Avete mai provato a prendere qualche etto di terra dal bosco o dalla cunetta accanto alla strada, magari accanto al paletto segnaletico ? beh portate via la terra grossolanamente asportata e appena poco dopo vi apparirà la sublimità dello stato spontaneo con tante specie che vivono in simbiosi e a strettissimo contatto, alcune visibili, ciò che vi ha fatto portato lì, molte altre spuntate da poco e altre sotterranee.
Quanti livelli di lettura, tra fibre secche sassi profumati muschi e foglie emergono piccole piantine di pino, di ginestra, di cipresso, rizomi, erbe con fittoni che sembrano carote, grovigli di bulbetti, cespugliancora allo stato di fili con già radici chilometriche rispetto a ciò che emerge, e ancora erbette , falcette, ciuffi, ciò di cui non sapete il nome ma approfondirete.
Appena cominciate a setacciare, con la sabbia piena di collosità tra le dita sottoscrivete un patto con questi elementi : purchè si abituatino un po’ alla civilizzazione , e che è sta rassegnazione, così le dita agili riassestano in piedi nella stessa terra del posto tutte quelle essenze un po’ mal trattate dal viaggio e già curvate dal peso del cumulo che avete fatto, ciò che non aveva bisogno di niente ora ha bisogno di voi e con la pazienza che abbiamo imparato da queste piantine tutto si manifesterà