Sì Elleboro, in generale sì, tutte le geofite possono in teoria essere lasciate, in terra, ad inselvatichire, ma con le debite differenze, in rusticità della pianta, della coltivazione in contenitore o in pieno campo e delle esigenze di terreno e di vegetazione delle specifiche specie.
Di lilium ne esistono tanti, ma un Martagon, non può essere coltivato come uno Speciosum, ad esempio.
Ultimo fattore, in cui noi non possiamo intervenire, è a monte, sulla produzione di molti bulbi, rizomi, cormi, pompati all'origine e destinati a perdere i propri caratteri.
In altri casi è la natura a farlo, un esempio sono le Aquilegie che tendono ad autoibridarsi, non ottenendo negli anni, gli stessi caratteri di forma, colore, per cui le avevamo seminate. Ed è per questo che spesso vengono utilizzate come biennali, quando sono piante perenni e rustiche.
Ritornando alle geofite, in vaso è diverso dal piena terra, ma in genere, rispettando rusticità della pianta e ambiente/clima dove si vive, viene consigliato di levare i bulbi e di conservarli al fresco ed all'asciutto (che è la simulazione di ciò che avviene in natura= buio + fresco), perchè sono dei gran mangiatori di risorse, proprio come ogni buon accumulatore, che sottrae energia.
Questa energia, alle geofite, non può essere restituita con concimazioni liquide e nemmeno il terreno, si avvantaggia davvero da questo tipo di fertilizzazione.
In terra piena, si usa sovesciare il terreno, perchè è la superifice ad essere più nutriente, ad esempio. E questo è un'altro motivo buono per levare i bulbi dal terreno e reinterrarli successivamente, ancora 'carichi' del sole e delle risorse dell'anno precedente. Rimestando il terreno, magari per interrare lo stallatico dato in autunno, si rischia di distruggere i rizomi al di sotto.
A campo nudo, si reimmettono le sostanze prelevate dalle piante, quindi, stallatico, fertilizzazioni chimiche a lenta cessione, eccetera. Quando non lo si fà, lo fà comunque la natura e i batteri del terreno, in vaso è più difficile, ma comunque possibile.
Ecco che, la stagione successiva si possono riutilizzare i bulbi che troveranno da mangiare, ben digerito.
In vaso, si fà la stessa cosa, ovvero si rinnova la composta, affinchè le geofite possano ritrovare nutrimento per il loro accumulo e fioritura.
Molte altre geofite sono indicate come adatte 'all'inselvatichimento', ma non per la loro capacità di non esaurire il terreno, ma per i loro caratteri ereditari ben più stabili e non ultimo, la capacità di passare il testimone ai bulbilli che si formano nel sottosuolo, in fase di riposo o che si sono formati durante la stagione. Quindi in realtà la pianta, rinnova sè stessa, attraverso i suoi figli, mentre il genitore lentamente muore o funge da nutrimento per le generazioni future, finchè potrà. I bulbi orticoli, spesso non riescono a fare questo in tempi brevi e quando vi riescono dopo qualche anno, i figli si riprendono i caratteri ereditari dei nonni o addirittura dei bisnonni.
Quindi ricapitolando sì, è possibile sempre lasciare nel terreno le geofite, ma ripristinando anno dopo anno, la feritlità del suolo. Ovviamente in contenitore è più facile, basta solo svuotarlo e riempirlo con composta già fertilizzata.
Ma è anche necessario sapere con quale pianta si ha a che fare, per dare magari, sufficiente spazio ai nuovi occhi produttivi della stessa.
Questo è quel che sò ed è sicuramente poco, magari troverete più informazioni nel sito di floriana bulbose.
Scusate la prolissità. :ros: