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Il Club del libro di giardinaggio.it!!

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margot

Maestro Giardinauta
Allora siamo in sintonia! Mentre aspettavo la scelta del club, ho letto "la finestra dei Rouet" di Simenon.
 

Green thumb

Moderatore Sezz. Prato / Libri
Membro dello Staff
Annunciazione! Annunciazione! Io questa sera mi tuffo nelle pagine della nuova fatica letteraria di Marco Presta... "Il piantagrane"

Gli italiani non sono portati per la rivoluzione. Bravissimi nel tiro al piattello e irraggiungibili nell'arte culinaria, la rivoluzione non rientra però nell'elenco delle loro specialità. In centinaia d'anni, mentre francesi, americani e russi si ribellavano all'andamento della propria Storia, gli italiani sceglievano strade alternative quali la diplomazia, l'iniziativa individuale, l'attesa della dipartita naturale del nemico, il superenalotto. "Il piantagrane" si svolge in un Paese che somiglia molto all'Italia dei giorni nostri. Narra la vicenda di un individuo qualunque che, suo malgrado, si trova a innescare un grande, strabiliante, radicale cambiamento. A causa della sua semplice presenza, tutti cominciano ad agire secondo logica e buonsenso. Addirittura secondo coscienza. Si tratta di un pericolo enorme, che nessuna società occidentale può permettersi di affrontare: il pover'uomo, quindi, diventerà ben presto oggetto di una feroce caccia da parte dei servizi segreti. Qualcuno cercherà di aiutarlo, inviandogli l'angelo custode più grottesco e maldisposto che si possa immaginare: un omino forzutissimo, che frulla parole storpiate dall'ignoranza e da un'oscura sapienza. E così il destino del pianeta e la possibilità stessa di una rivoluzione saranno nelle piccole mani di una coppia stralunata.

:D
 

Pin

Master Florello
Perchè non mi piace come scrive Presta?
Perchè Simenon l'ho già letto quasi tutto, maigrettiano o no?
Perchè leggo troppo?
 

benji09

Giardinauta
Perchè non mi piace come scrive Presta?
Perchè Simenon l'ho già letto quasi tutto, maigrettiano o no?
Perchè leggo troppo?
Non lo so, non lo conosco.
Forse perchè ti piace tanto tanto tanto?
Perchè ti piace?

Scusami Pin ma mi hai fatto troppo ridere con le tue domande, soprattutto perchè leggo troppo?

Me la faccio sempre anche io quando guardo il mobilone dei miei libri.

Intanto ho finito
I fiumi della guerra sesto libo della saga di Martin che leggo che mi piace sempre di più (non lo avrei mai detto prima di inziarla...)
 

daria

Master Florello
Io ho un bisogno ossessivo di leggere, non so quanto e' grave, che dice la santadonna? vuoi che andiamo in terapia insieme?
 

Pin

Master Florello
Bisogno ossessivo e un po' compulsivo, devo sempre avere qualcosa pronto all'uso, se sono meno di due panicheggio
Ma in terapia ci fanno leggere?
 

daria

Master Florello
Bisogno ossessivo e un po' compulsivo, devo sempre avere qualcosa pronto all'uso, se sono meno di due panicheggio
Ma in terapia ci fanno leggere?

un pochino all'inizio della cura...poi piu' nulla :eek:
ookey daria e pin! facciamo che passiamo :D

-idem, se non ho la pignetta sul comodino panicheggio, adesso puo' essere anche un solo libro di carta, perche' leggo anche su kindle-
 

rocco.co

Guru Giardinauta
La miglior terapia è il sorriso e quindi vi giro questo titolo
"Un'aringa in paradiso" Elena Lowenthal
Raccolta di storielle/freddure ebraiche (e non sugli ebrei come tiene a precisare l'autrice intendendo distinguere ciò che è cultura popolare da quello che antisemitismo)
Non sense apparenti ... ironie e crudeltà ...paradossi e blasfemia... da assumere a gocce ..poche pagine per volta...per prolungare il piacere nel tempo e soprattutto non rischiare l'assuefazione e perdere il gusto della sorpresa
Un abbandono al sorriso più che alla risata
Ciaociao
 

natabruja

Esperta Sezz. Rose
Perchè non mi piace come scrive Presta?
Perchè Simenon l'ho già letto quasi tutto, maigrettiano o no?
Perchè leggo troppo?
Dedicato a Pin:D


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Green thumb

Moderatore Sezz. Prato / Libri
Membro dello Staff
Perchè non mi piace come scrive Presta?
...

Alla domanda non saprei rispondere ma questa volta non mi sento di consigliarlo, gli manca quel "quid" che aveva caratterizzato i primi due lavori, leggendo senti poca naturalezza e molta forzatura...

Io ho un bisogno ossessivo di leggere, non so quanto e' grave, che dice la santadonna? vuoi che andiamo in terapia insieme?

