sembravano morte, ma dopo due giorni ecco le nuove cacciate.
I melograni (ne ho 3 non nani) sembra che non abbiano risentito quasi per nulla del cambiamento, a parte le prime 6 o 7 foglioline gialle poi cadute.

0) In tema di bellezza del melograno voglio aggiungere che se fiori e frutti durano brevemente, le foglie sono estremamente durevoli e sono una meraviglia anche quando la pianta, prima di congedarsi le colora di quel bel giallo.
Un giallo che non si rassegna e che dura per qualche giorno anche nel vaso per ringraziare decorandolo in modo impensabile anche il suolo che ha nutrito la pianta da cui al suolo ritornano. (ma che poesia...:eek:k07:)

1) Per le tue perplessità, io mi regolo tagliando "di brutto" cioè quasi tutti gli anni (dal 2009) eseguo quasi una capitozzatura che costringe la pianta a gettare nuovi rami, certo più in forma di quelli filiformi, residuo dell'anno precedente.
Questo mi dà anche l'impressione che davvero migliori il diametro e soprattutto la conicità del tronco.
Dei tre, uno lo faccio crescere quasi liberamente ed è divenuto davvero fitto ma disordinato, un altro lo lascio crescere con un minor numero di rametti, l'altro .... beh, non saprei, sono un po' confuso guardandolo e non capisco quale metodo ho applicato, forse uno e poi l'altro, ottenendo un risultato non soddisfacente e difficile da definire.

end)
Comunque ti invito a leggere e conservare l'articolo (in due #post) che trovi più indietro in questa stessa discussione.

Per quanto riguarda l'ingrossamento del nebari però, mi sembra che il melograno sia un po' restio rispetto ad altre piante, tanto è vero che è una delle poche piante su cui si adotta quella tecnica di innesto per approssimazione del fusto di più piante, per ottenere un volume di un certo rispetto.
Addirittura alcuni ci "costruiscono" un cerchio di piccoli tronchi innestati per prossimità, che poi rimane vuoto al suo interno, ma che sembra un tronco di una pianta di cento o più anni.
Forse questo è anche dovuto al modo plastico con cui il punica granatum assorbe le cicatrici e che rende piacevole il risultato di interventi simili.
Perfino le mie capitozzature annuali, che spesso producono un futuro apice che si dirama a 90° dal tronco con una bella ferita sulla sommità, prima che la pianta vada in quiescenza si sono già assorbite e senza nessuna precauzione o cura.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
e si Green...la pazienza è un conto....ma se la pianta merita e costa poco...perchè non andare direttamente al sodo???:D...
la mia vicina di casa ha piantato i melograni nani come siepe da recinzione di una parte del giardino...questo circa 2 anni fa....credimi....sono rimasti tali e quali....belli ..verdi...pieni di fiori e frutti...ma come grandezza stanno sempre li....:storto:

Beh, se son nani ...... :lol:
 

njnye

Florello Senior
2) A me che vivo a Milano e che tengo le piante su di un cocente balcone) è successa la stessa identica cosa negli stessi periodi (credo), ma su di un olmo campestre e su una robinia pseudoacacia.
Da un giorno all'altro via tutte le foglie, sembravano morte, ma dopo due giorni ecco le nuove cacciate.
I melograni (ne ho 3 non nani) sembra che non abbiano risentito quasi per nulla del cambiamento, a parte le prime 6 o 7 foglioline gialle poi cadute.

0) In tema di bellezza del melograno voglio aggiungere che se fiori e frutti durano brevemente, le foglie sono estremamente durevoli e sono una meraviglia anche quando la pianta, prima di congedarsi le colora di quel bel giallo.
Un giallo che non si rassegna e che dura per qualche giorno anche nel vaso per ringraziare decorandolo in modo impensabile anche il suolo che ha nutrito la pianta da cui al suolo ritornano. (ma che poesia...:eek:k07:)

