Benvenuto Bluesoul.
Lugimita ti ha dato risposte sulle quali concordo.
Voglio però aggiungere che mentre un olmo (zelkova o anche autoctono) va avanti quasi da se e quasi con qualsiasi clima, anche l'acero ha delle varietà relativamente resistenti agli strapazzi di noi principianti.
Inoltre quando si comincia si commette speso l'errore di "buttarsi addosso" alla nostra pianta, facendole letteralmente mancare il respiro, la dovuta tranquillità. Un conto è guardarla spesso, un altro conto è tormentarla.
Da quanto ho letto ed un pochino anche sperimentato, sembra che avere un certo numero di piante (un numero non esagerato) riduca il rischio.
Quindi, giacché citi una pianta che adoro, ti invito ad accoglierne una e tenerla a fianco a quelle altre che ti procurerai.
Le temperature invernali di Como non sono proibitive per un olmo, ma penso siano tollerate un po' meno bene da un acero e comunque ogni pianta se la cava benissimo se in terra, un po' meno in vaso.
Circa la tua domanda balcone/giardino, anche io credo a quello che ha scritto Lugimita, ma evidenzierei quel suo "se esposto bene". Infatti per me che sto a Milano è difficile trovare un compromesso fra il balcone a Nord e quello a Sud perché non c'è. Quello a Nord va benissimo d'estate, ma è troppo umido e sorgono problemi di oidio o addirittura di funghi; quello a Sud è una fornace e non c'è vaso che tenga, neppure se di ampie dimensioni.
Quando vado in vacanza per un po', di nascosto scavo un buco nel giardino condominiale e ci "immergo" i vasi con le mie piante.
Quando torno ed osservo il risultato mi chiedo quanti anni sono stato via, sia perché l giardino è concimato forse anche troppo, ma comunque le piante (a parte le lumache, e il decespugliatore infame) crescono che è uno spettacolo e mi dispiace riprendermele per farle soffrire su di un balcone o su quell'altro.
Voglio dire che se hai dello spazio nel verde dove poter ospitare le tue piante, potresti usufruirne anche per accelerare il loro sviluppo partendo da piante che come te non sono ancora pronte al titolo finale.
Di tempo ce ne vuole comunque tanto, ma alla lunga questo è un vantaggio di questa attività, non un difetto.
Personalmente poi, io a scapito forse di determinati risultati, preferirei avere un bonsai di una pianta autoctona piuttosto che di una pianta più o meno esotica.
Fra esse c'è anche il punica granatum (melograno), il carpinus betulus (carpino), il ficus carica (fico), il fraxinus betulus (frassino), il sorbo, il prunus spinosa, il corniolo, il viburno, ma ce ne sarebbero tante altre col solo difetto di costare troppo poco per riuscire a trovarle in vendita.
Più facile realizzare scambi con appassionati, oppure rivolgersi a vivai specializzati in "Piante Autoctone".
Ne conosco uno a Melegnano, uno vicino Parma.
In bocca al lupo.