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ho la prova.

Cheguevilla

Giardinauta Senior
dal momento che almeno il 50% della stampa ha detto cose diverse da quelle che sostieni tu, e dato che da ignorante, di mio non so niente di economia, diciamo che mi hanno convinto più gli altri.
Il problema è che la maggior parte dei giornalisti che ha scritto sul decreto IMU-bankitalia è molto più ignorante di te :). È legittimo essere ignoranti di economia. L'economia è una scienza come altre. Io non so niente di chimica e vivo benissimo. Però non pretendo di spiegare la chimica!
Poi bisogna distinguere tra quelli che sono ignoranti ma in buona fede e quelli che invece sono in malafede.
Diciamo, senza fare nomi, che qualche leader di un partitio politico era probabilmente in malafede, ha urlato molto forte, e la sua banda di jihadisti-neosquadristi ha fatto da cassa di risonanza ripetendo la vagonata di balle che sentiva prendendole per la verità rivelata dal Signore unico salvatore della patria vittima della ka$ta.

Ci fu un'animata discussione con un altro utente, su un altro tema, ma il succo è lo stesso: non si diventa esperti di economia (o di fisica, o di matematica) facendo 15 minuti di ricerca su google.
Ma ognuno fa il suo lavoro, e quello dei politici (e dei giornalisti di partito) è convincere la gente che loro sono migliori degli altri. E in Italia, dove il principio della legalità e della correttezza sembra passato di moda, pare che ogni mezzo sia lecito, incluso raccontare balle assurde agli elettori. E non è un fenomeno nuovo, va avanti così da una ventina di anni...
 

Olmo60

Guru Master Florello
gli articoli che lessi erano di economisti, non solo giornalisti...ma vabbè, non sono in grado di sostenerli perchè mi mancano le basi, come si dice, però so che si può dire qualcosa non dicendo altro, si può focalizzare l'attenzione su un aspetto e tacerne un secondo, si può spostare l'asse per avere una ragione -vera- che però non sarà mai completa.

torno ad una osservazione precedente su una cosa che hai scritto:
Ovviamente, se lo Stato chiedesse le tasse sull'intera plusvalenza, nessuno aggiornerebbe le valutazioni, dal momento che non è obbligatorio, con il risultato che i bilanci non sarebbero più molto rappresentativi della realtà.

dal momento che le rivalutazioni servono al mercato per dare realtà allo stato di fatto sulla solidità delle aziende, quindi è una cosa auspicabile (per la politica e per lo stato) perchè non sono rese obbligatorie, magari decennali, togliendo così la possibilità di ricatto delle aziende? dico -possibilità di ricatto- perchè la tua affermazione si può leggere in due modi: 1) lo stato dice alle aziende "rivalutate" e vi facciamo pagare solo il 4% ma anche "noi aziende se non ci fai questo regalo non rivalutiamo". Dico regalo, pensando che se questo "guadagno" viene dal lavoro e dalla ricchezza di una azienda, non c'è ragione logica per la quale, la stessa ricchezza prodotta da un artigiano, commerciante, industriale, operaio ecc...debba essere tassata con altre aliquote. Diverso sarebbe SE la plusvalenza (giusta e necessaria) fosse "vincolata" a un reinvestimento nell'azienda, nel lavoro: allora un 4% avrebbe si una valenza reale di positività.
Questa è forse la sola cosa che ho capito bene anche del decreto: un valore (giusto o meno non sono in grado di stabilirlo) in mano di privati sul quale (al momento della vendite) non pagheranno niente, come effetto, le due manovre non si discostano molto, stringi stringi. Se il decreto IMU.B.I fosse stato vincolato al credito alle imprese e una volta che avessi visto che questo obbiettivo si stava realizzando, sarei stata favorevole, non sono contraria alla "ricchezza in sè" ma all'evasione legalizzata. sulla questione IMU stendo un velo pietoso.
 

ikkyusan

Aspirante Giardinauta
.... in mano di privati sul quale (al momento della vendite) non pagheranno niente...

Premessa: come dicevo nell'altro thread, questa cosa farà la fine di molte altre vicende, come quella dei poliziotti che si tolgono il casco per manifestare. Tanto che ormai non ne parla più nessuno, se non i soliti stranoti "troll" multi account sui vari forum dei quotidiani.
Comunque, concordo in pieno con Che: ognuno fa bene ad informarsi, il più possibile, il senso critico è importante, soprattutto quando si sente puzza di bruciato. Però c'è un limite, oltre il quale bisogna saper riconoscere che non ne sappiamo nulla, e che internet, la mitica rete che non dimentica (che invece dimentica anche troppo), in realtà è un luogo dove si trova di tutto, che molti usano da almeno 20 anni senza clamore, e dove inevitabilmente si finisce per prendere solo quello che ci pare (facciamo tutti così, me compreso).