1) Per le tue perplessità, io mi regolo tagliando "di brutto" cioè quasi tutti gli anni (dal 2009) eseguo quasi una capitozzatura che costringe la pianta a gettare nuovi rami, certo più in forma di quelli filiformi, residuo dell'anno precedente.
Questo mi dà anche l'impressione che davvero migliori il diametro e soprattutto la conicità del tronco.
Dei tre, uno lo faccio crescere quasi liberamente ed è divenuto davvero fitto ma disordinato, un altro lo lascio crescere con un minor numero di rametti, l'altro .... beh, non saprei, sono un po' confuso guardandolo e non capisco quale metodo ho applicato, forse uno e poi l'altro, ottenendo un risultato non soddisfacente e difficile da definire.

end)
Comunque ti invito a leggere e conservare l'articolo (in due #post) che trovi più indietro in questa stessa discussione.

Per quanto riguarda l'ingrossamento del nebari però, mi sembra che il melograno sia un po' restio rispetto ad altre piante, tanto è vero che è una delle poche piante su cui si adotta quella tecnica di innesto per approssimazione del fusto di più piante, per ottenere un volume di un certo rispetto.
Addirittura alcuni ci "costruiscono" un cerchio di piccoli tronchi innestati per prossimità, che poi rimane vuoto al suo interno, ma che sembra un tronco di una pianta di cento o più anni.
Forse questo è anche dovuto al modo plastico con cui il punica granatum assorbe le cicatrici e che rende piacevole il risultato di interventi simili.
Perfino le mie capitozzature annuali, che spesso producono un futuro apice che si dirama a 90° dal tronco con una bella ferita sulla sommità, prima che la pianta vada in quiescenza si sono già assorbite e senza nessuna precauzione o cura.
Grazie mille per la risposta articolata! Il fatto che sia nano pensi cambi qualcosa rispetto alla mezza capitozzatura? Non vorrei che ci rimetta 2 anni a ritornare alle dimensioni attuali...
Magari prima di andare di cesoie posto la foto e vi chiedo un parere...
Viviamo grosso modo nella stessa zona (più o meno, io sono all'estrema periferia nord est), anch'io ho un terrazzino in battuta di sole estrema e tutti e due abbiamo riscontrati problemi con l'arrivo del caldo. Tu come te lo sei spiegato quel fenomeno? Io avuto davvero paura quest'anno di giocarmi il melograno nano, ci dev'essere anche una discussione in questo forum in cui dicevo a fine luglio che volevo regalarlo...
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Le mie risposte sono articolate perché sono altrettanto ben articolate le tue domande e questo rende sempre tutto più facile e chiaro.

Non penso che "nanaggine" del tuo melograno influenzerà la sua irruenza nelle generose gettate, quindi io sarei abbastanza deciso e (ho paura a dirlo) anche sicuro.
Ciò nasce dal fatto che i miei melograni nacquero quasi per scherzo, da seme nel 2009.
Non avevo nessuna fiducia e nemmeno spazio per tutti quelli che germinarono, così feci una decisa selezione e ne tenni solo ..... una decina! Ma più di metà l'ho scaraventata nel giardino condominiale dove taglio senza troppi riguardi (a causa delle zanzare che mi fan fare tutto di corsa) e nonostante questo e qualche patologia o parassita che fa "arrotolare" le foglie più nuove, stanno diventando degli alberelli, mentre quelli nei miei vasetti striminziti non si curano di ciò che accade all'esterno e crescono, crescono, crescono sebbene io tenti di contenerli.

Io vivo nella zona nord-ovest che era periferia 50 anni fa, ma ora non più.