Bisogno ossessivo e un po' compulsivo, devo sempre avere qualcosa pronto all'uso, se sono meno di due panicheggio
Ma in terapia ci fanno leggere?

Mi associo, vengo anche io in terapia... alle condizioni di Pin però!
 

daria

Master Florello
Ciao a tutti!
Ho fatto ancora la giurata per un concorso del forum libri.
raccontini brevi, tema comune: Autunno, 7 partecipanti...tranquilli :D vi posto
solo il racconto vincitore che poi e' anche il mio preferito :)

se avete voglia di leggerlo, eccolo qua :)


Lo Stormo

Cascina era un paesello nella vallata del fiume Sverio: 800 anime, un bar, una scuola elementare, un emporio. Case strette, addossate l’una all’altra in un dedalo di viuzze medievali su cui vegliava un umile campanile. I turisti diretti ad Assisi o a Gubbio lo attraversavano quasi senza accorgersene, con gli occhi fissi sulla cartina stradale. Ma Cascina non era un piccolo borgo come tanti altri, perché quando l’estate cedeva il passo all’autunno, quando il cielo si faceva alto e cristallino dopo le fatiche del caldo di agosto, esattamente nella prima settimana di ottobre, accadeva qualcosa di straordinario. In quella settimana, ogni abitante di Cascina scrutava il cielo per ore in cerca di ombre fugaci, con gli orecchi tesi a cogliere il più piccolo fruscio. Perché quella settimana lì, ogni anno da che memoria d’uomo potesse ricordare, passava lo Stormo. Si narra che un solo abitante all’anno riuscisse a scorgerlo, quando in un battito d’ali appariva dal nulla e spariva nel nulla, come una visione fatata dal potere consolatorio. Allora il fortunato prescelto avrebbe visto esaudire il suo desiderio più segreto. Non importava esprimerlo, né pensarlo, né preoccuparsi di sceglierlo fra i mille desideri che dimorano in un cuore: lo Stormo sapeva.
Era apparso al piccolo Giacomo, in una girandola di grandi ali colorate, pochi giorni prima che i suoi gli regalassero la tanto agognata bicicletta. Era apparso ad Anna, una famiglia di bianche e sottili cicogne, e ad agosto era nata la piccola Chiara. Era apparso al vecchio Tonio, portando nel becco rametti di fiori sconosciuti, e proprio quell’ anno il fico del suo giardino, che non aveva mai dato un frutto in vita sua, si era riempito di dolcissimi fichi tardivi. Tutto il paese aveva fatto festa attorno all’albero miracolato, molti chiedendosi come poteva Tonio avere un desiderio tanto piccolo e umile. E nemmeno lui lo sapeva, ma andava bene così, perché lo Stormo sapeva tutto, e Tonio era solo contento che gli fosse apparso proprio quell’anno che la sua povera moglie l’aveva lasciato.
Gli abitanti di Cascina avevano ormai rinunciato a spiegarsi l’origine dello Stormo. L’anziano Don Silvano, che aveva visto lo Stormo una volta da giovane, era convinto che le miti colombe su quell’albero spoglio fossero le stesse che ai tempi della Porziuncola avevano ascoltato le prediche di San Francesco, ma questa era una spiegazione buona come tante altre. L’unica certezza era che lo Stormo appariva sempre quando il prescelto era da solo, e quindi nella prima settimana di ottobre gli abitanti si salutavano frettolosi, evitavano di fare i consueti capannelli davanti al bar o alla chiesa, cercavano di starsene per conto loro, passando in rassegna i propri desideri.
Lo Stormo appariva anche a chi non ci credeva, come era successo all’antipatica proprietaria dell’emporio un giorno in cui il sole indebolito non riusciva a mandar via la nebbia mattutina.
Le strade erano completamente deserte quando Vanessa era uscita per sistemare le ceste della frutta: melagrane rosse vermiglie, diosperi arancioni, uva verde dorato. C’erano tutti i colori dell’autunno in quelle ceste. Poi un fruscio, un alto grido roco e lei, uno dei pochi abitanti che non teneva gli occhi al cielo in quella settimana, quasi senza volerlo aveva alzato il capo e l’aveva visto: cento, duecento sagome di uccelli neri e sgraziati che passavano gracchiando sopra di lei. Era rimasta a guardarli come ipnotizzata, con la cesta delle castagne fra le mani, sentendo che si portavano via tanta tristezza senza senso, tante recriminazioni contro non si sa chi, lasciando nel suo cuore soltanto pace e serenità. Quando infine lo Stormo era scomparso, la tosse che la tormentava da mesi se n’era andata con lui. Allora Vanessa aveva fatto una grande festa, come era usanza, perché chi vedeva lo Stormo festeggiava e veniva festeggiato da tutti.
Ma a chi sarebbe apparso quell’anno?
E quando? In un tramonto carico di nostalgia per l’estate e preoccupazione per l’inverno, come era successo ad Elisabetta? O nel mezzo di un giorno che l’estate sembrava ricordarla per il calore forte del sole, come era accaduto a Filippo? Di lunedì, di giovedì? In quale giorno?
Ma quell’anno la prima settimana d’ottobre si era spenta con una domenica piovigginosa senza che nessun abitante avesse visto lo Stormo. Il lunedì la gente si incrociava incredula, parlottando a bassa voce, come se una disgrazia si fosse abbattuta su tutto il paese. Le male lingue insinuavano che chi lo aveva visto non volesse rivelarlo, ma sembrava impossibile che qualcuno potesse tenere per sé una tale esperienza. Tutti si chiedevano come avrebbero fatto a sopportare per un anno intero il dubbio angoscioso che lo Stormo li avesse abbandonati per sempre.
Nessuno si era reso conto che il venerdì di quella settimana la piccola Elena aveva mosso i suoi primi passi, con una soddisfazione tutta sua, che aveva espresso con i suoi “lala, pappa, babba” davanti ai genitori che l’ascoltavano estasiati, senza riuscire a descrivere gli uccellini rosa e celesti che l’avevano circondata in quel momento, il fatidico momento del suo primo passo, quando la mamma era sul retro della casa a stendere i panni.
E lo Stormo fu il suo primo ricordo.
 