Per la materia specifica, non sono esperto di economia, ma pratico da un bel po' ambienti finanziari (banche comprese), ed ogni tanto parlotto con i colleghi.
Il punto è che a complicare tutto è lo statuto della banca d'Italia. Cioè, non stiamo parlando di azioni Apple, Samsung, Microsoft, ma delle azioni banca d'Italia, che difficilmente sono appetibili e piazzabili sul mercato, dati i numerosi vincoli che hanno.
Non credo che esistano privati che potranno quindi arricchirsi con queste azioni, che molto probabilmente verranno riacquistate dalla banca d'italia stessa.

Che ... Puoi confermare quest'ultimo punto ?
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Le rivalutazioni servono per dare un'immagine trasparente e verosimile del valore aziendale.
Sul perchè non siano obbligatorie, c'è una discussione lunga centinaia di anni (non è un eufemismo!). Per le società di capitale (con pochissime eccezioni) è già così: essendo costrette ad adottare i principi contabili IAS-IFRS, la valutazione viene fatta annualmente. Per le società più piccole, dove si utilizzano ancora i principi contabili del codice civile e CNR-CNDC, una rivalutazione obbligatoria andrebbe contro i principi stessi, cioè la regola secondo cui le immobilizzazioni vengono iscritte a bilancio per il minore tra il costo ed il valore attuale.
Molto spesso, queste plusvalenze derivano da un effetto puramente inflazionistico. Supponiamo che un tuo nonno o bisnonno avesse messo su un'impresa nei primi del 900. Ha comprato terreni e fabbricati per un valore di 2000 lire. Questi terreni e fabbricati hanno ovviamente incrementato il valore durante questi cento anni, ma si tratta di un aumento di valore in un certo senso "fittizio" (non prendermi alla lettera). Certamente, se tu vendessi i terreni oggi, faresti un guadagno enorme rispetto al singolo euro che quei terreni e fabbricati costarono. Ma non sono sicuro che sia del tutto legittimo considerare questo surplus come un guadagno da lavoro. A meno che, e qui c'è un problema grosso, i terreni e i fabbricati non si siano rivalutati per un valore maggiore rispetto alla normale inflazione. Come vedi, ci si trova immediatamente a camminare sulle uova.
Sulle quote di BI, la questione è piuttosto diversa. L'aumento di valore di una società non avviene per effetto dell'inflazione. Anzi, l'aumento di capitale è avvenuto tramite la conversione di utili degli esercizi precedenti (su cui BI aveva peraltro già pagato l'eventuale IRPEG-IRES). Quindi in questo caso si ha effettivamente un reddito extraoperativo. Infatti, in quanto tale è stato colpito dal decreto IMU-BI. E le banche pagheranno le tasse sull'effetto di questa rivalutazione. Non ci vedo niente di sbagliato. Anzi, la mia critica era in un altro senso. Perchè è stata autorizzata la rivalutazione per solo 7,5M, quando gli utili accantonati erano circa 23M? Anche qui, è necessario essere un po' pragmatici. Imporre una rivalutazione forzata da un giorno all'altro (le quote non erano mai state rivalutate dal 1936!) poteva comportare un impatto fiscale troppo gravoso sulle banche. Ora, con tutte le critiche e tutto il male che si possa volere alle banche, posso assicurare che nessuno di noi dovrebbe mai volerne il fallimento.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Il punto è che a complicare tutto è lo statuto della banca d'Italia. Cioè, non stiamo parlando di azioni Apple, Samsung, Microsoft, ma delle azioni banca d'Italia, che difficilmente sono appetibili e piazzabili sul mercato, dati i numerosi vincoli che hanno.
Non credo che esistano privati che potranno quindi arricchirsi con queste azioni, che molto probabilmente verranno riacquistate dalla banca d'italia stessa.

Che ... Puoi confermare quest'ultimo punto ?
Si, lo statuto della Banca d'Italia è chiarissimo in tutto questo, e lo stesso vale per la legge italiana (incluso il famigerato decreto).
- Prima di tutto il riacquisto delle quote di BI da parte dello Stato è solo temporaneo. Per legge, lo Stato non può possedere quote di Banca d'Italia se non per il solo tempo necessario a venderle (spiegato in parole semplici). Quindi, per lo Stato, l'operazione ha saldo nullo - fatta eccezione per lle entrate fiscali.
- No, noi (purtroppo o per fortuna) non possiamo acquistare quote di Banca d'Italia. Solo istituti di credito e/o assicurazione con sede legale e amministrazione centrale in Italia possono farlo.
Sul perchè di queste due limitazioni, sono stati scritti trattati e penso sia stato anche versato del sangue. Esistono grosso modo due modelli di banca centrale, con pro e contro. Secondo me, la forma di governance della banca centrale deve dipendere dallo stato in cui si trova. Sempre secondo me, se la Banca d'Italia d'Italia fosse governata secondo il modello americano, un anziano signore qualunque con il sorriso di cera e non molto alto di statura avrebbe potuto combinare pasticci sgradevoli. Ma qui si entra nel campo delle opinioni.
 
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