Il fenomeno non me lo spiego troppo razionalmente, ma la mia suggestione (avvalorata dal parere d'un caro amico esperto) è che dopo lo stress dei consecutivi giorni più caldi o forse meglio dire torrridi (con 3 erre), con l'arrivo di un relativo fresco che noi consideriamo i primi accenni dell'autunno, le piante vivono una quasi-seconda-primavera e per godersela al meglio ... cambiano pelle, ovvero abbandonano le foglie più malandate, secche ed inutili e si attrezzino con un rinnovato parco-foglie, per respirare meglio.
Com e ti dissi questo è accaduto ad un olmo NOSTRANO (mica cinese) e ad una robinia pseudoacacia, che raccolsi sulla spiaggia di un fiume dopo che la piena ce l'aveva abbandonata con le radici al vento e al sole e che nonostante sembrava mezza morta s'è ripresa. Quindi parlo di piante capaci di sopportare l'insopportabile, ma che di fronte ad un repentino cambio di temperatura hanno reagito in un modo che m'ha fatto dire «Aiija, stavolta sono andate.»
Ma mi sono anche chiesto perché le altre (fra cui i melograni) non hanno fatto la stessa cosa e poi ho ricordato che le piante difficilmente muoiono in un modo così repentino.
Quindi ho fatto bene a non fare un bel niente e a non prendere provvedimenti dettati dalla apparente drammaticità della situazione perché in un paio di giorni tutto è meglio di prima, anzi meglio, perché le foglie dell'olmo sono adesso di un bel verde accecante e la robinia, visto che era senza foglie, ho avuto il coraggio di tagliarla dove andava tagliata già da tempo.
Ma come ho detto, i melograni sono rimasti indifferenti o quasi di fronte al "fenomeno": piante fenomenali!
 
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njnye

Florello Senior
No, il mio melograno (l'essere nano con quelle foglioline forse non ha aiutato) ha sofferto parecchio. Anche altre piante che non hanno mai dato problemi quest'anno hanno sofferto tantissimo. L'abelia "confetti" qualche settimana fa era orribile, sono andata in ferie e ora è piena di foglie e sta per fiorire. L'evonimo che avevo da 3 anni e che ha resistito a tutti ora è tutto secco. Prima sono passata a controllarlo perché domani passo alla piattaforma ecologica (e nel caso ce lo buttavo) e invece sta ricacciando delle foglioline alla base. Ma 3/4 della pianta la dovrò buttare.
Approfitto della tua esperienza e gentilezza per una domanda ancora più precisa sulla potatura melograno.
Questa è una foto di parecchi mesi fa: http://media-cache-ak0.pinimg.com/originals/5d/88/86/5d8886d5ffffb3309a054c26d3811b8f.jpg
Era credo maggio, il mese non lo ricordo con esattezza, però è antecedente allo scoppio del caldo: 3/4 di quelle foglie e tutti quei fiori a luglio non sono arrivati.
Puoi vedere sia i rametti appuntiti e spogli che la base della pianta, formata da tanti tronchi non troppo grossi anziché da uno solo. Questo vuol dire che sono tante piante o è possibile che sia una sola con il "collo" interrato? Mi rendo conto che non avendola mai gestita correttamente è un po' "brada". Avendola sotto mano, tu come procederesti? Non necessariamente per farne un bonsai in senso stretto, ma una pianta in vaso con una sua armonia e soprattutto con un suo equilibrio "fisiologico" (banalmente mi piacerebbe che si facesse più ombra alle radici, visto la battuta di sole che c'è sul mio terrazzo)...
Grazie mille!
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Si ho capito.
A me non piace che il melograno si sviluppi come un cespuglio e quindi sto molto attento a ciò che sorge dalla base del tronco o addirittura da sottoterra e taglio, taglio subito.
Un mio vicino invece ha lasciato che il suo melograno nano diventasse appunto un cespuglio più o meno come il tuo ed ora, non ha più il coraggio di tagliare i rami secondari che sono ormai piuttosto grandi, così lascia tutto com'è.
Tu invece sei ancora in tempo, ed io come ho già detto, taglierei e anche subito, nonostante questo non sarebbe il periodo ideale.
Identifica il ramo che vuoi tenere, preferibilmente fra i più grandi che in genere sono al centro del mucchio e taglia tutto il resto.
Se sei indecisa, riservatene 2, 3 o 4, ma elimina tutti gli altri più in basso possibile.
Presto i prescelti ti ricompenseranno e cresceranno di più e più in fretta.
Al prossimo rinvaso ripulisci anche la parte sotterranea dai moncherini che risulteranno dal taglio.
Cura che non crescano nuove gettate da quel che tagli o da più sotto ancora e semmai taglia!