angieconiglia

Giardinauta
racconto delicatissimo Daria,
complimenti allo scrittore..
avrei voluto leggerlo con in mano un cartoccio di castagne arrosto
:)))
molto belle le sensazioni che mi ha provocato
grazie
wi
 

angieconiglia

Giardinauta
io ho iniziato "la donna abitata" di Gioconda Belli...
inizia così:
“Penetrai nell’albero e lo percorsi come una lunga carezza di linfa e di vita, un dischiudersi di petali, un tremito di foglie. Sentii il ruvido involucro, la delicata architettura dei rami, e mi allungai nei meandri vegetali di questa nuova pelle, mi stiracchiai dopo tanto tempo, sciolsi le mie chiome, e mi affacciai verso il cielo azzurro”: così risuona la voce di Itzà, guerriera azteca perita per mano dei conquistadores spagnoli, mentre rinasce sotto forma di albero"
:) credo mi piacerà..
qualcuno l'ha già letto?
 

margot

Maestro Giardinauta
La donna abitata...l'ho letto qualche anno fa e ricordo che mi era piaciuto molto: lo avevo consigliato ad un sacco di amici, anzi soprattutto amiche. (forse è più appassionante per noi donzelle come tipologia :eek:k07: )
Buona lettura e fammi sapere cosa ne pensi!
 

verdiana

Esperta Sez. Identificazioni
X Daria: posso commentare il racconto?
Bellissimo e molto consolatorio ...lo stormo misterioso come un messaggio divino di desiderio esaudito, piccolo o grande che sia...
Mi è piaciuto molto, complimenti all'autore. :)
 

Pin

Master Florello
La donna abitata, molto bello.
Letto anni fa e consigliato.
Si direi anche io più sul genere femminile, soprattutto per le sfumature e quella sensibilità che appartiene più alla nostra sfera
 

daria

Master Florello
racconto delicatissimo Daria,
complimenti allo scrittore..
avrei voluto leggerlo con in mano un cartoccio di castagne arrosto
:)))
molto belle le sensazioni che mi ha provocato
grazie
wi

in effetti Francesca, la giovane autrice di questo raccontino, appare come una persona delicata e discreta equilibrata in tutte le sue considerazioni, letterarie e non :)

scalero' con lei e qualche altra compagnuccia "La montagna incantata" di Mann, sara' una lettura impegnativa ma credo che ci dara' soddisfazione :eek:k07:

X Daria: posso commentare il racconto?
Bellissimo e molto consolatorio ...lo stormo misterioso come un messaggio divino di desiderio esaudito, piccolo o grande che sia...
Mi è piaciuto molto, complimenti all'autore. :)

certo verdiana, con piacere, anzi, riferiro' all'autrice che gradira' sicuramente

Vi riporto il mio commento da giurevole, -che giurata e' troppo pomposo- :D

Ottimo, scritto bene, evocativo e commovente senza essere stucchevole, belle immagini e una adesione al tema costante.
voto massimo, 10 :eek:k07:
 
Ultima modifica:

miciajulie

Fiorin Florello
daria, piacevolissimo il racconto che ci hai proposto. tenero, lieve, quasi una favola sospesa nel tempo e comunque moderna, volendoci leggere, tutto sommato, se non la disattenzione, almeno l'essere altrove dei genitori proprio in quell'istante così importante per la piccola elena
applause!
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
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