In seguito, continuando a mantenere l'impostazione ad alberello, ed a sacrificare i tentativi di ricrescita, elimina anche quei rami fra i superstiti su cui non conti o che si sviluppano meno vigorosamente.
Insomma arriva ad una pianta con un solo tronco affinché cresca come si deve.
Se necessario elimina i rami gradualmente, ma fallo.
Poi, sempre continuando ad impedire la crescita di rami al di sotto dei 5 cm. dal terriccio, ed a lasciare sviluppare l'altezza e il diametro del tronco, osserva i rami che si dirigeranno un po' in tutte le direzioni, perché in futuro uno di essi dovrà sostituire l'apice ed in seguito dirigersi verso l'alto.
Si, dovrai capitozzare ancora ed abbastanza in basso, appena sopra al ramo prescelto per sostituire l'apice.
Non importa se magari al momento il ramo che sceglierai uscirà con un angolo poco gradevole e poco naturale, perché dovrai un po' guidarlo, e comunque l'angolo aumenterà ma sarà meglio che lo faccia senza raggiungere i 180°.
Anche qui potrai essere graduale nella scelta di quale o quali rami conservare per una scelta successiva, ma ogni attesa ritarderà lo sviluppo di ciò che alla fine otterrai.
 

jiraya

Giardinauta
il melograno soffre i rigori invernali (temperatura, gelate, vento freddo): per questo qui al nord perde le ramificazioni fini :boh: il mio nanetto sverna in serra fredda (ciò nonostante i rametti più fini non sempre reggono...) :ciglione: in mancanza di una serra fredda è meglio esporlo a nord (sempre che sia possibile), ma al riparo dai venti.
per la potatura: l'obbiettivo è ottenere fiori (e poi frutti)... che crescono in cima ai germogli dell'anno --> a primavera si può potare tranquillamente; anche con potature aggressive la pianta ricaccia, ma per sicurezza è meglio lasciare qualche gemma utile. logicamente se avete bonsai capitozzare di continuo perde un po' di senso...
per la potatura a verde è possibile agire fino a fine maggio poichè le gemme da fiore iniziano a maturare da giugno in poi sull'apice dei rametti dell'anno... quindi matureranno sulle nuove crescite partite da inizio giugno (si manterranno anche più compatte).

il problema dei terrazzi è enorme (lo dico dopo che per anni ho coltivato sul balcone)... e di difficile soluzione :boh:

sulle reazioni delle piante... la stagione è stata strana, molto strana: prima piogge continue e freddo, poi la botta di caldo, ora freddino... posso solo dirvi che i miei melograni (un aspirante shohin, molto aspirante e poco shohin, e un boschetto ai suoi esordi di coltivazione) non hanno fatto fiori fino metà-fine luglio (un mese di ritardo); il piccoletto nonostante avesse fiori in quantità non ha al momento frutti :boh: mentre il 'boschetto' qualcosa lo ha su, ma molto poco. forse ha inciso il rinvaso avvenuto in primavera per entrambi... ma tanto (troppo) in tal senso ha fatto la stagione... ed è un prendere o lasciare :boh:
 

njnye

Florello Senior
Ok, grazie per le informazioni, ora mi è tutto più chiaro. Il mio melograno è fuori tutto l'anno, nei mesi più freddi gli metto giusto la copertura di un sacchetto per evitare che si bagni il terriccio e ghiacci ma per il resto fa tutto da solo. Questo spiega perché dopo l'ultimo inverno, che è stato abbastanza freddo, ha perso più rami del precedente. E che quindi è meglio inizi il prima possibile a "ingrossare" quelli che ha. Andrò di cesoie appena perde le foglie, non vorrei ora anche perché ci tengo a fargli fare i fruttini.
A questo punto farò direttamente un rinvaso, così controllo bene la base e lo lascio tranquillo poi per un paio d'anni...

Ho ricontrollato i rami e praticamente salvo uno che è leggermente più grosso (ma non ha fiori e non è molto ricco di foglie), sono tutti delle stesse dimensioni (e abbastanza sottili). Quindi o li lascio tutti o li taglio tutti... Se però davvero irrobustirsi l'aiuterebbe a superare l'inverno, sarei per lasciarne uno solo. Ma ci potrebbe essere il rischio di perdere la pianta?
 
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